Ci avviciniamo alle elezioni
politiche europee e i sondaggi registrano una propensione crescente per un
voto al M5S.
Abbiamo visto e ascoltato sui media inni
con pugni sbattuti sul tavolo dagli adepti al Movimento et similia. Ma quali tavoli? Il comico
di Sant’Ilario pensa forse che a Bruxelles o Strasburgo si impressionino? Arriva
Grillo e allora cambiamo l’Europa? Genova nel suo isolamento e con la sua
bellezza naturale, il suo patrimonio di cultura e di arte ha generato
artisti, politici di vaglia in sintonia col pensiero di altri paesi e altre
culture ,in una parola è stata internazionale, ma quando il pensiero si
riduce allo ’scanno’, si provincializza e si fa gretto rischia di
trasformare i ‘pensatori’ in ‘grebani’ si dice in Liguria… La
democrazia diretta, decidono i cittadini, alcuni cittadini…, è il leit motiv…, ma quelli che interagiscono
col Movimento sono pochi, non rappresentativi e dal linguaggio paiono anche, in
molti casi, disturbati non foss’altro per l’aggressività .
Le ‘proposte’, si fà per dire…, del
Movimento prescindono dal reale e si sostanziano in protesta, specie in
economia. Proprio per questo si può dire qualsiasi cosa senza timore di
smentita.
C’è da chiedersi perché tanti li
votino.
Il livello di consapevolezza della
gente è molto diminuito se comparato a quarant’anni fa. Tramontata
l’ubriacatura marxista per gli evidenti insuccessi storici, l’ aristocrazia
filosofica si è baloccata con la fenomenologia o con il positivismo che non
portano e non hanno portato da nessuna parte. Si cominciano ad intravvedere
analisi dove si scorge che il narcisismo autoreferenziale, la performance, l’affermazione dell’io non
bastano a vivere: occorre trascendersi, il tempo passa e distrugge l’istante. Come
assicurare la ‘durata’, l’endurance, dicono
i francesi…? L’alternativa è l’insignificanza, il non senso; al tempo di Romolo
Augustolo, quando l’impero romano d’Occidente cadeva, il prete pagano Svetonio
descriveva la presa di Roma e i romani col volto truccato e le belle vesti che
«e morivano (infilzati dalle spade) e ridevano»; la simultaneità di et…et latino… sta a significare che la
vita era del tutto priva di senso quando si muore e si ride insieme.
Certo la distanza della politica di
professione dalla gente è siderale; certo molti dei giovanotti e signorine
deputati o senatori sanno pochissimo né manifestano abnegazione, capacità di
sacrificio e misura. Tutto è rivendicazione o colpa altrui, un po’ come avviene
nella Chiesa: il papa Francesco riempie le piazze, il seme cade, ma il terreno
è poco, oppure ci sono le spine e la pianta non cresce, non diventa adulta. Nel
Vangelo ci sono molti episodi di demoni che riconoscono la divinità del Cristo,
prima degli altri e quanto bene Dostojevski si avventura su questo terreno e,
tuttavia, i demoni di Dostojevski sapevano distinguere tra bene e male e,
infatti, sceglievano l’annientamento, il suicidio, il ripudio della vita: in
ultima analisi una protesta, un grido come quello del suicida Drieu La Rochelle
che ha lasciato scritto quell’icastico «Non vi ho amato, non mi avete amato, muoio
perché resti su di voi una traccia indelebile di me». Si tratta del
tragico ma adesso ci sembra piuttosto di vivere una fase ludica: si vota Grillo
pensando di dare così una botta all’establishment
politico, tanto poi ci penserà qualcuno capace di metter a posto le cose: il
papà, forse? Ecco il punto: non voler diventare adulti e responsabili del
nostro destino, delegare ad un demiurgo: «Duce conduci», si diceva sotto il
Fascismo. Il comico afferma: sistemeremo l’Europa, ci faremo ridare i soldi per
Piombino bloccati dai tedeschi e dai Paesi del Nord... Questo significa
ingannare l’elettore perché vengono taciute le regole che consentono
l’erogazione di quei fondi. Lui dice che uno conta uno (ma…); in Europa
l’Italia conta per i voti ponderati che il Trattato le attribuisce e che
dipendono da diversi fattori, in pratica il peso del Paese. Nel Parlamento
europeo, poi, è un’altra storia. I parlamentari europei per moltissimi anni
sono stati la voce delle Lobbies e possono incidere solo se partecipano ai
grandi gruppi, sono in grado di fare proposte comprensibili e documentate a
parlamentari che parlano almeno ventotto lingue diverse. Sarà dura per i
giovani grillini ripetere le sceneggiate che fanno in Parlamento in Italia. Innanzitutto
non vengono consentite perché i presidenti sono molto meno tolleranti e poi il
fattore lingua è un ostacolo insormontabile: non sanno gli incauti che gli
interpreti che spesso hanno pregiudizi antitaliani, la maggior parte delle
volte sintetizzano gli interventi di quelli del Sud Europa col risultato che
gli altri non capiscono alcunché. Ma certo i grillini saranno fluent in English o si esprimeranno
perfettamente in francese: si tratta di condizioni necessarie ma non
sufficienti, bisogna anche esser capaci di formulare proposte accettabili per
diverse culture e contesti… Per questo il voto di protesta creerà danni
serissimi a noi tutti perché è un voto inutile, non serve al Paese.
Quando si è in frangenti estremi,
facilmente, si cade nell’irrazionale e si cercano cause fantastiche: l’amato
Manzoni descrive molto bene durante la peste a Milano, la ricerca dei
‘responsabili’, gli untori che la diffondevano… Ma come era possibile se il
contagio avveniva per le vie aeree o per i ratti o le pulci? Eppure…
Oggi si cercano dei responsabili
della crisi che peraltro, per il male operare…, esistono e a cui non si è
potuto chiedere conto perché il nostro Stato è scassato, c’è tanta
corruzione, tanta disaffezione.
Le responsabilità del Renzi le
individuiamo nell’essersi avventurato in qualcosa di troppo complesso per le
sue forze: tante chiacchere mediatiche, proposte acerbe o orientate allo stile one man show e poi nelle nomine degli
enti pubblici, invece, certe cariatidi, certi Tartufi! Eppure è assai peggio il
cupio dissolvi di chi vota Grillo che
suona: tanto peggio tanto meglio.
Se non si ricostruisce una comunità
di gente che si riconosca in un gruppo e che sia solidale, che ami la
giustizia, che ami l’umano, torneremo di certo alla ‘serva Italia’ che
lamentava Dante.