Carlo Biancheri
Ci siamo molte volte soffermati sui
vizi che per secoli hanno caratterizzato questa penisola ed abbiamo ricordato
quella “serva Italia… non donna di provincie ma bordello”, come la
definisce Dante, nel canto VI del Purgatorio.
Questa volta, invece, in un
soprassalto di resipiscenza dinanzi al ‘nulla’ che incombeva, è apparsa una
qualche saggezza che rannoda i fili con quel modo di essere di grandi maestri
dell’arte italiana che, comparati ai loro contemporanei d’Oltralpe, rappresentano
una visione ‘a tutto tondo’, più serena dell’esistere; pensiamo a Nicola
Pisano, a Giovanni Bellini, al Beato Angelico, a Raffaello, al Perugino, a
Piero e a quanti, quanti altri, anche in tempi recenti: valgano per tutti
Manzù, Messina, Rosai, Morandi…
Dunque il comico del ‘vinciamo
…poi’… ci fa sapere che non lo meritiamo: sì siamo pensionati ,e, udite,
udite…, siamo anche presuntuosi nella nostra vecchiaia perché
pensiamo di saperne più di lui! Lesa maestà? Anche il compare che inspiegabilmente
ha avuto il premio Nobel (per Mistero
buffo, forse? Buffo per lui…) parla di noi come di coprofili allegri:
grazie, grazie…Ma il suo non è forse un’ pensiero unico’? E poi una pletora di
fabbricanti di notizie, vere o finte non importa ,tutto fà brodo, che
discettano se il Pd abbia veramente vinto o se invece il quadro sia
rimasto sostanzialmente immutato. E’ incredibile vedere quelli che
avevano sbagliato i conti girare la frittata come spesso si fà nella Storia,
per partigianeria: i pentastellati persone a modo, ci vuole tempo…, fanno
proposte… Per associazione di idee pensiamo a quel lupo e a quell’agnello che
stava sotto a bere nel ruscello e che veniva accusato dal lupo di sporcargli
l’acqua. C’è capitato di leggere su qualche giornale l’analisi dei disegni di
legge presentati in Parlamento dai cittadini (ma lo siamo anche noi e siamo
tanti di più di quelli che partecipano al sito…, un po’ come i ‘vandeani’,
poveretti… dopo il 1789…). Dall’analisi
ci sembrano, ahimé, dilettanteschi: una studentessa parlamentare propone
che si dia il reddito di cittadinanza finanziandolo con cespiti
incapienti (le pensioni d’oro…, le multe sui giochi d’azzardo…) senza
menzionare il finanziamento della cassa integrazione in deroga…; si
mantiene anche quella? O si abolisce? Lo sanno i cassintegrati che li hanno
votati? Sull’Euro poi si propone un referendum, come vuole la donna di estrema
destra francese del cui partito fanno parte i picchiatori, che farebbero
tornare, in caso di vittoria, il paese alla situazione del dopo-guerra, cioè
alla miseria… Non ripetiamo quanto scritto sul punto e tuttavia ci fa piacere
notare che ormai tutti i professori, eccettuati i bastian contrari per
‘natura’…, confermino che l’uscita dall’Euro sarebbe un grave errore e che,
caso mai, occorre modificarne le regole di funzionamento: meglio tardi che mai!
Circola un documento di analisi del voto nelle file degli adepti della stella:
sono arrivati alla conclusione che abbiamo sostenuto in questo piccolo blog:
non si dà protesta senza proposta! Che ci abbiano letti?
Il cammino solitario del leader lo
porta ad infilare uno svarione in fila all’altro: lo sa chi è l’alleato
inglese? Un liberista selvaggio che protegge la City e le famigerate banche,
causa di tutti i mali del paese, secondo l’ex comico. Come la mettiamo?
Sentiremo i pentastellati nel Parlamento europeo propalare la de-regulation nel settore dei servizi
finanziari, malgrado la crisi? Il direttore de” Il fatto quotidiano”,
sostenitore, se non andiamo errati, del movimento, è al corrente?
Sempre nell’area della reazione
europea abbiamo visto che i separatisti italici (fautori del ducato o
dello zecchino?) fanno comunella con gli eredi di Vichy: gli immigrati da
cacciare perché vadano a pescare il pesce a casa loro (caso mai gli diamo una
canna), la moneta da distruggere come l’Europa… Non capiremo mai perché si
precipitino all’alba alla messa del papa che sostiene l’esatto contrario di
quel che dicono: che siano masochisti? Per definire la reazione ci piace
ricordare il Carducci con quel suo “asin bigio” che al fischio del treno
“rosicchiando un cardo rosso e turchino, non si scomodò”…
Il tempo che resta va utilizzato
bene ma… come?
Va sfatata la leggenda che con la
Presidenza italiana si metteranno le cose a posto: la Presidenza stabilisce
l’ordine del giorno del Consiglio ed indica le proposte normative che intende
privilegiare, ma… deve negoziare con la Commissione che ha pure delle priorità
e poi si vota sulla base delle maggioranze, calcolate per gli Stati membri con
voto ponderato. Deve anche raccordarsi con Van Rompuy e poi, qual è
l’opinione del Parlamento visto che la procedura di approvazione delle norme è
in co-decisione tra Consiglio e Parlamento? In altre parole c’è un certo potere
di orientamento (per inciso, è pronta l’Amministrazione a designare
persone capaci a presiedere i gruppi di lavoro al Consiglio europeo?) da
parte della Presidenza di turno, specie se di un grande Paese ma ci vuole il
seguito, il follow-up, cioè una
strategia chiara: la buona volontà non basta.
Sull’economia le considerazioni
finali di quest’anno del Governatore della Banca d’Italia ci sono parse
chiarissime: dopo tante chiacchere e numeri al lotto, abbiamo finalmente dati
certi e vediamo che il ritardo è dovunque: le grandi imprese, le banche, l’apparato
pubblico, il funzionamento burocratico e giudiziario che costituiscono
condizion necessaria per attrarre investimenti esteri: in un’era di
globalizzazione ogni proposta autarchica è risibile…
E allora? Non c’è tempo da perdere,
bisogna monitorare tutte le proposte del Segretario fiorentino, visto che dagli
altri gruppi politici c’è poco da attendersi, e sapere che una visione ideale,
non temiamo di parlare di ideologia, è imprescindibile perché è il faro
che orienta le scelte: se io sono persuaso di far parte di una civiltà
superiore proporrò leggi conseguenti… Questo vale sia per la riforma
costituzionale che per la legge elettorale dove non è il caso di
trasformare la politica in one man show,
ma in una vera rappresentanza dove i rappresentati possano esprimersi senza
esser prigionieri dei professionisti della politica collusi col malaffare come
avvenuto troppe volte per tanti anni.