mercoledì 20 febbraio 2019

UN PAESE ALLO SBANDO


Carlo Biancheri

Abbiamo da più di otto mesi un governo che ha peggiorato notevolmente il quadro d’insieme italiano. Siamo in recessione tecnica ed essendo ultimi per crescita nella UE, ciò significa che la recessione non è dovuta soltanto al peggioramento degli scambi a livello internazionale o ad una frenata dell’economia dei grandi paesi, ma in buona parte agli errori ed alla sfiducia generata da un governo di dilettanti. Lo spread con i Bund tedeschi decennali è sopra i 270 punti base ed è troppo elevato per essere sostenibile. Il fatturato delle imprese su base annua è sceso di oltre il 7% e non succedeva dal 2009… Gli investimenti sono in caduta libera, le grandi opere pubbliche sono per la gran parte ferme, in quanto oggetto di analisi costi/benefici svolte, spesso, da personaggi che hanno dimostrato carenza di equilibrio ed un’infantile parzialità: sulla TAV solo un minus habens può continuare a sostenere che non vada fatta e che dobbiamo tenerci il tunnel di Cavour! È intuitivo che il blocco tagli fuori l’Italia, trattandosi di corridoio europeo ed essendo il nostro un paese esportatore, senza considerare le penali, la richiesta europea di restituzione di fondi e l’impossibilità di ottenerne dei nuovi per cinque anni, i costi di ripristino per le opere iniziate e dismesse…
L’ Alitalia verrà nuovamente nazionalizzata e, considerati i precedenti storici, sarà un probabile salasso per il contribuente.
Manca un disegno di sviluppo.
Va avanti l’autonomia delle regioni ricche che spaccherà il paese. A parte le manipolazioni sul costo storico pro-capite che comporterà a regime maggiori trasferimenti al Nord, per quel che abbiamo capito da un Ministro/a che ogni due parole dice Siori, come se fossimo in una bettola del veneziano, tra le altre competenze rivendicate ci sono i rapporti internazionali e con la UE, nonché il commercio estero. Questa bella trovata dell’azzimato Zaia – presumiamo-, conoscitore de I Promessi sposi che, però, situa nella seconda metà del Seicento, quando i protagonisti del racconto erano già tutti morti come Urbano VIII, il Conte Duca de Olivares, don Goncalo Fernandez de Cordoba ed il cardinale Federico Borromeo… è una vera ‘baggianata’, per usare i termini manzoniani. Dovete sapere che le regioni in questione hanno una rappresentanza a Bruxelles, in competizione con quella italiana. Si avvalgono di consulenti che naturalmente conoscono i dossiers approssimativamente e, non partecipando alle riunioni internazionali, non hanno dimestichezza con i termini di un’eventuale negoziazione, svolgendo al massimo una funzione di lobbying di scarsa efficacia. I rapporti internazionali sono un lavoro a tempo pieno che richiedono personale altamente qualificato – lo stesso dicasi per il commercio estero – e, considerato che l’Italia conta molto poco, come si è visto negli sciagurati otto mesi del governo del cambiamento, immaginiamoci che peso possa avere uno staterello, rappresentato da un consulente. Puro velleitarismo e spreco di risorse pubbliche, oltreché danno agli interessi generali del paese se… resta unito.
La questione Diciotti ed il voto on line della setta che vuol cambiare il sistema di democrazia rappresentativa con una democrazia diretta, anzi etero-diretta dal Rousseau e di tipo maoista, imporrà ai parlamentari grillini di votare per ‘disciplina di partito’, e già un partito come gli altri…, cioè sostenere che per ragioni di interesse generale (la difesa dei confini dall’invasione dei neri…)  si possono impunemente sequestrare le persone (magari torturarle?).
Non c’è una visione, anche perché nella recessione i numeri dei conti pubblici non tornano e bisognerà fare una manovra aggiuntiva… Il governo è attivissimo nella lottizzazione dei posti di potere, nell’interessarsi all’oro ed alla governance di Banca d’Italia – per fargli fare la fine dell’oro di Dongo?- e già la RAI/EIAR è un puro megafono di propaganda, come lo è Sky e per certi versi La 7, con la differenza che la RAI  vive perché la paghiamo noi…, siamo obbligati a farlo.
A fine anno ci saranno le coperture delle clausole di salvaguardia e i 23 miliardi necessari ad evitare un grosso aumento dell’IVA, misura pro-ciclica in recessione, da dove verranno? Una patrimoniale?
Nel frattempo la sola azione di governo che non sia distruttiva è la continua campagna elettorale: che si tratti di elezioni regionali od europee.
L’annuncio è quello di voler cambiare l’Europa, anche se non si capisce affatto come e soprattutto con chi.  Hacer lio si dice a Buenos Aires e cioè far casino, questo sì, lo sanno fare benissimo.
La costruzione europea ha avuto pecche rilevanti dovute all’egoismo degli Stati più forti ed all’ideologia che, a tratti, l’ha sin qui guidata, ispirata da gruppi di pressione internazionali, ma nel quadro mondiale in cui siamo, una crisi seria dell’Europa sarebbe una catastrofe, specie per noi, che abbiamo scarsa produttività, un apparato pubblico pletorico ed inefficiente, una giustizia bloccata e la mancanza di controlli efficaci. Al momento della creazione della moneta unica abbiamo fatto carte false per entrarci, perché non avremmo mai potuto avere il controllo dell’inflazione e la stabilità dei tassi d’interesse, anche se la gestione della moneta per un certo periodo ci ha penalizzati. Tuttavia, senza lo scudo della Banca Centrale Europea dove saremmo ora dopo la crisi economica epocale del 2011?
Eppure un votante su due in Italia sembra sostenere ancora l’amico della Le Pen, cioè una fascista, o gli amici dei gilets gialli che vogliono l’insurrezione…
C’è speranza per un paese che non vuol sentire ragioni anche dinanzi all’evidenza come a Roma che non è più come il Cairo, ma come Caracas?