domenica 25 febbraio 2018

LA GLOBALIZZAZIONE SECONDO I SOVRANISTI

Per decidere sul voto bisogna anche pensare che noi siamo uno degli stati che hanno ceduto ampie fette di sovranità all’Unione Europea. Tutti gli stati, compresa l’istituzione europea, avendo accettato la globalizzazione come dogma, cioè in maniera acritica, non sono in grado di difendere molti settori produttivi con conseguente crisi economica. Gli Stati componenti l’UE hanno ceduto la sovranità monetaria alla BCE che però non l’esercita finanziando il debito degli Stati per gli importi richiesti oltre ai finanziamenti da parte dei loro cittadini. Ne consegue che i Paesi più indebitati sono soggetti a speculazione da parte di operatori extraeuropei con gravi conseguenze sull’economia dei Paesi interessati. In pratica la nostra sovranità economico-finanziaria non è finita nell’UE, che come Stato non esiste, ma è direttamente asservita al potere internazionale delle forze mondialiste che impongono le loro regole all’UE e di conseguenza agli Stati membri.  La crisi economica artificiosamente creata durerà ancora a lungo perché serve alle forze mondialiste – grandi multinazionali e alta finanza – che dalla crisi traggono arricchimento e potere. Continuando di questo passo nei prossimi dieci anni perderemo buona parte del settore produttivo a causa di chiusure, delocalizzazioni e vendite a stranieri per cui, con questo modello impostoci, l’Italia rischia di diventare un paese del Terzo Mondo. Se vogliamo salvare l’UE bisogna che il settore produttivo dei vari Stati sia difeso principalmente dalla concorrenza sleale.  Per di più l’UE deve esercitare, attraverso la BCE, la sovranità monetaria e finanziaria, togliendo i vari Stati dal pericolo dello strozzinaggio della speculazione extraeuropea. Le politiche adottate finora dai nostri governi di semplice adeguamento alle decisioni dell’UE non hanno impedito il declino, con la perdita in questi ultimi anni di 27000 aziende. Per questo bisogna scegliere partiti che optino per staccarsi da questa sudditanza, recuperando la sovranità nazionale totale, partiti che sappiano portare l’Europa, e quindi i singoli paesi, fuori dalla crisi, mettendo nell’angolo le lobby mondialiste, partiti che vogliano un’Europa diversa da quella attuale.
Riccardo Fenga

Ma cosa dice?  di votare i partiti che recuperino la sovranità nazionale (l’autarchia intende…?) nell’oceano della globalizzazione da cui nessuno esce? La vede l’Italia da sola a discutere con USA, Cina, Russia, India ecc.? Conteremmo come la Slovacchia. La sua descrizione del quadro è molto parziale e, come spesso succede con gli studenti che cascano nello stesso errore, fuorviante. Lei non ha trovato il bandolo della matassa e le spiego il perché. Mi sono occupato di questi problemi per circa trent’anni e ho partecipato anche ai negoziati GATS che hanno gettato le premesse della globalizzazione in ambito WTO, oltreché all’elaborazione di tutta la legislazione europea in materia di servizi finanziari e dei principi di vigilanza in sede mondiale, ai lavori dell’OCSE, altro organismo che con i codici di liberalizzazione ci ha portati nel contesto attuale. L’adesione alla UE comporta per tutti gli Stati membri, e non solo per alcuni, come dice lei, cessione di sovranità: la legislazione europea prevale su quella nazionale e la Corte di Giustizia si preoccupa dell’applicazione corretta nei singoli Stati. Ci sono poi gradi diversi di cessione di sovranità nel senso che i Paesi dell’Euro o dell’area Schengen sono soggetti ad un coordinamento, diciamo così, comunitario rafforzato. Si capisce che lei non ha mai messo piede ad un negoziato comunitario, come molti tromboni politici italici o i ragazzotti che vogliono improvvisamente sedersi nella poltrona di comando. Se ogni Stato membro non fosse soggetto a regole prestabilite, lei  pensa che si giungerebbe mai al benché minimo accordo specie quando gli interessi degli Stati stessi sono contrastanti? La UE è stata molto mal gestita da dodici anni a questa parte, grazie alla sig.ra Merkel, a Sarkozy e a Blair, ma senza la UE saremmo una penisola alla deriva nel Mediterraneo, perché il contesto mondiale è quello che è. Si immagina lei una controversia tra l’Italia e la Turchia per il petrolio o il gas di Cipro senza la UE? Lo sa quante volte è più grande l’esercito turco rispetto a quello italiano? E’ auspicabile riflettere prima di esprimersi. Certo la liberalizzazione è stata voluta dalle multinazionali e fatta grazie agli anglosassoni nel peggiore dei modi. Ma non c’è quel disegno preciso a cui lei pensa e di cui parlano quelli (…) dei 5S o il Salvini, senza capire, senza sapere. Sicuramente quando un big truck della finanza si muove sui mercati ha lo stesso effetto  di un elefante in una cristalleria. Per quanto le massonerie internazionali si sforzino di coordinare e di comandare  e così i grandi miliardari, il mondo è così vasto e le variabili sono tali che non è possibile pensare ad un complotto preordinato come si poteva fare un tempo, in contesti molto più piccoli. Ecco l’errore. Anche i grandi intermediari finanziari lo sanno e spesso si prendono delle bevute  come è successo con la crisi nel 2008. Quale la soluzione? Si tratta di  saper navigare e di adottare un atteggiamento pragmatico, duttile, ed esser presenti in tutte le sedi con persone qualificate  –l’opposto di quel fa l’Italia in molti casi…- per massimizzare gli interessi nazionali:  Padoan e Gentiloni hanno operato in questo senso. Ma i votanti non capiscono adesso tutto questo; temo che lo capiranno dopo, come gli inglesi, quando vedranno le conseguenze del voto. Ma sarà tardi.

Carlo Biancheri