domenica 14 luglio 2019

LEGA DI CHI...?


Carlo Biancheri

È successo che è scoppiata una mina sul cammino del giovanotto da bar Sport che parla con un linguaggio scomposto, quasi fosse sottoposto a sostanze psicotrope. Nega tutto sui fatti di Mosca: non gli piacciono i processi, come abbiamo visto in precedenza, quando era stato rinviato a giudizio e i sodali della setta 5S lo hanno graziato. Certo la trappola nella quale è incorsa la Lega fà subito pensare ad interventi della CIA et similia, perché a Washington DC non basta dire che sei amico del bancarottiere Trump, c’è il ‘deep State’, come lo chiama l’attuale presidente americano, che non si fida del baldanzoso difensore dei confini (colabrodo) del paese e il Salvini non ha ancora capito che il mondo non è come l’Italia dove riesce a fare incetta di sciocchi o di vittime che gli credono. Non ci si avventura nella geopolitica quando si è alla guida di un paese di media grandezza con un governo di avventizi che hanno vinto al totocalcio per essere lì. Né si passa tranquillamente, credendo di farla franca…, da un sistema di democrazia classica e da alleanze consolidate a legami stretti con uno che si atteggia a Ivan il Terribile più che a Pietro il Grande e che considera che il futuro del mondo sarà della Demokratura, cioè la democrazia ‘guidata’, come fà lui in Russia o come fà Erdogan in Turchia, per intenderci.
L’attitudine pro-Russia della Lega non è una novità: fin dal tempo del Bossi che, da fine gentiluomo, ebbe a dichiarare, quando scoppiò la guerra dei Balcani - e Pannella prese subito una posizione contro Milosevic -, che ‘tra Milosevic e Culosevic preferiva il primo’… È stato scritto molto su questo partito e  i suoi sostenitori; quel che è certo è che l’astuzia del Bossi ha fatto sì che  radunasse i padroncini, gli artigiani poco inclini a pagare le tasse, la piccola borghesia impiegatizia, innanzi tutto; nessuna cultura, nonostante Miglio che, a nostro avviso, sosteneva teorie squilibrate, molta aggressività e parlantina  o, se vogliamo, cultura alla Borghezio, alla Calderoli… e tanto basti. Sono stati precursori della setta 5S, perché a Montecitorio, quando si riunivano tra loro, si sedevano per terra con un fiasco di vino, come nella stalla.
I diamanti, i lavori nella casa del Bossi, le università in Albania per i figli, pagate con i soldi pubblici, sono poca cosa rispetto alle negoziazioni avviate di cui abbiamo notizia oggi. L’estensione della Lega a partito nazionale fà emergere i rapporti del capo con personaggi pregiudicati, organizzatori della tifoseria della curva Sud, faccendieri da tre soldi, avvocati massoni (…) procacciatori di affari, soggetti attigui alla mafia, divenuti esponenti politici e membri leghisti del governo, condannati penalmente o indagati. Nel reclutamento, specie al Sud, non si è guardato molto per il sottile… e qualcuno dovrà pur esserne responsabile.
Ricorderete le rodomontate del capo leghista sul cambiamento dell’Europa con i suoi amici fascisti, ma le cose non sono andate come auspicava. Loro in Europa non contano nulla e purtroppo anche l’Italia, salvo che, come abbiamo scritto in tempi non sospetti, il loro ruolo sia quello dello sfascista… per conto terzi. Prima gli italiani, certo!
La novità è la difesa della tradizione e della famiglia, ma sempre in modo sgangherato. La Ministra della famiglia che ha sostituito il Fontana che dovrebbe stare a Bruxelles 24 ore su 24… (!) - non si capisce bene a fare che cosa, giacché il suo ministero, a meno che non gli vengano attribuite deleghe sul mercato interno, si occupa principalmente di recepimenti e di infrazioni alla normativa comunitaria… -condivide le idee del convegno di Verona sulla famiglia e, quindi, capiamo noi, dovrebbe essere molto tradizionale se non tradizionalista… Tuttavia, al giuramento al Quirinale, ha sfoggiato un bel tatuaggio sul braccio che ha un significato di disordine, quantomeno per l’ambiente a cui lei si richiama, quasi da figlia dei fiori, cioè Woodstock, per intenderci. Si spiega così che la cattolicissima neo-Ministra da assessore a Como multasse i senzatetto che chiedevano l’elemosina: oggi si legge la parabola del buon Samaritano e la sintesi catto-cattivista della giovine che si tatua ci sembra un gran pasticcio.
Ma il governo va avanti, tranquilli, perché chi se ne frega del paese immobile, con  poche leggi demagogiche approvate che hanno cercato solo di far volare gli stracci, o  quelle da approvare di rilevanza costituzionale che squilibreranno il sistema  rappresentativo, unitamente a  condoni edilizi e fiscali, all’assunzione dei duecentomila bidelli, ai provvedimenti finanziati a debito, alle crisi industriali gestite in modo dilettantesco e, come si fà in tutte le dittature, con le tv e le radio di regime che decantano le meraviglie compiute da questo governo. Se lasciano, non tornano e cercano, restando, di ricavarne il più possibile.
Il rifiuto di rispondere da parte del Salvini a fatti rilevanti di un personaggio, più personaggi, molti personaggi, sempre presenti con lui da anni in eventi di rilievo istituzionale è grave e pone il quesito da chi sia composta la Lega: Lega di chi…?