Carlo Biancheri
L’Italia ha bloccato ripetutamente una
risoluzione approvata da tutti gli altri Stati membri della UE sulla situazione
venezuelana per non danneggiare il compagno Maduro che ringrazia Roma insieme
al compagno Putin, a Erdogan, il democratico turco, e agli ayatollah di
Teheran. Uno schieramento inedito che non si era mai verificato. Ormai la
politica estera è condotta dal Dibba, il Che Guevara all’amatriciana, da un tal
Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, famoso per le castronerie
espresse in ambito internazionale. L’isolamento del paese è visibile e la
Spagna con Sanchez che, seguendo la tradizione (da Aznàr in poi) della politica
spagnola di scalzare il peso di Roma nella UE, propone che se non si riesce ad
approvare un documento di politica estera all’unanimità lo firmino tutti gli
altri, rendendo visibile la solitudine italiana, in pratica fuori dalla UE. I
belati di Mattarella lasciano il tempo che trovano: non ha fermato un governo
di spregiudicati, non votato dagli italiani, e, adesso, queste sono le
conseguenze. Lo fanno, dicono loro, per evitare la guerra civile: certamente!
Avrebbero fatto lo stesso con Hitler o con Stalin? Salvini si agita tanto, ma
non ha affatto impedito che il passacarte Moavero votasse contro ogni critica a
Maduro al tavolo europeo: qualche connection col tovarich Putin?
Oppure una virata in vista del viaggio negli USA? Sembra una costante la sua: è
capacissimo a fare un quarantotto, ma non è mai conseguente, perché segue i 5S.
Vedremo sulla TAV e, tuttavia, la sceneggiata -la parte in commedia è sempre la
stessa ed è venuta a noia…- non sortisce effetti apprezzabili.
Il Toninelli si permette di dire ‘chi se frega di
andare a Lione’, perché nella sua povera testa il mondo finisce, evidentemente,
a Cremona. Provocatore come il ragazzetto di cui abbiamo perso il conto delle
frottole che ci propina, oltre alle sciocchezze che dice non ha capito cosa sia
il diritto europeo per cui se la Commissione chiede indietro i soldi se li
prende dal nostro contributo o dai fondi che ci sospende, non c’entra affatto
la sovranità, Toninelli, abbiamo già rinunciato a parte della sovranità in
forza dei Trattati europei: impara qualcosa! Non sa neppure che le sentenze
della Corte di Giustizia europea sono applicabili nel diritto interno per cui
in caso di condanna del paese… ma sono problemi che non lo sfiorano perché
ricopre un ruolo troppo complesso per la sua preparazione.
La commedia delle liti – ricordano i ladri di Pisa: di
giorno fanno finta di litigare e di notte vanno a rubare assieme…- non dura
tanto perché quel che unisce i disgraziati che hanno portato l’Italia in
recessione e che hanno firmato cambiali stratosferiche con le clausole di
salvaguardia (ventitré miliardi a fine 2019 e poi altrettanti l’anno dopo,
altrimenti aumenta l’IVA…), che hanno scoraggiato la ricerca del lavoro col
reddito di cittadinanza, superiore al salario, che hanno reso il sistema
pensionistico, finanziato dai tagli ai pensionati, insostenibile, specie per un
paese che invecchia e decresce, che hanno scoraggiato gli investimenti, nazionali
ed esteri, perché hanno messo in forse la certezza del diritto con leggi
arbitrarie e retroattive, senza un disegno coerente, che intendono distruggere
la democrazia rappresentativa con le leggi di iniziativa popolare, che vogliono
centralizzare le decisioni indebolendo lo Stato di diritto e favorendo, con
l’autonomia, la secessione delle regioni ricche del Nord a scapito di quelle
povere del Sud! Un capolavoro, no?
E noi dovremmo partecipare alla festa?
O presepe nun me piace, recitava il grande Eduardo: ma erano altri tempi.