lunedì 11 giugno 2018

IL CONTE MOSCA (COCCHIERA)


Carlo Biancheri


Un carrozzone tirato da sei cavalli saliva su per una via erta, rotta, sabbiosa.
I viaggiatori erano scesi e facevano a piedi il tratto di strada
per alleggerire ai cavalli il peso e la fatica; tuttavia i cavalli sudavano e soffiavano.
Sopraggiunse una mosca
«Per fortuna sono arrivata io!» esclamò.
E cominciò a ronzare negli orecchi degli animali, a pungere ora questo ora quello,
or sul muso or sul dorso. Poi si sedette sul timone, poi si posò sul naso del cocchiere,
poi volò sul tetto della carrozza. Andava, veniva, affannata e brontolava e squillava
«…Tocca a me far tutto. Tutto cade sulle mie spalle, Ah che lavoro!»
Finalmente dalli e dalli, la carrozza giunse al termine della salita…
Sul tetto del carrozzone la mosca trionfava:
«Li ho condotti, eh, fin quassù! Se non c’ero io!» si lagnava.
«Nemmeno grazie mi dicono. Dopo tutto ciò che ho fatto!».
(La Fontaine)


A sentire la conferenza stampa a Charleroi del Conte Mosca il debutto internazionale è stato un successo clamoroso con la sua capacità di mediazione in passaggi difficili che ha permesso di raggiungere un accordo sul commercio internazionale.
E poi Trump, il presidente più screditato della storia americana, che ha espresso stima nei confronti dei due nuovi partiti populisti, benedetti anche da Dostoevskij, che hanno vinto le elezioni in Italia! Lo ha subito invitato alla Casa Bianca «non appena si potranno far coincidere le agende» e già perché tra pari… ci si confronta. Non ha lesinato di mettere nel bilaterale una mano sul braccio di Trump, ignorando che quel che si fà nel Gargano non si fà in America, dove due uomini, per di più con cariche politiche, non si toccano, non usa. Consigliamo, invece di avventurarsi su Dostoevskij e Puskin, citati a sproposito, di leggersi Le bourgeois gentilhomme di Jean Baptiste Poquelin, detto Molière: chissà che non impari dalle disavventure del borghese con smanie nobiliari a non cadere nel ridicolo.
In effetti il Conte Mosca ha baciato la mano alla moglie di Trudeau, pensando, all’evidenza, che  il comportamento diffuso in certi ambienti altolocati in Italia e in certe zone di influenza iberica, o nel mondo slavo o in Francia,in Austria, Romania e Grecia ecc., valga anche in Nord America, ma non è così. Ricorderemo sempre il tentato baciamano di Berlusconi alla figlia di Erdogàn; il Cavaliere naturalmente non sapeva che nel mondo islamico gli uomini non sfiorano neppure le donne, fuori dalla famiglia. Ma anche nel caso Conte Mosca il comportamento  è molto simile. Non sappiamo se questo governo, dove già si litiga sotto traccia, durerà abbastanza per un incontro con la Regina di Inghilterra: non si azzardi, Conte Mosca, a baciarle la mano, perché rischia una borsata in testa, così come la regina si spazientì col Berlusconi che gridava a squarciagola nella foto di gruppo a Buckingham Palace: «Mister Obama!».
Tartarin di Tarascogna non ha fatto in tempo a vantarsi, come il Miles gloriosus, che l’"amico" Trump, in volo, ha mandato a carte quarantotto il G7, ritirando la firma statunitense al comunicato congiunto e minacciando nuovi dazi sulle auto, questa volta.
Non solo, ma sui dossiers economici il Conte Mosca  ha risposto agli interlocutori che doveva documentarsi…; errore, Avvocato del popolo! Bisogna sempre dare l’impressione di padroneggiare gli argomenti, come fanno gli interlocutori che considerano la politica un mestiere e non una scampagnata: non hanno tempo da perdere…
Ieri il Ministro dell’Economia e delle Finanze si è affrettato a buttare secchiate di acqua gelata sul contratto famoso, da rispettare alla lettera, nel timore della riapertura dei mercati , dove, se lo spread non si ferma, l’intreccio si infittisce...  e il piano B riprende vigore… Rivendica il suo ruolo di Presidente del Consiglio il Conte Mosca, ma non è più tempo di Discours sur la méthode di cartesiana memoria: proponi, parla come magni, si dice a Roma, non c’è niente da mediare, vediamo quel che sai fare.