domenica 14 marzo 2021

PERCHE' L'ALLEANZA ORGANICA CON LA SETTA 5S E' UNA SCELTA SBAGLIATA

 

Ma Enrico Letta che ha sempre dimostrato di essere un incapace a reggere ruoli di rilievo, sarà in grado di fare il segretario del PD? Non c'era proprio di meglio?

Antonio Risi


E così da oggi va di nuovo in scena lo psicodramma dentro al PD e ricominciano ad asfissiare gli italiani con le loro questioni interne. Bisognerebbe avvisare il PD che gli italiani hanno ben altri problemi da risolvere, molto più seri, gravi e importanti, e che se ne infischiano del loro organigramma.

Emilio Pitto
  


Carlo Biancheri



Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la battaglia di Rocroi: ma, in primo luogo era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che si dovesse fare la mattina.
Eravamo nel quadro di una guerra che durò trent’anni nel ‘600 e che metteva in gioco gli equilibri politici per il predominio in Europa tra Francia e Spagna. Con questa citazione arcinota dell’amato Manzoni ne I promessi sposi il neo segretario nominato dai maggiorenti del Pd, Enrico Letta, è entrato nella sede del partito in via del Nazareno a Roma: siamo all’inizio del capitolo secondo su trentotto e si spera che l’arguto citatore non si sia fermato lì o al passo altrettanto famoso dell’Addio ai monti della povera Lucia che deve lasciare in barca Pescarenico. Tuttavia, la giornalista di Rainews 24 comincia a spiegare, con fare materno pari solo all’ignoranza dell’argomento in parola, che si tratta di personaggio (!) de I promessi sposi, quello citato da Letta – evidentemente all’oscuro che viene nominato una volta sola nel romanzo– che dorme alla vigilia di una ‘battaglia feroce’, per tracciare il paragone col Letta, incoronato, invece, pacificamente all’unanimità… Questa signora, già entusiasta dei prodigi della setta grillina e del Conte e portavoce della linea della sinistra dura e pura, ampiamente retribuita dal canone che siamo costretti a pagare, non sapeva, all’evidenza, che l’amato Manzoni aggiunge subito dopo: Don Abbondio invece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose… c’era stato l’incontro con i bravi e ‘Signor curato, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai…’. Incomincia così l’ironia dell’autore di un romanzo purtroppo studiato pochissimo nelle scuole, con i frutti evidenti, ma questo spaccato dà l’idea dell’informazione radiotelevisiva che semplifica ogni cosa ed è distorsiva e non citeremo a riprova il salotto delle Barbie attempate o delle badesse che pretendono di dare la linea prendendo fischi per fiaschi.
Letta, prodigo di parole e di visioni quanto incerto nel concludere, si propone di rifondare il Pd. Succede all’odontotecnico che teorizzava, imboccato dai cosiddetti intellettuali di scuola delle Frattocchie, gente di un solo libro, l’alleanza organica con la setta populista e giustizialista dei 5S.Per una volta siamo d’accordo col D’Alema che ebbe a sentenziare quando nacque il partito che si trattava di un amalgama mal riuscito e, in effetti, si trattava di unire due Weltanshauung diverse, mai discusse in prosieguo: una che si incentra sulla razionalità della Storia che segue un suo corso e che inevitabilmente porterà al potere gli oppressi che non sono ‘alienati’ come le classi dirigenti borghesi, e con i quali si può stabilire soltanto un’alleanza ‘tattica’ (…), e l’altra che ha una visione non utopistica ma realistica che cerca il bene comune possibile in un dato frangente storico, secondo i criteri del bene maggiore/male minore, ma nella consapevolezza che non si può operare ciò che è intrinsice malum, in contrasto con l’altra visione che reputa puro moralismo tutto ciò che non favorisce od ostacola la liberazione degli oppressi, criterio totalizzante dell’agire politico. Citano Gramsci i Cuperlo, gli Orlando come testo sacro, omettendo di aggiungere che Gramsci era stalinista, che si era pronunciato in difesa della massoneria in Parlamento, in contrasto col Mussolini, in quanto espressione della ‘fase’ liberale, destinata ad esser superata dalle fasi storiche.
Nel bellissimo libro di Giulio Girardi Marxismo e Cristianesimo tutte le differenze sono state ben esplicitate insieme alle convergenze, ma quel libro fu letto dagli intellettuali cattolici e poco dai marxisti. Certo in questo tempo si tratta di problemi quasi sconosciuti per il semplice fatto che si è semplificato tutto, eppure i problemi restano, perché la realtà non è ‘pensata’ come volevano gli idealisti… e il Pd non potrà mai diventare un partito democratico del tipo di quello americano, sbandierato dal Veltroni, se non chiarisce, in qualche modo, i valori a cui si ispira e i programmi conseguenti. Lo Zingaretti aveva portato il partito su una linea sola, copiando Togliatti in modo maldestro: per battere le destre bisogna fare blocco a sinistra, il programma seguirà (…). Invece il programma deve precedere perché la politica è per definizione ciò che riesce. Perciò si spiega la battaglia forsennata con chi vuole ampliare il centro, in quanto non funzionale al disegno egemonico. E’ lecito chiedersi che cosa si possa condividere con chi scambia il reale col proprio velleitarismo…
In tale visione di blocco politico non importa sbagliare, contano l’appartenenza e, in una visione manichea, quali nemici abbattere: Conte era incompetente per il ruolo –ma come, ha portato a casa il Recovery Plan!... dopo che era stato deciso dalla sig.ra Merkel e da Macron…- non ha importanza: o Conte o il voto. Arcuri un telepredicatore, procacciatore di mascherine fasulle e dedito alle primule? Ma perché mai è stato cacciato?! E giù per li rami…
Il chiarimento per Letta non sarà facile da operare in quanto ci sono le quinte colonne in una delle due componenti maggiori del Pd (e fuori di esso) tra gli intellettuali (si fà per dire…) e cioè coloro che sono privi di una forte identità e considerano tutto ciò superato in ragione di una filosofia (talora di una teologia, ahimè…) che teorizza il nulla e che corrisponde perfettamente alla crisi attuale nella quale si cercano valori ma soltanto se funzionali al vivere e quindi frutto di pragmatismo.
Questo il quadro da cui partire nel periodo di un governo che è sostanzialmente tecnico. Platone del resto sosteneva: se si fà la guerra si cerca uno stratega, se si costruisce una casa un architetto, ma nella cosa pubblica ognuno vuol mettere bocca…