sabato 25 dicembre 2021

LA POLITICA DELLA TATTICA A SCAPITO DELLA STRATEGIA


Carlo Biancheri

Il lamentevole quadro delle posizioni che assumono le principali forze politiche presenti in Parlamento, sia nell’imminenza dell’elezione del Capo dello Stato che nel disegno complessivo delle azioni da intraprendere per affrontare i mali italici, pongono la questione se questa classe politica non sia affatto la selezione dei migliori ma corrisponda perfettamente al decadimento dei molti nel paese che rivendicano diritti senza porsi i problemi dei doveri della vita comune.
«La DC è un partito di centro che guarda verso sinistra»: si tratta della famosa definizione di De Gasperi, criticata da don Sturzo, ma ripresa da Moro, prima del compromesso storico. C’era un centro nella vita politica italiana che poi ha perso la sua ispirazione cristiana, essendo permeabile ad ingressi di personaggi di puro potere, spesso affiliati alle logge e non a quelle deviate, come si affrettano a precisare sui media ad ogni piè sospinto. Il centro corrispondeva ad un modo di sentire comune della maggioranza degli elettori che avevano ben capito che i regimi ad economia centralizzata portavano dritti a dittature che riducevano la popolazione a soldatini e ad un livello di vita di sopravvivenza. Tanti frequentatori di salotti, intellettuali di letture mirate, di sinistra, hanno disegnato per anni scenari di giustizia sociale che ignoravano completamente le malefatte del socialismo storico e non c’è bisogno di aver letto quel che è uscito sui gulag per sapere quali macerie umane abbiano provocato coloro che volevano restaurare l’Eden in terra, teorizzato da Marx; basta aver vissuto in uno dei paesi dell’Europa dell’Est. Occorre assicurare la libertà del mercato che, tuttavia, come diceva Keynes, deve esser controllato per non diventare giungla (v. Thatcher e Blair).
Il Pd, ancor prima del ritorno dalla Gallia dell’effimero Letta, aveva cannibalizzato i suoi centristi, tornando all’insegnamento impartito a suo tempo dalla scuola delle Frattocchie del Pc con discepoli come D’Alema o il guru Bettini e giù per li rami. Secondo questa scuola di pensiero l’obiettivo principale della vita politica è la conquista del potere, separando mezzi e fini. Una volta conquistato il potere si deciderà che farne per realizzare la giustizia sociale, incentrata, sia chiaro, sul concetto di giustizia commutativa: a ciascuno lo stesso, indipendentemente dal merito; in Marx non esiste la giustizia distributiva e cioè quella che prevede che ad ognuno venga dato ciò che gli spetta in base ai bisogni e al merito, si preferisce l’ugualitarismo.
In questo contesto si capisce la scelta di proporre ‘campi larghi’ dove però il manovratore è chi condivide questa impostazione che poi discende da quel Lenin che sosteneva che la vita politica è come la corsa su un tram: ad ogni fermata la gente sale e scende ma noi (comunisti) saremo gli ultimi a scendere perché l’obiettivo è la gestione del potere e cioè l’opposto di una visione liberale o se si vuole di libera iniziativa di mercato.
Tornando da Parigi l’effimero Letta ha dichiarato di essersi radicalizzato avendo letto Mounier, un personalista cristiano che nessuno cita più perché si è finalmente compresa l’inconsistenza dell’esistenzialismo e cioè il primato dell’esistenza a scapito dell’essenza delle cose: c’è un ritorno al realismo, ad Aristotele, per fortuna. Non ha letto il Maritain de L’umanesimo integrale (troppo difficile?) che forse avrebbe delineato un quadro più complesso, in quanto realista e, ohibò (…), tomista, come Chenu peraltro…, estensore della famosissima costituzione conciliare Gaudium et Spes.
È adesso il teorico del campo largo, delle agorà, cioè dibattiti guidati…, e, soprattutto, dell’alternanza destra/sinistra e cioè Letta-Conte, Salvini-Meloni: una magnifica prospettiva…
Per noi questa impalcatura è profondamente errata perché la politica consiste nel formulare proposte (non solo proteste) e la prima scelta da fare è quella di decidere se togliere ad alcuni per dare ad altri o invece cercare di far crescere la torta con investimenti e produttività il che comporta scuola e formazione, ricerca, amministrazione pubblica efficiente e non potentati senza controlli che si trasformano in centri di potere, come le società pubbliche dove la proprietà del capitale passa alla gestione di gruppi di affiliati, talora tecnici, legati a politici: da decenni non si sono visti i successori di un Mattei, per intenderci.
Non si possono creare gruppi o, se preferite, unione di partiti che dovrebbero rappresentare classi sociali omogenee semplicemente per ragioni tattiche. Se il Pd si allea con un gruppo di incapaci che si ispira a Scientology (v. Casaleggio), quando mai potrà riuscire a formulare delle proposte serie? L’unità si fonda sui programmi e il M5S propone solo pasticci.
Ora che è chiaro a tutti che il ‘nonno’ vuole andare al Quirinale anche perché con un altro Presidente della Repubblica sarebbe durissima tenere insieme una maggioranza come l’attuale, in grado di portare avanti i progetti epocali del Pnrr: il grosso dei soldi non è arrivato e con Bruxelles sarà dura con la nostra amministrazione tenere i tempi, gli stati di avanzamento lavori; la pubblica amministrazione non è ancora in grado di pagare a tempo i fornitori!
Senza il ‘nonno’ c’è il panico e nessun Presidente del Consiglio sarebbe in grado di dire di fronte alle sciocchezze di certi ministri: adesso basta. E poi c’è il quadro internazionale, giacché siamo in un regime di liberalizzazione dei movimenti di capitali e quindi gli investimenti sono volatili, non solo con le delocalizzazioni ma anche con la propensione ad investire da parte estera, giacché i campioni nazionali sono per lo più privi di visione e di propensione al rischio: socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti.
In Italia l’evasione fiscale da sempre è uno scandalo eppure i nostri tenori della sinistra fanno proposte di redistribuzione, partendo dall’assunto che la dichiarazione dei redditi corrisponda alla ricchezza reale del paese; ora mi dovreste dire se è mai possibile che i ricchi in Italia siano solo l’1% che dichiarano oltre centomila Euro! E i Suv che vediamo, le barche, le ville appartengono tutte a quei ricconi attivissimi a comprare che dichiarano oltre centomila Euro? Questo è il mendacio e la mistificazione: si deve redistribuire sapendo esattamente dove si va a colpire, non rendendo responsabili magari gli onesti di mali di un sistema che non funziona.
Ecco perché i personaggi alla Letta nel Pd sono utili… ad alcuni e sono responsabili perché incapaci di formulare proposte che non siano solo quelle della difesa ad oltranza di diritti civili con ddl fatti con i piedi.

LETTERE

 Caro Biancheri,


la spero bene in questi tempi difficili, anche se vedo che da tempo non scrive più nulla sul blog e devo dire che in verità le sue riflessioni e considerazioni mi mancano! Ora vorrei confrontarmi con lei su una
questione: il papa Francesco, anche nella Messa di Natale (chissà perché anticipata?) ha pregato per tanti infelici e sofferenti, ma non ha detto una parola per chi, come me, ha perso persone care per il covid, non ha detto una preghiera perché il Signore ci liberi da questo male, come mai se ne dicono nelle Preghiere dei fedeli alla domenica nelle varie chiese. Neppure una parola sul covid, neppure un accenno, nemmeno
nominato. Eppure è un problema, una ragione di ansia, di soffrenza, di preoccupazione che al momento ci travaglia tutti in tutto il mondo. Lei ha qualche idea riguardo a questo silenzio?

Auguri di felicità in questo Natale.

Renato Santoro



Grazie per le sue parole e anche a lei un augurio di Buon Natale con buona pace dell'ideologia massonica della Commissione europea che suggeriva di dire buone feste... Buone feste di che? Perché  il tempo passa? E c'è  un nuovo anno? Noi abbiamo una speranza diversa e cioè che il dolore cessi e che il velo cada... Ricorda? Il lupo e l'agnello si abbracceranno,pace e giustizia regneranno... e  poi beati coloro che piangono perché  saranno consolati .. .non qui nell'Eskaton...
Per comprendere questo papa bisogna conoscere i gesuiti, molti dei quali col loro volontarismo prometeico rischiano l'eresia pelagiana: ci si salva con il solo sforzo umano e la grazia di Dio è una superfetazione. Il papa cita la leggenda del grande Inquisitore ma non dice che Dostoevskij scrive, non a caso, che il cardinale, che rinfaccia a Cristo di essere tornato, è un gesuita e gli dice: ci pensiamo noi a questa gente che ci ubbidirà... Se la prende col clericalismo ma lui forse non è clericale col suo autoritarismo e l' autoreferenzialità?
Predica il secondo comandamento e cioè  l'amore del prossimo ma dimenticando spesso il primo e cioè  l'amore di Dio; il secondo comandamento da solo non si regge e, infatti, tutti i modernisti predicano l'amore con l'odio per gli avversari, esattamente come gli immanentisti che promettono l'utopia, cioè  l'Eden in terra.
Ciò  detto, non dobbiamo diventare donatisti o catari o bogomili (che è la stessa cosa...): nessuno è perfetto perché  siamo umani anche se il popolo di cui io faccio parte e che non conta nulla nella Chiesa vorrebbe  pastori come san Benedetto che parla della vita di Dio e cioè  al cuore e non delle cose da fare  trasformando  la religione in etica: i gesuiti il Vangelo di Giovanni non lo citano quasi mai, papa incluso.
San Filippo Neri, il secondo apostolo di Roma, diceva ai suoi di non predicare con lo stile 'parisino', cioè  gesuitico, e metteva al centro della vita spirituale degli oratoriani l'umiltà (non la volontà...) come Francesco piccolino sposava Madonna povertà.
Ma di grandi santi ce n'è  uno per secolo, se va bene, e, quindi, ci basti ricordacene e frequentarli con quello che ci hanno lasciato.

