Carlo Biancheri
Fino a questo segno hai abusato
della nostra pazienza?
E’ umiliante doversi occupare di
questo signore e del suo raggruppamento, diciamo così, e non lo faremmo se i
sondaggi non ci avvertissero che un numero consistente di votanti insipienti
continua a sostenerlo, malgrado la prova provata della incapacità ad
amministrare e della doppiezza, del fanatismo e delle scelte politiche da
balera di questi soggetti.
Le notizie Rai e non solo quella
emittente… ci propinano in continuazione l’alto parere degli scrivani de Il
fatto quotidiano, sinistra di ferro, che con faccette disinvolte, comme si de
rien n’était, dicono i francesi, ci spiegano che sono bravi gli adepti della
setta a non scacciare, come sin qui sostenuto, gli indagati, in vista di un
avviso alla capretta sacrificale che sta affondando la capitale… aggiungiamo
noi, perché questa è la ‘naturale evoluzione’ del movimento… che, pur
sconfessando la propria identità, rimane se stesso: Aristotele direbbe che ciò è
come dire che io sono e non sono al tempo stesso! Una
post-verità…
Anzi, gli altri partiti vanno
redarguiti perché non lo fanno… E qui i giovanottelli e ‘segnorine’ dimostrano
tutta la loro crassa ignoranza perché se conoscessero lo spagnolo, oltre
all’inglese scolastico, forse saprebbero che il grande argomento italico ‘mal
comune mezzo gaudio’ (anche gli altri sbagliano…) si traduce con mal de
todos, remedio de tontos … Lo abbiamo già detto, ma non c’è peggior sordo di
chi non vuol sentire.
C’è poi la giustizia popolare
della rete che stabilirà, secondo il plutocrate che vive sulle alture di Genova
nel villone con vista mozzafiato, cosa è vero e cosa è
falso.
Anche qui suggeriremmo una
ripassata sulla distinzione aristotelica, alla base della cultura occidentale,
tra verità ed opinione: il giudizio della maggioranza non rende il giudizio
vero, lo abbiamo già detto ed abbiamo ricordato Hitler, Stalin, Mussolini che
erano sostenuti dalla maggioranza dei cittadini e che tuttavia falsificavano la
realtà.
O forse, come sosteneva Pajetta
nel Pc e prima di lui Lenin, i ragazzotti de Il fatto quotidiano pensano che la
verità sia rivoluzionaria? Elastica? Ad usum delphini, si diceva un
tempo… Che facciano pure le loro rivoluzioni, ma sappiano che faremo di tutto
per smascherare il loro mendacio, il loro atteggiarsi a Tartufo perché, come per
i leninisti, quel che conta è il potere, il risultato: Lenin sosteneva, infatti,
che la vita politica è come il viaggio su un tram dove tutti salgono e scendono
ad ogni fermata; noi saremo gli ultimi a scendere,
sosteneva…
Ovviamente voliamo troppo alto per
lo sgangherato pensiero, diciamo così, dell’ex comico genovese che insieme a
qualche concetto preso dal marxismo-leninismo unisce un’alleanza con l’estrema
destra nazionalista al parlamento europeo o vuol cacciare gli immigrati: queste
non sono propriamente posizioni di sinistra… ma tutto fà brodo. C’è voluta la
crisi economica epocale e la illusione narcisistica, divulgata per anni, di un
piacere e di una felicità perenne per portarci a questo stato di
degrado.
Del resto le grandi credenze sono
in crisi. Leggevamo l’altro giorno del parroco di Padova con quindici amanti,
dedito alle orge: se fosse vero, il vescovo di Padova cosa dovrebbe fare? Non
dovrebbe forse vestirsi di sacco e scusarsi con tutti i suoi fedeli per la sua
incapacità di capire e di aver messo come responsabile di anime un mascalzone o
un malato? Mancano i sacerdoti? E allora? Se ne prende umilmente atto e si dice
a chi vuole continuare ad aver accesso ai sacramenti che dovranno assoggettarsi
a sacrifici. Un vescovo non è un funzionario, come giustamente ha detto tante
volte il papa, né un prefetto: se non ha forza né coraggio per guidare come
Ambrogio, si dia al giardinaggio, farebbe molto meno male.
Questo riferimento non è casuale,
giacché in questo paese la Chiesa ha sempre esercitato un ruolo di supplenza e
di calmierazione fino all’avvento del santo papa polacco che ha seminato la
confusione con l’appoggio ai movimenti, Ruini, e soprattutto con la divulgazione
di una teologia di provincia e da manuale: con lui ogni dibattito teologico è
cessato.
Aristotele sostiene che la virtù
consiste nella moderazione mentre l’intemperanza è animalesca. Qui
siamo.