martedì 20 settembre 2022

AVVISO AI NAVIGANTI: QUESTA VOLTA IL RISCHIO E' GRANDE

 Carlo Biancheri


Con serena incoscienza ed indifferenza, distratti da una scenografia di un funerale interminabile di un’anziana impassibile signora, custode di antiche tradizioni, cani e cavalli inclusi, ci avviamo ad un voto che potrà cambiare profondamente il futuro del nostro paese, pensando che più o meno continuerà tutto come prima, ma non sarà così.
La superficialità italica è alla base del comportamento che ha rovesciato una valanga di voti sulla setta del comico in disarmo e dell’adepto di Scientology più di quattro anni fa: lo si è fatto per rabbia o ‘per allegria’, per cambiare ‘comunque’… nell’assunto che uno vale uno e cioè nessuno vale.
Adesso la vittoria della destra, in un tempo di alta inflazione e di guerra, di crisi energetica, con chiarissime influenze della gang di Putin su certe forze politiche, quelle che non vogliono le sanzioni alla Russia o che si oppongono all’invio di armi per far sì che l’aggressore possa tranquillamente perpetrare crimini contro l’umanità…: altro che pretesi dialoghi di pace: desertum fecerunt et pacem appellaverunt (fecero un deserto e lo chiamarono pace).
La donzelletta Meloni continua a ragionare come se i confini del mondo fossero quelli del rispettabile quartiere romano della Garbatella: ’E’ finita la pacchia con l’Europa, faremo valere l’interesse nazionale’, come nel fumetto che solo gli anziani ricorderanno, col personaggio che si chiamava Superbone… L’Unione europea funziona con determinate regole stabilite da Trattati internazionali, ratificati dai Parlamenti nazionali, e il volere dell’Italia, specie se espresso in modo sgangherato, richiede il supporto delle maggioranze ‘ponderate’ del Consiglio (Governi) e quello della maggioranza dei parlamentari europei per imporsi, senza menzionare il sostegno della Commissione: gridare non serve. Si può, come fanno piccoli Stati membri, quali l’Ungheria, mettere sabbia negli ingranaggi quando è richiesto il voto all’unanimità: per inciso, prontamente il partito della Meloni e la Lega hanno sostenuto l’Ungheria al Parlamento europeo che l’ha condannata. La difesa è la seguente: Orbàn è stato votato dalla maggioranza degli ungheresi ergo… E qui casca l’asino perché anche Mussolini e Hitler avevano la maggioranza ed il sostegno dei loro popoli, perfino Stalin e Mao, ma la maggioranza non basta, Meloni e Salvini, perché esiste anche la dittatura della maggioranza che può generare mostri: anche Cola di Rienzo era stato portato al potere a Roma a furor di popolo e poi è finito ammazzato… ci sono limiti che sono costituiti dai principi costituzionali che dovrebbero (…) riflettere quel che si legge nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite e cioè i diritti fondamentali.
La donzelletta che è ‘pronta’ a rompere il soffitto di cristallo e a guidare il paese pur non avendo serie competenze, per quanto consigliata dalla falsa bonomia del gigante Crosetto che, lo ripetiamo, è un imprenditore e non un economista, non ha la visione della direzione in cui si troverà a navigare il paese, né la sensibilità necessaria a creare alleanze senza le quali l’Italia sarebbe isolata: gli investimenti internazionali (ma anche quelli nazionali nel regime di liberalizzazione dei movimenti di capitali) emigrerebbero in fretta e senza investimenti si genera povertà perché dividere la torta esistente si può fare una volta ma la seconda volta la torta si rimpicciolisce e non si divide più nulla; peggio ancora mette in discussione il primato del diritto comunitario su quello nazionale il che si significa semplicemente Italexit perché gli altri Stati membri della UE non lo accetteranno mai e vuole rinegoziare il PNRR. Ecco la vera debolezza della destra, uomini e donne da bar Sport o da comitato di quartiere, senza nessuna esperienza del quadro internazionale, cui non suppliscono dinoccolati diplomatici esecutori e perciò privi di una politica chiara o commercialisti, assurti al ruolo di Ministri dell’Economia, come se la contabilità fosse la stessa cosa dell’economia. Draghi che ha molto peso internazionale è stato fatto cadere dal Salvini e per la gelosia dell’avvocato di provenienza Volturara Appula che ora infiamma le piazze atteggiandosi a giustiziere, tutti cattolici lui e Salvini, peccato che non pratichino il loro credo… a giudicare dal contrasto con la dottrina. Non penserete mica che dopo Draghi sarà Business as usual, come dicono gli inglesi?
Questo non lo capiscono neppure i campioni della sinistra dura e pura che vogliono restaurare i fasti del partito comunista e quindi la nazionalizzazione dei mezzi di produzione, cioè le industrie: lo propone il lupetto Provenzano, vicesegretario del Pd. Il Partito democratico è ormai chiaramente diviso in due tronconi eterogenei: i bersaniani/dalemiani, ispirati da tal Bettini, che vuol ricostituire il campo largo con la setta di Scientology, ora dominio dell’avvocato popolare, divenuto esperto di economia e, infatti, propone teorie demenziali come scostamenti di bilancio che ci manderebbero in bancarotta. Gli altri si professano moderati ma moltissimi sono privi delle competenze che occorrono adesso per prendere decisioni difficili e ponderate: non basta esser stati Scout o aver generato molti figli o avere un padre partigiano per guadagnarsi sul campo la rispettabilità: occorre misurarsi sulle problematiche come, ad esempio, che siamo un paese manufatturiero e dobbiamo disporre di materie prime mentre non abbiamo una politica economica seria nei confronti dell’Africa che diventa appannaggio della Cina, Turchia e Russia; dobbiamo trattenere le competenze che emigrano; dobbiamo riformare la scuola; abbiamo bisogno di manodopera; non facciamo la riforma della pubblica amministrazione o ne facciamo una inadeguata sulla giustizia ecc…Le loro proposte sono generiche, mere aspirazioni, senza indicare risorse e modalità di realizzazione: soprattutto, in tanti anni di governo sono stati inconcludenti.
Resta il centro e in effetti la DC che nel suo cinismo la sapeva lunga, parlava sempre di Centro-sinistra o di Centro-destra, in brevi periodi, ben sapendo che la maggioranza degli elettori è moderata. Per centro non intendiamo quello di Tutankamen che gioca non si sa quante parti in commedia, né il “centrino” di quello di Comunione e Liberazione che ha fatto tanti danni in Lombardia ma di quello che ha proposto Calenda come sola alternativa sensata, che parla di programmi da realizzare subito, nonostante la pessima legge elettorale che il Pd si era impegnato solennemente a cambiare al momento del taglio dei parlamentari!
Il problema di fondo è quello di non spostare il paese dal quadro internazionale dove lo aveva collocato Draghi: senza il sostegno dell’estero l’Italietta è destinata ad affrontare problemi serissimi con esiti imprevedibili attese le dimensioni del nostro debito pubblico, nonostante la creatività e l’inventiva italica.