lunedì 11 marzo 2024

LO STILE GESUITICO FA' BENE ALLA CHIESA?

 Carlo Biancheri


In occasione del quarto centenario della nascita di Pascal, l’attuale pontefice ha scritto una lettera intitolata Sublimitas et miseria hominis, in data 19 giugno 2023.
È noto ai cultori l’avversione di Pascal nei confronti dei Padri gesuiti, espressa nelle Lettres provinciales nella controversia, non minore, tra i gesuiti da una parte e i giansenisti, di ispirazione calvinista, e i domenicani dall’altra in materia di grazia sufficiente e di grazia efficace. In pratica si tratta di determinare se l’uomo possa salvarsi con le sole forze della grazia di Dio c.d. sufficiente, ricevuta alla nascita, come sostenuto dal p. Molina e dal molinismo, oppure se abbia bisogno della grazia efficace per operare il bene.
Nella lettera succitata il pontefice regnante ritiene che non sia certo il luogo per riaprire la questione e che il ‘giovane’ Pascal voleva combattere il semipelagianesimo dei gesuiti molinisti. ’Facciamogli credito sulla franchezza e la sincerità delle intenzioni’, si legge, e ciò fa pensare che Pascal, se non era un poveretto, di certo si sbagliava di grosso.
Il nostro debil parere, per riprendere le parole di fra’ Cristoforo dell’amato Manzoni, è invece quello che la questione sia di maggior importanza perché sottende una visione teologica dell’uomo che può orientarlo verso un approccio che mira all’attivismo del fare, con uno sforzo volontaristico/prometeico, invece di un atteggiamento che i giansenisti di Port Royal volevano spirituale, rivolto al mistero della grazia, senza l’angoscia della predestinazione degli eletti, teorizzata dai calvinisti.
Anche Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, allorché Ivan racconta ad Aljosa la leggenda de Il Grande Inquisitore col ritorno temporaneo di Gesù sulla terra, ritiene che i gesuiti siano soprattutto interessati a guidare l’umanità: ’Sono semplicemente l’armata romana per il futuro regno universale terreno, con l’imperatore, il pontefice romano alla testa… ecco il loro ideale, ma senza nessun mistero e nessuna sublime tristezza… La più semplice brama di potere, di sordidi beni terreni, di asservimento… una specie di futura servitù della gleba, nella quale essi sarebbero i proprietari fondiari’.
Del resto, nel XVI secolo, san Carlo Borromeo a Milano, alla guida della più grande diocesi del mondo dell’epoca che arrivava fin quasi a Ginevra, voleva abolirli da subito ‘perché pretendono di dar consigli ai principi’, in chiaro: fanno politica.
E vediamo cosa rimprovera il ‘giovane‘ Pascal ai gesuiti.
Nella seconda delle 
Lettere provinciali si legge che la Società di Gesù è troppo politica per comportarsi diversamente. Si contentano di aver vinto su quelli che ammettono la grazia sufficiente, anche se la intendono in modi diversi, e ciò consentirà loro di ritenere che la grazia efficace non è più necessaria. La Società è ben soddisfatta dell’accettazione da parte dei domenicani della grazia sufficiente. Non esige che essi neghino la necessità della grazia efficace… Non bisogna tiranneggiare gli amici… I gesuiti hanno guadagnato abbastanza perché il mondo si sazia di parole: pochi approfondiscono le cose…
Nella terza lettera Pascal scrive che quello che è eretico nei semi-pelagiani – da notare che Pelagio riteneva che ci si salva con le sole forze umane – diviene ortodosso negli scritti dei gesuiti: l’antica dottrina di sant’Agostino sarebbe una novità insopportabile, mentre le invenzioni nuove che si fabbricano tutti i giorni vengono fatte passare per la fede antica della Chiesa.
Nella quinta lettera si legge che il corpo dei gesuiti non ha nulla di definito, ciascuno ha la libertà di dire ciò che pensa.
Il loro scopo non è quello di corrompere i costumi ma neppure quello di riformarli: sarebbe una cattiva politica.
