Rosa Elisa Giangoia
Il fatto che Beppe Grillo sia un attore, nella fattispecie comico, determina che quanto egli dice sia per lo più una trasposizione, secondo una forma di massima efficacia comunicativa, di un pensiero, come ormai ben sappiamo, elaborato da altri, che viene da lui messo in scena. Innanzitutto precisiamo che fin dai suoi inizi Grillo ha un modello, il comico francese Coluche (1944-1986), che aveva conosciuto sul set del film Scene di guerra di Dino Risi, di cui entrambi sono stati interpreti. Il comico francese ha fallito nel suo tentativo di trasferire la sua verve comica nella politica, dopo aver ottenuto grande successo a Radio Montecarlo in un periodo in cui la classe politica francese era scossa dagli scandali, con lo slogan “Vaffanc…”, poi ripreso da Grillo, a cui si accompagna un culto studiato della volgarità come forza eversiva. Vista la malasorte toccata a Coluche, Grillo sarebbe rimasto senza idee se non avesse incontrato Gianroberto Casaleggio, non solo esperto di marketing sul web, ma un vero guru, fortemente improntato all’esoterismo, che ha fatto di internet una religione. A questo punto il discorso su Grillo deve farsi serio con qualche riflessione. Il suo pensiero si riassume in una profezia apocalittica: siamo alla vigilia di crisi ecologiche e di “guerre ideologiche, razziali e religiose” in cui moriranno i sei settimi degli attuali abitanti della Terra. Il miliardo di sopravvissuti abolirà i partiti, la politica, le ideologie e le religioni” e tutto sarà sostituito da “Gaia” – un nome che in molte teorie esoteriche indica la Terra come organismo vivente e unica verità -, la quale sarà insieme religione e politica e gestirà il mondo tramite un “nuovo governo mondiale”, selezionato e organizzato tramite internet, cioè tramite gli influencer, quella percentuale di persone che padroneggia perfettamente la rete e crea il 90% dei suoi contenuti. Per comunicare tutto questo ci vuole chi abbia capacità di farsi ascoltare anche fuori dalla rete e Casaleggio il personaggio l’ha trovato in Grillo, senza il quale sarebbe solo il capo di uno dei tanti movimenti esoterici che propongono in rete i loro messaggi. Ma questa prospettiva esoterica di catastrofi mondiali e di limitate sopravvivenze ha ben poco da fare con l’urgenza di risolvere ora e subito i problemi politici, sociali ed economici del nostro paese.
Le idee proposte in rete da Casaleggio ci riportano a quelle sette esoteriche che abbiamo già visto, a cominciare da Scientology, per arrivare – pur senza prospettare in questo caso inclinazioni violente – alla “Famiglia” del pluri-assassino Charles Manson, che propagandava un movimento religioso in attesa dell’Helter Skelter, una guerra razziale in cui la maggioranza degli americani sarebbe morta, mentre i superstiti avrebbero dovuto lasciarsi guidare da chi l’aveva previsto, cioè appunto da Manson e dai suoi adepti.
Una volta fatta fuori la classe politica attuale e acquisito il potere, la proposta del M5S si configura appunto come un movimento di tipo religioso, che guida l’umanità verso una rigenerazione che deve passare attraverso una catastrofe di dimensioni mondiali, come appunto le sette che diffondono i loro messaggi di salvezza, soprattutto con la forza attrattiva di un leader carismatico. Questa configurazione del movimento crea innanzitutto i forti problemi di democrazia interna, con la messa in discussione dei concetti stessi di democrazia e di partecipazione, nell’ottica appunto finalistica che quando dominerà “Gaia” la democrazia rappresentativa non esisterà più. In questo modo, prima nel Movimento (e le avvisaglie già si sono viste), e poi nel paese, in caso di presa del potere, la democrazia verrà soppressa e tutti si dovranno affidare ciecamente al capo e al suo portavoce, gli unici capaci di guidare tutti alla salvezza. L’obbedienza al capo deve dunque essere ferrea e già si comincia a vedere l’affermarsi di questa linea con il mettere in discussione l’art. 67 della nostra Costituzione.
