Carlo Biancheri
L’audizione del Direttore
Generale della Consob dinanzi alla Commissione di inchiesta bicamerale sul caso
MPS fornisce uno spaccato impressionante dello stato della politica in questo
povero Paese e fà riflettere sul seguito che continuano ad avere certi gruppi
che esprimono il niente.
La premessa è che il ruolo della
Consob, una delle due autorità di controllo sulla borsa in Europa che hanno
competenza in materia di impugnativa dei bilanci, grazie alla
preveggenza di Guido Rossi, il padre della legge istitutiva della Consob e suo
primo presidente, nel caso MPS è consistito sostanzialmente nella valutazione
dei bilanci – e del prospetto per l’offerta
di titoli- dell’istituto ed in particolare di
uno strumento finanziario rivelatosi fraudolento.
La Consob ha ritenuto, in una
prima fase, che lo strumento in questione non dovesse esser iscritto a bilancio
come un
derivato,applicando il principio contabile internazionale IAS (ora IFRS) – detti
principi in Italia (nella UE…) sono legge per le società quotate - in base al quale la
sostanza prevale sulla forma e ciò
comporta che si debba indagare sulle intenzioni reali dei contraenti un contratto
per qualificarlo in un senso o nell’altro.
La Consob è addivenuta alla
conclusione iniziale di non ritenere lo strumento in questione un derivato dopo
aver chiesto lumi ,per il tramite dell’organismo italiano di
contabilità, OIC, all’IFRIC l’organismo istituito per interpretare i principi contabili dallo IASB, organizzazione internazionale con sede a
Londra, a dominanza anglosassone. L’IFRIC
ha risposto che lo strumento in questione non
dovesse automaticamente esser considerato un derivato, in quanto si doveva
conoscere la reale intenzione dei contraenti nell’applicare il principio della
substance over form e cioè il business purpose. Per inciso va detto
che il sistema Italia è riuscito ad ottenere una risposta dall’IFRIC,in tempi
ragionevoli,solo grazie al fatto che la Consob per moltissimi anni ha svolto un
ruolo di primo piano nell’elaborazione dei principi contabili internazionali ed
anche in sede europea.La Consob stessa ha coordinato a lungo gli europei nel
processo di endorsement dei principi contabili internazionali, mediante
l’elaborazione di commenti sul
merito,in sede mondiale e cioè la IOSCO-
International Oganization of Securities Commissions,ed il Direttore Generale
Apponi ha svolto un compito assai rilevante al riguardo,tanto che in ambito
europeo ha poi elaborato i principi di enforcement in materia contabile
poi adottati dall’ESMA.
Tuttavia, la Consob ha
imposto, ad abundantiam, che venisse rappresentato
pro-forma l’impatto che avrebbe avuto in
bilancio lo strumento in questione, qualora lo strumento finanziario fosse stato considerato un derivato piuttosto che un
repo, assicurando così la
corretta informativa al
pubblico.
Successivamente, considerato il
ruolo di Deutsche Bank ed i provvedimenti assunti dalla Bafin,
in relazione all’operazione in questione, la Consob ha chiesto la
cooperazione internazionale alla Bafin
stessa,che, in violazione delle norme europee
– direttiva Transparency- si è rifiutata di fornire le informazioni in suo possesso,accampando un presunto divieto da parte della Costituzione
tedesca;come noto alcuni sono più uguali degli altri... Per inciso va detto
che secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia europea, il
Trattato non è incompatibile con le Costituzioni degli Stati membri e, di
conseguenza, anche la normativa comunitaria in vigore.La Consob ha poi ottenuto
l’informazione,per il tramite dell’Autorità giudiziaria italiana che
l’aveva ricevuta, nell’ambito degli accordi
di assistenza giudiziaria.A quel punto la
Consob scopre la frode perché di frode si trattava cioè di falso con tutto ciò
che comporta in materia penale,incluso il reato di ostacolo alla vigilanza.In
pratica il
repo che portava guadagni rilevantissimi alla controparte di MPS era un
derivato che doveva esser soggetto al fair value, la cui valutazione si
sarebbe ripercossa, naturalmente, sul conto economico,
anche se MPS lo aveva sempre negato.
Questo
l’assunto.
Le domande che hanno fatto seguito nel dibattito in Commissione al Direttore Apponi svelano la pochezza,l’incompetenza e la
presunzione di molti parlamentari dell’opposizione che fà preoccupare
grandemente sul futuro di questo povero paese, affidato a questa
gente.
Incomincia uno della setta 5S che
obietta che l’IFRIC nel suo parere afferma che la valutazione va fatta con
‘judgement’ che, per il poveretto, significa ‘severità’ (!) al che Apponi
risponde che basta controllare Google per vedere qual è la
traduzione! It is my judgement, è espressione corrente nel settore
contabile e significa ovviamente ‘valutazione’ ma il tizio non ci voleva stare e
riteneva con ciò di aver rinvenuto la prova provata del cattivo operare della
Consob.
Interviene un altro che pretende
la documentazione relativa all’approvazione del prospetto informativo di MPS in
Commissione – la documentazione era già stata consegnata…- e poi commenta:è
stato approvato da due Commissari con il voto del Presidente che valeva doppio!A
questo punto va chiesto dov’era il Parlamento quando ha approvato il provvedimento del Governo Monti che
riduceva a tre,in modo sciagurato, i Commissari della Consob e,in caso di
parità, il
voto del Presidente vale doppio!Per una volta il governo Renzi ha fatto la cosa
giusta riportando a cinque membri i Commissari e il caso in questione lo
prova.
Interviene un altro ,un
veneto,che, con un italiano non certo corrispondente a quello del
Foscolo, era interessato allo ‘scavalco’ nei rimborsi per le banche venete…
mentre si parlava di MPS…
Un altro ancora si chiede come mai la
Consob intervenga sempre dopo e non prima. I nostri venticinque lettori sanno
benissimo che una frode è una frode – così disse il presidente dello IASB,Sir
David Tweedie alla Consob dopo il caso Parmalat ma lo stesso vale per il caso
Enron o Worldcom o quando la SEC soppresse l’Arthur Anderson…- e che è difficile
sapere prima che uno con una pistola in tasca sparerà…Ma tant’è,la gente vuole
che la protezione significhi che quando investi devi guadagnarci, sempre. Così
avviene, anzi avveniva, nelle economie stataliste dove non c’è rischio né
mercato.
Si può affidare la sorte di tutti
noi a della gente che ragiona così?