Carlo Biancheri



venerdì 29 ottobre 2021

SUPERMARIO, ATTENTO ALLA CRIPTONITE!

Carlo Biancheri

Educato dai gesuiti e quindi al volontarismo, alla razionalità, all’astuzia, alla dissimulazione, senza spazio per sentimenti, allo scopo di raggiungere il risultato prefissato ad ogni costo.
Abituato ad un atteggiamento atarassico, tipico dei banchieri di alto profilo, sostenuto fin da giovane assistente universitario da ambienti andreottiani, successivamente entrato nell’inner circle che ne ha tracciato la carriera: Executive Director alla Banca Mondiale per l’Italia, Direttore generale del Tesoro, Governatore della Banca d’Italia, presidente del Financial Stability Board e della BCE, con parentesi a Goldman Sachs.
Deciso nelle scelte, ha in breve tempo raggiunto risultati di tutto rilievo al governo del paese, come la vaccinazione in pochi mesi di una percentuale di italiani molto elevata che consente, al momento, di contenere una malattia sconosciuta. Se il ciarliero avvocato del popolo avesse continuato la sua corsa saremmo ancora qui a discutere di primule nelle piazze, dell’utilità del vaccino, col telepredicatore ora indagato per certe mascherine non a norma arrivate dalla Cina e strenuamente difeso dal giornaletto ‘Il fatto quotidiano’.
A ciò aggiungasi la fiducia dei mercati finanziari in Draghi e nel suo governo, il che è fondamentale per il paese non solo per lo spread dei titoli di Stato o per il rating delle agenzie, ma perché favorisce i flussi in entrata cioè gli investimenti, in contrasto col manicheismo corrente che reputa la finanza un male in sé. I nuovi manichei, numerosi tra i cattolici insieme ai fideisti del socialismo reale, ignorano quanta parte abbiano avuto i francescani nel creare il sistema finanziario, dall’istituzione dei Monti di pietà e quindi il pegno, l’interesse…, alla partita doppia di Paciolo, ecc. La pletora di incompetenti che parlano nei talk shows televisivi sono all’oscuro del fatto che si lotta contro la povertà in primo luogo facendo crescere la torta/paese e mettendovi ordine, in un regime di liberalizzazione di movimenti di capitali nel quale viviamo, piuttosto che porre tutta l’enfasi sulla redistribuzione interna: nessuno di coloro che parlano hanno, all’evidenza, mai visto un sistema socialista da vicino ma a ciò supplisce l’immaginazione, fervida in Italia.
Senza Draghi al timone i fondi del Pnrr non saranno utilizzati e neppure arriveranno e, quindi, SuperMario è indispensabile ma deve stare attento come Nembo Kid alla criptonite.
Questa pietra che indebolisce Superman consiste nel sottovalutare l’arretratezza del paese: in pratica occorre evitare il vizio illuministico delle riforme a tavolino o se vogliamo fare un esempio quello di voler guidare una Ferrari col motorino di una 500.
Nel prendere contezza della realtà va riconosciuto che la nostra classe politica è, per essere gentili, dilettantesca.
La sinistra celebra le vittorie alle recenti elezioni amministrative facilitate da candidati della destra pescati, in alcuni casi, alla maniera di quei concorrenti della trasmissione televisiva La corrida. Omette di riconoscere che il partito vincente è stato, ahimé, quello degli astenuti anche se l’affermazione dei suoi eletti fà tirare un respiro di sollievo per chi voglia qualcosa che assomigli alla normalità.
L’effimero Letta, peraltro, non ne azzecca una e continua con la parità di genere, indipendente dal merito, forse non capendo che mettere una donna cortese all’apparenza, come capogruppo, e tuttavia incapace di ascoltare le ragioni altrui, convinta che la propria verità sia assoluta tanto da voler imporre, come nel caso del ddl Zan, norme stupide al paese – v. la teoria del gender da insegnare ai bambini o l’incertezza delle definizioni legislative lasciate alle decisioni giurisprudenziali- fa pensare che il Segretario Pd preferisca apparire piuttosto che Essere. Inoltre privilegia il metodo – le Agorà- rispetto ai contenuti da discutere – Cartesio docet con le sue false geometrie…-né sembra che il nuovo Ulivo abbia qualche spazio perché l’alleanza con la setta 5S risponde semplicemente al vecchio adagio che discende dalla tradizione leninista (o milazziana?) e cioè che quel che conta è la gestione del potere con chicchessia a prescindere da quel che si crede: sembra che il centro non abbia alcuna intenzione di stare con l’armata di Brancaleone populista e allora?
D’altronde la destra porterebbe il paese in una situazione analoga a quella in cui ci trovavamo con l’Avvocato del popolo alla guida del governo giallo-verde, e cioè isolati dal mondo, sostenitori (allora) di Maduro, dei sovranisti, di Putin e, successivamente, dei gilets gialli in Francia…: purtroppo la gente dimentica in fretta.
La giovine Meloni, descritta da taluni come intelligentissima, è digiuna di qualsivoglia idea economica oltre ad essere alleata con soggetti come Trump o il gruppo strafascista di Vox in Spagna e poi Orbàn…, senza menzionare Le Pen in Francia, appannaggio del giovanotto cresciuto al bar Sport di Milano Rogoredo; entrambi aspirano a guidare il governo: le monde à l’envers, direbbero i francesi.
In generale, sia le forze politiche che i sindacati pensano che la spesa pubblica sia una variabile indipendente e, quindi, c’è una gara a chi chiede di più, salvo poi cercare di far pagare il conto alla UE.
Ma la criptonite non si ferma al materiale umano ed ai partiti che seguono l’ultimo conformismo di successo privi di visione, di un’idea propria sensata, c’è anche la Pubblica Amministrazione in senso lato.
Risponde a logiche autoreferenziali che prescindono il più delle volte dal risultato ottenuto nel proprio operare. La dirigenza si prefigge di non assumere responsabilità personali che i politici cercano di scaricare… Tutto si risolve, di conseguenza, nel rispetto della procedura mentre il merito delle scelte è residuale. Solo così si spiegano le perdite colossali dello Stato, la mala gestio di tanti interventi che si tratti di banche o di strade e ponti o di ordini di forniture, la costante è quella di rispettare il procedimento e poi vada come vada. Ne consegue la lentezza esasperante nella realizzazione dei progetti, l’inefficienza degli interventi, regolamenti fatti per rendere impossibile ai cittadini un accesso agevole alla PA, leggi inapplicabili ed inapplicate, assenza di controlli efficaci degli organi a ciò preposti ed una pletora di enti inutili come quelli di ricerca del lavoro o di formazione professionale.
Tutto ciò premesso, ci viene in soccorso l’amato Manzoni che nel descrivere la biblioteca di don Ferrante ed i vari argomenti di cui trattavano i volumi in essa contenuti, scrive che il suddetto don Ferrante diceva spesso: Cos’è mai la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada e per conseguenza butta via i suoi passi…
Per evitare il pericolo della criptonite sarà bene controllare chi segue il cammino…

 

 

mercoledì 22 settembre 2021

ANCORA SUL PAPA...

Ora nel "bar sport" c'è entrato anche il papa Francesco che ha messo in piazza tutti i gossip del Vaticano con le manovre contro di lui. Ma si è mai sentito un papa che voli così basso? Abbiamo capito: il Vaticano è in predaa una lotta tra bande!

