Oggi Scalfari nell’editoriale della domenica su "Repubblica" si chiede se gli italiani siano cambiati rispetto a quelli del Cinquecento, ben descritti da Machiavelli e Guicciardini che anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo ripetutamente citati.
Sì, c’è disprezzo diffuso per la ‘cosa pubblica’, salvo pretendere di essere serviti…, c’è interesse solo per il ‘particulare’ (del resto il Conducator -da noi chiamato così in tempi non sospetti per le nostre frequentazioni delle terre di Ceaucescu e ora comunemente definito tale- non ha sempre detto: guardate me come sono bravo? Fate i furbi come me?), c’è, in una parola, tra i nostri conterranei, individualismo, egoismo e incapacità diffusa a lavorare e sacrificarsi per un progetto comune; c’è anche molto familismo e settarismo, favorito da una pletora di preti, spesso ignavi, che non si capisce che cosa ci stiano a fare, novelli Don Abbondio (ma dov’è il Cardinale Federigo?); nelle omelie domenicali, al massimo, parafrasano male (…) il Vangelo. Parliamo, però, di comportamenti diffusi…, ovviamente e per fortuna, ci sono grandi testimonianze in contrario, ma… di testimonianze si tratta. Del resto non c’è nulla di nuovo nella Storia se si pensa che il papa avrebbe detto a Francesco, nel chiostro di San Giovanni in Laterano, a Roma, vedendolo malvestito, di andare a rotolarsi tra i porci… e che il prete della Porziuncola era un vigliaccone che temeva il padre di Francesco e che Francesco rileva la verbosità dei preti, pur essendo rispettosissimo della funzione, e che guarisce un canonico Gedeone di Rieti ‘sensuale e mondano’(…). Che speranza aveva il mondo al tempo di Francesco, quando nelle campagne si moriva di fame e la lebbra era ben diffusa? Il Vangelo alla lettera…voleva lui.
Il tempo attuale presenta vizi simili nelle persone anche se il contesto è molto differente. Invece del riferimento cristiano alla retribuzione/castigo dinanzi alle scelte di ciascuno, c’è il nulla, o meglio c’è la norma fondamentale, stabilita consensualmente... Del resto che volete che ci sia dopo duecento anni e passa di idolatria del soggetto, di creatività del nulla, di ‘essere tempo…’, cioè di eternizzazione dell’istante, di illusione di vivere come Zarathustra con i cieli vuoti e godersela come si può… a meno che ci sia, per usare il linguaggio del discepolo di Machiavelli (‘il fine giustifica i mezzi’… sicut dixit) del Varesotto, Maroni, il ‘disculo’ di qualche disgrazia…, dell’impossibilità di realizzarsi, dell’ingiustizia, della prepotenza, della malattia e della dipendenza da altri. E allora? Come la mettiamo? Altro che Inno alla gioia di Schiller che si ritrova nella Nona del massone Beethoven (bellissima sinfonia del resto), altro che il romantico Prometeo... Ha ragione Calderon de la Barca:la vita è sogno (per loro...).
Il semplificatore/divulgatore Fromm parlava di fuga dalla libertà… Perché i giovani si drogano, hanno commercio carnale (non diremo fan l’amore che è un’altra cosa perché suppone dono, affidamento, accoglienza…) e vivono a livello istintuale, allo ‘sballo’? Perché non osano avere un progetto sottoposto ad un esame critico come sempre avvenuto in passato? Perché il rifugio nel narcisismo soffocante ,incapacità di trascendersi… ma, nel contempo, perché il loro sbocco lavorativo non è una priorità nazionale?
Questo il quadro in cui siamo chiamati a votare.
Per ora è cabaret: poche idee e pochi programmi.
Da dove incominciare?
A nostro debol parere… prima di dire cambieremo l’Europa e cambieremo le decisioni assunte bisognerebbe fare attenzione a non fare la fine della rana di Lafontaine che si gonfia, si gonfia e poi scoppia. Chi ci sostiene? Bastiamo noi? Mi viene in mente la favola della macro-regione emersa dai bassifondi delle piole (osterie, un tempo…, in Piemonte) con il buon governo della Lega dei malfattori, omettendo di dire che il debito pubblico è nazionale e che se si esce dalla moneta unica, come ogni tanto emerge…, il debito rimane denominato in Euro… e se si ridenomina e si svaluta chi se lo compra all’estero quando si debbono rinnovare le scadenze? Ce lo ricompriamo tutto noi autarchicamente? Denunciamo tutti gli accordi di liberalizzazione dei movimenti di capitali e rimaniamo tra noi? Sembra che neppure l’amico del Conducator in Bielorussia lo abbia fatto…, a meno che si voglia fare come in Transnistria (stato riconosciuto solo dalla Russia…): la macroregione del Nord alleata alla Transnistria…
Lo avevamo ben detto che il professore, che ci ha liberato dal malaffare, era un po’ troppo supponente e non si era circondato di ministri capaci o coraggiosi, per quanto va ricordato che è stato costantemente ricattato dai noti piduisti, per oltre un anno…; il cresci-Italia è rimasto un ‘wishful thinking’ per usare il suo linguaggio.
