mercoledì 27 marzo 2019

NEL REGNO DEI CIALTRONI

Carlo Biancheri

Chi sono i cialtroni, politicamente parlando?
Le forze di governo, ma anche le quinte colonne dell’opposizione come i fratelli della Meloni che raddoppiano i voti perché passano dal 3 al 6% (…), diventando determinanti…, e insieme a loro quelli che li votano ed i giornali e media che li sostengono.
Vediamo le ragioni.
L’economia italiana, da quando si è insediato il governo dei partiti interessati al potere ad ogni costo, è andata peggio di quella di tutti i paesi dell’Eurozona e la nostra produttività è aumentata dello zero virgola a fronte del 14%  in periodo analogo da parte di paesi come la Francia. E’ cresciuto il debito pubblico e non per favorire investimenti, ma a motivo del reddito di cittadinanza e di quota cento,  finanziati per  alcuni miliardi dai pensionati col taglio della rivalutazione a partire da chi percepisce una pensione netta di 1.500 Euro, in altre parole dei ricconi; si noti che il reddito di cittadinanza, comprendendo il nucleo familiare, raggiunge circa i 1.300 Euro... Non parliamo del ragazzetto, ma Salvini dov’era? Ha votato contro?
Sui mercati finanziari lo spread con i bund tedeschi  continua ad essere il doppio di quello registrato col governo  Gentiloni: il problema non è solo il maggior costo per gli interessi da parte dello Stato, cioè noi, ma il segnale di sfiducia dei mercati che ha fatto sì che gli investimenti privati si situino a livelli bassissimi. Degli investimenti pubblici non ne parliamo, perché le opere  già deliberate e finanziate sono bloccate dal Ministro intellettuale Toninelli che ci sta pensando. Le bollette  delle utenze diminuiscono in aprile, mentre i prelievi retroattivi sulle pensioni iniziano a giugno (!); non ci sarà la patrimoniale, né aumenterà l’IVA, dichiara il comunicatore, ma tutte le misure assunte dal governo sono a debito… E allora? Aumentiamo il debito pubblico e lo scarichiamo sulle future generazioni? Come si dice a Milano, ’bamba’? Senza considerare che il reddito di cittadinanza deve avviare al lavoro che semplicemente non c’è…e che non ci sarà senza gli investimenti.
La cassa integrazione si è impennata e la richiesta di sussidi per disoccupazione pure…; i contratti a termine sono diminuiti drasticamente.
L’imperatore cinese è venuto in Italia in gran spolvero, ma sono stati conclusi contratti per circa 2,5 miliardi di Euro aumentabili a 20, secondo il giovanotto di Pomigliano d’Arco, ma… alla stagion dei fiori.
In Francia, dove l’imperatore ha incontrato l’Europa che conta – il Vis-Conte dimezzato  ha fatto sapere che la Cancelliera Merkel era stata invitata per farle un piacere…- con esclusione dell’Italia, la Cina ha  concluso contratti per oltre 30 miliardi di Euro…, senza impegni politici di sorta, come invece abbiamo fatto noi, a proposito della via della seta. Un vero successo, con la complicità della Lega: le dichiarazioni contano zero.
Siamo del tutto isolati a livello internazionale, dove contiamo sempre di meno, anche perché non c’è una linea di politica estera e la gente non capisce se siamo alleati dei russo/cubani o degli europei, né sanno cosa vogliamo veramente, giacché probabilmente neppure il governo lo sa, uno sbandamento totale; a volte ricordano nell’operare certi soggetti sottoposti a sostanze psicotrope… Del resto anche in questioni che ci riguardano da vicino non facciamo che ottenere risultati favorevoli. Ricordate la conferenza di Palermo che avrebbe portato la pace in Libia? Beh… sembra che si debba attendere ancora un po’, giacché per il momento si spara.
Salvini e la Meloni vogliono cambiare radicalmente l’Europa: già, ma prima volevano uscire dall’Euro e ora, vedendo i fatterelli che succedono nella perfida Albione, non se ne parla più. E poi che cosa cambiano? Non si capisce… E gli altri paesi li sostengono? Non pare proprio… E allora la menzogna a che serve? Ai poveri ignoranti, le vittime, che non conoscono i termini dei problemi e che  credono loro. Del resto il refrain abituale è: noi abbiamo la maggioranza. Uno dei maitre à penser sui media, fondatore de Il fatto quotidiano, Padellaro, sosteneva in televisione, indignato, dinanzi alle sacrosante critiche all’operato della ‘sciagura’ Raggi: ma insomma, è stata votata dal 70% dei romani! Questo argomento va approfondito, perché si capisce l’origine storicistica sottostante, ma è completamente falso. Basti pensare che la maggioranza degli italiani sosteneva Mussolini e che la stragrande maggioranza dei tedeschi Hitler, e degli spagnoli Franco… nonostante le loro malefatte. Ipotizziamo che domani la maggioranza degli italiani decida di imbarcare su chiatte ed abbandonare nel Mediterraneo gli immigrati clandestini o di applicare la tortura: sarebbe giustificato? Secondo la nostra Costituzione e la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, sembrerebbe di no: ci sono diritti umani che preesistono alle decisioni politiche e che attengono alla persona, alla sua inviolabilità. Disgraziatamente sembra che per questi nuovi barbari si tratti di categorie desuete. Ora si occupano pure di informazione che vogliono ‘obiettiva’: non solo tagliano i finanziamenti alle voci scomode per loro (…), ma stabiliscono  in che cosa consista l’obiettività…; in altri termini ci troviamo dinanzi ai prodromi  di un regime, già iniziato con una televisione pubblica che, con i nostri soldi, mette in sordina le voci dissenzienti, così come faceva l’EIAR: Duce, conduci!
E il duce in pectore, dedito ad una perenne propaganda, un giorno ci racconta che il coraggioso ragazzino egiziano che ha salvato i tanti compagni sull’autobus si deve far eleggere per avere la cittadinanza secondo il principio dello ius soli, il giorno dopo ci assicura che è come suo figlio (poveretto), mentre col vincitore del festival di Sanremo con nome egiziano assicura che preferiva il secondo arrivato, un italiano doc, poi fà pace con Mahmod. Andrà alla conferenza di Verona sulla famiglia, invitato da gente santa di ‘professione’, e, in effetti, le famiglie le ama davvero perché a leggere i giornali ne crea in continuazione: insomma, un comportamento erratico, legato al contingente e che non ha nulla a che fare con chi deve realizzare il bene comune, cioè governare con giustizia.
La gestione dell’Europa sin qui non è stata buona, ma anche per colpa nostra: scollamento tra  politica ed Amministrazione pubblica, impreparazione, incapacità di fare sistema, assenza di italiani nella burocrazia europea per troppo tempo, mancato utilizzo delle risorse a disposizione del paese in assenza di progetti seri, provincialismo. L’Europa si cambia con delle proposte  serie, non con sussurri e grida.

