Cosa ne pensi
dell’affaire Renzi-Visco?
Bruno
Esposito
Grazie
per la domanda.
La
difesa di Visco da parte della maggior parte dei giornali dell’establishment
e di personalità così diverse, da Prodi a Napolitano, a
Dini e
a Monti e
di buona parte del Pd, la dice lunga sulla solidarietà della “fraternità”,
diciamo così…, e sulla sensibilità per certi centri di potere intoccabili. La
Banca d’Italia deve esser autonoma, secondo i principi internazionali adottati
dal FMI, non solo perché fà parte di una rete di banche centrali che esercitano
anche la funzione di controllo sul sistema bancario e lo regolamentano e,
peraltro, siedono nel Consiglio della BCE, ma perché se dipende dal potere
politico non può esercitare le proprie funzioni in modo indipendente. Ciò non
significa che qualsiasi sprovveduto possa farne il presidente (già governatore).
Visco, proveniente dall’ufficio studi, poi per lungo tempo distaccato all’OCSE,
non è certo un esperto di vigilanza o di regolamentazione e
si è dimostrato un
governatore senza bussola; soprattutto non ha messo mano alla supponenza,
all’autoreferenzialità degli uffici che spesso fanno valutazioni profondamente
errate, è
parso
timido con i forti ed imprudente con i “ladri di polli”. Far parte di un
club non deve esser la garanzia di impunità quando si è inadeguati;
purtroppo in questo paese è andata così fin dall’unità d’Italia, con qualche
breve parentesi come quella di De Gasperi, dove nessuno paga. Pensate un po’
alla valanga di soldi pubblici buttati per coprire le perdite dell’IRI, ogni
anno, per decenni… con i boiardi di Stato che ci sono tuttora ed infatti si
manifestano in caso di attacco. Visco va sostituito eccome, perché la vigilanza
è stata carente, intempestiva e squilibrata, in certi casi, nella
valutazione
dei
crediti in sofferenza, imponendo requisiti patrimoniali che hanno determinato
il commissariamento;
sul piano internazionale, è caduto dal pero quando a Bruxelles hanno approvato
una direttiva sul bail-in che penalizza solo gli italiani nel
coinvolgimento dei depositanti. Soprattutto in
Italia, infatti, si lasciano somme rilevanti in conto corrente
senza investirle…
Forse i depositanti, prima di aprire un conto corrente, dovrebbero mettersi a
valutare la rischiosità della banca come si fà quando si acquista un’azione che
è capitale di rischio? Questo è un errore concettuale gravissimo, sufficiente
per dargli il ben servito per non essersi opposto efficacemente alla direttiva.
Ciò detto, Renzi sbaglia anche quando ha ragione, perché è irritante nei modi
come superbone, il personaggio dei fumetti che forse ha letto troppo in
gioventù a Rignano.
Carlo Biancheri