martedì 20 luglio 2021

IL PD DI LETTA AL CARRO DEI 5S

Carlo Biancheri

La deriva del Partito Democratico, inchiodato al 19% secondo i sondaggi, impone una riflessione.
Doveva essere simile al Partito Democratico americano con più componenti al suo interno, espressione di retroterra culturali ed ideologie diversi, in particolare, in Italia, la componente comunista e quella erede della sinistra democristiana.La sinistra democristiana aveva una sua storia ed era divisa tra Forze Nuove di Donat Cattin, prevalentemente sindacalista, e la sinistra di Base di Marcora, sostenuto a Milano dall’allora cardinale Montini, più legata all’industria, allo sviluppo e alle partecipazioni statali, tanto da avere tra i suoi componenti e leader per lungo tempo l’industriale Piero Bassetti. Dossetti era già fuori da un pezzo e giravano nelle Acli suoi adepti con taglio più che altro predicatorio, stile Labor o Dolci in Sicilia, e poi a Bologna Pedrazzi, uno dei fondatori de Il Mulino. Moro era parte del gruppone dei dorotei, salvo poi separarsi e formare una propria corrente. La degenerazione delle correnti democristiane portò ad un totale oblio del dibattito ideologico e tutto si risolse in lotte di potere, specie nel periodo di De Mita, l’intellettuale della Magna Grecia (…), fino a Tangentopoli con la fine della DC. Gli eredi della sinistra DC hanno potuto rivendicare soltanto una lontana parentela perché con l’avvento di Berlusconi non c’è stato più un vero dibattito politico ma slogans al livello di consigli alle ragazze di sposare un giovane ricco per farsi strada nella vita, ecc.
Da subito nel Partito Democratico comandavano quelli del Pc con metodi da ‘centralismo democratico’ e non bastava essere il figlio di un partigiano cattolico, con ciò etichettato come cattolico (…), per avere voce in capitolo, perché la macchina andava avanti secondo schemi di gestione collaudata: il dibattito politico che fino a Craxi aveva nel partito socialista una eccellenza in quanto si discuteva di temi reali nelle sezioni, non esisteva più negli altri partiti: i militanti erano semplicemente dei venditori di quel che era deciso al vertice e la militanza costituiva un’alternativa alla ricerca di un lavoro.
Questo l’antefatto.
La linea della scuola delle Frattocchie del PC, che identificheremo nel Bettini e compagni, ha spinto per l’abbraccio del PD col Movimento 5S. Il blocco sociale, nell’assunto che i 5S raccoglievano voti tra le classi popolari, è stato il motivo determinante, anche considerato che si prevedeva un aumento della povertà dopo la pandemia e non si immaginava un intervento massiccio come quello europeo del Recovery plan. E poi nel Movimento tanti sono espressione di un radicalismo superficiale ed estremista, ‘malattia infantile del comunismo’, secondo Marx. Non è forse vero che il Patuanelli votava Rifondazione Comunista prima di aderire al M5S? Non ci sono nemici a sinistra è sempre stato il tema dominante del Partito Comunista…
L’avvento dell’effimero Letta, radicalizzatosi, la cui tenacia nelle proprie convinzioni è pari solo alla superficialità degli argomenti addotti, ha svelato tutta la debolezza di un partito al traino delle parole d’ordine giustizialiste di un gruppo che si ispira, tra l’altro, alla setta di Scientology.
La lotta ai privilegiati è una sciocchezza se non si comprende che, invece di pensare subito a dividere la torta che si ridurrebbe sempre di più, bisogna farla crescere aumentando la produttività, la formazione, la ricerca, gli investimenti, mettendo ordine in un’amministrazione pubblica fatiscente, governata da centocinquantamila leggi, senza controlli di sorta, divisa in potentati e governata dalle varie ‘cosiddette’, secondo i media…, logge. La situazione della giustizia moribonda corrisponde al funzionamento dello Stato. Quanti mesi ci vogliono a Roma per avere la carta d’identità elettronica? Come sono gestiti i cimiteri? E le Asl funzionano bene? E la viabilità? E i trasporti? E la manutenzione? E l’ordine pubblico? La capitale d’Italia…
Letta ha esordito con quisquiglie come la rappresentanza di genere, trattando le donne da riserva indiana, seguendo i desiderata della setta anche in materie su cui avevano torto marcio come la ragionevole durata dei processi, poi l’imposta sulle successioni proposta in un momento sbagliato, il tentativo goffo di avere candidati comuni con la setta per le elezioni amministrative, la non negoziabilità del Ddl Zan anche se limita la libertà di espressione ed impone un’ideologia insensata, l’assenza di qualsivoglia proposta economica che comporti investimenti pubblici rilevanti, sempre, però, cercando di far fuori il centro, in contrasto con le sbandierate Agorà, nella pretesa di rappresentarlo da posizioni radicali. Inoltre, si è scelto come vicesegretario un giovanotto che vuole nazionalizzare i mezzi di produzione (come a Cuba per intenderci…) entro il 2026 e che non ammette economisti, nominati dal governo, che non siano ideologicamente orientati!

Puro velleitarismo quello del Segretario politico.

