sabato 15 febbraio 2014
IL MALESSERE
Non mi siete mai sembrati tra gli entusiasti di Renzi, ma ora mi pare che siate ammutoliti! Forse per il modo che ha usato per far fuori Letta (scontro tra pisani e fiorentini?) e imporre al Capo dello Stato di conferirgli l’incarico di Primo Ministro che, mi pare, non abbia storicamente precedenti se non in Mussolini dopo la Marcia su Roma! Non c’è che dire! A questo punto potremmo anche abolire del tutto il Parlamento, così riduciamo ancora di più le spese. Chi vuole si fa avanti, si propone, lo si mette alla prova, se ci riesce bene, altrimenti cosa ne facciamo? magari gli diamo l’ostracismo e lo mandiamo a cerca fortuna altrove. Ma forse invece siete ammutoliti di fronte alle prospettive che si stanno delineando, cioè che la tanto conclamata “rottamazione” da cui è partito Renzi, altro non sia che una ben precisa prospettiva per portare Prodi al Quirinale, riuscendo finalmente a neutralizzare D’Alema, e che i “rottamati” vengano sostituiti con personaggi davvero nuovissimi, come i Franceschini, gli Alfani, i Flick, ecc. ecc. nel solito gioco del “togliti di mezzo che mi ci metto io!”. Non c’è che da restare senza parole e soprattutto senza speranze!!
Paolo Bottoni ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Risponde Carlo Biancheri
Anni fa La nausea di Sartre o più modestamente La Noia di Moravia, dopo un grande tragico come Camus che manifestava una sorta di estraneità alla vita (L’étranger) ma anche la nostalgia di un tempo ‘diverso’ in L’été à Tipasa …, avevano marcato una generazione ed erano indice della stanchezza di vivere.
Cosa troviamo oggi? Tecnica, vitalismo, immaturità e incertezza sul proprio futuro: mancanza di una identità che non sia un mero edonismo narcisista che vive l’attimo, l’istante.
Leggiamo oggi su “La Repubblica” che al Ministero della Pubblica ‘distruzione’…(?) stanno pensando di ridurre a due anni lo studio della Filosofia nel Liceo classico: i proponenti sono certo gente di alto spessore umano, allevatori di ‘beta’ che produrranno sfracelli. Questi soggetti, privi, all’evidenza, di basi culturali serie, ignorano cosa sia la Filosofia: lo stupore dinanzi alle cose, dice Aristotele…, la ricerca delle cause, le ragioni…
Che impatto politico ha questo? Devastante. Saremo affidati a gente che non conosce il valore di un sillogismo e che metterà certo sullo stesso piano quel che è vero e quel che è falso: ciò che conta è il risultato, l’affermazione dell’io… Già, ma cos’è l’io?
Oggi un energumeno di 5S minacciava quasi… una cronista perché gli aveva detto che Grillo come Berlusconi sono due pregiudicati: ’ma vuoi mettere la differenza di uno che è condannato per omicidio colposo con…’. Guidiamo la macchina in molti e la vita degli altri ci è affidata; non mi sembra di poco conto uccidere per colpa (che non è lieve…) un’altra persona… Umanamente l’autore appare perlomeno un irresponsabile se non una ‘leggera’, come si dice a Genova, che vuol dire inconsistente…
E che dire di uno che vuol rivoltare l’Italia come un calzino e che se fosse per lui sarebbe meglio andare al voto ma per il Paese è meglio di no…? Come se si trattasse di un giuoco…
Non illudiamoci: la classe politica non è molto diversa da chi li vota. Però è caratterizzata da un massimo comun divisore: astuzia, apparenza e … chi se ne frega della sostanza dei problemi…, anzi la parola ‘sostanza’ dopo il ‘paranoico’ Kant va abolita.
Il governo di Letta era chiaramente di nomenclatura con ministri scelti senza serietà. Non basta uscire dalla Banca d’Italia e conoscere la politica monetaria per esser un buon ministro dell’Economia. E un avvocato padovano al Ministero dello sviluppo, cioè l’industria? E il Ministro dell’interno, l’impettito attor giovine, quello del caso Shalabayeva? Il Ministro del lavoro già esperto di statistiche, tamquam non esset … Per tutti da ultimo la nomina governativa di un ex Commissario Consob del giro Bazoli, cattolici di professione come li chiamiamo noi…, come Commissario INPS. Ma perché? Con che competenze per ricoprire quella carica?
Anche a livello internazionale il giovine Letta era pago dei sorrisi e pacche sulle spalle, ma … la politica internazionale vuol dire alleanze per diventare determinanti in certe posizioni, in certe scelte: in una parola essere ascoltati… quando si decide, non quando si prende il caffè. Incapace di scegliere coi ‘vedremo, faremo…’: andava cambiato, anche in fretta perché il Paese sta male.
