mercoledì 30 agosto 2023

IL PAESE, AFFIDATO A "DONZELLETTE", A DEMAGOGHI E AI COMUNISTI PADANI, HA TRASFORMATO I CITTADINI IN SUDDITI

 Carlo Biancheri


La donzelletta vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole...

    
Così il sommo poeta di Recanati definisce la donzelletta che torna al villaggio e, per associazione di idee, ci fa balenare alla mente le 'donzellette' che affollano un altro villaggio, quello politico del Bel Paese, le quali appaiono del tutto sprovvedute per il compito che sono chiamate a svolgere.
     Una era 'pronta' - diceva lei - a governare ma, al di là delle smorfie e dei sorrisi in Italia e in giro per il mondo, non lascia traccia del suo disegno politico, giacché non abbiamo ancora ben capito quel che voglia, se non il bene della Nazione che, come sa chi ha studiato, è un concetto inventato nell'Ottocento per stabilire una comunanza che in Italia è di là da venire; solo per fare un esempio: tra il modo di sentire di un ligure e di un celta, che abita a 150 km di distanza, non sussiste comunanza, come non ve ne è alcuna  con un veneto o con un aurunco. I soldati siciliani, che tornavano a casa dalla prima guerra mondiale, dicevano: gliele abbiamo date a quelli del Continente... L'auspicio dell'intellettuale Massimo D'Azeglio e cioè quello di fare gli italiani dopo che i carbonari /massoni avevano unificato il paese è, a giudizio di chi scrive, bisognoso di
ulteriore attività.
     Dopo un buon periodo di tempo, in cui il governo  è vissuto di rendita di quel che aveva impostato Draghi, ci troviamo a corto di quattrini a causa dell'evolvere della congiuntura internazionale che un politico non può considerare una mera fatalità ma qualcosa da tenere bene in conto. Invece, sentivamo ogni giorno decantare che siamo meglio di tutti in Europa come crescita - omettendo di aggiungere che se la Germania, il nostro miglior cliente, entra in crisi... - e che dobbiamo avere un posto a livello internazionale in ragione della nostra forza economica. Caspita! Ma perché mai nessuno ce lo riconosce? Neppure il Bey di Tunisi, che abbiamo protetto con gli Stati Uniti e con il Fondo monetario internazionale, è capace a fermare il flusso, ormai fuori controllo, di chi parte dalle sue coste. Si annunciano rimpatri immediati ma... quanto costano a migrante? Chi paga? E i paesi di provenienza li riprendono? È colpa dell'Europa, si dice, che non
vigila ai confini: già l'Europa, ma per ottenere risultati in quella sede occorre prima chiarirsi le idee di quale Europa si parli (...) e quali alleanze forti si sia capaci di stabilire...

     Questo Governo sembra considerare l'Europa come una colf che deve intervenire quando le cose non vanno per il verso giusto, salvo criticarla per le politiche avverse.
Uhm...l'intreccio si infittisce.
    Mancano i soldi? E allora colpiamo gli extraprofitti delle banche, peraltro di difficilissima definizione...; mi assumo io la responsabilità, tuona la donzelletta della destra sociale, erede di Salò, ignorando la poveretta, fresca della sua cultura casereccia, che trattandosi di società quotate (alcune banche lo sono), in un regime di liberalizzazione dei movimenti di capitale, un prelievo fiscale retroattivo è un pessimo segnale per chi si azzardi ad

investire in un paese che farà pure parte dei G7 ma manifesta un comportamento da troglodita sui mercati finanziari; infatti, insegna Keynes, che un mercato senza regole stabilite è una giungla, inclusi gli atti arbitrari di un governo. Per giunta, c'è il fondato timore che le banche investano i loro attivi non più in titoli di Stato italiano perché la tassazione li rende poco attraenti. E allora alla scadenza del debito pubblico quando si deve rinnovare chi se lo compra? Predica la donzelletta ma non razzola benissimo. Un esempio? Come Commissario Consob ha nominato la sorella del collega (o camerata, non sappiamo...) Alemanno, spirito critico del suo partito..., già funzionaria dell'Agenzia delle Entrate, una competenza che con i mercati borsistici equivale ai cavoli a merenda.