A giudizio di chi scrive questo governo è il parafulmine di una situazione molto difficile,per uscirne occorre un cambiamento di mentalità diffuso ed una formazione culturale che non sia fatta solo di social network ma di libri in cui si acquisisca criticità su sé stessi – so di non sapere…-,logica,prudenza, in altre parole una dimensione umana che non scambi i propri desideri per realtà.


lunedì 5 luglio 2021

IL DDL ZAN E LA POLITICA DELL'EFFIMERO

 

Carlo Biancheri


La premessa è, a scanso di equivoci, che ogni discriminazione ed aggressività porta dritto alle camere a gas come avvenuto in epoca hitleriana per il triangolo rosa o al confino del fascista Mussolini, col suo linguaggio priapeo, tanto per rifarsi a Gadda, o alla pena di morte in certi paesi islamici.
Si dà il caso, tuttavia, che non ci si limiti nel ddl a sanzionare ogni aggressività a livello animalesco ma si teorizzi il gender, cioè un concetto curioso in base al quale il sesso uno se lo sceglie a seconda del suo stato soggettivo e perciò bisogna insegnarlo ai bambini nelle scuole. È legittimo avere un’opinione diversa purché non porti alla violenza…: sic il testo amatoriale dello Zan e della Cirinnà, non propriamente una persona posata a giudicare dai suoi interventi che la fanno sembrare una Erinni.
Sull’omosessualità sono scorsi fiumi d’inchiostro e la causa è ancora ignota. In letteratura ne hanno scritto Proust (et pour cause…) allorché tratta, tra gli altri, del barone di Charlus nella Recherche, membro della ‘divina’ stirpe dei Guermantes, Thomas Mann in Morte a Venezia e Lettera sul matrimonio, Gide, Musil ne I turbamenti del giovane Torless e quanti ancora… da Commisso a Baldwin a Edmund White ecc. Ne emerge, a dire il vero, una condizione affatto diversa dall’immagine da fidanzatini di Peynet che ci viene imbandita in continuazione dalle manifestazioni Lgbt e dai media: si amano e l’amore vince su tutto.
La Cavani nel mirabile film su Nietzsche, Al di là del bene e del male- chi se lo ricorda? Chi lo conosce tra i nostri ciarlieri cosiddetti intellettuali odierni?- centra, invece, il tema sulla trasgressione come, infatti, fece Nietzsche dove la libertà, sovente confusa con licenza, vuole simboleggiare lo slancio di Icaro e così è tutta la letteratura del Novecento.
E già, trasgressione che suppone una natura, le paradygme perdu, dopo Kant che oppone natura e cultura, secondo Edgar Morin. E già…, perché il creato sta, per così dire, sotto la ragione a sentire Hegel che aveva visto Napoleone a Jena nel 1806 ‘Quest’anima del mondo cavalcare attraverso la città… un tale individuo che, concentrato in un punto, seduto su un cavallo, abbraccia il mondo e lo domina’. Profezia errata come dimostrò il ‘generale inverno’ russo e Waterloo e Sant’Elena: tornò l’Ancien Régime. Né soccorre la dialettica della Storia perché a veder bene, scendendo per li rami, nel secolo breve ci siamo trovati dinanzi alle peggiori dittature e massacri della Storia e neppur ora siamo in buona salute fisica e spirituale.
Ma da allora nel pensiero dominante, propalato dalle confraternite dei Lumi che dominano la cultura e le leve del potere, si è consolidata una tendenza al soggettivismo, cioè che il valore del reale è quello che io gli dò: Nietzsche dirà che la verità è interpretazione.
Così uno che nasce cieco o zoppo è diversamente abile perché è contento così: guai a dire che non si tratta della stessa vita di chi vede o corre.
Abbiamo detto che non si conoscono le cause ed è buona grazia fare epicheia sul rapporto omosessuale. Il problema se lo ponevano già gli etruschi: se uno visita una certa tomba a Tarquinia vedrà un toro pacifico dinanzi all’amplesso tra un uomo ed una donna ed un toro che carica di fronte ad un rapporto tra due uomini; la religione cristiana non c’entra per nulla perché parliamo di secoli prima della nascita di Cristo.
Se questo è il contesto, il dibattito nel bel paese è a livello di bassa cultura e di decadenza politica.
Abbiamo assistito per l’ennesima volta l’effimero Letta - quello che cita il personalista Mounier, espressione dell’esistenzialismo cristiano, molto meno engagé e solido di Maritain o di certi contributi apparsi su la rivista Esprit: viene dalla Francia e dalla decadenza di Sciences-Po – sentenziare che il ddl Zan va approvato così com’è. Il Letta che vuole introdurre l’imposta di successione al 20% senza capire che a quel punto dovrà pure modificare la tassazione sulla donazione, mettendo in crisi il sistema, inoltre dovrebbe esser in grado di svelare gli schermi societari per esser equo come chiacchiera di voler essere: è wishful thinking, in un regime di liberalizzazione di movimenti di capitali e di Stati non cooperativi. Con il segretario Pd concorda tutto lo stato maggiore dei democratici con i giovani lupetti da lui nominati. C’è un tale Provenzano, vice-Segretario, che ha dichiarato che vuole nazionalizzare i mezzi di produzione entro il 2026! Persino al gramsciano – memento: Gramsci era stalinista…- Cuperlo è parso eccessivo… eppure il Provenzano vuole la lista di proscrizione se gli esperti economici nominati da Draghi – ricordate: questo lo dice lei!- non sono abbastanza di sinistra…
Letta, quello dell’alleanza organica con la setta di Scientology, incapace di discutere di contenuti, ha adeguato il Pd ad un appiattimento a canoni che neppure Togliatti avrebbe sostenuto.
Non ci piace Renzi ma dobbiamo riconoscere che ancora una volta ha avuto coraggio a fermare un’idiozia dove le scuole cattoliche ma anche quelle statali (!) dovevano insegnare nella giornata anti-omofobia che il sesso uno se lo sceglie e probabilmente qualche giudice, a seguito di denunce, avrebbe dovuto far sequestrare la Bibbia e San Paolo perché non sono più politicamente corretti sull’argomento: sostengono il contrario.
È ora di finirla con l’idiozia che le ultime novità di successo debbano essere la Verità da imporre a tutti.