Carlo Biancheri
domenica 29 gennaio 2017
martedì 24 gennaio 2017
LIBERALIZZAZIONE DEGLI SCAMBI E PROTEZIONISMO NELL'ERA DI TRUMP
Carlo Biancheri
La settimana trascorsa non è stata senza conseguenze per il mondo e per il
nostro quotidiano per cui merita una riflessione.
Innanzitutto, il terremoto nel
cuore del nostro paese che sembra non abbandonarci e che crea un senso
d’incertezza e d’impotenza. Come suonano superficiali e costruite le parole del
vescovo di Rieti quando afferma che le cause dei crolli – e delle vittime… - per
il terremoto sono le colpe degli uomini, non un Act of God , come si
esprimono i giuristi di Common Law per descrivere un evento
imprevedibile, fuori della portata umana e quindi… (per loro) contrattuale... Un
terremoto insieme ad un freddo polare - pare determinato dal riscaldamento
globale che ci costringe ormai, dopo aver cancellato primavera ed autunno, a
climi estremi – e ad una nevicata eccezionale. Come corollario, la tragedia in
Abbruzzo che mostra tanta generosità spontanea ed abnegazione, insieme a tutte
le nostre incapacità, in primis, quella di decidere in tempo, di
prevenire, di evitare di trincerarsi dietro il rispetto delle procedure, spesso
redatte da incapaci. Leggi fatte male, artatamente – grazie anche al contributo
dell’opposizione e in particolare degli adepti di Scientology ed affini con i
loro emendamenti solitamente infantili e privi di ponderazione e competenza - e
mancati controlli sono una costante di questo paese: chi esercita una funzione
pubblica non paga quasi mai per i suoi errori, basti vedere quel che succede a
Roma adesso: ’scusate’, ’dateci tempo’, ’stiamo lavorando’… e la vita continua,
ma … male, in città.
Trump si è insediato come
presidente negli Stati Uniti con un discorso rozzo, di sfida. Non si riesce a
scorgere l’umanità in quest’uomo aggressivo che sprizza squilibrio, furbizia,
animalità, voglia di comando; appare del tutto inautentico come quella sua
terza moglie, enigma sloveno, catapultata dal paesino a New York City: il cuore
dov’è? Ha imparato a dire di essere ‘proud’ come First Lady del
Commander in Chief, così si è espressa alle Forze Armate americane… e lì
finisce.
Viene dopo Obama, un professore
che come molti di loro teorizza, discetta, parla, parla, ma non della vita
reale, di ipotesi, di interpretazioni, sovente errate… In politica estera un
disastro, ’fischi per fiaschi’, in molti scacchieri: Medio Oriente, Turchia,
Africa, Afganistan, Russia, Europa dell’Est; in generale sul problema islamista.
Approfittando del peso del paese è riuscito a farlo riprendere, inondandolo di
liquidità, ricreando posti di lavoro e ripristinando la crescita del PIL, ma le
retribuzioni hanno perso potere di acquisto e molti lavori sono precari. Per la
verità, pochi sanno che,paradossalmente, i
repubblicani americani, quelli tradizionali, nei controlli soprattutto in
materia finanziaria, sono più rigorosi dei democratici forse perché eredi delle
tradizioni puritane. La crisi finanziaria mondiale del 2008, che si è
trasformata in quella economica, è stata provocata da molti fattori ma anche favorita dalle decisioni della Presidenza Clinton che ha cominciato
a smantellare la vigilanza della
SEC sulla
borsa ( anche della
CFTC,restringendone l’ambito di
sorveglianza,organo già presieduto
dalla
moglie del famoso Senatore Gramm, Wendy) nominando un
finanziatore di Clinton stesso, plutocrate, Arthur Levitt jr. come presidente.
