martedì 5 febbraio 2019

UN GOVERNO MADURISTA

Carlo Biancheri

L’Italia ha bloccato ripetutamente una risoluzione approvata da tutti gli altri Stati membri della UE sulla situazione venezuelana per non danneggiare il compagno Maduro che ringrazia Roma insieme al compagno Putin, a Erdogan, il democratico turco, e agli ayatollah di Teheran. Uno schieramento inedito che non si era mai verificato. Ormai la politica estera è condotta dal Dibba, il Che Guevara all’amatriciana, da un tal Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, famoso per le castronerie espresse in ambito internazionale. L’isolamento del paese è visibile e la Spagna con Sanchez che, seguendo la tradizione (da Aznàr in poi) della politica spagnola di scalzare il peso di Roma nella UE, propone che se non si riesce ad approvare un documento di politica estera all’unanimità lo firmino tutti gli altri, rendendo visibile la solitudine italiana, in pratica fuori dalla UE. I belati di Mattarella lasciano il tempo che trovano: non ha fermato un governo di spregiudicati, non votato dagli italiani, e, adesso, queste sono le conseguenze. Lo fanno, dicono loro, per evitare la guerra civile: certamente! Avrebbero fatto lo stesso con Hitler o con Stalin? Salvini si agita tanto, ma non ha affatto impedito che il passacarte Moavero votasse contro ogni critica a Maduro al tavolo europeo: qualche connection col tovarich Putin? Oppure una virata in vista del viaggio negli USA? Sembra una costante la sua: è capacissimo a fare un quarantotto, ma non è mai conseguente, perché segue i 5S. Vedremo sulla TAV e, tuttavia, la sceneggiata -la parte in commedia è sempre la stessa ed è venuta a noia…- non sortisce effetti apprezzabili. 
Il Toninelli si permette di dire ‘chi se frega di andare a Lione’, perché nella sua povera testa il mondo finisce, evidentemente, a Cremona. Provocatore come il ragazzetto di cui abbiamo perso il conto delle frottole che ci propina, oltre alle sciocchezze che dice non ha capito cosa sia il diritto europeo per cui se la Commissione chiede indietro i soldi se li prende dal nostro contributo o dai fondi che ci sospende, non c’entra affatto la sovranità, Toninelli, abbiamo già rinunciato a parte della sovranità in forza dei Trattati europei: impara qualcosa! Non sa neppure che le sentenze della Corte di Giustizia europea sono applicabili nel diritto interno per cui in caso di condanna del paese… ma sono problemi che non lo sfiorano perché ricopre un ruolo troppo complesso per la sua preparazione.
La commedia delle liti – ricordano i ladri di Pisa: di giorno fanno finta di litigare e di notte vanno a rubare assieme…- non dura tanto perché  quel che unisce i disgraziati che hanno portato l’Italia in recessione e che hanno firmato cambiali stratosferiche con le clausole di salvaguardia (ventitré miliardi a fine 2019 e poi altrettanti l’anno dopo, altrimenti aumenta l’IVA…), che hanno scoraggiato la ricerca del lavoro col reddito di cittadinanza, superiore al salario, che hanno reso il sistema pensionistico, finanziato dai tagli ai pensionati, insostenibile, specie per un paese che invecchia e decresce, che hanno scoraggiato gli investimenti, nazionali ed esteri, perché hanno messo in forse la certezza del diritto con leggi arbitrarie e retroattive, senza un disegno coerente, che intendono distruggere la democrazia rappresentativa con le leggi di iniziativa popolare, che vogliono centralizzare le decisioni indebolendo lo Stato di diritto e favorendo, con l’autonomia, la secessione delle regioni ricche del Nord a scapito di quelle povere del Sud! Un capolavoro, no?
E noi dovremmo partecipare alla festa?
O presepe nun me piace, recitava il grande Eduardo: ma erano altri tempi.