domenica 24 marzo 2019

MA SI FANNO I FATTI?

Rosa Elisa Giangoia

Come ci ha insegnato Leo Spitzer (Critica stilistica e semantica storica, Bari: Laterza, 1966) il linguaggio è rivelatore, anche in modo personalmente inconsapevole, di un modo di pensare, di una visione della realtà. Se applichiamo questo principio alla recente affermazione del vice-presidente del Consiglio Luigi Di Maio, riferita al suo collega Matteo Salvini, "Lui ha il diritto di parlare, io il dovere di fare i fatti, come Ministro dello Sviluppo Economico", possiamo trarre conclusioni interessanti. Precisiamo che Di Maio rispondeva a chi lo interrogava riguardo alla perplessità di Salvini sul memorandum siglato con la Cina per la mancanza di libero mercato nel paese asiatico.  Innanzitutto dobbiamo rilevare che l'espressione "fare i fatti", con quello che le buone grammatiche dei tempi andati definivano "complemento dell'oggetto interno", è impropria nella sua tautologia, il che comporta ristrettezza espressiva e incapacità di ordinare le idee in uno sviluppo logico-consequenziale. Non è, però, una questione semplicemente sintattica, ma di insensatezza logica. In senso assoluto (cioè senza un complemento oggetto) si potrebbe usare il verbo "operare", ma in questo caso il discorso aveva bisogno di uno sviluppo: quali "fatti"? L'agire in sé non è di per sé positivo, dipende sempre da cosa si fà...
Dato che è facile che si operi una traslazione dalla confusione linguistica a quella delle idee di governo, la situazione si fà seria!

venerdì 22 marzo 2019

IL REDDITO DI CITTADINANZA È FRUTTO DI COMPASSIONE O DI PIETÀ?


