sabato 6 luglio 2019

LA SEMANTICA SOVRANISTA


Rosa Elisa Giangoia

   Per imporre la loro linea politica sovranista Matteo Salvini e i suoi seguaci stanno progressivamente effettuando una serie di viraggi semantici nel tentativo di alonare vocaboli di consolidato significato con sensi diversi finalizzati ad orientare l’opinione pubblica in una direzione loro favorevole: un sottile, ma vero e proprio, lavaggio del cervello!
Prendiamo l’aggettivo “ricco”, o meglio “ricca”, in quanto lanciato in faccia, come dispregiativo, quasi un insulto, a Carola Rackete, caricandolo implicitamente delle idee di privilegiata, viziata, di quella che si toglie gli sfizi di fare tutto quello che vuole…, anche “divertirsi” a salvare i migranti in mezzo al mare e portarli dove le pare e piace… In realtà storicamente l’aggettivo “ricco” è stato collegato ad idee ben diverse: la mentalità cattolica, più aderente al versetto evangelico «è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli» ha visto le ricchezze come un pericolo e un ostacolo per raggiungere la santità, con l’esempio di san Francesco d’Assisi e di altri che si sono spogliati delle loro ricchezze, ma ci sono anche numerosi esempi di santi che hanno usato le loro ricchezze a beneficio di chi avesse bisogno di aiuto (Santa Elisabetta d’Ungheria, san Casimiro, Giulia Colbert di Barolo e tanti altri).
Nella mentalità calvinista, invece, la ricchezza è un dono di Dio, una grazia, quasi una ricompensa per la buona fede e il buon comportamento cristiano.
   Non so se Carola possa essere cattolica o protestante, mi pare che non si sia detto nulla in proposito, mentre le è stato gettato addosso, sempre a fine di dispregio l’aggettivo “comunista”. Non so se lo sia, ma certo il suo comportamento non è direttamente conseguente all’ideologia marxista che ha come punto centrale la lotta di classe e non l’aiuto a chi si trova in difficoltà o in pericolo, azione ascrivibile, se non ad un’etica di aiuto cristiano (ricordiamo le famose “opere di misericordia corporale” del catechismo?), ad una concezione filantropica di matrice laica. Per inciso, il Salvini povero non è, avendo guadagnato con la politica non pochi quattrini – non ci riferiamo ai 49 milioni svaniti…-, non foss’altro in ragione del suo seggio al Parlamento europeo dove brillava per assenteismo e poi nel Parlamento italiano: come si dice? Il bue che dà del cornuto all’asino?
   Del tutto ad uso personale (o meglio politico) è il discorso che Salvini (e con lui i pappagalli seguaci, ben ammaestrati!) fa di quanto si riferisce alla religione cattolica. Prima di tutto va evidenziato l’uso strumentale di oggetti carichi di significato religioso, come il rosario, esibito e sventolato inopportunamente, sovente insieme alla Bibbia. Col rosario indubbiamente Salvini crede (spera o presume?) di rientrare in una tradizione di devozione popolare e quindi di essere accettato e sostenuto da un elettorato intellettualmente semplice e acritico che si affida alle immagini come metro di valutazione. Con la Bibbia, fondamento del giuramento, fino a quando, in epoca moderna, è stata sostituita dalle Costituzioni nazionali, pensa di dare al suo parlare una solennità ufficiale, un marchio di verità e affidabilità. Sono usi impropri di elementi sacri, privati del loro valore e del loro fine, con un’appropriazione indebita che rasenta il sacrilegio, soprattutto per il fatto che alla loro ostentazione non corrisponde nessun atto o comportamento da parte del Salvini che dimostri una sua fede cattolica reale. Infatti non risulta che metta mai piede in chiesa, nonostante gli incoraggiamenti di preti e prelati di vario livello… La sua contrapposizione al Vaticano e la sua critica a papa Francesco sono ben note, palesi ed evidenti, come il suo considerare il Vaticano un corpo estraneo, tanto che, quando deve giustificare l’accoglienza di pur piccoli gruppi di migranti, si premura di precisare che ciò avviene «a spese del Vaticano». Resta poi tutto il discorso sulla morale personale, estranea persino all’antico consiglio della Chiesa, si non caste caute, per l’esibizione di immagini con donne in pose sexi o in abitini succinti sui social, troppo spesso cambiate, oltre ai figli avuti da donne diverse…
   C’è inoltre quella che potremmo chiamare una sua scelta di cristianesimo internazionale, in alleanza con gli ortodossi, in particolare la Russia di Putin, spesso contigua alla mafia, dove si trovano nei covi scoperti dalle forze dell’ordine icone, bibbie ecc…, finalizzata a costruire muri, da parte nostra con la Slovenia, per impedire l’invasione dei migranti da est… Così Salvini si appropria (in modo del tutto personale) del sintagma “radici cristiane dell’Europa”, lo stravolge nella sua realtà storica, lo utilizza in modo improprio, a fini di chiusura e di contrapposizione e non di accoglienza, fratellanza e aiuto. Ma anche questo, è chiaro, serve per la sua propaganda ideologica…, opposta al messaggio che intende ‘spacciare’.
   Si capisce che per lui l’importante è apparire, in modo da catturare l’attenzione del pubblico su determinati elementi isolati, per distrarre dai problemi veri, anche a costo di mentire… a chi in particolare? Ai “ragazzi” (così si esprime, come si fa al bar Sport che evidentemente ha frequentato a lungo negli anni di formazione). Del resto con i ceffi della curva Sud ci si trova benissimo: si esprimono nello stesso modo.
   Viene messo in campo il vocabolo “patriottismo”, altra parola a cui si rinnova il significato, non più amore per la patria da difendere fino alla morte, secondo la mentalità risorgimentale ottocentesca che ha inventato il vocabolo, ma preoccuparsi per quelli che secondo Salvini sono i 60 milioni di italiani (anche se in realtà sono solo 55) e lavorare (ma cosa vuol dire per lui “lavorare”?: andare in giro a far comizi?) perché si è da loro pagati per questo. A noi questo suo “lavorare patriottico” non interessa… Ne facciamo molto volentieri a meno di sentire continuamente le sue violente sparate che non hanno alcun rapporto con la realtà, senza scomodare la Verità!