Hanno una buona opinione di loro stessi e vogliono che la loro fama sia diffusa per governare tutte le coscienze. E poiché le massime evangeliche servono per governare alcuni tipi di persone se ne servono nelle occasioni che sono loro favorevoli ma, siccome queste massime non vanno bene alla maggior parte delle persone, le lasciano da parte per quel tipo di persone in modo da soddisfare tutti. Avendo a che fare con persone di tutte le condizioni e nazioni così differenti è necessario disporre di casuisti per rispondere a tutte queste diversità. Se non avessero che dei casuisti permissivi distruggerebbero il loro principale disegno, quello di abbracciare tutto il mondo, perché i pii cercherebbero una condotta più sicura. Ma sono pochi…
Conservano tutti i loro amici e si difendono dai nemici: se accusati di rilassatezza, mostrano i loro direttori spirituali austeri e qualche libro sul rigore della legge cristiana e i semplici si contentano di queste prove. Così in paesi dove la croce è uno scandalo non ne parlano e predicano solo Gesù Cristo glorioso (v. India, Cina). Consentono l’idolatria pur di portare sotto il vestito un’immagine di Gesù e di pensare a lui quando fanno adorazioni pubbliche al Chacimchoan e a Keum-Fucum tanto che si dovette emanare un decreto della Congregazione nel luglio del 1646 (card. Capponi) per obbligare ad esibire il crocifisso in tutte le Chiese. Giustificano la loro prudenza umana e politica col pretesto della prudenza divina e cristiana, come se la fede e la Tradizione che la mantiene non fosse sempre una ed invariabile in tutti i tempi e in tutti i luoghi. La norma deve inchinarsi per convenire al soggetto che gli deve essere conforme. Tutti gli uomini hanno grazia sufficiente per vivere nella pietà nel modo che la intendono (Per associazione di idee viene alla mente la Dichiarazione di Dubai sulle religioni ‘benedette da Dio’). Essendo la loro morale pagana, la natura basta per osservarla. E qui Pascal aggiunge un’osservazione sulla grazia efficace che non serve a rispettare i doveri esteriori della religione ma ad ottenere una virtù migliore di quella farisaica o più saggia del paganesimo…
I Padri della Chiesa contrastano con i teologi moderni? I Padri andavano bene per la morale del loro tempo ma sono troppo lontani dal nostro… (non è dissimile da quel che sosterranno i modernisti secondo i quali i dogmi riflettono la religiosità del tempo).
Nella sesta lettera apprendiamo che l’obiettivo capitale della Società di Gesù per il bene della religione è quello di non respingere nessuno per non far disperare il mondo (Tutti dentro…). Per questo, considerati i vizi a cui si è più soggetti, in tutte le condizioni sono state stabilite dai casuisti delle norme così blande, senza ferire la Verità (…), che sarebbe difficile non esserne contenti (v. il bene possibile anche nei casi di intrinsice malum). Ciò che conta è l’intenzione soggettiva: così i servi che portano messaggi disonesti non sono responsabili se la loro intenzione è semplicemente quella di mantenere il guadagno.
Si arriva addirittura, nella settima lettera, a permettere ad un religioso di uccidere se l’azione è messa in opera per prevenire la maldicenza, altrimenti non contenibile: ciò che conta è l’intenzione.
Si potrebbe continuare con l’elenco e citare il famoso esempio di relativismo: ciò che non è consentito al di là del fiume, è permesso al di qua.
Quel che interessa rilevare, come allora, è che un credente sincero non cerca risultati umani perché non confonde il proprio desiderio con la volontà di Dio. Si legge a La Verna la frase di Francesco piccolino: la vostra pace sia nella Sua voluntade. Ormai tutti vanno rilevando che occorre un supplemento d’anima, si diceva un tempo nel secolo scorso, o di spiritualità per affrontare con la virtù della prudenza – la scelta adeguata dei mezzi per raggiungere il fine- le tragedie della vita del nostro tempo. Non si tratta di correr dietro alle ultime novità di successo, che col tempo si rivelano transeunti, né di credere che la Storia abbia una razionalità e un progresso lineare.
Nella spiritualità dei gesuiti c’è l’ubbidienza ma manca l’umiltà/povertà: l’opposto di Francesco piccolino e Pippo bono (san Filippo Neri). Di questo la Chiesa ha bisogno oggi, non di organizzazione, perché non è un’azienda.