Costui, con il presidente di allora della FSA inglese, Howard Davies, poi
cacciato da Presidente della London School of Economics per aver
accettato finanziamenti da Gheddafi che aveva mandato il figlio a studiare lì,
diciamo così…, patrocinava e divulgava l’auto-regolamentazione dei mercati
finanziari: regulation by principles era il leit motiv degli amici
inglesi e sotto Levitt si controllava poco e si sanzionava con parsimonia... Il
mercato, in realtà, era una giungla, dove naturalmente tutti sono ‘fratelli’,
cioè incappucciati, ma si doveva autoregolamentare con le Self
Regulatory Organizations. Bush jr., un ex alcolizzato dipendente dalla
moglie,infischiandosene della linea dei
repubblicani tradizionali, completò il quadro
scegliendo
presidenti della SEC dei membri del Congresso,in paleseconflitto col principio di
indipendenza, e smantellando il
Glass-Steagall Act, approvato dopo la crisi del 1929,che separava le banche
d’affari che operavano in borsa (o meglio le Securities firms) dalle
banche commerciali che raccoglievano i depositi. Era il tempo della teoria della
raccolta all’ingrosso per le banche, prescindendo, cioè, dagli impieghi (la
distinzione tra credito a breve termine e lungo termine veniva meno anche da
noi…), e andava di pari passo con la teoria della banca universale che avrebbe
reso i controlli pubblici impossibili. Basilea (il Comitato/Club da dove viene
la famosa M.me Nouy che tanto ama l’Italia…) diede un contributo non da poco con
l’introduzione del risk model approach , poi recepito dalla legislazione
europea, cioè un modello di rischio predisposto dai vigilati che doveva esser
approvato dai controllori col risultato che nessuno lo capiva, vigilanti
inclusi… I modelli di rischio in questione dovevano in qualche modo sostitutire
i ratios di capitale (ad esempio, per le banche, il famoso 8% e cioè il
c.d. solvency ratio) erano già
applicati,prima della loro formale entrata in vigore, dalle grandi banche in
certi paesi e hanno funzionato così bene da
portare al fallimento l’intero sistema bancario inglese, poi salvato e
riprivatizzato, i principali istituti di Mortgage (gli erogatori di mutui
, per intenderci) americani, Leehman Brothers… ecc., ecc. Nella UE dove tutti
dicono adesso che c’è una leadership della Commissione (e del Consiglio
aggiungiamo noi, col polacco Tusk…) del tutto inadeguata – non ci si scordi che
il lussemburghese Juncker viene da un granducato da operetta, paradiso fiscale…
con cinquecentomila abitanti, residenti esteri inclusi… - per decenni la parola
d’ordine, dettata da Think Tank di iniziati del tipo di CEPS a Bruxelles e
su ordine dell’industria finanziaria, specie statunitense ma con base a Londra,
è stata la liberalizzazione, la lotta alla regolamentazione burocratica e cioè,
ancora una volta, la diffusione
dell’auto-regolamentazione. Tutto questo si è
tradotto in una legislazione farraginosa della UE sui servizi finanziari
che non si capisce bene se protegga di più i consumatori o l’industria
finanziaria. Né erano indenni da questo approccio iniziatico, che ha
clamorosamente fallito, l’OCSE con i suoi codici di liberalizzazione dei
movimenti di capitale e delle transazioni invisibili correnti, e l’OMC,
l’organizzazione mondiale del commercio.
Dove sta l’errore? La libertà di
circolazione di merci, capitali e di servizi nel mondo è un bene e può essere
fattore di ricchezza, ma non deve essere ‘dopata’ dai paesi partecipanti, messi
sullo stesso piano, prescindendo da costi regolamentari interni cui sono
sottoposti gli operatori e dalla legislazione, né deve esser disegnata in modo
da avvantaggiare solo i pesci grossi, si tratti di Stati o di imprese. Un
bene o un servizio costerà certo di meno in un paese dove i salari sono risibili, non esistono le pensioni né il servizio
sanitario pubblico, o dove non ci sono costi ‘regolamentari’, dove, cioè, i
bilanci delle società sono soggetti a controlli fasulli… ecc. ; paesi strutturati così debbono essere considerati
sullo stesso piano di quelli più sviluppati? Cui prodest? Le famose
multinazionali…Va detto anche che,
in caso di
contenzioso cioè di arbitrato, paesi come il nostro sono soccombenti perché privi
dell’expertise internazionale necessaria su quei tavoli.
La risposta di Trump con il
protezionismo è sbagliata, perché, se si costruiscono barriere tariffarie, i
prezzi per i consumatori americani aumenteranno in un contesto in cui la
produzione è già organizzata su scala globale. Addirittura comica ci pare
l’aspirazione della Sig.ra Forse (Theresa May-be…) di fare del Regno poco unito
un global player mondiale: vendendo thé,biscotti o maglie di
cachemire? Difficile uno sviluppo dei servizi sulla piazza finanziaria di
Londra senza il passaporto e la partecipazione al mercato interno europeo: il
tempo chiarirà… e intanto la sterlina è scesa parecchio.
Quel che è mancato negli anni è
stata una semplice considerazione: la liberalizzazione può esser fatta solo
senza imbrogli, in modo equo e cioè con regole giuste e controlli imparziali, ma
questa forse è una ricetta per un altro pianeta…
martedì 3 gennaio 2017
QUO USQUE TANDEM, GRILLE, ABUTERE PATIENTIA NOSTRA?
Carlo Biancheri
Fino a questo segno hai abusato
della nostra pazienza?