Rosa Elisa Giangoia

   La politica della pietà, come ha teorizzato Hanna Arendt, ha caratterizzato la Rivoluzione Francese, radicandosi poi nella concezione nata con Rousseau, che, nella sua convinzione antiilluministica, passata nella prassi politica di Robespierre, riteneva che la libertà dell’uomo “naturale” risiedesse nel libero e spontaneo gioco delle passioni, ostacolato, invece, dalla ragione. Sarebbe dunque la ragione a rendere l’uomo egoista e malvagio, mentre la reazione emotiva spontanea alle sofferenze degli altri, e perciò “naturale”, spingerebbe a identificarsi con chi soffre.       
   In questo modo la compassione sembrerebbe diventare sinonimo di bontà. Ma questa concezione  nasce semplicemente dalla ripugnanza nei confronti di un dolore contemplato comunque dall’esterno, a distanza, come uno spettacolo, e considerato appartenente a un’entità astratta nella sua universalità, quella del popolo, dei malheureux, dunque spersonalizzato. Non siamo quindi di fronte a un sentimento di compassione, ma di pietà, indirizzata ad una massa indistinta, per cui non ci si fa carico degli altri e non c’è partecipazione personale alle sofferenze.
   La compassione, invece, indica un rapporto personale, come dice il vocabolo stesso (dal greco συμπἀθεια = condivisione del sentire). Essa, infatti, a differenza della pietà, ha come oggetto sempre il singolare e il particolare, ossia i singoli esseri sofferenti, nella loro situazione specifica e concreta, in una relazione interpersonale in presenza per cui non la si può provare per una collettività generalizzata e lontana, nei cui confronti si può avere solo pietà che predilige l’espressione retorica alla prassi. Di qui deriva l’atteggiamento del marxismo di prefigurare la liberazione degli oppressi, affidando ad una classe (quella operaia) il ruolo demiurgico di salvare l’umanità. Anche nel marxismo c’è pietà e non compassione. Della compassione è invece figura emblematica quella del buon samaritano della parabola evangelica, per cui la compassione diventa elemento determinante del cristianesimo.
         Esemplificato sulla pietà, e non sulla compassione, è l’atteggiamento del M5S, che a Rousseau si ispira, in particolare con il reddito di cittadinanza: infatti, con questo provvedimento, manifestano solo pietà (con tutto il suo carico declamatorio) per i meno abbienti, ma in modo astratto, senza vera partecipazione, con disinteresse nei confronti dei beneficiari, avendo elaborato un meccanismo di sussidiarietà che può rappresentare solo un’occasione di ausilio momentaneo, ma incapace di cambiare in modo duraturo e significativo il destino di quelli che la Rivoluzione Francese definiva maleureux.