martedì 26 dicembre 2023

UN GOVERNO DI APPRENDISTI INETTI CHE CELEBRA UNA NAZIONE INESISTENTE

Carlo Biancheri 

È mai possibile che siamo ridotti a rimpiangere la prima Repubblica, quando tutti i partiti erano finanziati con una percentuale sugli appalti pubblici del 10%?
Eppure il confronto con i nostri esponenti politici attuali è impietoso.
La donzelletta ci intrattiene descrivendo una realtà che non esiste: la borsa va bene, le agenzie di rating hanno confermato il rating dell’Italia, anzi una ha cambiato l’outlook migliorandolo, le rate del PNRR sono regolarmente incassate, la Sanità ha ricevuto tanti soldi come mai in precedenza, il paese ha riacquistato un ruolo in sede internazionale, stiamo difendendo i confini nazionali, la 
disoccupazione è calata considerevolmente e tutto questo è merito del suo governo di… Giamburrasca.
Omette di dire:
la borsa è sì cresciuta in corso d’anno, similmente alle altre borse europee, ma quanto aveva perso in precedenza? Si direbbe che si tratti di un recupero se non fisiologico quantomeno possibile, del resto iniziato col governo Draghi, e probabilmente, motivato dalle incertezze sulle scelte di investimento in regime di inflazione. Il mercato, si dice, apprezza la stabilità e questo governo sembra avere ancora ben quattro anni, ahimè, ma chi se ne intende non si avventura a dichiarare queste cose, perché basta uno ‘stormir di fronde’ dell’economia tedesca per vedere subito le conseguenze sul nostro 
mercato finanziario, per tutte le implicazioni che ciò comporta; mi domando se i nostri campioni nazionali siano al corrente che l’economia tedesca raggiunge da sola quasi il 30% del PIL dell’Eurozona.
Le agenzie di rating sono giudice sicuro solo per i gonzi: ricorderemo soltanto che la famosissima S&P cambiò il rating di Parmalat in concomitanza con la denuncia per frode della Consob alla Procura di Milano e quando tutti i giornali già parlavano di una situazione fallimentare… Ci sono due guerre in corso e l’economia occidentale non sopporterebbe facilmente una crisi del debito italiano… e tanto basti per il giudizio.
Le rate del PNRR sono state incassate? Ma i progetti da finanziare sono in fase di espletamento avanzato? Sono stati messi a terra con i cantieri o siamo ancora alla fase cartacea? L’uomo per tutte le stagioni, cioè a guida di un governo giallo verde filo-Putin e poi giallo rosso, si attribuisce il merito di aver fatto confluire tanti soldi a prestito, per la gran parte, in Italia. Sembra che la UE avesse, peraltro, interesse a non fare annegare il Paese, dopo la pandemia, indipendentemente dal famoso Giuseppi, anche se la Commissione UE ignorava che i progetti che avremmo dovuto finanziare erano del calibro di quelli del raddoppio della biblioteca comunale di Treviso, trionfalmente annunciato, tra gli altri, dal sindaco leghista…: è noto che la biblioteca è sempre affollata.
Per la Sanità ci saranno tantissimi soldi: peccato che non ci siano i medici e che da Firenze in giù avventurarsi in un pronto soccorso, se si sta male, è a rischio della vita. Per un esame ci vogliono mesi e allora si spende di tasca propria, se si può, o ci si rassegna agli eventi, come in antico.
Quanto al ruolo dell’Italia, si è visto com’è andata con l’Expo a Roma. Dalla fine della seconda guerra mondiale uno smacco del genere l’Italia non l’aveva mai subito; non è bastata la conoscenza dell’inglese della Raggi – occorre sapere anche cosa dire…- né i buoni uffici di certe confraternite (…) internazionali: Roma non ha neppure avuto i voti degli altri partner europei! Del resto la donzelletta ha confessato nella telefonata con i russi che quelli che contano non le rispondono neppure al telefono…Si vedrà ora l’ascolto che avremo nell’Eurozona dopo il blocco, grazie al voto del Parlamento italiota, dell’estensione alle banche del Mes. A noi non serve dicono i Soloni, perché le nostre banche sono ben capitalizzate ma sarebbe meglio esser più prudenti perché in caso di uragani sul debito sovrano la capitalizzazione delle banche non basta…e si può ben prevedere quali tassi spunterebbe l’Italietta da sola sul mercato…
Il flusso dei migranti non si ferma, nonostante i proclami del nostro eroe del bar Sport di Milano Rogoredo, mentre sull’amicizia sempiterna italo-albanese va adoperata qualche cautela in più giacché in quel paese, oltre all’esistenza di mafie organizzate, collegate con le nostre, non sono mai state recuperate le armi che deteneva Enver Hoxha e il suo regime, armato da Mao… Ricordo agli inizi del 2.000, nel centro di Tirana, quando mostravo ai miei interlocutori albanesi le belle montagne che sovrastano la capitale e le foreste e chiedevo loro se andassero a camminare nel fine settimana, ne ebbi come risposta: non siamo mica matti… è pericoloso!
Anche con Vucic a Belgrado la donzelletta è in ottimi rapporti, nel paese dove si costruirà una vettura Stellantis e non in Italia…: peccato che il Presidente filorusso sia accusato di imbrogli e che il comune di Belgrado sia stato assaltato dalla folla un paio di giorni fa. Ma si sa la disinvoltura è una caratteristica del nostro Presidente senza bussola, come l’amicizia col filorusso Orbàn, la quinta colonna ungherese nella UE.
Quanto alla disoccupazione che è calata, occorre vedere anche la qualità dei contratti e il livello salariale, giacché i salari del Bel Paese sono molto bassi comparati con quelli in Europa; la causa è presto detta perché le tasse, grazie al cuneo fiscale, in Italia le pagano quasi interamente i lavoratori subordinati ed i pensionati con prelievo diretto. Su questi ultimi, il Bancomat di questo governo, forte con i deboli e debole con i forti, va ricordato che le pensioni percepite sono già diminuite per il mancato recupero dell’inflazione per i ricconi che percepiscono una pensione superiore a cinque volte il minimo (lorda però…). Adesso i giornali ci informano che sia i Fratelli che i comunisti padani vogliono tagliare quelle esistenti d’oro in violazione di tutte le norme e di un minimo di etica che si fonda sul principio che lo Stato deve rispettare i patti che ha stabilito col cittadino: Pacta servanda sunt. Si tratta di coloro che sono andati in pensione col retributivo, ormai ottantenni: ci si domanda se non sarebbe meglio obbligarli all’eutanasia, magari assistiti dal Servizio sanitario nazionale: si risparmia di più. Sembra impossibile, in alternativa, migliorare la fiscalità generale e contrastare l’evasione.
Non preoccupatevi. Tutto si fa per il bene della Nazione… Per associazione di idee viene in mente il discorso di Mussolini del ’22, quando affermò che la democrazia andava bene per il periodo liberale ma ‘adesso ci vuole un governo di pochi, un governo di eletti’ che serva la Nazione… Non è forse quello che scorgiamo tra le righe di un servizio di informazione pubblica ormai divenuto di propaganda?