Eugenio Belmonte


Forse c'è da ampliare la visione e cercare di verificare in che cosa crede la Chiesa oggi.
C'è fede nella Chiesa o prevale l'istituzione fine a sé stessa e lo stuolo di funzionari chierici in carriera? Questo papa sembra un tipico prodotto gesuitico: vuole conquistare il mondo con i mezzi del mondo, cioè piacere al mondo. Basta leggere le Lettres provinciales di Pascal, quello che Scalfari, amico di Bergoglio, vuole santificare (!), per accorgersi che aveva capito molto bene la logica pastorale: i gesuiti vengono descritti come relativisti o quasi pelagiani cioè, col loro volontarismo e con l'ansia del risultato da ottenere a qualsiasi costo, appaiono credere che l'uomo di salvi senza l'aiuto della Grazia...: in pratica, un approccio immanentista. E lo aveva capito benissimo anche Dostoevskij nella Leggenda del Grande Inquisitore ne I Karamazov, proprio quella che, curiosamente, il papa ha citato di recente come esempio da seguire, omettendo di dire che il cardinale che rinfaccia a Cristo di essere tornato nel mondo è un gesuita! Manca l'umiltà -non basta l'obbedienza- e infatti san Filippo Neri, amico di Ignazio, gesuita non lo divenne mai e raccomandava ai suoi: 'guardatevi dalle omelie parisine', cioè con mille citazioni universitarie... quelle, appunto, dei gesuiti del tempo.
Pascal nelle Lettres succitate scriveva che i gesuiti consideravano la gente così corrotta da dover proporre una etica minima, relativa (il bene possibile? v. Amoris Laetitia...) e per questo quel che è proibito 'al di qua di un fiume, è consentito dall'altra parte' (il papa più volte ha auspicato che le Conferenze episcopali decidano in autonomia anche su questioni che hanno una portata generale...).
La cultura proveniente dalla 'fine del mondo' di cui è tributario l'attuale papa, su certi temi è pasticciata: così cita nelle sue encicliche Teilhard, un evoluzionista, già condannato dalla Chiesa e seguace di una teoria ottocentesca considerata dogma ed insegnata come plausibile nelle scuole: discendiamo dalla scimmia, manca un anello... ma non importa..., e, soprattutto, il pensiero teilhardiano confonde i piani: progresso umano e salvezza cristiana.
Il papa ha dichiarato che in teologia san Tommaso va bene ma non comprende che il tomismo è come un grande dormitorio pubblico dove la gente entra ed esce ad ogni ora: ti addormenti vicino a san Tommaso e ti svegli la mattina con Hegel accanto. Bontadini alla Cattolica docet...
Nella Chiesa di oggi si pensa che il progresso storico sia, comunque, positivo ma anche i nazisti la pensavano così, come la Chiesa nazionale tedesca, quella protestante (di Bonhoeffer ce n'era uno...), che vedeva nel nazismo la religiosità moderna...
San Carlo Borromeo fu l'ideatore dei seminari poi istituiti dal Concilio di Trento perché i preti della sua diocesi li trovava nelle bettole, la sera... e non c'era formazione né selezione: si diventava preti dopo un paio d'anni..., tuttavia l'insegnamento dei seminari attuali è pessimo, salvo eccezioni. Non che tutti i preti debbano essere degli intellettuali ma per capire problemi complessi occorre che la teologia si fondi su una filosofia corretta, come insegna Maritain, altrimenti sbanda e la fede si riduce ad affettività, ad esperienza, a psicologismo, diffusissimo oggi.
E allora la seconda venuta di Cristo in che consiste? Si recita nel Credo ma chi lo aspetta ed agisce di conseguenza nella Chiesa?
Responsabile quindi non è solo il papa ma soprattutto tutti coloro che lo hanno eletto e chi pedissequamente segue la linea in modo burocratico: si pensi alle banali preghiere cosiddette dei fedeli nella liturgia domenicale, preparate non si sa da chi e che propugnano giustizia sociale, assistenza ai governanti, tutela del creato... insomma un servilismo che non ha nulla a che fare con la preghiera.
Altro che chi vuol essere primo sia l'ultimo! 
Comunque, come insegna san Giacomo, la cartina di tornasole della fede sono le opere..., con buona pace di Lutero.

Carlo Biancheri

martedì 31 agosto 2021

LA NAVICELLA NELLA PROCELLA

 

Rosa Elisa Giangoia

Come evidenzia Andrea Riccardi nel suo recente La Chiesa brucia. Crisi e futuro del cristianesimo, facendo seguito a molte analisi di sociologia religiosa degli ultimi anni in Italia e in Europa, dobbiamo renderci conto che viviamo in una fase di crescente scristianizzazione, sempre in progressiva crescita e diffusione. La situazione è resa evidente dalla continua riduzione delle pratiche religiose (scarsa frequenza alla Messa, diminuzione dei sacramenti del battesimo, della cresima, del matrimonio, dell’estrema unzione), diminuzione della scelta dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole (a cui peraltro, né il Ministero, né le singole scuole sanno contrapporre qualcosa di valido e significativo), crollo dell’associazionismo cattolico tradizionale e anche diminuzione delle adesioni ai nuovi movimenti con una certa qual tenuta solo delle forme associative di spiritualità e carismatiche, calo crescente delle vocazioni, con conseguente problema della diffusa presenza di sacerdoti provenienti dal Terzo Mondo, differenti per mentalità e formazione culturale, sovente anche con problemi di comunicazione per scarse dimestichezze linguistiche, e ancora, sempre minore incidenza della presenza cattolica nella vita pubblica.
Abbiamo certo consapevolezza che non sia migliore la situazione nelle aree della riforma protestante, come del fatto che storicamente in passato ci siano stati momenti di forte crisi del cattolicesimo, fin dalle origini , al tempo delle grandi eresie, poi, oltre al tempo dello scisma luterano, quello del laicismo razionalista a seguito della Rivoluzione Francese, del positivismo massonico di fine Ottocento e del diffuso materialismo storico marxista del Novecento, ma in tutti questi momenti è sempre rimasto un diffuso fondo popolare di fedeltà alla fede cattolica e di adesione morale, in contrapposizione a élite ideologizzate su basi intellettuali, mentre oggi il laicismo, di matrice edonistica e amorale, è ampiamente diffuso a livello popolare, anche per l’influsso massmediatico, determinando una radicalizzazione di individualismo e di mancanza di valori profonda.
Tutto questo ha determinato l’accentuarsi di una crisi che ha le sue radici fin dal dopoguerra e di fronte alla quale è venuta a incagliarsi la volontà riformatrice di papa Francesco impossibilitato a risolvere dall’alto, attraverso una pratica riformistica, problemi di larga diffusione e profonda radicalizzazione. Il creare modifiche e riforme determina divisioni e contrapposizioni, con la rinuncia a cercare il consenso di una parte consistente della Chiesa. Come insegna san Paolo è importante evitare divisioni e contrapposizioni, per essere tutti di Cristo.
Il problema può essere sì la Curia Romana che forse noi, dal di fuori, conosciamo troppo poco nelle sue dinamiche relazionali, di organigramma e di potere, come fa da schermo alla vera realtà della Chiesa la personalizzazione di questioni e problemi che riguardano un singolo o una realtà limitata, di cui non ci è dato conoscere la specifica problematica (come per i casi recenti di Becciu o di Bose), dati in pasto all’enfatizzazione massmediatica, con la conseguenza di perdere di vista la comunità con le sue attese e le sue aspirazioni. Il vero obiettivo deve essere quello di riuscire a parlare di nuovo al popolo di Dio con parole convincenti: sono le parole che hanno convinto 2000 anni fa ad abbandonare gli dei pagani per Gesù, sono le parole che hanno convinto i popoli del Terzo Mondo a lasciare le loro divinità e i loro riti, sempre per Gesù, perché nel Vangelo ci sono le parole nuove, che sono quelle della fraternità, ma anche e soprattutto quelle della promessa nella resurrezione per la vita eterna.
Come al tempo di Agostino e delle grandi eresie (manicheismo, donatismo) si tratta di riflettere dove si trova il punto di unità dei credenti e cioè occorre capire chi siano quelli che pensano che i dogmi sono solo l’espressione di una credenza di un tempo e che il messaggio cristiano si riduca alla fraternità, alla solidarietà umana; chi crede che la vita non finisca qui e chi invece pensa che la Rivelazione non sia conclusa (in contrasto col Vaticano II), anzi che continui nella Storia che ci dice oggi che il punto Omega è l’attuazione del secondo comandamento (ama il prossimo tuo) senza domandarsi oltre.
Naturalmente in questo quadro vanno visti i sacramenti, i precetti e il ruolo delle donne (in chiave storicistica infatti si sostiene il sacerdozio a motivo della parità di genere… ma alle origini c’erano solo diaconesse, come Febe, e non sacerdotesse, nonostante Cristo avesse violato tante norme e avesse con sé donne come Marta e Maria, nonché Maddalena cui appare per primo risorto… non annovera nessuna donna tra gli apostoli).
La Chiesa inoltre oggi sembra voler abbandonare l’Europa, considerandola ormai irreparabilmente perduta, invece di farne il terreno di una rinnovata evangelizzazione in dialogo e confronto con la mentalità dominante. Bisogna riconoscere all’Europa il merito di una lunga tenuta della fede cristiana, l’aver sconfitto il materialismo storico marxista e anche l’essersi impegnata nell’evangelizzazione del mondo. Sopravvalutare il Terzo Mondo è rischioso. Chi dice che il futuro della fede cristiana sarà in Africa, in Asia e in America Latina dimostra una superficialità sconvolgente perché elude la domanda di che tipo di fede sia professata. Certo è l’opposto di quella occidentale modernista.
Forse un Vaticano III sarebbe pericoloso perché la Chiesa non è pronta, ma le divisioni provocate da un papa possibilista che lascia spazio ad una fede fai da te (libertà dottrinale alle conferenze episcopali), governa in modo dittatoriale, quasi come capo di una fazione ecclesiastica, non dà risposte ai dubbi che gli vengono presentati, lasciando nell’incertezza, si pone come divisivo per il gregge, per cui si richiede un chiarimento sul kerigma.
Probabilmente bisogna rinunciare al trionfalismo ed accettare il ‘piccolo gregge’, un insieme esemplare per fede, speranza e carità, capace di attrarre chi è al di fuori.
Ma nulla si farà se permane l’ignoranza teologica e se nelle Università pontificie i nuovi preti, i religiosi e le religiose saranno formati su una teologia scivolosa… e soprattutto con una spiritualità inesistente, prospettando loro piuttosto una carriera, quasi si tratti di un cursus honorum.

