martedì 3 gennaio 2017

QUO USQUE TANDEM, GRILLE, ABUTERE PATIENTIA NOSTRA?

Carlo Biancheri

Fino a questo segno hai abusato della nostra pazienza?
E’ umiliante doversi occupare di questo signore e del suo raggruppamento,  diciamo così, e non lo faremmo se i sondaggi non ci avvertissero  che un numero consistente di votanti insipienti continua a sostenerlo, malgrado la prova provata della incapacità ad amministrare e della doppiezza, del fanatismo e delle scelte politiche da balera di questi soggetti.
Le notizie Rai e non solo quella emittente… ci propinano in continuazione l’alto parere degli scrivani de Il fatto quotidiano, sinistra di ferro, che con faccette disinvolte, comme si de rien n’était, dicono i francesi, ci spiegano che sono bravi gli adepti della setta a non scacciare, come sin qui sostenuto, gli indagati, in vista di un avviso alla capretta sacrificale che sta affondando la capitale… aggiungiamo noi, perché questa è la ‘naturale evoluzione’ del movimento… che, pur sconfessando la propria identità, rimane se stesso: Aristotele direbbe che ciò è come dire che io sono e non sono al tempo stesso! Una post-verità…
Anzi, gli altri partiti vanno redarguiti perché non lo fanno… E qui i giovanottelli e ‘segnorine’ dimostrano tutta la loro crassa ignoranza perché se conoscessero lo spagnolo, oltre all’inglese scolastico, forse saprebbero che il grande argomento italico ‘mal comune mezzo gaudio’ (anche gli altri sbagliano…) si traduce con mal de todos, remedio de tontos … Lo abbiamo già detto, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
C’è poi la giustizia popolare della rete che stabilirà, secondo il plutocrate che vive sulle alture di Genova nel villone con vista mozzafiato, cosa è vero e cosa è falso.
Anche qui suggeriremmo una ripassata sulla distinzione aristotelica, alla base della cultura occidentale, tra verità ed opinione: il giudizio della maggioranza non rende  il giudizio vero, lo abbiamo già detto ed abbiamo ricordato Hitler, Stalin, Mussolini che erano sostenuti dalla maggioranza dei cittadini e che tuttavia falsificavano la realtà.
O forse, come sosteneva Pajetta nel Pc e prima di lui Lenin, i ragazzotti de Il fatto quotidiano pensano che la verità sia rivoluzionaria? Elastica? Ad usum delphini, si diceva un tempo… Che facciano pure le loro rivoluzioni, ma sappiano che faremo di tutto per smascherare il loro mendacio, il loro atteggiarsi a Tartufo perché, come per i leninisti, quel che conta è il potere, il risultato: Lenin sosteneva, infatti, che la vita politica è come il viaggio su un tram dove tutti salgono e scendono ad ogni fermata; noi saremo gli ultimi a scendere, sosteneva…
Ovviamente voliamo troppo alto per lo sgangherato pensiero, diciamo così, dell’ex comico genovese che insieme a qualche concetto preso dal marxismo-leninismo unisce un’alleanza con l’estrema destra nazionalista al parlamento europeo o vuol  cacciare gli immigrati: queste non sono propriamente posizioni di sinistra… ma tutto fà brodo. C’è voluta la crisi economica epocale e la illusione narcisistica, divulgata per anni, di un piacere e di una felicità perenne per portarci a questo stato di degrado.
Del resto le grandi credenze sono in crisi. Leggevamo l’altro giorno del parroco di Padova con quindici amanti, dedito alle orge: se fosse vero, il vescovo di Padova cosa dovrebbe fare? Non dovrebbe forse vestirsi di sacco e scusarsi con tutti i suoi fedeli per la sua incapacità di capire e di aver messo come responsabile di anime un mascalzone o un malato? Mancano i sacerdoti? E allora? Se ne prende umilmente atto e si dice a chi vuole continuare ad aver accesso ai sacramenti che dovranno assoggettarsi a sacrifici. Un vescovo non è un funzionario, come giustamente ha detto tante volte il papa, né un prefetto: se non ha forza né coraggio per guidare come Ambrogio, si dia al giardinaggio, farebbe molto meno male.
Questo riferimento non è casuale, giacché in questo paese la Chiesa ha sempre esercitato un ruolo di supplenza e di calmierazione fino all’avvento del santo papa polacco che ha seminato la confusione con l’appoggio ai movimenti, Ruini, e soprattutto con la divulgazione di una teologia di provincia e da manuale: con lui ogni dibattito teologico è cessato.
Aristotele sostiene che la virtù consiste nella moderazione mentre l’intemperanza è animalesca. Qui siamo.