COMMENTI

Da quello che si sente in giro sembra che molti di quelli che l'hanno votata la Meloni siano delusi perché ha promesso molte cose che non riesce a mantenere, poi dà dei soldi ai poveri che poi se li prendono per lo più gli immigrati, è anche sempre malata e poi fa la vita privata come se fosse una velina.

Alfredo Sarti


Criticare è facile, bisognerebbe fare delle buone, valide e realizzabili proposte alternative, cosa che la sinistra (di oggi!), purtroppo non è assolutamente capace di fare, come neppure Renzi e Calenda!

Marco Bernardini


RISPOSTA

Le proposte esistono, come la centralità  di investimenti produttivi, condizione per aumentare la produttività che consente di rendere sostenibile il rimborso del debito dello Stato, che sarà  presto il maggiore tra gli Stati europei -la Grecia lo sta diminuendo-. Lo si faceva prima dell'avvento del governo Craxi... che ha scassato tutto.
Bisogna incominciare a dire la verità e smetterla con i populismi da cui non sono certo esenti quelli di Scientology o larghi settori del Pd e anche quei sindacati che prendono il posto dei partiti invece di difendere gli interessi dei lavoratori. È un lungo discorso. 
Il governo Draghi, compatibilmente con i compagni di viaggio (...), non aveva male operato.
Probabilmente questo non è un paese per bipolarismo, manca il senso del limite, il senso civico e cioè la coscienza dei doveri e quindi occorrono dei moderati responsabili che sappiano fare sintesi. Invece, dobbiamo sorbirci idiozie come la grandezza della Nazione, un protagonismo da dilettanti a livello internazionale dove i risultati si conseguono con duro lavoro negli anni, non sbattendo pugni sul tavolo come si faceva nelle osterie di paese. La Commissione europea è percepita dai bulli del Nord come nemica? Sono quarant'anni che è arcinoto che ci sono pochissimi italiani nei ruoli chiave e quelli che ci sono dimenticano di esserlo perché  il paese di origine è spesso impresentabile in quelle sedi. Tutto si riduce a improvvisazione e a sceneggiata: ne vediamo i frutti.

Carlo Biancheri









mercoledì 30 agosto 2023

IL PAESE, AFFIDATO A "DONZELLETTE", A DEMAGOGHI E AI COMUNISTI PADANI, HA TRASFORMATO I CITTADINI IN SUDDITI

 Carlo Biancheri


La donzelletta vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole...

    
Così il sommo poeta di Recanati definisce la donzelletta che torna al villaggio e, per associazione di idee, ci fa balenare alla mente le 'donzellette' che affollano un altro villaggio, quello politico del Bel Paese, le quali appaiono del tutto sprovvedute per il compito che sono chiamate a svolgere.
     Una era 'pronta' - diceva lei - a governare ma, al di là delle smorfie e dei sorrisi in Italia e in giro per il mondo, non lascia traccia del suo disegno politico, giacché non abbiamo ancora ben capito quel che voglia, se non il bene della Nazione che, come sa chi ha studiato, è un concetto inventato nell'Ottocento per stabilire una comunanza che in Italia è di là da venire; solo per fare un esempio: tra il modo di sentire di un ligure e di un celta, che abita a 150 km di distanza, non sussiste comunanza, come non ve ne è alcuna  con un veneto o con un aurunco. I soldati siciliani, che tornavano a casa dalla prima guerra mondiale, dicevano: gliele abbiamo date a quelli del Continente... L'auspicio dell'intellettuale Massimo D'Azeglio e cioè quello di fare gli italiani dopo che i carbonari /massoni avevano unificato il paese è, a giudizio di chi scrive, bisognoso di
ulteriore attività.
     Dopo un buon periodo di tempo, in cui il governo  è vissuto di rendita di quel che aveva impostato Draghi, ci troviamo a corto di quattrini a causa dell'evolvere della congiuntura internazionale che un politico non può considerare una mera fatalità ma qualcosa da tenere bene in conto. Invece, sentivamo ogni giorno decantare che siamo meglio di tutti in Europa come crescita - omettendo di aggiungere che se la Germania, il nostro miglior cliente, entra in crisi... - e che dobbiamo avere un posto a livello internazionale in ragione della nostra forza economica. Caspita! Ma perché mai nessuno ce lo riconosce? Neppure il Bey di Tunisi, che abbiamo protetto con gli Stati Uniti e con il Fondo monetario internazionale, è capace a fermare il flusso, ormai fuori controllo, di chi parte dalle sue coste. Si annunciano rimpatri immediati ma... quanto costano a migrante? Chi paga? E i paesi di provenienza li riprendono? È colpa dell'Europa, si dice, che non
vigila ai confini: già l'Europa, ma per ottenere risultati in quella sede occorre prima chiarirsi le idee di quale Europa si parli (...) e quali alleanze forti si sia capaci di stabilire...

