domenica 14 giugno 2020

BASTA DIRE STIAMO LAVORANDO, CI VOGLIONO RISULTATI


Carlo Biancheri


Sembra che la politica, senza scomodare il cinico Machiavelli, sia per definizione ciò che riesce, altrimenti è un’aspirazione, un affresco ideale, una lista di desiderata ma non  un’arte pratica e questo perché non dovrebbe tendere, come si crede modernamente,  alla conquista del potere ma alla tranquillitas ordinis, cioè alla giustizia ed alla pace,e per ottenerle contano i fini quanto i mezzi adoperati per raggiungerli. Il pensiero medievale aveva elaborato il concetto sopra esposto quando si praticava ancora la metafisica e prima che un fratello incappucciato ci svegliasse dal sonno dogmatico e ci introducesse al pensiero critico: conosciamo, a suo avviso, i soli fenomeni e non la realtà, con i risultati formidabili, umanamente parlando, che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
E così il nostro Vis-Conte con gusto da parvenu, quel gusto in cui eccelleva il suo predecessore Berlusconi che in giardino nella villa in Sardegna aveva costruito un vulcano, ci porta al casino Algardi a  villa Doria con i  giardini alla francese e, nel suo modo  affettato, da borghese gentiluomo (…) con uscite popolaresche, si esibisce in televisione in una parlata anglo-garganica che suona in inglese come  in italiano suonerebbe la seguente espressione: “io volere mangiare pastasciutta”.
Stiamo lavorando…, salviamo la bellezza dell’Italia…, riprenderemo a crescere. Faremo, daremo… tutto al futuro.
Non crederete mica con ciò che vogliamo tirare la volata al Salvini o alla piccola, piccola Meloni che si lamentano in continuazione che la pappa non sia pronta e… prima di subito (!), senza mai avventurarsi a dire come si debba preparare la pappa…: semplicemente non ne hanno la minima idea.
E, tuttavia, troppe parti in commedia non reggono anche se, nel paese di Pinocchio, la gente è pronta a credere all’albero delle monete d’oro dopo averle sotterrate, dietro consiglio del gatto e della volpe.
Stiamo ai fatti. Perché il convegno non è pubblico? Si dicono cose sconvenienti? Perché la relazione della famosa task force - non le schede…- è appena stata resa pubblica e non prima? Cosa serva al paese lo sappiamo tutti benissimo e non era forse più opportuno stilare alcuni punti di cose da fare da portare in fretta al Parlamento? A marzo si era annunciata la cassa integrazione per tutti o quasi: scopriamo adesso che l’Inps, guidato dall’amico del ministro degli Esteri che ci ricorda Metternich e che è riuscito a concludere accordi epocali con la Cina, a farci cacciare dalla Turchia in Libia, a portare in Italia ventilatori per la respirazione assistita dalla Russia che andavano a fuoco, a fare viaggi improbabili in Medio Oriente o nei paesi che prima minacciava di ritorsioni…, non è riuscito ancora ad erogarla. Colpa della burocrazia che va tagliata,si afferma! Veramente, a nostro debole parere, le leggi senza la burocrazia non si applicano e se molti burocrati si comportano in modo non adeguato è per colpa di quelle leggi che lasciano ai politici il potere di indirizzo, mentre chi le applica, come ha spiegato molto bene il prof. Di Gaspare su Sussidiario.it, dopo una famosa sentenza della Cassazione, è responsabile per le sue scelte anche con i propri beni economici col risultato che i dirigenti non firmano nulla o ritardano all’infinito fino a che non siano strasicuri di non esser perseguiti per danno erariale.
Per saltare la burocrazia, le colombelle politiche (…) hanno pensato bene di approvare leggi che si autoapplicano e che invece di semplificare il tutto creano una miriade di dubbi interpretativi, peggiorando la situazione, anche per la pessima qualità degli estensori delle leggi.
Il Vis-Conte è la guida della setta 5S o almeno di una fetta cospicua di quel gruppo che ha al suo interno soggetti che  parlano ‘per allegria’, direbbe Natalia Ginzburg, come il Dibba,puer aeternus, che dopo aver giustiziato le famiglie (…) Agnelli e Benetton ed invocato il bavaglio alla stampa che non gli sta bene – si intende non “Il fatto quotidiano”…- ha sostenuto di esser contrario alle grandi opere, vuole, invece, l’ammodernamento della ferrovia Roma-Viterbo, la manutenzione dell’esistente, in linea con una decrescita felice; secondo lui, lo Stato deve erogare a tutti per difendere la classe media ed il reddito di cittadinanza è stato un successone con due milioni e mezzo di beneficiari (…): ma… dove si prendono i soldi? E chi lo sa? Gli consigliamo di chiederlo alla Meloni che gli suggerirà il tiraggio dei diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale, ovviamente senza condizioni!
Per tutto ciò, il mediatore di professione, il Vis-Conte, ci infligge un mare di chiacchiere che non portano a nulla, mentre non si pronuncia sul fondo salvastati, MES, che ci darebbe subito 37 miliardi, riecheggiando gli argomenti degli esperti come il Dibba, Di Maio e Salvini o Meloni, che ritengono, dall’alto della loro profonda conoscenza dei meccanismi della UE, che ‘in futuro’(!) si potrebbe cambiare idea e quindi ci troveremmo ingabbiati. E così torniamo alla casella zero del giro dell’oca, ma si dà il caso che alla fine della cassa integrazione, ancora da erogare…e al blocco dei licenziamenti di fine agosto, il risveglio potrebbe essere amarissimo e quindi sono urgenti alcune cose.
La prima sarebbe quella di dire chiaramente, dopo la svolta keynesiana dei tedeschi, che gli staterelli ‘frugali’, fin qui sanguisughe della UE, che si oppongono alla solidarietà comunitaria e che minacciano di bloccare le proposte da assumere nel Consiglio europeo all’unanimità, mediante l’esercizio del diritto di veto, possono essere aggirati se i tedeschi e i francesi e gli altri che ci vogliono stare propongono un’Europa a due velocità, con minori risorse per chi sta fuori: sarebbe un fatto grave ma la sola proposta farebbe capire che o l’Europa si costruisce oppure un libero mercato, come lo volevano gli inglesi, non porta da nessuna parte,senza una casa comune e solidale.
La seconda è quella di por fine alla diplomazia ed alla trattativa con i corpi separati dello Stato, cioè i potentati che non si osa sfidare. Bisogna che la giustizia funzioni e che i giudici siano messi in grado di operare ma che rispondano a qualcuno del loro operare, pur rispettandone l’indipendenza. E quel che vale per la giustizia vale per tantissimi altri corpi dello Stato che sono legibus soluti, in quanto non ci sono controlli efficaci.
Soprattutto, bisogna favorire gli investimenti per creare posti di lavoro e smetterla di pensare che una legge risolva tutti i problemi: gli inglesi hanno ragione a porre l’enfasi sull’applicazione della legge mentre noi, eredi del diritto romano, ci fermiamo alla definizione, i risultati pratici non ci interessano! Senza investimenti non si crea ricchezza e le disuguaglianze si combattono in fasi di crescita perché altrimenti si genera una povertà diffusa in quanto la torta da distribuire diventa più piccola.
Ma il mediatore professionale le comprende queste cose o preferisce i gruppi di studio?