domenica 8 agosto 2021

PERCHE' A ROMA VOTARE CALENDA

 Carlo Biancheri


È il solo tra i candidati in grado di metter mano al disastro provocato dalla sindaca 5S.
Roma è in condizioni pietose, nemmeno quando era gestita da giunte contigue al malaffare si era arrivati a tanto.
Non sono soltanto l’incapacità, la mancanza di visione, le persone incompetenti scelte sulla base dell’appartenenza, la continua affabulazione, le promesse non mantenute miranti a nascondere il reale: un disastro nello smaltimento rifiuti –non ci sono impianti né si vogliono costruire;
tutto va in discariche piene o si mandano i camion carichi di spazzatura all’estero a costi esorbitanti con grave danno ecologico e tasse notevoli per i residenti-;
un’amministrazione comunale fatiscente che non è in grado di fornire i servizi essenziali in tempi ragionevoli, dal rilascio delle carte d’identità ai servizi cimiteriali; il trasporto pubblico è famoso nel mondo per gli autobus flambeau che prendono fuoco in pieno centro storico ed ancor ora a regime il servizio è pessimo, i conti della società partecipata che gestisce i trasporti sono in perdita anche perché molti utenti non pagano il biglietto e nessuno controlla malgrado gli annunci. La metropolitana si ferma spesso e le stazioni sono degradate;
la viabilità è da terzo mondo nonostante il maquillage per allocchi di questi ultimi tempi mentre il verde pubblico assomiglia alla brousse africana e gli alberi cascano su persone e cose;
i marciapiedi sono dissestati;
il rifiuto delle Olimpiadi è la prova provata del fatto che la sindaca ed i suoi amici, reputando che ogni investimento sia occasione di malaffare, hanno condannato la città all’inedia;
la partecipata ACEA ha pensato bene di far bere ai residenti l’acqua del biondo Tevere invece di 
riparare le perdite della rete pari al 40% e con la siccità si è arrivati anche al razionamento;
le periferie sono abbandonate alla loro sorte come se non si potesse migliorare la qualità di vita;
il famoso stadio della Roma è in discussione da anni, purtroppo senza esito;
il Comune ha perdite stellari nel patrimonio immobiliare, non interamente censito, e peraltro l’Amministrazione non pare che abbia a cuore l’edilizia popolare dotando le nuove aree di servizi idonei, meglio parlare di teleferica…;e potremmo continuare, per esempio, citando il numero degli assessori sostituiti nella sindacatura dalla Raggi ma si ha come l’impressione che oltre all’improvvisazione di una donna che scriveva: sta per piovere, preparate i canotti, salvo trattare le vere 
inondazioni di questi ultimi anni come ordinaria amministrazione, ci sia come un’autoreferenzialità psicologica che la lascia indifferente dinanzi alla prova provata del suo fallimento.
A sua discolpa va detto che questo è lo stile della setta 5S che preferisce raccontare che prendere atto della realtà ed operare con assennatezza e ha trovato un campione nell’Avvocato del popolo, ancora non iscritto al Movimento sebbene lo presieda (!), che, in quanto a chiacchiere, batte ogni record mondiale. E le chiacchiere sono a svantaggio del paese quando fa di tutto per ostacolare Draghi, prendendo a pretesto la riforma della giustizia o le mirabili cosiddette riforme fallimentari di un governo di dilettanti da lui presieduto: anzi due, entrambi pessimi.
Votare Raggi significherebbe essere dei masochisti.
Non va meglio col Pd romano, guidato dai guru dalemiani, strettamente rispettosi della disciplina di partito e dei gruppi storici romani su cui si appoggiano.
Non hanno assolutamente dato una svolta alla città nei loro governi e i 5S che criticano adesso, il giorno dopo l’elezione saranno i loro alleati perché la gente va guidata e loro si sentono deputati a farlo.
Hanno scelto un professore di Storia che aveva presieduto nel Parlamento Europeo il Comitato Econ: chi presiede non è necessariamente un economista perché dà la parola e svolge sostanzialmente un ruolo politico/burocratico. Come Ministro dell’Economia non passerà alla Storia, anzi sembra che ci fossero difficoltà a discutere con lui di argomenti tecnici…
Sono alla ricerca di un volto cattolico ufficiale per tenere i rapporti col Vaticano in vista del Giubileo del 2025 ma si tratta di uno specchietto per le allodole. Nello sviluppo di Roma il Pd non ha idee forti, sebbene la capitale d’Italia lo richiederebbe e la linea è sempre quella della gestione dell’ordinario, cioè mera gestione del potere, al di là delle dichiarazioni. Le truppe cammellate possono fare proseliti ed ingannare ancora una volta ma in tal caso non ci sarebbe alcun cambiamento per i mali della città.
Quanto alla destra nera di Michetti beh… il programma è quello degli antichi Romani, degli acquedotti che erano tanto belli che non è propriamente quello che occorre nell’era dei computer.
Resta Calenda che è il solo che sia in grado di cercare di gestire una macchina immensa, indebitata, con società partecipate indisciplinate e avendo bene operato come Ministro dello Sviluppo Economico e prima in Confindustria, con vasta esperienza internazionale non è privo di competenza e di passione politica per affrontare i problemi della sua città con decisione e senza appartenenze.
Lo capiranno i votanti che è nel loro interesse sostenerlo?