     Questo Governo sembra considerare l'Europa come una colf che deve intervenire quando le cose non vanno per il verso giusto, salvo criticarla per le politiche avverse.
Uhm...l'intreccio si infittisce.
    Mancano i soldi? E allora colpiamo gli extraprofitti delle banche, peraltro di difficilissima definizione...; mi assumo io la responsabilità, tuona la donzelletta della destra sociale, erede di Salò, ignorando la poveretta, fresca della sua cultura casereccia, che trattandosi di società quotate (alcune banche lo sono), in un regime di liberalizzazione dei movimenti di capitale, un prelievo fiscale retroattivo è un pessimo segnale per chi si azzardi ad

investire in un paese che farà pure parte dei G7 ma manifesta un comportamento da troglodita sui mercati finanziari; infatti, insegna Keynes, che un mercato senza regole stabilite è una giungla, inclusi gli atti arbitrari di un governo. Per giunta, c'è il fondato timore che le banche investano i loro attivi non più in titoli di Stato italiano perché la tassazione li rende poco attraenti. E allora alla scadenza del debito pubblico quando si deve rinnovare chi se lo compra? Predica la donzelletta ma non razzola benissimo. Un esempio? Come Commissario Consob ha nominato la sorella del collega (o camerata, non sappiamo...) Alemanno, spirito critico del suo partito..., già funzionaria dell'Agenzia delle Entrate, una competenza che con i mercati borsistici equivale ai cavoli a merenda.

     L'economia del governo è affidata al bocconiano di Cazzago che gestisce le regole a piacere, sullo stile del Ministro segretario del partito, formatosi al bar Sport di Milano Rogoredo. Ora deve fare cassa e allora si vocifera che la rivalutazione delle pensioni sopra un certo ammontare non verrà effettuata e ciò vuol dire che con un'inflazione del 5/6 per cento nominale vi è una perdita secca per i pensionati che non sono la categoria che il
Ministro, già comunista padano, abbia a cuore: si sospetta che nel suo modo di ragionare, dati i trascorsi giovanili, le pensioni, come i salari, debbano essere uguali per tutti, indipendentemente dalle mansioni e dalla responsabilità assunta che, propriamente, non pare esser la stessa in tutti i casi. Più semplicemente prende dove gli fa comodo infischiandosene dei principi. Con la sua parte politica vuole attuare l'autonomia differenziata.
     Non si sarà mai grati abbastanza a quegli intellettuali della sinistra che, per fregare la Lega, insieme ai politici cattolici, di professione santi e, quindi, novelli Farisei..., hanno modificato la Costituzione per far sì che i carrozzoni delle Regioni - ricordiamo come Consiglieri regionali in Lombardia il 'trota' o la Minetti...- spreco di denaro pubblico, diventino delle repubblichette autonome, in virtù dell'autogoverno, della partecipazione diretta dei cittadini alla cosa pubblica et similia.
     Impossibile stabilire come ripartire le risorse ed il livello delle prestazioni essenziali per non accentuare il divario ricchi e poveri. Le Regioni vogliono, persino, competenze in materia di rapporti internazionali. Già hanno la consultazione sulla normativa comunitaria in approvazione. Chi scrive ricorda benissimo gli incontri miserevoli con gli esperti 'avventizi' mandati dalle principali regioni italiane a pronunciarsi su materie di cui erano, all'evidenza, digiuni; immaginarsi se la Lombardia o il Veneto andassero a trattare direttamente in sede internazionale! Peraltro, a spese nostre, hanno già fantomatiche rappresentanze a Bruxelles presso la UE e anche negli Stati membri, come Casa Sicilia a Sofia! Un paese di Pulcinella...