     L'economia del governo è affidata al bocconiano di Cazzago che gestisce le regole a piacere, sullo stile del Ministro segretario del partito, formatosi al bar Sport di Milano Rogoredo. Ora deve fare cassa e allora si vocifera che la rivalutazione delle pensioni sopra un certo ammontare non verrà effettuata e ciò vuol dire che con un'inflazione del 5/6 per cento nominale vi è una perdita secca per i pensionati che non sono la categoria che il
Ministro, già comunista padano, abbia a cuore: si sospetta che nel suo modo di ragionare, dati i trascorsi giovanili, le pensioni, come i salari, debbano essere uguali per tutti, indipendentemente dalle mansioni e dalla responsabilità assunta che, propriamente, non pare esser la stessa in tutti i casi. Più semplicemente prende dove gli fa comodo infischiandosene dei principi. Con la sua parte politica vuole attuare l'autonomia differenziata.
     Non si sarà mai grati abbastanza a quegli intellettuali della sinistra che, per fregare la Lega, insieme ai politici cattolici, di professione santi e, quindi, novelli Farisei..., hanno modificato la Costituzione per far sì che i carrozzoni delle Regioni - ricordiamo come Consiglieri regionali in Lombardia il 'trota' o la Minetti...- spreco di denaro pubblico, diventino delle repubblichette autonome, in virtù dell'autogoverno, della partecipazione diretta dei cittadini alla cosa pubblica et similia.
     Impossibile stabilire come ripartire le risorse ed il livello delle prestazioni essenziali per non accentuare il divario ricchi e poveri. Le Regioni vogliono, persino, competenze in materia di rapporti internazionali. Già hanno la consultazione sulla normativa comunitaria in approvazione. Chi scrive ricorda benissimo gli incontri miserevoli con gli esperti 'avventizi' mandati dalle principali regioni italiane a pronunciarsi su materie di cui erano, all'evidenza, digiuni; immaginarsi se la Lombardia o il Veneto andassero a trattare direttamente in sede internazionale! Peraltro, a spese nostre, hanno già fantomatiche rappresentanze a Bruxelles presso la UE e anche negli Stati membri, come Casa Sicilia a Sofia! Un paese di Pulcinella...
     La destra che durerà altri quattro anni - sostiene...- doveva esser la novità, secondo loro, ma al di là dei proclami roboanti sulla denatalità e sulla necessità di aiutare le famiglie con prole..., sulla semplificazione burocratica - non pervenuta- non ha portato ad alcun miglioramento della vita degli italiani che sono meri spettatori e sempre meno partecipi e quindi sudditi. Anzi la politica è un fatto 'tra loro' come lo prova la donzelletta, che piazza tutta la sua famiglia ed affini in ruoli rilevanti, ovviamente per mera casualità. Siamo in attesa della madre di tutte le riforme: quella semi-presidenziale che darà un colpo rilevante alla sola istituzione funzionante: il Presidente della Repubblica.
     Speculare alla donzelletta della Garbatella è la italo-svizzera, catapultata al vertice del Pd grazie al massiccio voto ai gazebo degli adepti del pianeta Gaia, ora dipendenti dell'avvocato del popolo, nonché della sinistra/sinistra.
     È prodiga di parole ma avara di idee sensate, in quanto non si sente altro che la lista della spesa sul da farsi, omettendo di precisare da dove si prendano i soldi. Tutti gli slogan relativi alle ultime novità di successo sono suoi ed accusa il governo di disumanità a fronte del massiccio sbarco in atto di gente proveniente da Asia ed Africa. Forse pensa che con i corridoi umanitari non continueranno ad esserci flussi illegali? Si lamenta la signora che non si rinnovino i contratti, che non ci sia più il reddito di cittadinanza, che il lavoro sia precario ma non spiega mai come si debba fare per trovare le risorse per attuare i suoi desiderata. Tassiamo le rendite, tuona il compagno Landini: non sono forse già tassate? E non è, forse, vero che le tasse sono sostanzialmente pagate dal ceto medio, lavoro dipendente e pensionati? I ricchi trovano il sistema per non pagarle e i poveri ovviamente non le pagano. Si parla di lotta all'evasione da circa cinquant'anni con progressi registrati alla velocità delle tartarughe.
    Vero è che i giovinetti che la circondano sono affascinati dal socialismo reale di cui ignorano tutto, tranne il desiderio di nazionalizzare quanto prima i mezzi di produzione (Provenzano), ignari delle conseguenze e delle catastrofi generate che hanno portato alla fine dei regimi comunisti: il capitale era semplicemente passato dalle mani di pochi privati a quelle di pochi politici nella dittatura del proletariato.
     Maestra di ambiguità quando denuncia le disuguaglianze; non ha ancora capito che piuttosto di ridividere la torta occorre, innanzitutto, accrescerla, altrimenti togli una volta e poi ti avvii verso quella sciagurata decrescita felice. Non c'è congresso nel Pd e quindi non c'è confronto di idee. Per la verità tutti i partiti non fanno più congressi e allora cosa sono? Agenzie di collocamento per nullafacenti?
     Non ci attardiamo su altre forze politiche come quella dell'avvocato del popolo, difensore dei lavoratori dagli alberghi a cinque stelle, amico di Trump e... probabilmente di Putin, perché no? Irenista sulla scia del papa argentino, intemperante nell'eloquio e con passato peronista. Le posizioni politiche del suo gruppo ci vengono propinate in televisione la sera con poesiole recitate in fretta a difesa delle meraviglie dei suoi Governi di opposto segno politico, come Giano bifronte.
     Sommessamente i sudditi rilevano che: i prezzi aumentano per l'inflazione e i salari restano tra i più bassi tra i paesi sviluppati in Europa.

      La Pubblica Amministrazione non funziona perché dotata di personale inidoneo (sovente non conosce neppure le leggi che deve applicare) e sottopagato.

      La giustizia è in crisi da decenni ed il Ministro non si muove: per avere una sentenza ci vogliono anni.

         Le infrastrutture sono desuete e richiedono massicci investimenti e i fondi del PNRR probabilmente non saranno messi a terra, in parte, perché le autonomie locali non sono in grado di realizzare i progetti. La ricostruzione del ponte Morandi insegna che per realizzare qualcosa nel paese occorre farlo in deroga a tutte le leggi.

         La Sanità pubblica è in crisi conclamata.

         Le periferie sono abbandonate e, soprattutto, non c'è interlocuzione nelle città tra cittadini e sindaci, sempre sorridenti quando intervistati, mentre chi ci vive ne conosce bene i disagi.

         La scuola non forma studenti di livello europeo e i programmi sono sovente demenziali. Non ci sono controlli pubblici ed è impossibile farli perché le leggi sono troppe e contraddittorie.

         Che fare? Ne parleremo alla prossima puntata con i nostri venticinque lettori.