Carlo Biancheri
Presieduto dall’avvocato Nessuno,
che viaggia su un carro come un vaso di coccio tra vasi di ferro di manzoniana
memoria, il “governo del cambiamento” si compone di un ministro dell’interno
che col suo bel faccione compare ogni istante su EIAR/Rai per dirci in modo
aggraziato quel che farà: il barone di Munchausen, a cavalcioni sulla palla di
cannone per intenderci, gli fà un baffo, come si suol dire. Taglierà i cinque
miliardi destinati agli immigrati per destinare queste risorse altrove e qui la
prima balla da ‘amico del bar del Giambellino’: i miliardi sono di provenienza
UE e non si possono destinare ad altri fini, come dire non li danno, chiaro il
concetto? Abbiamo raddoppiato con Tria al Mef, perché sostiene le stesse cose di
Savona, dichiara… In effetti l’economista Tria è laureato in giurisprudenza…
poi è stato alla Scuola superiore che non è propriamente l’ENA francese… ha
subito tranquillizzato i mercati dicendo che nessuno vuole uscire dall’Euro e
tuttavia lo spread sui BTP italiani, con il governo
Gentiloni, era mediamente sui 120 punti e anche meno, mentre adesso
è di 220 e questo significa che i mercati finanziari, che fanno analisi in
continuazione per valutare i rischi, attendono di vedere che cosa verrà
realizzato del meraviglioso contratto del cambiamento. Se il programma verrà
attuato, l’uscita dall’Euro sarà a calcioni da parte degli altri partners europei
e non serviranno i pugni sul tavolo che intenderà sbattere l’ottuagenario
Savona a Bruxelles, membro di un Consiglio dei ministri europei dove si
discuterà soprattutto di recepimento della legislazione comunitaria, delle
procedure di infrazione, di policies molto generali, ma non certo di
scenari macroeconomici…: non è la sede per modificare le regole dell’Euro,
anche se qualche suggerimento al giurista del Mef verrà propinato.
Siamo contro la modifica del
Trattato di Dublino, proposta dalla Commissione europea, rende noto il politico
da bar del Giambellino… ma qual è l’alternativa? Tenerci Dublino, così com’è?
Oppure pensa di convincere con interrogatori del tipo di quelli di Guantanamo o
del KGB, di moda adesso, gli altri ministri europei a cambiare opinione?
Di Maio, forte dei due anni di
frequenza della facoltà di giurisprudenza, porterà un valore aggiunto al
superministero del Lavoro ed attività produttive che va a presiedere: creerà
lavoro, afferma… e se avesse letto i Promessi sposi avrebbe aggiunto:
sì, sì pane per tutti a buon mercato! Risolverà le crisi aziendali (cominciamo
con l’ILVA?) e renderà sicuri i posti di lavoro. Ricalcolerà le pensioni in
base al metodo contributivo, novello Robespierre in ragione della retroattività
della legge, anche se il sistema è stato introdotto solo negli anni Novanta,
poco dopo la sua nascita; disgraziatamente, sono ancora in vita – che voglia
sopprimerli?- quelli che hanno iniziato a lavorare negli anni ’60 e ’70: che
fare per il periodo precedente? Consigliamo di pensare prima di parlare.
Il nuovo ministro della giustizia è
certo che secondo la Costituzione la certezza della pena, cioè il carcere per
lui, sia il miglior modo per tendere alla rieducazione del condannato e,
quindi, si costruiranno nuovi carceri con tanti saluti alla riforma Orlando,
voluta dagli avvocati penalisti, da chi subisce la pena, dagli operatori di
giustizia e da chi, memore di Beccaria, non ha smarrito del tutto un briciolo
di umanità.
Poi abbiamo un ministro dei rapporti
con il Parlamento e per la democrazia diretta. Ricordate il sistema Rousseau,
personaggio diventato matto per intenderci? Bene il sistema che
eterodirige il partito/movimento leninista, dove gli eletti non possono
neppure formulare un’interrogazione senza bollinatura, per non parlare
delle dichiarazioni…, farà le sue valutazioni delle proposte di legge…, una
consultazione strisciante on line. Pensate che l’Italia sia equiparabile
ai cantoni svizzeri? Ebbene sì, d’ora innanzi.
Al Ministero degli Esteri siede il
più stretto collaboratore di Monti, l’odiato Monti (…), suo capo di gabinetto
quando era Commissario europeo al mercato interno: sostanzialmente un
esecutore, un funzionario, non un policy maker. Aveva forse posizioni
contrarie quando si negoziò il Trattato di Maastricht? Oppure si opponeva
alla liberalizzazione selvaggia che sosteneva il Commissario amico della City
di Londra, specie in materia di servizi di investimento, dove non venne posta
alcuna tutela per prevenire le frodi che generarono la crisi finanziaria
negli anni successivi? Solo sulla concorrenza Monti prese decisioni di qualche
rilievo… Non crediamo che basti esser conosciuto a Bruxelles per proporre
una policy… e poi quale policy?
Alla difesa c’è una signora con problemi
di conflitto di interessi, per caso? Mentre alla Sanità un’altra signora che
non crede all’efficacia dei vaccini.
Alla pubblica istruzione il
professore di attività motorie, cioè di ginnastica per i profani.
Fin qui sarebbe una farsa e pensiamo
che il Presidente della Repubblica, invece di concedere tre mesi ai comprimari
che hanno, a loro dire, così ben lavorato, avrebbe fatto meglio a dare subito
l’incarico al presidente di una delle due Camere per chiarire il quadro
politico.
Resta il problema del paese in mano
a questi.
Se il programma verrà attuato, anche
in parte soltanto, l’Europa, come già hanno prefigurato i tedeschi, si dividerà
tra quelli che ci stanno ad andare avanti verso l’integrazione e quelli che
invece vogliono la sovranità nazionale: noi saremo di questa seconda fascia e
saremo sbattuti dalle onde, perché, ad oltre centocinquant’anni
dall’unificazione, lo Stato è ancora debolissimo, non riesce a riformarsi, a
combattere il malaffare e l’evasione fiscale, ad avere una giustizia efficace e
giusta.
L’informazione sarà manipolata,
inclusa quella pubblica che paghiamo tutti, più di quel che sia adesso: avremo
una sorta di EIAR con qualche emittente privata controcorrente.
Il governo sarà soprattutto ‘narrazione’,
come l’esperienza di Roma dimostra, dove non vengono neppure assicurati i
servizi essenziali, e, se vi saranno problemi, si cercheranno diversivi e si
darà la colpa a chi li ha preceduti.
La presa del potere da parte delle
camicie brune hitleriane aveva come metodo quello di una serie di interventi
convergenti nelle discussioni politiche, l’attacco alla persona, la diffusione
di slogans, ripetuti in modo ossessivo, come nelle sette, stile
Scientology…Non sentite al mercato, nelle strade parlare continuamente di
‘popolo’?
Ci opporremo, per quanto possiamo, a
tornare ai tempi di: Duce, conduci!