     La destra che durerà altri quattro anni - sostiene...- doveva esser la novità, secondo loro, ma al di là dei proclami roboanti sulla denatalità e sulla necessità di aiutare le famiglie con prole..., sulla semplificazione burocratica - non pervenuta- non ha portato ad alcun miglioramento della vita degli italiani che sono meri spettatori e sempre meno partecipi e quindi sudditi. Anzi la politica è un fatto 'tra loro' come lo prova la donzelletta, che piazza tutta la sua famiglia ed affini in ruoli rilevanti, ovviamente per mera casualità. Siamo in attesa della madre di tutte le riforme: quella semi-presidenziale che darà un colpo rilevante alla sola istituzione funzionante: il Presidente della Repubblica.
     Speculare alla donzelletta della Garbatella è la italo-svizzera, catapultata al vertice del Pd grazie al massiccio voto ai gazebo degli adepti del pianeta Gaia, ora dipendenti dell'avvocato del popolo, nonché della sinistra/sinistra.
     È prodiga di parole ma avara di idee sensate, in quanto non si sente altro che la lista della spesa sul da farsi, omettendo di precisare da dove si prendano i soldi. Tutti gli slogan relativi alle ultime novità di successo sono suoi ed accusa il governo di disumanità a fronte del massiccio sbarco in atto di gente proveniente da Asia ed Africa. Forse pensa che con i corridoi umanitari non continueranno ad esserci flussi illegali? Si lamenta la signora che non si rinnovino i contratti, che non ci sia più il reddito di cittadinanza, che il lavoro sia precario ma non spiega mai come si debba fare per trovare le risorse per attuare i suoi desiderata. Tassiamo le rendite, tuona il compagno Landini: non sono forse già tassate? E non è, forse, vero che le tasse sono sostanzialmente pagate dal ceto medio, lavoro dipendente e pensionati? I ricchi trovano il sistema per non pagarle e i poveri ovviamente non le pagano. Si parla di lotta all'evasione da circa cinquant'anni con progressi registrati alla velocità delle tartarughe.
    Vero è che i giovinetti che la circondano sono affascinati dal socialismo reale di cui ignorano tutto, tranne il desiderio di nazionalizzare quanto prima i mezzi di produzione (Provenzano), ignari delle conseguenze e delle catastrofi generate che hanno portato alla fine dei regimi comunisti: il capitale era semplicemente passato dalle mani di pochi privati a quelle di pochi politici nella dittatura del proletariato.
     Maestra di ambiguità quando denuncia le disuguaglianze; non ha ancora capito che piuttosto di ridividere la torta occorre, innanzitutto, accrescerla, altrimenti togli una volta e poi ti avvii verso quella sciagurata decrescita felice. Non c'è congresso nel Pd e quindi non c'è confronto di idee. Per la verità tutti i partiti non fanno più congressi e allora cosa sono? Agenzie di collocamento per nullafacenti?
     Non ci attardiamo su altre forze politiche come quella dell'avvocato del popolo, difensore dei lavoratori dagli alberghi a cinque stelle, amico di Trump e... probabilmente di Putin, perché no? Irenista sulla scia del papa argentino, intemperante nell'eloquio e con passato peronista. Le posizioni politiche del suo gruppo ci vengono propinate in televisione la sera con poesiole recitate in fretta a difesa delle meraviglie dei suoi Governi di opposto segno politico, come Giano bifronte.
     Sommessamente i sudditi rilevano che: i prezzi aumentano per l'inflazione e i salari restano tra i più bassi tra i paesi sviluppati in Europa.