mercoledì 20 marzo 2019

SONO IN DEBITO VERSO DIO E GLI ITALIANI

Carlo Biancheri

Giusto un intellettuale di Milano Rogoredo, educato al bar Sport, avrebbe potuto esprimersi così dopo esser stato graziato dal Senato a furor di popolo per  aver agito nell’interesse pubblico. Senza atti formali, ma con messaggini, aveva decretato il  sequestro per cinque giorni su una nave della Guardia Costiera Italiana di un gruppo di eritrei, come noto potenziali pericolosi terroristi. Il Tribunale dei Ministri, competente per territorio, aveva chiesto di poterlo processare, rigettando la domanda di archiviazione del pubblico ministero, ma un Senato, composto in buona parte da gente del tutto inadeguata al compito che i senatori sono chiamati a svolgere, ha deciso che il pericolo di tornarsene a casa, in caso di caduta del governo, fosse troppo rilevante e così il Salvini ha ben operato nell’interesse pubblico, secondo loro.
A voglia  a spiegare che l’interesse pubblico  non consente ad un ministro di commettere reati e men che meno di privare della libertà personale una persona italiana o straniera che sia, senza l’intervento dell’autorità giudiziaria: si tratta di norma costituzionale ma, come insegnano gli idealisti: Esse est percipi, altrimenti detto, ciò che è reale è il valore che tu gli dai… se ne deduce che: questa sera si recita a soggetto! Così un altro intellettuale di vaglia, il Gasparri, già fascista o affine, relatore di maggioranza nella fattispecie, ha garantito che  non erano torturati i migranti, anzi rifocillati, una crociera ai Caraibi insomma, e che quindi non c’era alcuna violazione di legge  nelle more della loro identificazione, prima di entrare in territorio italiano. Ma quale identificazione, Gasparri? Erano già, tra l’altro, su territorio italiano,  in quanto la nave batteva bandiera italiana e per giunta l’equipaggio indossava le stellette… Dice nulla tutto ciò? Ad una persona di media cultura e sana di mente  sembra dire qualcosa.
D’ora in poi tutti i ministri, con la scusa dell’interesse generale, magari in combutta tra di loro, in barba al principio che la responsabilità penale è personale, potranno murare o dar fuoco alla vostra casa nel timore dell’epidemia, come al tempo della peste manzoniana, anche se l’epidemia consiste solo nel pretesto per l’ennesima sceneggiata a vantaggio delle televisioni di tutto il mondo, per far pressione sui paesi europei che non ne vogliono più sapere dei nostri governanti, al di là del bene e del male!
Abbiamo provato a dire al Salvini che non citi più gli italiani perché noi lo siamo e non ci sentiamo minimamente consenzienti con lui.
Mentre il richiamo a Dio da uno come lui che brandisce il Vangelo ed il rosario come corpi contundenti, è pura blasfemia, in quanto non fà che seminare odio, mentire in continuazione al paese, ed offende il sentimento religioso di chi è credente.
Andrà al congresso di Verona? Significa che il cristianesimo di quella gente è lontanissimo dal Vangelo cui pure dicono di richiamarsi. Venite a me voi che siete stanchi ed affaticati ed io vi darò sollievo… oppure: prendete il mio giogo sopra di voi ed imparate da me che sono dolce ed umile di cuore… Qui qualcosa non quadra e gli organizzatori del Convegno cui partecipano i Salvini ed i Fontana e l’intendenza… danno, così, una bella controtestimonianza.




domenica 17 marzo 2019

Memorandum of Understanding con la Repubblica popolare cinese: non preoccupatevi, non è vincolante...