martedì 20 luglio 2021

IL PD DI LETTA AL CARRO DEI 5S

Carlo Biancheri

La deriva del Partito Democratico, inchiodato al 19% secondo i sondaggi, impone una riflessione.
Doveva essere simile al Partito Democratico americano con più componenti al suo interno, espressione di retroterra culturali ed ideologie diversi, in particolare, in Italia, la componente comunista e quella erede della sinistra democristiana.La sinistra democristiana aveva una sua storia ed era divisa tra Forze Nuove di Donat Cattin, prevalentemente sindacalista, e la sinistra di Base di Marcora, sostenuto a Milano dall’allora cardinale Montini, più legata all’industria, allo sviluppo e alle partecipazioni statali, tanto da avere tra i suoi componenti e leader per lungo tempo l’industriale Piero Bassetti. Dossetti era già fuori da un pezzo e giravano nelle Acli suoi adepti con taglio più che altro predicatorio, stile Labor o Dolci in Sicilia, e poi a Bologna Pedrazzi, uno dei fondatori de Il Mulino. Moro era parte del gruppone dei dorotei, salvo poi separarsi e formare una propria corrente. La degenerazione delle correnti democristiane portò ad un totale oblio del dibattito ideologico e tutto si risolse in lotte di potere, specie nel periodo di De Mita, l’intellettuale della Magna Grecia (…), fino a Tangentopoli con la fine della DC. Gli eredi della sinistra DC hanno potuto rivendicare soltanto una lontana parentela perché con l’avvento di Berlusconi non c’è stato più un vero dibattito politico ma slogans al livello di consigli alle ragazze di sposare un giovane ricco per farsi strada nella vita, ecc.
Da subito nel Partito Democratico comandavano quelli del Pc con metodi da ‘centralismo democratico’ e non bastava essere il figlio di un partigiano cattolico, con ciò etichettato come cattolico (…), per avere voce in capitolo, perché la macchina andava avanti secondo schemi di gestione collaudata: il dibattito politico che fino a Craxi aveva nel partito socialista una eccellenza in quanto si discuteva di temi reali nelle sezioni, non esisteva più negli altri partiti: i militanti erano semplicemente dei venditori di quel che era deciso al vertice e la militanza costituiva un’alternativa alla ricerca di un lavoro.
Questo l’antefatto.
La linea della scuola delle Frattocchie del PC, che identificheremo nel Bettini e compagni, ha spinto per l’abbraccio del PD col Movimento 5S. Il blocco sociale, nell’assunto che i 5S raccoglievano voti tra le classi popolari, è stato il motivo determinante, anche considerato che si prevedeva un aumento della povertà dopo la pandemia e non si immaginava un intervento massiccio come quello europeo del Recovery plan. E poi nel Movimento tanti sono espressione di un radicalismo superficiale ed estremista, ‘malattia infantile del comunismo’, secondo Marx. Non è forse vero che il Patuanelli votava Rifondazione Comunista prima di aderire al M5S? Non ci sono nemici a sinistra è sempre stato il tema dominante del Partito Comunista…
L’avvento dell’effimero Letta, radicalizzatosi, la cui tenacia nelle proprie convinzioni è pari solo alla superficialità degli argomenti addotti, ha svelato tutta la debolezza di un partito al traino delle parole d’ordine giustizialiste di un gruppo che si ispira, tra l’altro, alla setta di Scientology.
La lotta ai privilegiati è una sciocchezza se non si comprende che, invece di pensare subito a dividere la torta che si ridurrebbe sempre di più, bisogna farla crescere aumentando la produttività, la formazione, la ricerca, gli investimenti, mettendo ordine in un’amministrazione pubblica fatiscente, governata da centocinquantamila leggi, senza controlli di sorta, divisa in potentati e governata dalle varie ‘cosiddette’, secondo i media…, logge. La situazione della giustizia moribonda corrisponde al funzionamento dello Stato. Quanti mesi ci vogliono a Roma per avere la carta d’identità elettronica? Come sono gestiti i cimiteri? E le Asl funzionano bene? E la viabilità? E i trasporti? E la manutenzione? E l’ordine pubblico? La capitale d’Italia…
Letta ha esordito con quisquiglie come la rappresentanza di genere, trattando le donne da riserva indiana, seguendo i desiderata della setta anche in materie su cui avevano torto marcio come la ragionevole durata dei processi, poi l’imposta sulle successioni proposta in un momento sbagliato, il tentativo goffo di avere candidati comuni con la setta per le elezioni amministrative, la non negoziabilità del Ddl Zan anche se limita la libertà di espressione ed impone un’ideologia insensata, l’assenza di qualsivoglia proposta economica che comporti investimenti pubblici rilevanti, sempre, però, cercando di far fuori il centro, in contrasto con le sbandierate Agorà, nella pretesa di rappresentarlo da posizioni radicali. Inoltre, si è scelto come vicesegretario un giovanotto che vuole nazionalizzare i mezzi di produzione (come a Cuba per intenderci…) entro il 2026 e che non ammette economisti, nominati dal governo, che non siano ideologicamente orientati!

Puro velleitarismo quello del Segretario politico.

A giudizio di chi scrive questo governo è il parafulmine di una situazione molto difficile,per uscirne occorre un cambiamento di mentalità diffuso ed una formazione culturale che non sia fatta solo di social network ma di libri in cui si acquisisca criticità su sé stessi – so di non sapere…-,logica,prudenza, in altre parole una dimensione umana che non scambi i propri desideri per realtà.


lunedì 5 luglio 2021

IL DDL ZAN E LA POLITICA DELL'EFFIMERO

 

Carlo Biancheri


La premessa è, a scanso di equivoci, che ogni discriminazione ed aggressività porta dritto alle camere a gas come avvenuto in epoca hitleriana per il triangolo rosa o al confino del fascista Mussolini, col suo linguaggio priapeo, tanto per rifarsi a Gadda, o alla pena di morte in certi paesi islamici.
Si dà il caso, tuttavia, che non ci si limiti nel ddl a sanzionare ogni aggressività a livello animalesco ma si teorizzi il gender, cioè un concetto curioso in base al quale il sesso uno se lo sceglie a seconda del suo stato soggettivo e perciò bisogna insegnarlo ai bambini nelle scuole. È legittimo avere un’opinione diversa purché non porti alla violenza…: sic il testo amatoriale dello Zan e della Cirinnà, non propriamente una persona posata a giudicare dai suoi interventi che la fanno sembrare una Erinni.
Sull’omosessualità sono scorsi fiumi d’inchiostro e la causa è ancora ignota. In letteratura ne hanno scritto Proust (et pour cause…) allorché tratta, tra gli altri, del barone di Charlus nella Recherche, membro della ‘divina’ stirpe dei Guermantes, Thomas Mann in Morte a Venezia e Lettera sul matrimonio, Gide, Musil ne I turbamenti del giovane Torless e quanti ancora… da Commisso a Baldwin a Edmund White ecc. Ne emerge, a dire il vero, una condizione affatto diversa dall’immagine da fidanzatini di Peynet che ci viene imbandita in continuazione dalle manifestazioni Lgbt e dai media: si amano e l’amore vince su tutto.
La Cavani nel mirabile film su Nietzsche, Al di là del bene e del male- chi se lo ricorda? Chi lo conosce tra i nostri ciarlieri cosiddetti intellettuali odierni?- centra, invece, il tema sulla trasgressione come, infatti, fece Nietzsche dove la libertà, sovente confusa con licenza, vuole simboleggiare lo slancio di Icaro e così è tutta la letteratura del Novecento.
E già, trasgressione che suppone una natura, le paradygme perdu, dopo Kant che oppone natura e cultura, secondo Edgar Morin. E già…, perché il creato sta, per così dire, sotto la ragione a sentire Hegel che aveva visto Napoleone a Jena nel 1806 ‘Quest’anima del mondo cavalcare attraverso la città… un tale individuo che, concentrato in un punto, seduto su un cavallo, abbraccia il mondo e lo domina’. Profezia errata come dimostrò il ‘generale inverno’ russo e Waterloo e Sant’Elena: tornò l’Ancien Régime. Né soccorre la dialettica della Storia perché a veder bene, scendendo per li rami, nel secolo breve ci siamo trovati dinanzi alle peggiori dittature e massacri della Storia e neppur ora siamo in buona salute fisica e spirituale.
Ma da allora nel pensiero dominante, propalato dalle confraternite dei Lumi che dominano la cultura e le leve del potere, si è consolidata una tendenza al soggettivismo, cioè che il valore del reale è quello che io gli dò: Nietzsche dirà che la verità è interpretazione.
Così uno che nasce cieco o zoppo è diversamente abile perché è contento così: guai a dire che non si tratta della stessa vita di chi vede o corre.
Abbiamo detto che non si conoscono le cause ed è buona grazia fare epicheia sul rapporto omosessuale. Il problema se lo ponevano già gli etruschi: se uno visita una certa tomba a Tarquinia vedrà un toro pacifico dinanzi all’amplesso tra un uomo ed una donna ed un toro che carica di fronte ad un rapporto tra due uomini; la religione cristiana non c’entra per nulla perché parliamo di secoli prima della nascita di Cristo.
Se questo è il contesto, il dibattito nel bel paese è a livello di bassa cultura e di decadenza politica.
Abbiamo assistito per l’ennesima volta l’effimero Letta - quello che cita il personalista Mounier, espressione dell’esistenzialismo cristiano, molto meno engagé e solido di Maritain o di certi contributi apparsi su la rivista Esprit: viene dalla Francia e dalla decadenza di Sciences-Po – sentenziare che il ddl Zan va approvato così com’è. Il Letta che vuole introdurre l’imposta di successione al 20% senza capire che a quel punto dovrà pure modificare la tassazione sulla donazione, mettendo in crisi il sistema, inoltre dovrebbe esser in grado di svelare gli schermi societari per esser equo come chiacchiera di voler essere: è wishful thinking, in un regime di liberalizzazione di movimenti di capitali e di Stati non cooperativi. Con il segretario Pd concorda tutto lo stato maggiore dei democratici con i giovani lupetti da lui nominati. C’è un tale Provenzano, vice-Segretario, che ha dichiarato che vuole nazionalizzare i mezzi di produzione entro il 2026! Persino al gramsciano – memento: Gramsci era stalinista…- Cuperlo è parso eccessivo… eppure il Provenzano vuole la lista di proscrizione se gli esperti economici nominati da Draghi – ricordate: questo lo dice lei!- non sono abbastanza di sinistra…
Letta, quello dell’alleanza organica con la setta di Scientology, incapace di discutere di contenuti, ha adeguato il Pd ad un appiattimento a canoni che neppure Togliatti avrebbe sostenuto.
Non ci piace Renzi ma dobbiamo riconoscere che ancora una volta ha avuto coraggio a fermare un’idiozia dove le scuole cattoliche ma anche quelle statali (!) dovevano insegnare nella giornata anti-omofobia che il sesso uno se lo sceglie e probabilmente qualche giudice, a seguito di denunce, avrebbe dovuto far sequestrare la Bibbia e San Paolo perché non sono più politicamente corretti sull’argomento: sostengono il contrario.
È ora di finirla con l’idiozia che le ultime novità di successo debbano essere la Verità da imporre a tutti.

venerdì 7 maggio 2021

RIUSCIRA' IL PAESE AD ATTUARE LA SCOMMESSA DI DRAGHI?

