giovedì 19 dicembre 2013

IL PARADIGMA DELLA COSTA CONCORDIA Carlo Biancheri

Per moltissimi anni lo sport principale degli italiani è stato quello dell’autodenigrazione; malgrado i problemi, tuttora irrisolti, che abbiamo denunciato ripetutamente su questo blog ,il paese, la gente erano migliori delle descrizioni fornite. Sembra che la crisi grave che stiamo vivendo abbia fatto saltare tutto questo e che ci sia una generazione di giovani, cresciuta con le nuove tecnologie che sembra del tutto disarmata dinanzi ad un approfondimento culturale e tecnico serio e, quindi, priva di una visione complessiva, di un quadro di valori in grado di guidare la nave, senza farle fare la fine della Costa Concordia. I mezzi d’informazione sono responsabili, come i politici e gli imprenditori, del resto, di un abbassamento complessivo dell’analisi, del confronto. Abbiamo assistito su La 7 ad un dibattito increscioso col Direttore Generale dell’Associazione bancaria italiana dove il conduttore, Formigli crediamo si chiami…, voleva soltanto che il suddetto si scusasse, a nome delle banche, per il comportamento da loro tenuto nel corso della crisi. Ci sono molti validi argomenti di critica per il comportamento di svariate banche italiane e forsanco del sistema, ma bisogna sapere di che si parla. Sebbene Sabatini spiegasse che la banca è un’impresa che raccoglie (depositi, emissioni obbligazionarie ecc…) e presta soldi lucrando una commissione e che quindi se non presta più chiude (va detto che le banche in realtà invece di fare il loro mestiere spesso parcheggiano la liquidità in investimenti redditizi per loro, che non aiutano l’economia…, come i depositi presso la BCE), la reazione è stata quella di descrivere le banche come demoni. Va anche detto che le banche non sono enti caritativi, ma come le imprese cercano il profitto e ciò ne consente la sussistenza. Questo è l’abc della questione eppure nel dibattito-corrida si sono sentiti insulti da querela, grida, sciocchezze, gente che credeva di sapere per aver scritto un libercolo trasformando il tutto in una partita tra tifosi/teppisti. Pensate che l’arbitro/moderatore sia intervenuto per ristabilire un po’ di chiarezza per il povero ascoltatore? Al contrario, si è lanciato anche lui nell’agone come parte in causa, trattando temi che si capiva gli fossero del tutto ignoti come i ‘prodotti derivati’: un male in sé, colpa delle banche. Ma non hanno per caso alcuni di questi strumenti funzione di copertura? Che cosa ne avrà ricavato lo spettatore? La gentile Sig.ra Gruber si ostina ad invitare una professoressa nella sua trasmissione che confonde le pere con le mele. Può una sig.ra che si definisce economista esser esperta, nel contempo, di profili lavoristici e di offerte pubbliche di acquisto, materia complessissima di diritto societario e di borsa? No, all’evidenza e infatti gli interventi sono infarciti di strafalcioni, declamati con sicumera, degna di miglior causa. Il giornalista Muchetti, ora deputato Pd e presidente di Commissione alla Camera, ha cercato di farglielo rilevare, ma nulla da fare: fin de non recevoir, si dice in francese. Che fa la Gruber? Nulla,naturalmente… E quale succo ne possono aver ricavato gli ascoltatori non esperti? Nell’informazione ciò che conta è la mossa ad effetto non l’approfondimento e, successivamente, il giudizio informato. Non poca parte ha avuto un’informazione cretina nel far pressione sul Governo perché quest’ultimo ritirasse un emendamento che avrebbe probabilmente riportato la Consob a svolgere meglio i suoi compiti: si trattava di far tornare a cinque il numero dei Commsissari, come è da sempre il caso della SEC americana. Un improvvido provvedimento del Monti, con la scusa del risparmio li aveva portati a tre… Ma… la Consob è finanziata dallo Stato in modo residuale e solo perché svolge compiti di interesse generale, in particolare nel combattere insider trading e aggiotaggio, ma anche nel cercare di assicurare la trasparenza dell’informazione, il corretto comportamento dei prestatori di servizi d’investimento. Quindi il risparmio economico non c’entra un fico secco; invece, rimanendo com’è adesso, l’organo di controllo non è più veramente collegiale (attualmente sono in due!), il che è grave per la delicatezza dei compiti che la legge gli assegna. Non va meglio per i politici. I giovanotti e signorine di Renzi, anche se parlano con speditezza, rivelano spesso un giudizio acerbo: la ponderazione si acquisisce con la maturità, ahimé… il che non vuole affatto preferire la gerontocrazia, ma auspicare che si parli con la consapevolezza della complessità dei problemi. Ciò che conta non è vincere il confronto, ma risolvere le questioni. Il regno dell’effimero porta la Costa Concordia a sbattere contro uno scoglio, provocando una tragedia, lo stesso avviene in politica.