Bisogna combattere l’evasione fiscale e la malavita, infiltrata alla grande negli enti locali. Ma come lo si fa?Senza metter mano ad un’ Amministrazione, auto-referenziale, (anni fa ebbe molto successo il libro inglese Yes Minister che descriveva molto bene che lo Stato è governato dai burocrati e non dai Ministri che passano!), spesso responsabile di pessimi decreti attuativi, emanati in esecuzione di leggi scritte dai refendari delle Camere contraddittorie e pasticciate? Che cosa sarà il famoso redditometro in mano ad Equitalia: un’arma che sarà forte con i deboli e debole con i forti… E la riforma della giustizia? I giudici hanno impedito nei diciassette anni trascorsi (ed anche prima) derive quasi dittatoriali e malavita organizzata, ma la giustizia non funziona affatto e tre gradi di giudizio non sono neppure previsti dallo spirito della Costituzione dove il ricorso per Cassazione doveva essere un evento eccezionale non la regola... L’indipendenza dei magistrati va mantenuta ma ogni abuso va sanzionato :a Taranto stiamo assistendo ad una sorta di non applicazione strisciante di leggi dello Stato…: un caso di abuso di ufficio? I giudici non hanno alcun diritto divino :sono uomini come noi e non ne sanno più di noi come emerge leggendo certe sentenze demenziali…Ci vogliono ben altri controlli su Amministrazione e Giustizia, per quest’ultima il CSM si è rivelato del tutto inadeguato.
Fino al '68 la sinistra predicava la nazionalizzazione dei mezzi di produzione…: il marxismo classico, sostenuto ancora da alcuni beoti e nostalgici, come si è visto, da ultimo, ai funerali del brigatista Gallinari: per noi i brigatisti sono degli assassini e tanto basti. Dopo la caduta del muro di Berlino si è capito finalmente che il capitale in mano a pochi privati o in mano a pochi politici non faceva molta differenza, anzi… era anche peggio e lo dimostrano i regimi che hanno lasciato macerie umane, distruzione di ricchezza, cultura e ambiente. Poi la sinistra è diventata riformista ma quali riforme? Anche Monti parla di riforme, come se le riforme fossero solo le sue? Se ne può parlare? Se il responsabile economico del PD non conosce, all’evidenza, il mercato finanziario, per non parlare del Pdl che negava il peso dello spread fino a pochi giorni fa quando i dati di Banca d’Italia hanno chiarito quanto ci è costato lo scorso anno (!),che tipo di interventi si faranno in un’economia libera cioè di mercato? Chi andrà a vendere al mondo le nostre proposte? La Banca Centrale Europea ha sostenuto che lo spread calerebbe di più se non vi fosse in Italia il rischio politico… Non ci attardiamo neppure sui populisti perché questi per noi sono una iattura del genere olocrazia, di cui si è trattato ampiamente in altro post.
Un esempio di riforme che incide sulla vita quotidiana è il cattivo Regolamento europeo testé approvato dal Parlamento Europeo sulle agenzie di rating, che di fatto non diminuisce il loro potere reale fino al 2020 (!) in quanto per i gestori il rating resta obbligatorio per la diversificazione del portafoglio secondo la legislazione europea. Perché il Ministro Grilli non ci spiega per bene le ragioni per cui lo ha approvato, col consenso di Monti, nel Consiglio Ecofin? E gli altri parlamentari dove stavano? Quali le loro proposte?
Questi sono alcuni dei punti su cui si giocano le scelte politiche: il resto è cabaret!
Per noi bisogna agire su due piani: quello politico dove vanno fatto scelte di male minore, con un taglio netto con la fanfara del piazzista e associati… e su quello culturale e umano dove c’è una grande crisi, uno smarrimento. Ci vorrà del tempo, ma questa è la grandezza dell’umano ridotto dai media a notizie in pillole che debbono stupire non far riflettere.