Per questo il M5S è di fatto una proposta fortemente autoritaria che si regge su un’ideologia totalitaria, fondata sul mito di una rete sempre e comunque salvifica, unica portatrice di verità. La novità più vistosa è appunto costituita dallo strumento, la rete, mentre le parole non sono affatto nuove, basta leggere questo breve brano tratto dal Discorso per le elezioni pronunciato da Hitler nel 1932 e pensare a quello che è seguito, prima di abbandonarsi con acritica fiducia nelle mani di Grillo e Casaleggio:
“…i contadini, gli operai, i commercianti, la classe media, tutti sono testimoni… invece loro preferiscono non parlare di questi 13 anni passati, ma solo degli ultimi 6 mesi… chi è il responsabile? Loro! I partiti! Per 13 anni hanno dimostrato cosa sono stati capaci di fare. Abbiamo una nazione economicamente distrutta, gli agricoltori rovinati, la classe media in ginocchio, le finanze agli sgoccioli, milioni di disoccupati… sono loro i responsabili.
Io vengo confuso… oggi sono socialista, domani comunista, poi sindacalista, loro ci confondono, pensano che siamo come loro. Noi non siamo come loro! Loro sono morti, e vogliamo vederli tutti nella tomba! Io vedo questa sufficienza borghese nel giudicare il nostro movimento… mi hanno proposto un ‘alleanza. Così ragionano! Ancora non hanno capito di avere a che fare con un movimento completamente differente da un partito politico… noi resistiamo a qualsiasi pressione ci venga fatta. E’ un movimento che non può essere fermato… non capiscono che questo movimento è tenuto insieme da una forza inarrestabile che non può essere fermata… noi non siamo un partito, rappresentiamo l’intero popolo, un popolo nuovo…”
Tenendo ben sveglia la ragione, perché sappiamo cosa generi il suo sonno, chiediamoci allora che cosa ci sia di preoccupante nelle proposte politiche che il M5S ha rabberciato per queste elezioni. Il limitarsi alla semplice idea di sostituire la classe politica con i nuovi del Movimento è molto pericolosa se si guarda al disegno finalistico generale e si sgretola se si esaminano le proposte politiche contingenti. Innanzitutto, dobbiamo rilevare nel discorso politico elettorale il carattere assertivo e la prospettiva di soluzioni semplicistiche a situazioni complesse, senza una visione complessiva, specie dell’economia e del contesto internazionale in cui operiamo: basta pensare alla stoltezza di un referendum sull'uscita dall'Euro (con un debito denominato in Euro!). Quella che appare è un'ideologia fondamentalmente ancorata a: “io la penso così e...quindi dev'essere così “. Anche l’informazione che viene fornita è parziale, per cui i giudizi sono spesso erronei. A questo si aggiungono parole d'ordine ripetute con lo stesso fanatismo dei maoisti al tempo dei libretti rossi: sono i cittadini che debbono adeguarsi all'ideologia e non viceversa. In una parola a dominare è l'incultura di un capo con un modo di fare violento, che non esprime affatto la tradizione della grande cultura ligure, così ricca storicamente, anche se non pubblicizzata. A Genova son giansenisti senza saperlo e per questo sono i più simili alla Ginevra di Calvino..., ma il Grillo non ha nulla a che vedere con tutto ciò, è piuttosto un grebano (come si dice a Genova) nell'esprimersi. Certa sinistra o pseudo tale deve essere alla canna del gas per dare credibilità a questi... Ma noi possiamo affidare le nostre sorti a certi irresponsabili anche se i predecessori erano autoreferenziali, se non molto peggio? Che fare? Riflettere su quel che non va in noi, per prepararci ad un governo serio del Paese… Umano, troppo umano…
Riflettano anche i cattolici praticanti (e magari anche le gerarchie della Chiesa) che forse non sanno della richiesta da parte dei capi del movimento di sbattezzarsi, per acquisire una nuova identità, come avviene nelle sette dove l'imperativo categorico è l'obbedienza a-critica alla gerarchia, in quanto, dopo la morte della maggioranza dei terrestri e il trionfo di Gaia, le religioni sono destinate tutte a sparire, sostituite dal culto esoterico della Terra Madre.