Ma è un cambio quel che ci aspetta? Soprattutto verso il meglio? «E il modo ancor m’offende…», direbbe Dante…
Capiamo che ‘Superbone’(ricordate quel personaggio dei fumetti, dove i protagonisti erano tutti bambini?) ha dietro ‘potenti mani’ che lo teleguidano e gli propongono certe ipotesi, tuttavia, tradotte da lui che non ha una formazione seria ma solo astuzia e impudenza toscana, non diremo fiorentina, ma della provincia, che è altra cosa…, si rivelano un pasticcio, come quello della legge elettorale di cui abbiamo trattato in questo blog. Certamente la direzione Pd sembrava una riunione di sezione del vecchio Pci… nei metodi, intendiamo.
Esitiamo, però, a rigirare il coltello nella piaga perché non vogliamo render un servizio ai lestofanti, pregiudicati o agli acchiappanuvole dell’estrema sinistra o ai facinorosi della destra. Vogliamo però capire quel che è avvenuto.
Certo questo Pd è la mirabile sintesi di una eredità di gente formata alla scuola stalinista della disciplina di partito, anche di letture gramsciane che restano sempre nell’alveo marxista, di matrice hegeliana, con l’aggravante dell’influenza dell’idealismo italico! Insieme a questi ci sono i ‘democratici’ di stampo americano da rivista “Ombre rosse” che scambiano sempre il reale col loro sogno di intellettuali alla Kundera e che si confrontano soltanto con se stessi: in una parola, incapaci di alterità. Poi gli ex DC di sinistra che di La Pira non hanno avuto di certo la cultura tomistica, né quella di Don Milani. Non basta avere un padre partigiano se poi non si ha alcuna competenza su quel che si discute. Tra i gravissimi problemi che ci sovrastano segnaliamo leggi fatte con i piedi, molte volte inapplicabili, oltre che troppe. La giustizia non funziona anche per questo… E di chi è la colpa? Non si sa! L’abbiamo già detto che i giovanotti e le signorine di Grillo nella loro incompetenza peggiorano le leggi: è sufficiente ascoltare i loro emendamenti in Parlamento nelle dirette, ma gli altri non sono, salvo eccezioni, molto più preparati. La politica è, come dice il papa Francesco, una cosa seria perché deve attuare il bene comune. Ma se l’affidiamo a puttanieri, narcisisti, esperti di bondage, malavitosi, appartenenti alle sette, dove finiamo?
I nomi che circolano per il governo Renzi sono catastrofici. Prendiamo la Reichlin all’Economia. Non è una dea, dà corsi, come tantissimi professori stranieri, alla London School of Economics, quella da dove è stato cacciato per gli imbrogli col figlio di Gheddafi, Sir Howard Davies, Presidente, già responsabile della Financial Services Authority, ora abolita dopo il fallimento di quasi tutte le banche inglesi, durante la crisi: non c’era alcun controllo. E’ candidata come vice-governatore alla Bank of England dove il governatore è canadese(!). Non c’è un posto unico di vice-governatore alla Bank of England, sono diversi. Fino a poco tempo fa figurava, tra gli altri, un discendente di Muzio Clementi…, di nome Clementi, appunto, ma inglese da oltre cento anni di famiglia. Si trattava di un grande Ufficio Studi; dopo la ‘caduta’ del sistema bancario inglese alla Bank of England sono state attribuite competenze di vigilanza sugli intermediari finanziari. Resta, tuttavia, un centro di alta ricerca economica… E’ sufficiente che uno sia ricercatore per divenire Ministro? Per giunta la Sig.ra, macroeconomista, conosce poco i mercati finanziari e in questo frangente non sembra molto appropriato, dovendo collocare il debito italiano…, che il Ministro dell’Economia non sia esperto del mercato mobiliare, cioè della microeconomia.
Oppure la parlamentare genovese Pinotti, Ministro della Difesa? Ma scherziamo? I posti si distribuiscono così: cosa ti piacerebbe fare? Così il Ministro per le riforme in pectore che competenze ha? O Vietti alla Giustizia, l’autore come Sottosegratario di una riforma pasticciata del diritto societario? O lo scrittore Baricco? Scrivere e fare il Ministro nella testa di Renzi è tutt’uno?
Normalmente gli uomini di governo italiani nelle sedi internazionali si comportano da pulcini, anche per le difficoltà della lingua, salvo eccezioni. In Consiglio UE parlano in italiano, ma gli interpreti traducono dall’italiano fischi per fiaschi, per cui spesso non si capisce quel che dicono e si lascia correre… Quando si arrabbiano è pure peggio perché intervengono fuori contesto, senza conoscere bene i dossiers e quindi il resto dei colleghi li ignorano… I successi troppo spesso sono su questioni marginali… Tutti parlano inglese che è il presupposto e loro si sentono dire: il tuo inglese è molto migliorato!
Pensate che Superbone, esperto del riordino delle Cascine farà cambiare idea alla Merkel, a Hollande, a Cameron sulla politica economica? In quattro e quattr’otto? Prima di imparare il contesto internazionale occorrono anni: nel frattempo noi che facciamo?