      La Pubblica Amministrazione non funziona perché dotata di personale inidoneo (sovente non conosce neppure le leggi che deve applicare) e sottopagato.

      La giustizia è in crisi da decenni ed il Ministro non si muove: per avere una sentenza ci vogliono anni.

         Le infrastrutture sono desuete e richiedono massicci investimenti e i fondi del PNRR probabilmente non saranno messi a terra, in parte, perché le autonomie locali non sono in grado di realizzare i progetti. La ricostruzione del ponte Morandi insegna che per realizzare qualcosa nel paese occorre farlo in deroga a tutte le leggi.

         La Sanità pubblica è in crisi conclamata.

         Le periferie sono abbandonate e, soprattutto, non c'è interlocuzione nelle città tra cittadini e sindaci, sempre sorridenti quando intervistati, mentre chi ci vive ne conosce bene i disagi.

         La scuola non forma studenti di livello europeo e i programmi sono sovente demenziali. Non ci sono controlli pubblici ed è impossibile farli perché le leggi sono troppe e contraddittorie.

         Che fare? Ne parleremo alla prossima puntata con i nostri venticinque lettori.

mercoledì 1 marzo 2023

ELLY SCHLEIN OVVERO IL RITORNO AL PASSATO PER INCAPACITA' DI DELINEARE IL FUTURO

 Carlo Biancheri

La vittoria della giovane Schlein, per età e per ponderatezza nel pensiero, patrocinata da vecchi cacicchi, cattolici per ragioni ereditarie o guru asiatici il cui fine politico è la gestione del potere, come insegna Lenin, o falsi bonaccioni marxisti duri e puri, sembra aver dato il colpo di grazia all’intento iniziale del Pd e cioè quello di costruire un partito caratterizzato da ispirazioni diverse ma che convergesse su alcuni temi forti, come avviene nel partito democratico negli Stati Uniti.
La prossimità con la formazione ex-grillina del Conte dimezzato, uomo per tutte le stagioni, da ultimo propagatore del rifacimento della casa gratis con il conto da inviare a Pantalone…, non è solo questione di alleanze ma è volontà di ripristinare un blocco sociale e cioè quello delle classi subalterne che voterebbero Pd e 5S, teorizzato storicamente dal Partito Comunista Italiano: se la classe operaia non è più, oggi, portatrice di istanze liberatorie per l’intera società, si delineano, invece, le marginalità, le ‘disuguaglianze’ di cui parlano tutti, papa incluso, e il ‘blocco sociale’ dovrebbe consentire, a loro avviso, di porvi mano.
Sappiamo bene che esistono disuguaglianze nella nostra società e si dà il caso che si possano riscontrare in tutte le epoche storiche: forse il feudatario, nel Medio Evo, aveva gli stessi diritti e possibilità dei suoi sudditi?
Eppure sentiamo solo denunciare quel che non va quando, invece, occorrerebbe proporre soluzioni per mettervi mano.
Eccoci al punto: la politica è soprattutto l’arte del ‘come fare’ e qui emerge clamorosamente la debolezza di coloro che si sentono investiti di un compito messianico senza saper proporre soluzioni attendibili.
A sinistra si vagheggia un ritorno allo Stato: c’è chi propone la ‘nazionalizzazione dei mezzi di produzione’ in Italia, cioè un sistema socialista, entro breve tempo (Provenzano, vicesegretario Pd), omettendo di dire che lo Stato, ahimè…,non funziona e che un simile progetto è stato rifiutato da tutti i paesi dell’Europa dell’Est che lo hanno sperimentato; persistono casi di questa bella visione ottocentesca in Asia ed in America latina ma non ce n’è uno compatibile con un sistema democratico, nonostante le dichiarazioni del ‘comunista padano’ Salvini, nel suo viaggio nella Corea del Nord: si trovava benissimo lì, come in Svizzera… si parva licet…
L’idea che sottende un tale approccio consiste nel trasferire il potere economico dalle mani dei privati ‘monopolisti’ a politici burocrati.
I giovinetti alla Schlein non hanno avuto alcuna esperienza del socialismo reale e dei potentati che si sono creati e del successivo rifiuto dei cittadini di quei paesi. Non è solo una questione di gestione burocratica, di nomenklatura o di principi rossi, come in Cina, o di oligarchi, come nella Russia di Putin. È la proposta che mortifica l’iniziativa privata e pretende di creare ricchezza semplicemente togliendo a qualcuno per dare ad altri.
È la crescita della ricchezza, invece, che permette una redistribuzione fondata su equità.
La Schlein vuole spostare la tassazione alle rendite dal lavoro e si parla anche di patrimoniale e di tassazione dell’eredità: restiamo nella logica di dividere la torta esistente; si potrà fare una volta ma si genererà sviluppo?
Uno degli scandali peggiori di questo paese è il prelievo fiscale dove la visibilità attiene solo a chi è lavoratore dipendente o pensionato, mentre i controlli per gli altri contribuenti non si riescono a fare: l’evasione fiscale si quota a 100 miliardi di Euro annui. È mai possibile che chi dichiara più di 100.000 Euro annui sia soltanto composto da 498.000 persone? Cioè l’1,2 % dei contribuenti? È il paese di Pulcinella…?
Lo Stato non dispone del personale idoneo per i controlli, le leggi sono malfatte, il carico fiscale è già molto elevato. I ricchi poi evadono con facilità perché nella UE, ma anche in sedi multilaterali come OCSE E GATS cui l’Italia aderisce con accordi ratificati dal Parlamento, esiste un regime di liberalizzazione dei movimenti di capitali, caratteristica imprescindibile del mondo moderno. Purtroppo i paradisi fiscali e cioè i Paesi non cooperativi o con strumenti societari opachi come i Trust sono tanti e non prestano la cooperazione internazionale necessaria ai controlli fiscali. La cooperazione funziona nei grandi casi di riciclaggio ma non senza ostacoli.
E allora la Schlein e compagni che vogliono fare?
Vogliono metter mano alla Sanità, vogliono mantenere i bonus edilizi, già ma con quali soldi? I famosi fondi europei?
Vogliono impieghi stabili…. ma… per legge si crea il lavoro?
Spingono sulle società partecipate, ignorando che tutti i buchi dell’IRI li pagava sempre Pantalone cioè i contribuenti, le pecore da tosare, solo quelle note allo Stato…
La sinistra-sinistra è declamatoria ma quando opera non sembra aver creato una società migliore.
Vedremo se in ambito internazionale porterà il Pd su posizioni pacifiste quando esiste un aggressore russo che ha violato tutte le leggi internazionali e si è macchiato di crimini di guerra, se non peggio. Un pacifismo che ignora cosa voglia dire pace ‘giusta’ e legittima difesa quando la risposta alla violenza è controllata.
Per noi la verità è corrispondenza alle cose mediante l’intelletto e non mera interpretazione, quindi che sia donna o che non sia eterosessuale, secondo le ultime tendenze in voga nello spirito del tempo, Geistzeit di hegeliana memoria, poco ci importa.
La sua vittoria ha chiuso l’era di un centro-sinistra e creerà molti problemi al paese.