Carlo Biancheri

Il rischio calcolato, annunciato dal Presidente del Consiglio che gode di stima nel mondo non solo per quel che ha fatto, come sostengono molti commentatori, ma perché sa operare, merce rara sul mercato, non consiste solo nella riapertura di alcune attività, in contrasto con la politica del giovinetto Ministro della salute, il miglior ministro al mondo a detta del suo furbo compagno di partito Bersani, in costanza del virus, ma nel cercare di far sì che l’Italia cambi e faccia le riforme che erano necessarie fin dai governi Berlusconi e che non sono mai state attuate. Parliamo della Pubblica Amministrazione e delle procedure amministrative e dei controlli, della Giustizia, del fisco, della produttività nelle aziende, della scuola che fornisce mediamente una preparazione inadeguata, delle infrastrutture mai realizzate, della digitalizzazione, della sanità, della ricerca e del quadro istituzionale. Quasi tutto.
Senza alcune riforme il paese non avrà i fondi europei, ottenuti dopo la decisione di Francia e Germania di aiutare l’Europa del Sud e, segnatamente, l’Italia. Inoltre, il paese sarebbe avviato ad un declino che lo renderebbe, come già fu la Turchia alla fine dell’impero ottomano, il malato d’Europa e metterebbe in forse lo sviluppo della stessa costruzione europea. La novità consiste nel fatto che si paga solo su quanto realizzato, non più su impegni puntualmente disattesi. Si tratta di prestiti ma, contrariamente a quel che sostengono gli ignoranti, non avremmo potuto ottenerli sul mercato a queste condizioni, per questo ammontare e con queste scadenze e poi ci sono le elargizioni che restituiremo solo pro-quota in quanto partecipanti alla UE di cui siamo divenuti beneficiari netti: questo valga per coloro che continuano a predicare un distanziamento dall’Unione Europea, operando contro gli interessi del paese e ci riferiamo ai sovranisti, ai nazionalisti d’accatto.
Il ventennio della presenza di Berlusconi sulla scena politica ha marcato una generazione perché è stato un grande imbroglio. Il paese non ha fatto alcuna riforma ed è passato il messaggio che chi ha iniziativa e sa aggirare le leggi fa fortuna e cioè la furbizia ha soppiantato l’intelligenza ed il merito. La stagione dell’Ulivo e successivamente la nascita del Pd non hanno portato a molto, perché la fusione a freddo del Pc con la sinistra di ispirazione cristiana ed altre forze è stato un amalgama mal riuscito e lo si vede adesso. Tutti si riempiono la bocca di citazioni di De Gasperi, omettendo di dire che era uomo di centro, attento alle esigenze sociali. E già quel centro politico che non condivide che oltre il 60% dell’economia italiana sia in mano pubblica, perché dai pochi monopolisti ottocenteschi, di cui parlava Marx, si passa ai pochi burocrati, alle loggette di potere dei boiardi di Stato, che gestiscono le utilities (luce, gas elettricità, strade, ferrovie, poste, trasporti, industria bellica ecc.) senza nessun vero controllo di merito. Nessuno spazio per l’iniziativa privata che potrebbe ampliare l’offerta, anche se i nostri grandi imprenditori sono abituati a privatizzare i profitti e a socializzare le perdite, invece intralci di leggi demenziali e regolamenti ostativi.
Si ha l’impressione che negli ultimi trent’anni il paese sia convissuto con una classe politica di cui non aveva alcuna fiducia e che auspicava che non facesse danni, senza mai chiedere le riforme necessarie per far funzionare bene la cosa pubblica. Il Partito Democratico e i suoi intellettuali, che ora fanno autocritica, ha avuto responsabilità colossali insieme alla Lega per la riforma del titolo V della Costituzione che con l’autonomia regionale spinta ha creato tanti piccoli staterelli: la crisi pandemica ne ha mostrato l’inefficienza ed il disordine complessivo.
In questo contesto si pone la sfida epocale di Draghi che non ha solo scritto in modo accettabile il Recovery Plan e cacciato i telepredicatori incapaci, ma ha cambiato metodo nel senso che ha imposto che la politica si giudichi sulle cose fatte, non sugli annunci di quel che si spera.
I politici che avrebbero dovuto fare tutto ciò da un pezzo come si situano?
Da Parigi è tornato ‘l’eterno adolescente’ Letta che ha subito dichiarato che vuole dare il voto ai sedicenni (…) istituire lo ius soli e che, per la parità di genere, ha cacciato i capigruppo del Pd mettendo due donne, quasi fossero la ‘riserva indiana’ da tutelare: le donne se sono brave, come Tina Anselmi, si impongono, altrimenti per quale arcano motivo debbono, d’ufficio, ricoprire incarichi? Per un merito di sesso? Mi viene in mente l’atteggiamento analogo di certi avversari del razzismo che considerano le razze diverse dalla bianca superiori: chi è scevro da pregiudizi razziali considera semplicemente gli altri uguali, senza negare le discriminazioni, che tuttora esistono, e combatterle.
Il Partito Democratico, sotto l’alta ispirazione del guru Bettini, propugna l’alleanza organica con i 5S nell’assunto di ricostruire l’unità di classe e prescindendo del tutto dalla cosiddetta proposta politica di un movimento del Vaffà, fondato dal comico in declino pregiudicato e da un visionario dedito ai testi di Scientology.
Sempre il Bettini propone un’alleanza larga di sinistra-centro e cita persino una corrispondenza di Maritain con un personaggio di sinistra negli Stati Uniti, strizzando l’occhio ai cattolici. Si dà il caso che, se il Bettini fosse meno ciarliero e più profondo, avrebbe letto del Maritain I gradi del sapere e Umanesimo integrale: saprebbe che tutta la linea maritainiana si fonda, ohibò!, sulla metafisica di san Tommaso e di Aristotele e che Maritain, di conseguenza, centra il suo discorso sul bene comune tanto sulla giustizia commutativa -a tutti lo stesso- tanto cara a Marx e alla sinistra storica, che su quella distributiva –a ciascuno secondo il merito e la necessità- che non è propriamente consona alla tradizione marxista dove manca la nozione di persona e dominano quelle contrapposte di individuo e di massa.
Per questo la linea del Letta che si butta sulle ultime novità di successo, come la difesa a testa bassa del ddl Zan, giusta nei propositi ma errata nell’ideologia e nella pedagogia che vuole imporre, è profondamente sbagliata.
Non si può proporre alcuna alleanza organica, prescindendo dai contenuti e negoziando con mediatori opportunisti che si vogliono capi di movimenti in fase di sfaldamento.
I voti si recuperano se si ha una linea politica e si sanno spiegare le ragioni dei sacrifici, invece, se si gareggia coi Salvini e coi populisti, si continua con la politica dell’auspicio e non con quella delle scelte ponderate.
Le forze morali, che hanno avuto tanto peso in questo paese perché hanno esercitato per decenni una funzione di supplenza, attraversano una crisi profonda, a cominciare dalla Chiesa.
Il papa, peronista da giovane, riscuote successi più al di fuori che all’interno della Chiesa, troppo orientata al ‘fare’ a scapito del ‘supplemento d’anima’ di cui è privo il mondo moderno, sostanzialmente materialista: la vita deve essere goduta – per chi se lo può permettere (…)- e quando finisce, beh c’è l’eutanasia, no? Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza…
La Chiesa italiana è imbelle e i movimenti tanto caldeggiati dal papa polacco non hanno prodotto nulla di serio, comparato all’elaborazione culturale precedente. Del resto in Germania, in linea con la Chiesa nazionale nel periodo nazista, si propone una Chiesa sintonizzata con la Storia e con la contemporaneità e cioè secondo le esigenze degli uomini del tempo che non è necessariamente un progresso, con buona pace di Hegel. Si tratta del modernismo di cui alcuni chiedono la rivalutazione.
Il quadro sembrerebbe negativo, ma l’istinto di sopravvivenza e la serietà della crisi economica, non compresa appieno da sinistra e 5S, impongono l’ottimismo della volontà: non c’è alternativa.



domenica 14 marzo 2021

PERCHE' L'ALLEANZA ORGANICA CON LA SETTA 5S E' UNA SCELTA SBAGLIATA

 

Ma Enrico Letta che ha sempre dimostrato di essere un incapace a reggere ruoli di rilievo, sarà in grado di fare il segretario del PD? Non c'era proprio di meglio?

