Carlo Biancheri
Così Churchill dopo la seconda guerra mondiale.
Si parva licet, quel che vediamo accadere adesso in questo povero paese è l'esito di quanto avvenuto almeno negli ultimi venti o trent'anni.
Un economista serio spiegherà tutti i fattori che hanno portato alla degenerazione attuale: nuove tecnologie, ripartizione del lavoro a livello internazionale, inefficienza strutturale del paese: scarsi investimenti nella ricerca, nelle infrastrutture, livello di educazione mediocre, pubblica amministrazione autoreferenziale e, spesso, fatiscente, assenza di controlli e di sanzioni efficaci, inefficienza della giustizia, pletora di leggi male attuate, corruzione sistematica, regionalismo che ha ottenuto l'effetto contrario di quel che si prefiggeva (tanti piccoli statarelli, forieri di illeciti, con ambizioni internazionali (...) Bruxelles inclusa!), ingessamento del lavoro, ostacoli alla libertà d'iniziativa, sindacati custodi dell'esistente (cioè apparati mastodontici, portatori di interessi in voga negli anni 60 e 70 del secolo scorso), capitalismo di relazione..., impresa individuale legibus soluta..., informazione di basso livello della pubblica opinione perché, normalmente, prodotta da soggetti impreparati o asserviti...
L'economista in questione trascurerà, forse, un fattore che, "a nostro debol parere", ha un peso non indifferente: la scarsa disponibilità al sacrificio, la volontà di affermare il proprio io come totalizzante, una sorta di ideologia del tipo: "a me tutti i diritti e... i doveri che reputo congrui...".
Ricordate lo slogan delle femministe: "l'utero è mio e me lo gestisco io?" Un proclama che non ha tenuto in alcun conto la collettività; il comportamento individuale è quello di una monade leibniziana e lo stesso vale per il diritto alla droga, al sesso sganciato da un contesto umano, cioè il piacere a tutti i costi.
Aristotele, diversamente da Platone, dove il bene (agathòn) è al di fuori dell'individuo e ciascuno deve essere soddisfatto della parte che gli è data, da ciò la delega e la Repubblica degli ottimati..., fa coincidere l'ìdion, l'interesse personale, con il sunòn, cioè il 'comune' che è sì più alto dell'ìdion ma non gli è estrinseco...
Noi però viviamo in un'epoca di sofisti dove ciò che conta è il solo interesse personale, l'ìdion, la performance individuale...
E' detto molto bene nel paragrafo 122 dell'Enciclica Laudato si', a proposito del relativismo pratico: "Quando l'essere umano pone sé stesso al centro finisce col dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti e tutto il resto diventa relativo... tutto diventa irrilevante se non serve i propri interessi immediati."
Come pensare ad uno sviluppo? Quali le priorità come si chiedeva un De Gasperi, a suo tempo?
E' indubbio che il mare di leggi fatte con i piedi dai referendari delle Camere e da parlamentari incompetenti e cooptati sono per la gran parte inapplicabili o stravolte da giudici che vogliono a tutti costi trovare il loro momento di gloria: adesso ti faccio vedere io di cosa sono capace...
I posti di rilievo sono occupati, per lo più, da persone che non eccellono nell'ambito che sono chiamati a trattare; un piccolo esempio: un politico, esperto di contabilità dello Stato o una professoressa di diritto commerciale possono ricoprire un compito complesso come quello di presidente o commissario della Consob che si occupa, soprattutto, di diritto dei valori mobiliari e di servizi finanziari? E quanti, quanti altri casi del genere? Bisogna riformare le istituzioni: certo, ma non in qualsiasi modo... perché ciò che rileva è il contenuto del cambiamento, non cambiare per cambiare...
Ogni settore richiede una specializzazione, a meno che uno sia disposto a farsi operare da chi faceva il macellaio fino al giorno prima... Ogni opinione è messa sullo stesso piano grazie alla panzana che ci propalano che la verità è dialettica, a prescindere da quel che si dice.... e, infatti, ci ricordiamo di quel tale dei 5 stelle che voleva capire le ragioni dell'Isis... Perché non di Hitler, dovremmo chiedere ai fabbricanti di notizie che si impancano a sapienti? E perché ci si ferma sempre, come retaggio della tradizione romana, alla definizione di una norma e non si cura mai la sua applicazione? Esistono controlli in questo paese? A giudicare dagli scandali a ripetizione a tutti i livelli, inclusi quelli comunali e regionali, non parrebbe... Siccome non vi sono controlli nessuno paga e nessuno è responsabile... Succede un cataclisma? Gli ingegneri deputati alla vigilanza del territorio sovente ammettono che non sanno di chi fossero le competenze...: si aspetta l'intervento supremo della magistratura, a babbo morto... Sembra che chi eserciti una funzione pubblica, in molti casi, si guardi bene dall'assumersi responsabilità.