Carlo Biancheri

È noto che nel Governo del Vis-Conte dimezzato c’è gente con approfondita conoscenza delle lingue e del contesto internazionale, sviluppata nelle scuole di San Giovanni Rotondo e di Canicattì, salvo il caso del funzionario facente funzione di Ministro degli Esteri, privo di ogni visione internazionale, ma che si esprime correttamente in inglese ed in un francese pedestre, nonostante i molti anni trascorsi a Bruxelles.
La disquisizione adesso è sul significato di Memorandum of Understanding, altrimenti detto Memorandum d’intesa. Il Vis-Conte dimezzato si è avventurato incautamente, come i ragazzini, nel quadro internazionale, senza capirlo, senza conoscerlo e si trova in ambascia per le minacce reali americane in merito alla firma dell’intesa con la Repubblica Popolare Cinese ed i richiami della UE che ricordano le competenze dell’Unione in materia di accordi commerciali con paesi terzi. Abituato com’è a svincolarsi con le parole – spesso a vanvera - si è affannato a sostenere che si tratta di un accordo non vincolante, cioè di acqua fresca. Si dà il caso che nel mondo anglosassone, retto, se Conte non lo sa, da un sistema di Common Law, la maggior parte degli Accordi Internazionali sono redatti nella forma di Memoranda of Understanding dove è labile il confine tra impegno giuridico e politico, come del resto in tutto quel sistema giuridico, fondato sul caso concreto, sul precedente e sull’ethos.
Non ci sono sanzioni in caso di inadempimento del MoU, ma dove sono le sanzioni in sede internazionale se non nei casi di adesione ad una Organizzazione Internazionale, fondata su un Trattato, ratificato dal Parlamento? Sul piano bilaterale, in un’ultima istanza, la sanzione è la guerra, eventualmente dopo aver esperito tutte le forme di retaliation possibili, incluse le sanzioni economiche. Anche se non ci sono vincoli giuridici, per quel che valgono nel diritto internazionale…, si tratta pur sempre di accordo politico a tutti gli effetti, il cui mancato rispetto verrebbe giudicato negativamente dall’interlocutore che non subirebbe l’inadempienza passivamente: il principio che regge il contesto internazionale è quello della buona fede nel concludere gli accordi. Immaginarsi se Mr. Ping, come lo chiama il ragazzetto di Pomigliano d’Arco che forse pensa, come al suo paesello, che ciò che conta è il cognome, quello che segue il nome (…), viene a Roma tra le strade dissestate e la spazzatura dovunque e pochi mesi dopo la firma si sente dire dal governo italiano: abbiamo scherzato… Troverà il modo di farcela pagare in ogni sede internazionale, perché ci tiene alla reputazione di un paese in crescita, di oltre un miliardo di abitanti, che diverrà la prima potenza economica mondiale, ecc., ecc.
Altri paesi europei si sono mossi ben prima di noi, ma lo hanno fatto discretamente, con esperienza diplomatica consumata, senza pestare i piedi, mentre noi ci siamo avventurati col ragazzetto che vuole che i cinesi ci comprino il debito pubblico per poi, in caso di controversia, farci giochetti come quello che ci fece Deutsche Bank quando liquidò d’un botto le posizioni sui titoli italiani e lo spread superò i 500 punti rispetto ai Bund tedeschi… Non conoscendo quasi nulla, ha ampliato a dismisura l’ambito dell’accordo, rendendolo di difficile gestione.
Naturalmente gli USA, come di consueto, non conoscono confini territoriali ai loro interessi e quindi hanno fatto pressioni a non finire; bisogna resistere alla prepotenza, ben sapendo, però, che gli americani hanno la memoria lunga e la fanno pagare e sono quelli che assicurano la nostra difesa, perché il nostro esercito ha ancora, come nella ritirata di Russia, gli scarponi di cartone, forse di plastica adesso…, e senza gli USA quanto saremmo in grado di resistere ad un attacco? E la tecnologia? È made in Italy? Ecco il contesto.
La lezione che ne traiamo è quella che siamo in mano ad un governo di dilettanti che raccontano un mare di frottole ai gonzi e che non sono in grado di affrontare la crisi economica con un’iniziativa chiara; i soli provvedimenti che adottano sono quelli di propaganda e lo fanno a debito. E questo è il punto, perché hanno varato iniziative pasticciate, finanziate con ‘pagherò’ a scadenza a fine d’anno quando si approverà la nuova legge di bilancio; nel mentre hanno occupato tutte le poltrone, bloccato tutte le opere pubbliche – altro che opere in ritardo di quarant’anni!- per fare l’analisi costi benefici, affidata agli amici, con dei ministri che credono che la loro funzione sia quella di ispezionare i luoghi e non di sedersi alla scrivania e di farsi portare le carte e decidere. L’informazione pubblica è cosa loro e la RAI, pagata da noi, è come l’EIAR fascista, perché è solo propaganda. Le voci libere e di qualità vengono messe a tacere, tagliando i finanziamenti pubblici.
Ci avviciniamo alla boa dell’anno di governo con risultati pessimi: eravamo in crescita e siamo in recessione, le agenzie di rating continuano a graziarci per l’impatto che avrebbe sull’intera Europa un giudizio serio sul paese, l’occupazione non aumenta affatto e lo spread è stazionario: il doppio di quello col governo precedente.
Si vede benissimo che non sanno che fare e che aspettano il voto europeo per decidere come atteggiarsi.
Bisogna salvare il paese e mandarli a spasso…


sabato 9 marzo 2019

MA QUALE CRISI DI GOVERNO!

gufiamo, gufiamo che cada il governo...
forse Salvini pensa che sia il momento buono...
Dario Fabbri