Antonio Risi


E così da oggi va di nuovo in scena lo psicodramma dentro al PD e ricominciano ad asfissiare gli italiani con le loro questioni interne. Bisognerebbe avvisare il PD che gli italiani hanno ben altri problemi da risolvere, molto più seri, gravi e importanti, e che se ne infischiano del loro organigramma.

Emilio Pitto
  


Carlo Biancheri



Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la battaglia di Rocroi: ma, in primo luogo era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che si dovesse fare la mattina.
Eravamo nel quadro di una guerra che durò trent’anni nel ‘600 e che metteva in gioco gli equilibri politici per il predominio in Europa tra Francia e Spagna. Con questa citazione arcinota dell’amato Manzoni ne I promessi sposi il neo segretario nominato dai maggiorenti del Pd, Enrico Letta, è entrato nella sede del partito in via del Nazareno a Roma: siamo all’inizio del capitolo secondo su trentotto e si spera che l’arguto citatore non si sia fermato lì o al passo altrettanto famoso dell’Addio ai monti della povera Lucia che deve lasciare in barca Pescarenico. Tuttavia, la giornalista di Rainews 24 comincia a spiegare, con fare materno pari solo all’ignoranza dell’argomento in parola, che si tratta di personaggio (!) de I promessi sposi, quello citato da Letta – evidentemente all’oscuro che viene nominato una volta sola nel romanzo– che dorme alla vigilia di una ‘battaglia feroce’, per tracciare il paragone col Letta, incoronato, invece, pacificamente all’unanimità… Questa signora, già entusiasta dei prodigi della setta grillina e del Conte e portavoce della linea della sinistra dura e pura, ampiamente retribuita dal canone che siamo costretti a pagare, non sapeva, all’evidenza, che l’amato Manzoni aggiunge subito dopo: Don Abbondio invece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose… c’era stato l’incontro con i bravi e ‘Signor curato, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai…’. Incomincia così l’ironia dell’autore di un romanzo purtroppo studiato pochissimo nelle scuole, con i frutti evidenti, ma questo spaccato dà l’idea dell’informazione radiotelevisiva che semplifica ogni cosa ed è distorsiva e non citeremo a riprova il salotto delle Barbie attempate o delle badesse che pretendono di dare la linea prendendo fischi per fiaschi.
Letta, prodigo di parole e di visioni quanto incerto nel concludere, si propone di rifondare il Pd. Succede all’odontotecnico che teorizzava, imboccato dai cosiddetti intellettuali di scuola delle Frattocchie, gente di un solo libro, l’alleanza organica con la setta populista e giustizialista dei 5S.Per una volta siamo d’accordo col D’Alema che ebbe a sentenziare quando nacque il partito che si trattava di un amalgama mal riuscito e, in effetti, si trattava di unire due Weltanshauung diverse, mai discusse in prosieguo: una che si incentra sulla razionalità della Storia che segue un suo corso e che inevitabilmente porterà al potere gli oppressi che non sono ‘alienati’ come le classi dirigenti borghesi, e con i quali si può stabilire soltanto un’alleanza ‘tattica’ (…), e l’altra che ha una visione non utopistica ma realistica che cerca il bene comune possibile in un dato frangente storico, secondo i criteri del bene maggiore/male minore, ma nella consapevolezza che non si può operare ciò che è intrinsice malum, in contrasto con l’altra visione che reputa puro moralismo tutto ciò che non favorisce od ostacola la liberazione degli oppressi, criterio totalizzante dell’agire politico. Citano Gramsci i Cuperlo, gli Orlando come testo sacro, omettendo di aggiungere che Gramsci era stalinista, che si era pronunciato in difesa della massoneria in Parlamento, in contrasto col Mussolini, in quanto espressione della ‘fase’ liberale, destinata ad esser superata dalle fasi storiche.
Nel bellissimo libro di Giulio Girardi Marxismo e Cristianesimo tutte le differenze sono state ben esplicitate insieme alle convergenze, ma quel libro fu letto dagli intellettuali cattolici e poco dai marxisti. Certo in questo tempo si tratta di problemi quasi sconosciuti per il semplice fatto che si è semplificato tutto, eppure i problemi restano, perché la realtà non è ‘pensata’ come volevano gli idealisti… e il Pd non potrà mai diventare un partito democratico del tipo di quello americano, sbandierato dal Veltroni, se non chiarisce, in qualche modo, i valori a cui si ispira e i programmi conseguenti. Lo Zingaretti aveva portato il partito su una linea sola, copiando Togliatti in modo maldestro: per battere le destre bisogna fare blocco a sinistra, il programma seguirà (…). Invece il programma deve precedere perché la politica è per definizione ciò che riesce. Perciò si spiega la battaglia forsennata con chi vuole ampliare il centro, in quanto non funzionale al disegno egemonico. E’ lecito chiedersi che cosa si possa condividere con chi scambia il reale col proprio velleitarismo…
In tale visione di blocco politico non importa sbagliare, contano l’appartenenza e, in una visione manichea, quali nemici abbattere: Conte era incompetente per il ruolo –ma come, ha portato a casa il Recovery Plan!... dopo che era stato deciso dalla sig.ra Merkel e da Macron…- non ha importanza: o Conte o il voto. Arcuri un telepredicatore, procacciatore di mascherine fasulle e dedito alle primule? Ma perché mai è stato cacciato?! E giù per li rami…
Il chiarimento per Letta non sarà facile da operare in quanto ci sono le quinte colonne in una delle due componenti maggiori del Pd (e fuori di esso) tra gli intellettuali (si fà per dire…) e cioè coloro che sono privi di una forte identità e considerano tutto ciò superato in ragione di una filosofia (talora di una teologia, ahimè…) che teorizza il nulla e che corrisponde perfettamente alla crisi attuale nella quale si cercano valori ma soltanto se funzionali al vivere e quindi frutto di pragmatismo.
Questo il quadro da cui partire nel periodo di un governo che è sostanzialmente tecnico. Platone del resto sosteneva: se si fà la guerra si cerca uno stratega, se si costruisce una casa un architetto, ma nella cosa pubblica ognuno vuol mettere bocca…