I trasporti locali, le ferrovie, gli aeroporti e i porti funzionano male? Ci sarà qualcuno responsabile? Le concessionarie pubbliche non fanno investimenti come da atto di concessione? Chi lo verifica? Ci sono le buche nelle strade? A Roma la procura ha aperto un fascicolo solo a seguito dell'impressionante numero di incidenti... provocati dalle buche. E gli ospedali? E il fisco? E la scuola, al cui riguardo si sbandiera come una grande riforma l'immettere in ruolo il personale, compresi i vincitori di pubblici concorsi banditi dallo Stato, per troppo tempo (volutamente!) dimenticati? Ecc., ecc.
Cos'è che non va? Siamo costretti a correr dietro agli annunci ad effetto dell'attor giovine e di suoi ministri sempre soddisfatti del loro operato... o di un'opposizione che sa solo sbraitare sciocchezze.
Galantino ha ragione da vendere se afferma che la classe politica è un giro di cooptati, specie di certe fratellanze aggiungiamo noi..., inefficienti e poco capaci. Le sue prese di posizione e le sue parole rappresentano l'esercizio della profezia in senso biblico, cioè il diritto/dovere di dire la verità, di distinguere il giusto dall'ingiusto. Questa naturalmente è una prospettiva troppo alta, estranea alle ristrette ed autoreferenziali visioni dei nostri politici, che si contrappongono a Galantino con la miopia delle loro abituali, inutili, diatribe, come i cosiddetti cattolici adulti, cioè quelli del fai da te: questo lo accetto e questo no... Di conseguenza... apriti cielo: un diluvio di critiche da chi sa come va il mondo... e, ne vediamo gli esiti! Ci viene poi presentato come maestro di teologia e di cultura politica il segretario del bar Sport che farebbe impallidire il barone di Munchausen con le sue sparate e insulsaggini. Una per tutte: si definisce cattolico e peccatore e questo gli dà diritto di predicare il suo 'dover essere' al mondo cattolico; è peccatore e contento di esserlo, non contrito! La dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà umana sono corollari del messaggio evangelico che suppone un'antropologia corretta.
Nell'Ottocento la Chiesa italiana si è opposta ai massoni che hanno costruito uno Stato unitario il cui funzionamento è sotto gli occhi di tutti..., poi c'è stato il regime concordatario e ora tira il vento, nuovamente, di libera Chiesa in libero Stato, in altri termini nessun sostegno per una parte rilevante di cittadini che vuol vivere secondo propri ideali, compatibili con la Costituzione che sancisce la libertà religiosa e di culto come diritto fondamentale... Inoltre bisogna considerare che "libera Chiesa in libero Stato" si traduce di fatto in cesaropapismo, perché è lo Stato che determina i confini di quel che la Chiesa può dire...
Il papa ha ragione a sostenere che una società che non si preoccupi di far sì che ognuno possa avere un lavoro dignitoso non ha futuro e allora, invece, di fare programmi mirabolanti cominciamo da subito a capire che abbiamo un destino comune e che la legalità è un bene che interessa tutti e chi ha di più, più deve dare... Di qui nasce la questione della giustizia distributiva che comporta rinunce per qualcuno a ingiustificati privilegi, la lotta seria all'evasione fiscale e ad altre situazioni indebite, per dare a tutti la possibilità di una vita accettabile, grazie anche ad un welfare compatibile con le risorse. Ma i cattolici in politica sono dei solisti, anzi adulti...
L'economista in questione trascurerà, forse, un fattore che, "a nostro debol parere", ha un peso non indifferente: la scarsa disponibilità al sacrificio, la volontà di affermare il proprio io come totalizzante, una sorta di ideologia del tipo: "a me tutti i diritti e... i doveri che reputo congrui...".
Ricordate lo slogan delle femministe: "l'utero è mio e me lo gestisco io?" Un proclama che non ha tenuto in alcun conto la collettività; il comportamento individuale è quello di una monade leibniziana e lo stesso vale per il diritto alla droga, al sesso sganciato da un contesto umano, cioè il piacere a tutti i costi.
Aristotele, diversamente da Platone, dove il bene (agathòn) è al di fuori dell'individuo e ciascuno deve essere soddisfatto della parte che gli è data, da ciò la delega e la Repubblica degli ottimati..., fa coincidere l'ìdion, l'interesse personale, con il sunòn, cioè il 'comune' che è sì più alto dell'ìdion ma non gli è estrinseco...
Noi però viviamo in un'epoca di sofisti dove ciò che conta è il solo interesse personale, l'ìdion, la performance individuale...
E' detto molto bene nel paragrafo 122 dell'Enciclica Laudato si', a proposito del relativismo pratico: "Quando l'essere umano pone sé stesso al centro finisce col dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti e tutto il resto diventa relativo... tutto diventa irrilevante se non serve i propri interessi immediati."
Come pensare ad uno sviluppo? Quali le priorità come si chiedeva un De Gasperi, a suo tempo?
E' indubbio che il mare di leggi fatte con i piedi dai referendari delle Camere e da parlamentari incompetenti e cooptati sono per la gran parte inapplicabili o stravolte da giudici che vogliono a tutti costi trovare il loro momento di gloria: adesso ti faccio vedere io di cosa sono capace...
