Carlo Biancheri
Apprendiamo
dai media, ispirati ai principi della Rivoluzione francese, in chiaro quelli
massonici, che hanno, come si vede nel nostro Paese ed altrove…, così ben
meritato in oltre duecento anni…, che la libertà d’espressione, vedi di
ironia, non deve conoscere limiti quando ci sia la religione di mezzo. Guai in
Francia se si parla di vilipendio perché la religione si deve professare
segretamente a casa propria, un po’ come si mangiava nel film Il fascino
discreto della borghesia…
C’è
però il vilipendio allo Stato e da noi in Italia si possono forse insultare i
carabinieri? O il Presidente della Repubblica? Fà differenza con la religione?
Con tutto rispetto per le istituzioni di origine pattizia, in questo blog non
avvertiamo alcuna sacralità delle stesse.
Abbiamo
già detto quel che pensiamo di quanto avvenuto in Francia, tuttavia ci sembra un
caso psichiatrico rappresentare un personaggio che è al cuore di una religione,
alludendo all’apparato genitale maschile. Che senso ha? Fà ridere? chi? La
risposta è: ma io sono ateo dichiarato…; tanto piacere, ma… perché
insultare?
La
tua libertà, caro amico, finisce dove inizia la mia e le tue idee non hanno il
marchio di qualità rispetto alle mie.
Ci
sono, certo, lo abbiamo detto, i diritti fondamentali che consistono
essenzialmente nel rispetto alla vita di tutti: propria e altrui.
Ancora
una volta il papa Francesco ha ragione da vendere: perché insultare? Se si
insulta una persona, la mamma dice il papa, è reato, ma una credenza religiosa,
come sottocultura secondo Nietzsche, icona massonica, e i positivisti del secolo
scorso… , è altra cosa.
Chi
sostiene queste idee o è di parte o non sa quasi niente.