E’ umiliante doversi occupare di
questo signore e del suo raggruppamento, diciamo così, e non lo faremmo se i
sondaggi non ci avvertissero che un numero consistente di votanti insipienti
continua a sostenerlo, malgrado la prova provata della incapacità ad
amministrare e della doppiezza, del fanatismo e delle scelte politiche da
balera di questi soggetti.
Le notizie Rai e non solo quella
emittente… ci propinano in continuazione l’alto parere degli scrivani de Il
fatto quotidiano, sinistra di ferro, che con faccette disinvolte, comme si de
rien n’était, dicono i francesi, ci spiegano che sono bravi gli adepti della
setta a non scacciare, come sin qui sostenuto, gli indagati, in vista di un
avviso alla capretta sacrificale che sta affondando la capitale… aggiungiamo
noi, perché questa è la ‘naturale evoluzione’ del movimento… che, pur
sconfessando la propria identità, rimane se stesso: Aristotele direbbe che ciò è
come dire che io sono e non sono al tempo stesso! Una
post-verità…
Anzi, gli altri partiti vanno
redarguiti perché non lo fanno… E qui i giovanottelli e ‘segnorine’ dimostrano
tutta la loro crassa ignoranza perché se conoscessero lo spagnolo, oltre
all’inglese scolastico, forse saprebbero che il grande argomento italico ‘mal
comune mezzo gaudio’ (anche gli altri sbagliano…) si traduce con mal de
todos, remedio de tontos … Lo abbiamo già detto, ma non c’è peggior sordo di
chi non vuol sentire.
C’è poi la giustizia popolare
della rete che stabilirà, secondo il plutocrate che vive sulle alture di Genova
nel villone con vista mozzafiato, cosa è vero e cosa è
falso.
Anche qui suggeriremmo una
ripassata sulla distinzione aristotelica, alla base della cultura occidentale,
tra verità ed opinione: il giudizio della maggioranza non rende il giudizio
vero, lo abbiamo già detto ed abbiamo ricordato Hitler, Stalin, Mussolini che
erano sostenuti dalla maggioranza dei cittadini e che tuttavia falsificavano la
realtà.
O forse, come sosteneva Pajetta
nel Pc e prima di lui Lenin, i ragazzotti de Il fatto quotidiano pensano che la
verità sia rivoluzionaria? Elastica? Ad usum delphini, si diceva un
tempo… Che facciano pure le loro rivoluzioni, ma sappiano che faremo di tutto
per smascherare il loro mendacio, il loro atteggiarsi a Tartufo perché, come per
i leninisti, quel che conta è il potere, il risultato: Lenin sosteneva, infatti,
che la vita politica è come il viaggio su un tram dove tutti salgono e scendono
ad ogni fermata; noi saremo gli ultimi a scendere,
sosteneva…
Ovviamente voliamo troppo alto per
lo sgangherato pensiero, diciamo così, dell’ex comico genovese che insieme a
qualche concetto preso dal marxismo-leninismo unisce un’alleanza con l’estrema
destra nazionalista al parlamento europeo o vuol cacciare gli immigrati: queste
non sono propriamente posizioni di sinistra… ma tutto fà brodo. C’è voluta la
crisi economica epocale e la illusione narcisistica, divulgata per anni, di un
piacere e di una felicità perenne per portarci a questo stato di
degrado.
Del resto le grandi credenze sono
in crisi. Leggevamo l’altro giorno del parroco di Padova con quindici amanti,
dedito alle orge: se fosse vero, il vescovo di Padova cosa dovrebbe fare? Non
dovrebbe forse vestirsi di sacco e scusarsi con tutti i suoi fedeli per la sua
incapacità di capire e di aver messo come responsabile di anime un mascalzone o
un malato? Mancano i sacerdoti? E allora? Se ne prende umilmente atto e si dice
a chi vuole continuare ad aver accesso ai sacramenti che dovranno assoggettarsi
a sacrifici. Un vescovo non è un funzionario, come giustamente ha detto tante
volte il papa, né un prefetto: se non ha forza né coraggio per guidare come
Ambrogio, si dia al giardinaggio, farebbe molto meno male.
Questo riferimento non è casuale,
giacché in questo paese la Chiesa ha sempre esercitato un ruolo di supplenza e
di calmierazione fino all’avvento del santo papa polacco che ha seminato la
confusione con l’appoggio ai movimenti, Ruini, e soprattutto con la divulgazione
di una teologia di provincia e da manuale: con lui ogni dibattito teologico è
cessato.
Aristotele sostiene che la virtù
consiste nella moderazione mentre l’intemperanza è animalesca. Qui
siamo.
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