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martedì 20 dicembre 2022

POLITICI AMORALI IN LINEA CON LO SPIRITO DEL TEMPO


Carlo Biancheri

Nel tempo di bassa cultura e di edonismo in cui viviamo, comparabile a quel Seicento che l’amato Manzoni descrive mirabilmente nella biblioteca di don Ferrante dove svettava, tra gli altri, il Cardano con le sue ‘domificazioni’… e che sembra dire, il nostro amato autore, ha avuto l’apprezzamento che si meritava col trascorrere del tempo, scopriamo che un gruppo di eroici servitori dei diseredati aveva nelle proprie case sacchi di banconote per porre in essere azioni non propriamente commendevoli.
È vero che dopo Kant la morale non si fonda più a partire dalle leggi di natura, a seguito della rottura perpetrata dal filosofo, adepto della massoneria dei Lumi, tra natura e cultura per cui la natura va interpretata alla luce della cultura (…). Credeva, l’ingenuo, di non cadere nel relativismo, affermando con solennità l’esistenza di imperativi categorici: il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me! Si dà il caso che questi imperativi siano puro fideismo, comparabili alle domificazioni astrologiche del Cardano nel XVII secolo. Si tratta cioè di atti di fede senza fondamento, di presupposti indimostrabili. E poco ce ne cale che schiere di filosofi e di teologi, votati a cercare le ultime novità di successo si siano prontamente adeguati, anzi i più sostengono la storicità della verità, come a dire che cambia col tempo: ciò che era vero duemila anni fa non lo è più oggi, seguendo la legge dell’ermeneutica, dell’interpretazione.
A noi poveretti che ci ostiniamo a leggere Aristotele con piacere non sembra che un’azione violenta 
perpetrata da Cesare in Gallia sia meno condannabile di quel che fanno oggi le truppe russe, siano pure cecene o buriate…, mandate da Putin ad invadere l’Ucraina per pure ragioni di dominio imperiale. La violenza sugli inermi è spregevole sempre, in ogni tempo.
C’è stata una ubriacatura del soggetto a partire dal Seicento per cui nell’Ottocento siamo arrivati a sostenere che l’essere, cioè il reale, è ciò che si percepisce e poi che la verità equivale a interpretazione.
Per Marx le cose non stavano così perché, giustamente, ancorava la morale alla prassi, non alla mera enunciazione di principi, alla declamazione, al virtuale; anzi poneva la distinzione tra morale e moralismo, quello borghese, per cui il vero rispetto della morale consisteva per lui nel non opporsi alla liberazione degli oppressi, anzi a favorirla, e per questo la morale era di sua natura votata alla rivoluzione. La storia successiva si è incaricata di dimostrare, però, che le cose non stavano propriamente così perché l’uomo è uno, non è scisso, per cui l’amoralità in certi ambiti si ripercuote sugli altri, inclusi quelli politici.
I balbettii dei ‘buoni’ per definizione… e dei masaniello del reddito di cittadinanza, passati dalla pochette al dolce vita, di marca però (…), sui fatterelli di Bruxelles con troppi italiani dentro sono significativi. Se ne deduce che non basta proclamare la giustizia sociale per attuarla e la storiella di Berlinguer e della questione morale è una benemerita scusa. Quel Berlinguer, tra l’altro, che ebbe un attentato a Sofia tornando in aeroporto dai compagni bulgari, fedelissimi di Mosca dopo i fatti di Praga, e che si fece mandare un aereo militare dal Governo italiano in Bulgaria perché non si fidava delle cure del compagno Zivkov… Di tutto ciò non si fece parola sui giornali del Bel Paese fino a quando, nel 2009…, la notizia rimbalzò dalla Bulgaria! Altro che democrazia e trasparenza…:dell’attentato fratricida non si doveva parlare.
Se Sparta piange, Atene non ride. Ancora una volta abbiamo un governo di apprendisti che fa cassa sui pensionati, incurante di ogni principio morale, anche lì proclamato ma del tutto disatteso, incapace di un disegno che dia priorità a quel che non funziona: la sanità è ad un livello drammatico, la scuola è abbandonata al suo destino e nessuno sa cosa venga insegnato veramente e come venga fatto (…), le famiglie non sono sostenute, non si capisce perché i salari in Italia siano più bassi che nel resto di Europa, se non per il fatto che le tasse le pagano solo lavoratori e pensionati… perché lo Stato non funziona ed è incapace di controllare efficacemente, anche in ragione di leggi che sono spesso stupide o inattuabili. Il ponte di Genova è stato costruito a tempi record perché è stato fatto in deroga a tutte le leggi! È questo il sistema per l’Italia?
Si scopre adesso che il PNRR è a rischio per diversi progetti perché i Comuni non hanno le strutture tecniche per attuarli: si tratta di problema arcinoto dal 1982…e cosa è stato fatto per ovviare? Pochissimo.
Manca la speranza e quindi l’attesa del futuro e responsabili di ciò sono anche coloro che pretendono di dare un supplemento d’anima alla società. La religione si è quasi secolarizzata ed è divenuta puro attivismo solidarista che pretende di risolvere tutti i problemi, mentre assistiamo invece alla quotidiana morte di innocenti; si vuole trovare una soluzione per ciascun problema ,ma non c’è soluzione, ahimè, troppe volte! Nella preghiera si fa menzione della valle di lacrime ma senza tirarne le conclusioni. Si discute, invece, sul fatto che i poveri preti trovino moglie - o marito, ad libitum- che le donne diventino preti (e magari pratichino la boxe…), si propone che tutti vadano in periferia ma… sono pochi a farlo, insomma, siamo nella situazione spagnola di cui parla Dostoevskij, nella Spagna del Seicento, quando il cardinale inquisitore, un gesuita peraltro…, rinfaccia a Qualcuno di essere tornato, ’perché lo hai fatto’…? Ci pensiamo noi a questa gente’…
Già…. ma i risultati non sono incoraggianti.