Crediamo che le varie consorterie, appartenenze di questo disordinato paese, non riescano mai ad arrivare a buon fine, anche per supponenza. Le persone vengono scelte tra quelle di appartenenza: degli affiliati. Si restringe il numero e, ahimè, la scelta è spesso pessima: vedremo ora con le nomine negli enti pubblici. Per cambiare ci vuole un’altra moralità nella gente che poi lo esigerà dai politici... Letta ha lasciato con dignità, ma noi abbiamo l’impressione di vivere in un paese, come dice Aristotele, dove sono tutti stolti e i savi vengono reputati stolti dagli altri!
Carlo Biancheri
martedì 4 febbraio 2014
SCHIAFFI e PUGNI Rosa Elisa Giangoia
Purtroppo la politica ha imboccato una strada nuova, e brutta. L’opposizione, incapace di confronto dialettico e a corto di risorse argomentative, ha scelto l’insulto, favorita dalle possibilità di visibilità offerte dalla rete, in particolare di twitter, che rischia di diventare la vera piazza di scontro (più che di confronto) in quanto lì si creano situazione che
rimbalzano poi dovunque dal parlamento alle TV.
L’insulto politico è uno schiaffo, un pugno metaforico, uno schiaffo a parole con cui si colpisce nel silenzio e nella lontananza della rete, nella solitudine della propria postazione individuale, sapendo di poter arrivare lontano, ovunque: a dettarlo è soprattutto il proprio desiderio di onnipotenza. Lo schiaffo ed il pugno ci riportano alla loro esaltazione nel
Manifesto del Futurismo , travasatasi poi operativamente nel Fascismo...
Naturalmente si sa che questo schiaffo mediatico è male, ma si sa anche che quando è stato dato poi non lo toglie più nessuno. E’ quell’antica distorta saggezza popolare, stigmatizzata anche dal Manzoni che fa dire ad Agnese per suffragare la sua proposta di matrimonio per sorpresa:« Ecco; è come lasciar andare un pugno a un cristiano. Non istà bene; ma, dato che gliel abbiate,
nè anche il papa non glielo può levare.» (cap.VI)
Che l’offesa, l’insulto una volta lanciati in qualche modo restino, lo sanno bene questi nostri squallidi politici, che subito dopo iniziano, in un ridicolo “gioco delle parti”, la sceneggiata delle scuse. E’ chiaro che nell’ottica dell’algoritmo applicato al rapporto tra significante e significato da De Saussure, in questo caso la parola “scusa” è un significante quanto mai privo di significato, ovviamente in primo luogo per il fatto che manca da parte dell’emittente la volontà di caricarlo di significato.
Questo è solo uno dei comportamenti che indicano, soprattutto in una parte politica, la vacuità del linguaggio, un linguaggio che diventa per dirla con Nietzsche, “al di là del bene e del male”. Il depauperamento linguistico è massimo, in particolare se noi pensiamo al valore salvifico che ha avuto, soprattutto nella tradizione cristiana, la parola. Ma perché si è perso il valore della parola? Perché non c’è più un valore fondante, assoluto con cui confrontarsi, per cui la parola dell’uno vale quanto quella dell’altro, si possono dire cose tremende e poi si crede che sia sufficiente aggiungere un banale “oh!scusa!”, come se si trattasse di una semplice spinta sull’autobus e tutto finisce lì. Tutto questo deriva anche dal fatto che non si misurano più le conseguenze, non si valuta l’impatto delle proprie azioni sugli altri, tanto meno in una prospettiva escatologica, quella ben raffigurata da Dante nell’Inferno e da Bosch nei suoi dipinti. E' stata infranta la catena consequenziale della necessità di esercitare prima la facoltà mentale della comprensione di un evento discernendolo nei suoi caratteri essenziali, grazie al nòus, l'intelletto, di cui parla Aristotele nell'Etica Nicomachea che diventa per l'uomo il fondamento della propria responsabilità, per cui se si sbaglia occorre rivedere il proprio comportamento in modo completo e radicale, per mettere in atto quella metànoia che permette un superamento del proprio errore attraverso il cambiamento completo, ben lontano dal semplicistico e banale scusarsi! Ben ha rappresentato quest'itinerario Dante nel suo poema con l'espediente della pena per contrappasso che riequilibra il comportamento individuale scorretto. Ma la catena della consequenzialità logica viene sempre più travolta dalla superficialità e dalla mancanza di responsabilità, perché il parametro ormai, per molti, è solo il benessere individuale, la performance personale, l’esibizione che soddisfi il proprio narcisismo. Narcisismo che si coniuga con menzogna gridata, spiattellata per difendere sé stessi. Così sentiamo ripetere ossessivamente da faccine pulite in televisione che alle banche sono stati regalati 7,5 miliardi di Euro e non è vero (ne abbiamo trattato altrove in questo blog,) ma non importa: quel che conta è colpire.
Gutta cavat lapidem. Perché la menzogna la fa da padrona? Perché non c’è rispetto per le cose, per la realtà: siamo di fronte ad un esse est percipi per la plebe, casereccio. Essere in ultima analisi è vincere/convincere.
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