venerdì 6 marzo 2020

E ADESSO L'EUROPA CI DEVE TOGLIERE DAI GUAI


Carlo Biancheri

Indovinate chi lo dice?
Ma il famoso venditore di frottole che ha ammaliato il 30% dei votanti, irresponsabili incapaci di formulare un pensiero complesso.
Abbiamo ascoltato la conferenza stampa dell’opposizione Salvini, Meloni, Taiani sulle proposte, si fa per dire…, da loro formulate in un frangente difficile per il paese.
La premessa è che  il tizio del bar Sport di Milano Rogoredo assicura che, se l’Europa non fa quel che vuole lui, è meglio andarsene come gli inglesi - nel contempo la sua alleata Meloni afferma che la crisi è troppo grave per affrontarla da soli (…) - però l’Europa ci deve aiutare! Ignoriamo dove stia la logica nella mente di un tale che si richiama spesso alla buona educazione (…) e che giudica ‘disgustoso’, tenuto conto dei parametri dei suoi gusti (…), che la Turchia sospenda i voli con l’Italia dopo tutti i soldi che ha ricevuti dal nostro paese in questi anni… e che non ha tempo da perdere con l’Europa (…) e  invidia il comportamento della polizia greca che spara sui migranti e arpiona i canotti, lamentandosi che la polizia italiana non abbia potuto fare altrettanto: l’Europa dovrebbe incitarci a farlo, così  come ha sostenuto i greci, sembra affermare. Si dà il caso che in Grecia, al confine con la Turchia, ci sono stati dei morti e ciò non era mai avvenuto in un frangente del genere.
In compenso la piccola Meloni, giudicata un genio da giornaliste italiane sempre in tv o da giornali anglosassoni le cui valutazioni sull’Italia nel tempo si sono sempre rivelate sciocchezze, si perde nei dettagli e cioè nelle due tonnellate di materiale sanitario da noi inviato ai cinesi, alla concorrenza sleale dei partner europei che bloccano o ostacolano la circolazione delle nostre merci, a suo dire. Taiani che, come ex –Presidente del Parlamento europeo dovrebbe intendersene un po’ di più, propone il solito piano Marshall in Europa, con interventi mirabolanti della BCE e della BEI, con emissione di titoli dedicati appunto al rilancio dell’economia: ma c’è la maggioranza degli Stati membri per farlo?Particolare non trascurabile.
Quali riflessioni formulare da tutto ciò?
Innanzitutto emerge la malafede di chi proferisce le proposte, perché i politici in questione, per quanto del tutto inadeguati al ruolo che vorrebbero ricoprire, sanno benissimo come funziona l’Europa. Non si tratta di  una Unione vera, come uno Stato federale; del resto, chi conosce gli Stati Uniti sa  che anche lì ci sono grandi differenze da Stato a Stato e che il bilancio federale è rilevante, ma residuale, rispetto a quello dei singoli Stati, alcuni dei quali fanno del vero e proprio dumping fiscale nei confronti di altri Stati, come, per esempio, il Delaware in materia di tassazione societaria. L’Europa è una costruzione in fieri tra popoli diversi, con storie dissimili tra loro e che si sono combattuti per secoli con dominazioni. C’è poca stima reciproca tra Stati in Europa, ma, a tratti, c’è buona volontà e consapevolezza che l’alternativa all’Europa sarebbe molto peggiore.
Cosa propone la destra che si vuole maggioranza in un paese in decadenza, ripiegato su sé stesso? Fare la voce grossa, come se pagasse. La diplomazia, quella vera, e cioè di Firenze, Venezia e Genova nel Medio Evo e nel Rinascimento, quando in Italia c’erano i maggiori banchieri d’Europa - e non a caso a Londra nel cuore della City c’è Lombard Street - non opera con arroganza, tesse la tela delle alleanze, è internazionale, non provinciale e non autarchica, sa vivere insieme nelle diversità. Occorre ottenere solidarietà con il blocco dei peones che saranno inefficienti, come noi del resto, ma tutti insieme possono opporsi all’arroganza dei nordici, le cui proposte sovente non sono le migliori. Anzi, va detto che i tedeschi, specie sotto la sciagurata guida di una ragazza della Germania dell’Est, cresciuta nel cinismo di un regime stalinista e con un padre collaboratore della Stasi, non formulano quasi mai delle  proposte: si preoccupano, principalmente, di difendere l’esistente. I francesi si sono spostati da tempo dal Club Med (Francia, Italia, Benelux e poi Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta) col risultato di rendere più fragile l’Unione, in difficoltà anche per un allargamento affrettato, voluto dai tedeschi per indebolire il nucleo di paesi omogenei nelle loro istanze.
L’Europa attuale è un’Europa guidata dal Consiglio europeo, dove siedono i governi che votano con maggioranze ponderate ed ogni Stato ha i suoi voti calcolati in base alla dimensione degli Stati membri (Pil, abitanti, ecc.) ed in parte dal Parlamento europeo. La Commissione è la guardiana dei Trattati ed ha il potere di ‘proporre’ direttive e regolamenti, mentre esercita un intervento diretto in alcuni settori come, ad esempio, la concorrenza.
In un contesto come l’attuale occorrono provvedimenti anticiclici che possano contenere la recessione economica, ma non quelli dettati dall’irresponsabilità della Lega e soci, così come avvenuto con l’idiozia della quota 100, volti semplicemente ad accrescere il debito che va ripagato. Va detto che con loro c’è il solito Di Maio che, non avendo mai lavorato, pensa, come Pinocchio, che i soldi vengano dall’albero che produrrà monete d’oro – per inciso ha preteso rispetto per gli italiani nell’ultimo Consiglio europeo ma,apparentemente,senza effetto… L’aumento in questi giorni dello spread dovrebbe far capire che a punirci non sarebbe l’Europa, ma il mercato a cui chiediamo soldi e che non è solidale  perché opera solo sul principio del tornaconto.
La soluzione non è il debito, ma soprattutto l’efficienza del paese e la serietà e la responsabilità di tutti. Sembra che la ricreazione sia finita da un pezzo; forse questo spavento potrà convincere anche i furbi e gli opportunisti che, se si continua così, si tagliano la corda a cui sono/siamo appesi.