mercoledì 17 febbraio 2021

LA CADUTA DEL CONTE E L'ARRIVO DI DRAGHI

Carlo Biancheri

La premessa è che la classe politica corrisponde a chi la vota per cui si potrà progredire solo se le persone miglioreranno e questo miglioramento è certo connesso a dati oggettivi e cioè alla possibilità di vivere una vita a dimensione umana, cioè libertà, lavoro, abitazione, istruzione, a non essere sudditi dello Stato ma cittadini, ad avere giustizia ecc., ecc., ma le condizioni esterne non sono permanenti senza una visione del mondo che dia un senso ai diritti e ai doveri, al sacrificio, alla malattia, al dolore, in una parola al limite umano. Siamo invece vissuti negli ultimi decenni nella leggerezza dell’essere e cioè nell’idolatria dell’io, delle sensazioni individuali, della performance narcisistica, una cultura del niente che ha generato l’illusione dell’onnipotenza, di un diritto alla felicità e di una promessa di un nuovo Eden, tributaria delle utopie otto/novecentesche che, come nei regimi ispirati al marxismo o nel nazismo, proponevano soluzioni finali...
Noi, invece, siamo gradualisti e riteniamo, come ha detto Biden, che la democrazia sia fragile e vada protetta facendo crescere le persone, inculcando il rispetto per l’altro e la consapevolezza dei doveri di ciascuno oltre ai diritti.
La caduta del Conte e la soluzione Draghi impone qualche considerazione.
Il governo era ormai nelle mani di pochissime persone del tutto inadatte ad affrontare problemi complessi in un contesto di crisi epocale. Alla povertà delle decisioni adottate con un metodo piramidale, da setta del tipo Scientology o da Komintern (i famosi Dpcm ripetuti a raffica) corrispondeva una dovizia di narrazioni che disegnavano un futuro radioso, con telepredicatori che ci avrebbero persino consigliato cosa mangiare oltre a non uscire, a lavarsi le mani, a metterci la mascherina, a tenere le distanze, a correre nel parco ma… soli, a visitare i partner, non meglio precisati et similia. Il presidente del Consiglio, già avvocato del popolo, quel popolo descritto da Rousseau, si intende, riconoscibile nella ‘volontà generale’ e non certo nella democrazia rappresentativa, voleva tenere per sé e per i fidi le scelte sui fondi Next generation EU ma, avendo in vita sua svolto arbitrati ed insegnato all’Università, non aveva la benché minima idea di che farci se non usarli come ristori, sussidi, progetti già approvati o tirati fuori dai cassetti delle scrivanie ministeriali e desueti, senza un disegno, senza un’analisi legata allo sviluppo del paese.
Né poteva venirgli il benché minimo ausilio dai graziati della politica, cioè i venditori di bibite, i pizzaioli, gli impiegati di concetto, gli avvocati di provincia che avevano una missione ben più alta: uccidere i privilegiati ed instaurare la giustizia ‘popolare’.
Il partito democratico, nel frattempo, teleguidato dagli uomini di D’Alema che non ne azzecca una, come noto (‘il politico più impopolare… e il politico più popolare d’Italia…), si è trasformato sotto la guida dell’odontotecnico, consigliato dal guru Bettini, che gestisce mediocremente la regione Lazio, in un neo-Pc, riducendo all’afasia le componenti di matrice non marxista e statalista. La strategia che il Pd perseguiva ed ancora persegue consiste nell’alleanza ‘strategica’ con la setta 5S e i sinistri duri e puri di LEU, con teorie economiche bizzarre alla Fassina. Un’alleanza di classe, nel loro intento, dove, come insegna Lenin, avrebbero avuto l’ultima parola. Naturalmente tutto ciò sotto il manto dell’immagine del partito responsabile che tiene in piedi il sistema.
A svegliare l’allegra brigata non è stato solo Renzi che aveva una strategia opposta e cioè mirava a ricreare uno spazio ai partiti di centro e non a costringere l’Italia ad un bipolarismo con gente povera di idee ed incapace di por mano alle riforme indispensabili che Draghi sarà chiamato ad avviare, ma anche il conte, quello vero, Gentiloni Silveri, da Bruxelles ha fatto capire che la trippa pe’ li gatti, come si dice a Roma, non c’era più e che i fondi l’Italia non li avrebbe avuti con i piani pasticciati ed insufficienti inviati in Europa.
L’odio che giornaletti come “Il fatto quotidiano”, formazioni politiche, come il Pd, i 5S e Leu, e i presentatori televisivi di ogni risma, badesse e Barbie attempate incluse, hanno scatenato contro Renzi ed Italia viva, che ha tenuto botta, è dovuto al fatto che il giocattolo si è rotto con la crisi.
A riprova di quanto sopra, emerge che la politica italiana da sola non è più in grado di risolvere crisi gravi senza dover ricorrere ai cosiddetti tecnici e ciò non solo perché non si va oltre gli slogan ma perché semplicemente non ci sono proposte serie al di là delle chiacchiere infinite.
Sono responsabili di aver dato carta bianca ad una Pubblica Amministrazione centrale e periferica autoreferenziale, fatiscente, legibus soluta, trincerata nelle procedure e non nel merito, che non controlla nulla e che non conosce le leggi che deve applicare, quelle leggi, lo scriviamo da anni, sono fatte con i piedi e non per risolvere i problemi, anzi per crearli.
Facciamo un esempio minore.
Se voi avete un locale commerciale di proprietà, sfitto, e lo volete vendere, dovete ugualmente pagare la tassa sui rifiuti (TARI) anche se non li producete. La legge, infatti, predisposta da un mentecatto, presume che sia occupato. Si tratta, in termine tecnico, di ‘presunzione semplice’, soggetta cioè a prova contraria, che però deve esser fornita non dall’amministrazione, ma dal proprietario e la Pubblica Amministrazione, in tal caso quella comunale, reputa che per considerare il locale vuoto vadano tagliate tutte le utenze. Per cui il locale potrebbe esser visitato da potenziali acquirenti solo con le torce e con i cappotti…. Ove voi proviate, in forza della giurisprudenza fiscale, sulla base dei consumi energetici, che il locale sia vuoto, per non pagare una tassa arbitraria dovete far ricorso e allora ci vuole normalmente un anno e mezzo e poi l’appello… Questa legge chi l’ha fatta? Chi l’ha votata?
Queste sono le scelte politiche.
Per questo speriamo che Draghi possa cambiare un po’, in senso pedagogico, dopo sussurri e grida…, il metodo di lavoro e la testa di tanta gente.
Per inciso, ineffabili i vescovi che prima si sono lanciati alla difesa di Conte e ora applaudono a Draghi… I primi cristiani o san Francesco, se li vedessero, direbbero: ma questi chi sono? La fede ridotta ad etica…

domenica 17 gennaio 2021

Pd o Pc?

 Carlo Biancheri

La gestione di questa crisi da parte del partito democratico fà dubitare fortemente che sussistano ancora al suo interno tutte le diverse componenti che lo avevano istituito e cioè quella comunista, quella di ispirazione cristiana e quella di area progressista inclusiva di ‘liberals’, allo scopo di creare una sorta di partito democratico simile a quello americano.

Se analizziamo il comportamento dei vertici, prima e durante la crisi, innescata da Italia Viva, la prima cosa che emerge è l’opacità, la scarsa attitudine a trattare dei problemi, limitandosi a questioni di schieramento, a comunicati ambigui e sibillini, salvo attaccare frontalmente chi cerchi di coprire uno spazio di centro.

Chi conosce un po’ la storia del comunismo sa bene che la teoria di Lenin era quella per cui la conquista del potere fosse un fine in sé. Come Marx, riteneva che si trattasse di puro ‘moralismo’, cioè morale borghese, il rispetto di principi etici, in quanto la morale era inquadrata nell’ambito della lotta di classe per cui un’azione va considerata moralmente corretta se porta un beneficio alla causa del proletariato, mentre è del tutto indifferente se si tratta di comportamento che attiene ad una scelta individuale, senza impatto sulla dimensione politica. In questo contesto, dopo la conquista del potere vi sarebbe stata la dittatura del proletariato e, solo dopo questa fase di durata incerta, il nuovo Eden immanente e cioè il lavoro non più merce ma creazione senza costrizioni, e si è visto come sono andate le cose storicamente…

Il modus operandi, solitamente caratterizzato da assenza di un dibattito vero e dalla tendenza a gerarchizzare tutto, è necessario a rendere efficiente la lotta rivoluzionaria.

Le scelte dello Zingaretti da tempo sono ancorate ad un fattore centrale: l’alleanza col movimento 5S. Si reputa infatti che esso sia stato votato da ceti popolari che il Pd vuole rappresentare in via esclusiva, se possibile, reputando irrilevante l’assenza di programmi seri del movimento al di là di slogans, trattandosi di soggetti che necessitano di essere guidati. Consiglieri del segretario, di formazione odontotecnica, sono quelli formatisi alla scuola delle Frattocchie del Pc, come il Bettini, il D’Alema e poi giovani ‘lupi’ che hanno letto Gramsci che considerano la Bibbia.

La componente di ispirazione cristiana, originaria della sinistra DC, che a suo tempo si era nutrita dell’Umanesimo integrale di Maritain o del personalismo di Mounier e, in taluni casi, di riviste e giornali francesi come Esprit o la Croix, è oggi rappresentata da gente che da bambino faceva il chierichetto, da Scout prolifici, da poligami, ma non c’è n’è uno che proclami che è cristiano ciò che è ‘pienamente umano’, in linea con la Gaudium et Spes perché quel ‘pienamente umano’ comporta tutta una serie di parametri per realizzare il bene comune e suppone una metafisica, sì, cari amici, una metafisica – sia detto per inciso: pochissimi sanno come nasce questa parola, quando con Andronico di Rodi furono trovati certi libri senza nome di Aristotele, persi da secoli e che venivano dopo quelli della Fisica, non sapendo come chiamarli li chiamarono Meta-Fisica e metà in greco significa ‘dopo’…, dopo i libri della Fisica-.

La conseguenza di ciò qual è? Che invece di discutere di politica e di strategia - uso sensato dei fondi europei per cambiare il paese, mettendo finalmente mano alle riforme, che attendono da decenni, dove il cittadino è ostaggio di una pubblica amministrazione inefficiente, i progetti/investimenti, tranne il ponte di Genova, realizzato in deroga a tutte le leggi, mai effettuati, i controlli pubblici  per lo più inesistenti e, quando ci sono, per lo più sono  vessatori, le leggi  piene di strafalcioni ed illogicità, accresciute dalla pletora di ragazzi parlamentari della setta che si ispira a  Scientology, del tutto incompetenti - ci si limita alla discussione sulla tattica.

Sembra che al Pd/Pc interessi poco se la giustizia non funziona, se la scuola è a pezzi e forma dei semianalfabeti che non si sanno neppure esprimere correttamente in italiano, se il paese non cresce e la produttività non migliora: come si ripagherà l’enorme debito pubblico in queste condizioni?

Sappiamo benissimo che Salvini e la destra trumpiana ci porterebbero fuori dell’Europa, ma non si può appoggiare un governo di incapaci, votato da ‘costruttori’ (o muratori?) del tipo della moglie di Mastella o degli italiani all’estero, da forze oscure…, si fa per dire (!), e da una CEI giubilante che non predica più ‘l’altra vita’ e si concentra se sia preferibile che il governo italiano debba essere sostenuto da Renzi o da Mastella! E bravo il nostro Bassetti.

Tra la peste e il colera ci sarà pure una terza via?