Carlo Biancheri
Il
Vis-Conte, già avvocato del popolo, mediatore per tutte
le stagioni, presidente del Consiglio pro-tempore del
governo Conte-Franceschini- Gualtieri cui si aggiungono
una manciata di burattini dalemiani e i ragazzi della
setta, ci ha ‘concesso’ di uscire.
Ha
seguito pedissequamente le indicazioni del Comitato
scientifico, come ci ricorda il giovane di Potenza
ministro della salute: ’seguiamo la scienza’ forse
scambiando, incautamente, le opinioni contrastanti dei
medici per verità rivelata, un po’ come il suo amato
Marx che spacciava la sua teoria filosofica per scienza
– e si è visto come è andata… Senonché i medici talora
formulano diagnosi, prescrivono terapie, salvo poi
accorgersi: la terapia è corretta ma il paziente è
morto.
In
effetti, nella seconda guerra mondiale la gente andava
al lavoro sotto le bombe e con ciò non vogliamo dire che
il folle virologo svedese che guida il governo femminile
di Stoccolma abbia ragione, ma i latini dicevano: est
modus in rebus e quel che è mancato al governo
italico è senz’altro la virtù della prudenza, cardine
della vita sociale, che non consiste, come abbiamo
appreso da Aristotele, nel non fare, ma nello
‘scegliere’ i mezzi adeguati per raggiungere il fine. E
in questo caso, lo ha ricordato, in modo intelligente,
il nuovo presidente della Confindustria, la crisi
economica può generare danni molto più gravi della
pandemia: la fame. I due mali dovevano esser soppesati
subito, non adesso. La Weltanshauung –visione
del mondo- contemporanea è incentrata sul salutismo
(tutti ginnasti o nei centri Spa), sulla performance
narcisistica – mi è andato male l’esame ma sono
soddisfatto…- sul nascondere la morte, la malattia, la
vecchiaia; c’è sempre un rimedio, ad esempio
l’eutanasia… per chi non ha capito nulla della vita.
Ancora
una volta il governo senza una visione si è adeguato.
La
prima cosa che emerge in modo lampante è quel che
modestamente abbiamo scritto in questo blog da anni: il
nostro paese senza l’Europa non ce la fà. Non ce la fà
perché senza il ‘mercato interno’ i nostri beni a chi li
vendiamo? Col debito che abbiamo, quando la Banca
Centrale Europea che ha già una percentuale
notevolissima dei nostri titoli si fermerà con gli
acquisti, cosa capita? Avremo la decrescita felice (…)
perché non si pagheranno più i pubblici dipendenti e le
pensioni? I ricchi troveranno il modo di salvarsi
esportando i capitali, come hanno sempre fatto, e la
torta si dividerà ma non basterà per tutti perché sarà
sempre più piccola.
Per la
prima volta la UE vuole tornare alla solidarietà e
distribuire fondi secondo criteri di necessità e non
secondo quelli usuali percentuali e noi come reagiamo?
Non ci basta, il MES non lo vogliamo anche se la Sanità
è mal messa, nessuna condizione deve esser prevista et
similia.
Tanto
per aggiungere un po’ di brio alla Commedia
all’italiana, apprendiamo dalla Meloni che c’è
un’alternativa: i diritti speciali di prelievo del Fondo
monetario internazionale, senza condizioni e per
l’ammontare che ci serve… Siamo esterrefatti. Gli
oppositori in un frangente del genere propongono
idiozie. Vediamo il perché.
I
fratelli d’Italia, che il 2 giugno, insieme ai compari
della Lega no Euro e Ital-exit, volevano portare la
corona all’altare della patria pronti a governare (!),
ignorano del tutto che la concessione dei diritti
speciali di prelievo, concessa normalmente a Stati
sull’orlo di una crisi economica e finanziaria, quasi da
bancarotta, devono essere deliberati dalla maggioranza
degli azionisti del Fondo dove gli azionisti di
maggioranza relativa sono gli Stati Uniti e il Treasurer
americano ha già detto di no; inoltre, il solo fatto
di annunciare una prospettiva del genere da parte di un
esponente politico di rilievo – si fà per dire…-
significa ritenere che il paese stia per fallire. E
allora chi ci comprerà più i nostri titoli nelle nuove
emissioni che il MEF continua ad effettuare, tenuto
conto del nostro debito pubblico?
I
soldi dell’Europa ci serviranno per diminuire le tasse,
tuona il giovinetto di Pomigliano d’Arco, compagno di
banco di Carmine America, ora nel Board di Leonardo (…),
autore del condono tombale di Ischia (non di Grado…),
quello che chiede alle banche di operare col cuore e che
si reca in visita, come un venditore, per attirare i
turisti nei paesi che ci chiudono la porta in faccia. Ma
quali tasse Di Maio? Sono certo troppo alte, come ha
sostenuto il Governatore per i pochi che le pagano, ma
qui bisogna far ripartire il paese, investire perché
torni a crescere, non continuare con gli interventi a
pioggia che lasciano i problemi tali e quali. Dobbiamo
aumentare la produttività del lavoro, realizzare le
opere pubbliche bloccate da leggi mal fatte che
aumentano in continuazione il peso burocratico.
L’abbiamo già scritto: il modello Genova significa agire
in deroga a quasi tutte le leggi… non c’è male, no?
I
politici parlano di lotta alla burocrazia. Un momento:
le leggi sono applicate dalla burocrazia e se sono fatte
male in Parlamento si dà il destro alla burocrazia di
adottare, mediante i provvedimenti attuativi, un
atteggiamento difensivo e cioè quello di bloccare tutto;
il dirigente non firma, rinvia… oppure si attribuiscono
ai burocrati oneri spropositati che non sono in grado di
assolvere (v. da ultimo la SACE e i finanziamenti alle
imprese, o i ritardi nell’erogazione della Cassa
integrazione). Ecco svelato uno dei tanti mali italici.
La
lega in Lombardia ha mostrato la sua inconsistenza
politica: tutta una montatura improvvisata e molto
clientelismo.
A
livello internazionale i loro alleati si distinguono per
ostilità all’Italia e non parliamo delle connessioni con
la Russia di cui non sappiamo ancora quasi niente…
Si fà
il paragone col secondo dopoguerra, ma temiamo che non
ci siano le premesse: la gente non è la stessa, se i
nostri problemi attuali si incentrano su se si potrà
andare in vacanza, sull’apericena, sulla movida, sul
contributo per comprare la bicicletta (senza le piste
ciclabili…), sulla distanza degli ombrelloni…
Il
paese si salverà se la gente sarà capace di rientrare in
sé stessa e credere che la vita meriti di essere vissuta
con tutti i sacrifici e le rinunce che comporta.