domenica 31 maggio 2020

UNA CRISI EPOCALE, UN GOVERNO AMATORIALE, UN'OPPOSIZIONE SOVRANISTA CHE PROPONE CIALTRONERIE


Carlo Biancheri


Il Vis-Conte, già avvocato del popolo, mediatore per tutte le stagioni, presidente del Consiglio pro-tempore del governo Conte-Franceschini- Gualtieri cui si aggiungono una manciata di burattini dalemiani e i ragazzi della setta, ci ha ‘concesso’ di uscire.
Ha seguito pedissequamente le indicazioni del Comitato scientifico, come ci ricorda il giovane  di Potenza ministro della salute: ’seguiamo la scienza’ forse scambiando, incautamente, le opinioni contrastanti dei medici per verità rivelata, un po’ come il suo amato Marx che spacciava la sua teoria filosofica  per scienza – e si è visto come è andata… Senonché i medici talora formulano diagnosi, prescrivono terapie, salvo poi accorgersi: la terapia è corretta ma il paziente è morto.
In effetti, nella seconda guerra mondiale la gente andava al lavoro sotto le bombe e con ciò non vogliamo dire che il folle virologo svedese che guida il governo femminile di Stoccolma abbia ragione, ma i latini dicevano: est modus in rebus e quel che è mancato al governo italico è senz’altro la virtù della prudenza, cardine della vita sociale, che non consiste, come abbiamo appreso da Aristotele, nel non fare, ma nello ‘scegliere’ i mezzi adeguati per raggiungere il fine. E in questo caso, lo ha ricordato, in modo intelligente, il nuovo presidente della Confindustria, la crisi economica può generare danni molto più gravi della pandemia: la fame. I due mali dovevano esser soppesati subito, non adesso. La Weltanshauung –visione del mondo- contemporanea è incentrata sul salutismo (tutti ginnasti o nei centri Spa), sulla performance narcisistica – mi è andato male l’esame ma sono soddisfatto…- sul nascondere la morte, la malattia, la vecchiaia; c’è sempre un rimedio, ad esempio l’eutanasia… per chi non ha capito nulla della vita.
Ancora una volta il governo senza una visione si è adeguato.
La prima cosa che emerge in modo lampante è quel che modestamente abbiamo scritto in questo blog da anni: il nostro paese senza l’Europa non ce la fà. Non ce la fà perché senza il ‘mercato interno’ i nostri beni a chi li vendiamo? Col debito che abbiamo, quando la Banca Centrale Europea che ha già una percentuale notevolissima dei nostri titoli si fermerà con gli acquisti, cosa capita? Avremo la decrescita felice (…) perché non si pagheranno più i pubblici dipendenti e le pensioni? I ricchi troveranno il modo di salvarsi esportando i capitali, come hanno sempre fatto, e la torta si dividerà ma non basterà per tutti perché sarà sempre più piccola.
Per la prima volta la UE vuole tornare alla solidarietà e distribuire fondi secondo criteri di necessità e non secondo quelli usuali percentuali e noi come reagiamo? Non ci basta, il MES non lo vogliamo anche se la Sanità è mal messa, nessuna condizione deve esser prevista et similia.
Tanto per aggiungere un po’ di brio alla Commedia all’italiana, apprendiamo dalla Meloni che c’è un’alternativa: i diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale, senza condizioni e per l’ammontare che ci serve… Siamo esterrefatti. Gli oppositori in un frangente del genere propongono idiozie. Vediamo il perché.
I fratelli d’Italia, che il 2 giugno, insieme ai compari della Lega no Euro e Ital-exit, volevano portare la corona all’altare della patria pronti a governare (!), ignorano del tutto che la concessione dei diritti speciali di prelievo, concessa normalmente a Stati sull’orlo di una crisi economica e finanziaria, quasi da bancarotta, devono essere deliberati dalla maggioranza degli azionisti del Fondo dove gli azionisti di maggioranza relativa sono gli Stati Uniti e il Treasurer   americano ha già detto di no; inoltre, il solo fatto di annunciare una prospettiva del genere  da parte di un esponente politico di rilievo – si fà per dire…- significa ritenere che il paese stia per fallire. E allora chi ci comprerà più i nostri titoli nelle nuove emissioni che il MEF continua ad effettuare, tenuto conto del nostro debito pubblico?
I soldi dell’Europa ci serviranno per diminuire le tasse, tuona il giovinetto di Pomigliano d’Arco, compagno di banco di Carmine America, ora nel Board di Leonardo (…), autore del condono tombale di Ischia (non di Grado…), quello che chiede alle banche di operare col cuore e che si reca in visita, come un venditore, per attirare i turisti nei paesi che ci chiudono la porta in faccia. Ma quali tasse Di Maio? Sono certo troppo alte, come ha sostenuto il Governatore per i pochi che le pagano, ma qui bisogna far ripartire il paese, investire perché torni a crescere, non continuare con gli interventi a pioggia che lasciano i problemi tali e quali. Dobbiamo aumentare la produttività del lavoro, realizzare le opere pubbliche bloccate da leggi mal fatte che aumentano in continuazione il peso burocratico. L’abbiamo già scritto: il modello Genova significa agire in deroga a quasi tutte le leggi… non c’è male, no?
I politici parlano di lotta alla burocrazia. Un momento: le leggi sono applicate dalla burocrazia e se sono fatte male in Parlamento si dà il destro alla burocrazia di adottare, mediante i provvedimenti attuativi, un atteggiamento difensivo e cioè quello di bloccare tutto; il dirigente non firma, rinvia… oppure si attribuiscono ai burocrati oneri spropositati che non sono in grado di assolvere (v. da ultimo la SACE e i finanziamenti alle imprese, o i ritardi nell’erogazione della Cassa integrazione). Ecco svelato uno dei tanti mali italici.
La lega in Lombardia ha mostrato la sua inconsistenza politica: tutta una montatura improvvisata e molto clientelismo.
A livello internazionale i loro alleati si distinguono per ostilità all’Italia e non parliamo delle connessioni con la Russia di cui non sappiamo ancora quasi niente…
Si fà il paragone col secondo dopoguerra, ma temiamo che non ci siano le premesse: la gente non è la stessa, se i nostri problemi attuali si incentrano su se si potrà andare in vacanza, sull’apericena, sulla movida, sul contributo per comprare la bicicletta (senza le piste ciclabili…), sulla distanza degli ombrelloni…
Il paese si salverà se la gente sarà capace di rientrare in sé stessa e credere che la vita meriti di essere vissuta con tutti i sacrifici e le rinunce che comporta.