I posti di rilievo sono occupati, per lo più, da persone che non eccellono nell'ambito che sono chiamati a trattare; un piccolo esempio: un politico, esperto di contabilità dello Stato o una professoressa di diritto commerciale possono ricoprire un compito complesso come quello di presidente o commissario della Consob che si occupa, soprattutto, di diritto dei valori mobiliari e di servizi finanziari? E quanti, quanti altri casi del genere? Bisogna riformare le istituzioni: certo, ma non in qualsiasi modo... perché ciò che rileva è il contenuto del cambiamento, non cambiare per cambiare...
Ogni settore richiede una specializzazione, a meno che uno sia disposto a farsi operare da chi faceva il macellaio fino al giorno prima... Ogni opinione è messa sullo stesso piano grazie alla panzana che ci propalano che la verità è dialettica, a prescindere da quel che si dice.... e, infatti, ci ricordiamo di quel tale dei 5 stelle che voleva capire le ragioni dell'Isis... Perché non di Hitler, dovremmo chiedere ai fabbricanti di notizie che si impancano a sapienti? E perché ci si ferma sempre, come retaggio della tradizione romana, alla definizione di una norma e non si cura mai la sua applicazione? Esistono controlli in questo paese? A giudicare dagli scandali a ripetizione a tutti i livelli, inclusi quelli comunali e regionali, non parrebbe... Siccome non vi sono controlli nessuno paga e nessuno è responsabile... Succede un cataclisma? Gli ingegneri deputati alla vigilanza del territorio sovente ammettono che non sanno di chi fossero le competenze...: si aspetta l'intervento supremo della magistratura, a babbo morto... Sembra che chi eserciti una funzione pubblica, in molti casi, si guardi bene dall'assumersi responsabilità.
I trasporti locali, le ferrovie, gli aeroporti e i porti funzionano male? Ci sarà qualcuno responsabile? Le concessionarie pubbliche non fanno investimenti come da atto di concessione? Chi lo verifica? Ci sono le buche nelle strade? A Roma la procura ha aperto un fascicolo solo a seguito dell'impressionante numero di incidenti... provocati dalle buche. E gli ospedali? E il fisco? E la scuola, al cui riguardo si sbandiera come una grande riforma l'immettere in ruolo il personale, compresi i vincitori di pubblici concorsi banditi dallo Stato, per troppo tempo (volutamente!) dimenticati? Ecc., ecc.
Cos'è che non va? Siamo costretti a correr dietro agli annunci ad effetto dell'attor giovine e di suoi ministri sempre soddisfatti del loro operato... o di un'opposizione che sa solo sbraitare sciocchezze.
Galantino ha ragione da vendere se afferma che la classe politica è un giro di cooptati, specie di certe fratellanze aggiungiamo noi..., inefficienti e poco capaci. Le sue prese di posizione e le sue parole rappresentano l'esercizio della profezia in senso biblico, cioè il diritto/dovere di dire la verità, di distinguere il giusto dall'ingiusto. Questa naturalmente è una prospettiva troppo alta, estranea alle ristrette ed autoreferenziali visioni dei nostri politici, che si contrappongono a Galantino con la miopia delle loro abituali, inutili, diatribe, come i cosiddetti cattolici adulti, cioè quelli del fai da te: questo lo accetto e questo no... Di conseguenza... apriti cielo: un diluvio di critiche da chi sa come va il mondo... e, ne vediamo gli esiti! Ci viene poi presentato come maestro di teologia e di cultura politica il segretario del bar Sport che farebbe impallidire il barone di Munchausen con le sue sparate e insulsaggini. Una per tutte: si definisce cattolico e peccatore e questo gli dà diritto di predicare il suo 'dover essere' al mondo cattolico; è peccatore e contento di esserlo, non contrito! La dottrina sociale della Chiesa, la solidarietà umana sono corollari del messaggio evangelico che suppone un'antropologia corretta.
Nell'Ottocento la Chiesa italiana si è opposta ai massoni che hanno costruito uno Stato unitario il cui funzionamento è sotto gli occhi di tutti..., poi c'è stato il regime concordatario e ora tira il vento, nuovamente, di libera Chiesa in libero Stato, in altri termini nessun sostegno per una parte rilevante di cittadini che vuol vivere secondo propri ideali, compatibili con la Costituzione che sancisce la libertà religiosa e di culto come diritto fondamentale... Inoltre bisogna considerare che "libera Chiesa in libero Stato" si traduce di fatto in cesaropapismo, perché è lo Stato che determina i confini di quel che la Chiesa può dire...
Il papa ha ragione a sostenere che una società che non si preoccupi di far sì che ognuno possa avere un lavoro dignitoso non ha futuro e allora, invece, di fare programmi mirabolanti cominciamo da subito a capire che abbiamo un destino comune e che la legalità è un bene che interessa tutti e chi ha di più, più deve dare... Di qui nasce la questione della giustizia distributiva che comporta rinunce per qualcuno a ingiustificati privilegi, la lotta seria all'evasione fiscale e ad altre situazioni indebite, per dare a tutti la possibilità di una vita accettabile, grazie anche ad un welfare compatibile con le risorse. Ma i cattolici in politica sono dei solisti, anzi adulti...