Farò di tutto perché l’opera si faccia! Così si è espresso l’esponente dei comunisti padani, formatosi al bar Sport di Rogoredo e non certo alle Frattocchie, Vicepresidente del Consiglio pro-tempore, nonché Ministro dell’Interno e del latte sardo, a proposito della TAV.
Novello Cuor di leone, giura che l’opera si realizzerà, ma non adesso…; c’è il voto in Parlamento che dovrebbe scagionarlo da un piccolo impiccio: l’aver privato della libertà esseri umani senza alcun provvedimento dell’Autorità giudiziaria, in violazione della Costituzione italiana…
Abbiamo scritto più volte che anche un cretino capirebbe che un nuovo valico nelle Alpi che hanno isolato da millenni il territorio della penisola dal resto dell’Europa non può che essere un vantaggio per l’Italia tutta,  ma è arrivato lo strafamoso prof. Ponti che, con sguardo spiritato, ha esordito in Parlamento  assicurando che lui è esperto qualificato presso la Banca Mondiale e la Commissione Europea e che l’opera non si deve fare perché non conviene. Si dà il caso che molti siano al corrente, compreso lo scrivente, di che razza di carrozzone sia la Banca Mondiale dove perfino Ivanka Trump è in predicato per diventarne presidente (!), reclutando esperti free-lance, trombati dalle istituzioni di provenienza, spesso incompetenti, che mettono insieme papers e linee guida politicamente corrette e secondo i desiderata di Washington DC. Quanto alla Commissione Europea per questo tipo di analisi,considerate una perdita di tempo, nel gruppo di esperti, convocati dalla Commissione stessa, arrivano solitamente dei ‘pellegrini’ che elaborano criteri, in certi casi comici, come l’inclusione tra i costi  della perdita di guadagno sulle accise relative alla benzina (ora  prontamente cancellato), quando si tratti di passare dal trasporto su gomma a quello su ferro, assai meno inquinante, nel totale disinteresse degli Stati membri.
E non c’è solo Ponti, ma  anche un politico di vaglia ad esser contrario: il prof. Cacciari – ma non era filosofo del nulla anzi gentiliano?- che passerà alla Storia per l’incendio del teatro La Fenice di Venezia del  Settecento, ora ricostruito stile Disneyland… L’incendio avvenne sotto la sua sindacatura e lo si vede ridente nel film di Woody Allen sulle rovine del teatro. Il Cacciari sostiene anche lui che, per carità, queste grandi opere sono come il Mose di Venezia che  ha cercato di bloccare, infischiandosene delle periodiche alluvioni (…), e che la pubblicazione dei bandi non vuole dire nulla: si potranno fermare in ogni momento con ricorsi al TAR… Oh… ma qui casca l’asino… La Telt, che sta realizzando la TAV, è una società mista di diritto francese… e il TAR non c’entra, professo’, bisogna ricorrere ai tribunali amministrativi francesi. La sua è una monata, si direbbe a Venezia, ciò…
L’Avvocato del popolo, alias Vis-Conte dimezzato, che riesce a parlare fino alla noia senza esprimere un bel nulla, tranne auspici, dilemmi, traguardi futuri, assicurazioni, un misto della tecnica del mediare, del sopire e sedare, e dell’arroganza populista: nessuna crisi perché hic manebimus optime! Ottimamente ci starà lui, ma non il paese che è isolato politicamente come non è mai avvenuto nell’ambito internazionale, con un giovanotto che in televisione ci vuol far capire che ha studiato e che sostiene un mare di castronerie, ad esempio, sul Venezuela; probabilmente si sarà informato dalla Sicilia, terra di provenienza, e ha fatto sì che lo Stato italiano rimanga equidistante tra il dittatore Maduro, guidato dai cubani, e che ha ridotto il paese alla fame, e Guaidò, riconosciuto come rappresentante del paese da tutti i vicini e dalla UE, tranne noi! Non c’è male.
Ma siamo contro tutti anche su accordi internazionali come il Global compact migration ,accordo patrocinato dall’Onu, su cui noi siamo contrari perché ne sappiamo di più di tutti gli altri: tanti nemici tanto onore, no?
L’economia va male non solo per il quadro internazionale che non è in recessione, ma per il caos che questi sono riusciti a combinare in nove mesi.
Il Salvini ha anche la faccia tosta di sostenere che è stato fatto tanto!...e lo vediamo quel che è stato fatto, bravo.
Una cosa però va detta: se il Salvini pensa di cavarsela dicendo che l’opera va fatta, però votando con i suoi in Parlamento per il rinvio dell’opera, o accettando che il mediatore Vis-Conte dimezzato faccia fare al paese la figura dei peracottari, chiedendo l’ennesimo rinvio, alla luce del famoso studio costi/benefici dell’esimio prof. Ponti che cambierebbe radicalmente il quadro, si sbaglia di grosso.
La Lega è complice: fà finta di sostenere l’opera mentre il Governo di cui fà parte la boicotta, danneggia il Nord Italia in primis e tutto il paese.
Nun c’è trippa pe’ gatti, si dice a Roma, Salvini!

Carlo Biancheri