sabato 23 febbraio 2019

MARANATHA!

Da tanto tempo non scrivete più nulla sulla Chiesa. Forse siete anche voi, come me, senza parole di fronte a tutto quel marciume che sta venendo fuori
con queste questioni sulla pedofilia e l'omosessualità? Certo che questa assemblea che si sta svolgendo in Vaticano è tutto quello che mai avremmo voluto sentire, che mai avremmo immaginato... Fa bene papa Francesco a far emergere la verità, a stabilire regole e sanzioni, ma temo serva a poco. E poi la desolazione nei nostri cuori...

Elvira Bisso

“Siamo a Siviglia, al tempo più pauroso dell’Inquisizione, quando ogni giorno in Spagna ardevano i roghi per la gloria di Dio: con grandiosi autodafé si bruciavano gli ereticiEgli scende verso le vie roventi della città meridionale… Il popolo piange e bacia la terra dove Egli  passa. I bambini gettano fiori davanti a Lui, cantano e Lo acclamano: ”Osanna!”. ”E’ Lui, è Lui”, ripetono tutti… Egli si ferma  sul sacrato della cattedrale di Siviglia e – dopo aver risuscitato una bambina – ecco, in quello stesso momento, passare accanto alla cattedrale, sulla  piazza il cardinale grande inquisitore in persona: E’ un vecchio quasi novantenne, alto e diritto, dal viso scarno, dagli occhi infossati, ma nei quali, come una scintilla di fuoco, splende ancora una luce… ”Sei tu? Sei tu?”- Ma non ricevendo risposta aggiunge rapidamente: ”Non rispondere, taci. E che potresti dire? So troppo bene quel che puoi dire. Del resto non hai diritto di aggiungere nulla a quello che Tu già dicesti una volta. Perché sei venuto a disturbarci? Sei infatti venuto a disturbarci, lo sai anche Tu…”
Cosi Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, La leggenda del Grande Inquisitore (lb V, cap V).

La questione della pedofilia nella Chiesa cattolica, invece di essere trattata in termini  del mistero del male nel mondo, del peccato e dello scandalo dei consacrati per la contradizion che nol consente…, è piuttosto considerata in termini organizzativi, amministrativi. Il papa Francesco, che viene dai confini del mondo, ha in gran concetto la cultura tedesca che è l’esatto opposto della sua e che reputa, all’evidenza, cultura superiore. Infatti, si affida al cardinale Marx, presidente della Conferenza episcopale teutonica,o al teologo Kasper, intento a santificare Lutero, ad esponenti, cioè, di una Chiesa ricca, senza fedeli,molto attenta a corrispondere allo spirito del tempo, Zeitgeist, come a Tubinga, dove al posto di Tommaso d’Aquino è stato messo Hegel.
La relazione di Marx è parsa quella di un membro del Board di Volkswagen; a parte una spolverata iniziale di Lumen Gentium, dove si  raffigura la Chiesa, modello per l’umanità, qualcosa di simile all’Incarnazione del Verbo, il problema sembra esser quello di rinnovare il procedimento giuridico canonico,  introducendo la trasparenza e la tracciabilità, temi di gran voga.
Non una parola sull’essere preti oggi e sul reclutamento.
Non bisogna credere che i fatti raccapriccianti accaduti siano una novità del nostro tempo che pure è caratterizzato da materialismo e da licenziosità diffusa. Basti prendere un manuale di casistica dei gesuiti nel Settecento per vedere la retribuzione di colpe quali i peccati compiuti dal confessore in confessionale! Né è il caso di fare l’elogio di altre confessioni cristiane perché per i protestanti ed i loro pastori l’atmosfera de Il posto delle fragole è piuttosto illuminante del clima; quanto agli ortodossi si tratta, senza generalizzare, di Chiese cesaropapiste con tutto quel che ne consegue; è molto diffuso che i pope sposati si accompagnino, specie nei paesi, con le parrocchiane generando un grande scandalo, non denunciato; la gerarchia, del resto, fa parte della cinghia di trasmissione del governo- nel periodo comunista tutti i patriarchi erano parte dei servizi segreti, come quello bulgaro ad esempio- e gli scandali, compresa la pedofilia, ci sono eccome. Non è da credere che in altre religioni, quelle non cristiane, al di là delle proibizioni, come nell’Islam, questi eventi non accadano. Non c’è purtroppo una formula magica, ma certo si può ben riflettere sull’essere Chiesa.
Il celibato è un dono grande perché segno di povertà e di generosità, di apertura del cuore, ma come chiedere a dei ragazzi di impegnarsi tutta la vita senza verifiche serie sulla loro personalità e senza esigere da loro l’impegno a lasciare subito la vita consacrata quando si accorgano, a qualsiasi età, di non poter più vivere la castità? Nelle Fonti francescane apprendiamo che san Francesco in questi casi era drastico: lasciate subito l’abito, tornate nel mondo, diceva. Non c’è nulla di male a riconoscere di aver fallito, anzi è un segno di forza e di fede perché significa accettare la volontà di Dio: la vostra pace sia ne la Sua voluntade (san Francesco).
Il problema della pedofilia nella gran percentuale dei casi è connesso all’omosessualità, maschile o femminile, che (come tendenza) non è  in sé una colpa, ma che dovrebbe essere una condizione dirimente per la vita religiosa. Perché omosessualità e paternità/maternità, a nostro debol parere…, non sono compatibili, in quanto l’omosessuale è capace di grande fraternità ma la paternità, il generare vita è altra cosa, è proteggere la vita fisicamente e psicologicamente in vista della sua perpetuazione. Ci soccorre l’amato Dostoevskij, sempre ne I fratelli Karamazov che nella requisitoria dell’avvocato in difesa del parricida Dimitri parla del padre come di colui che “ mi ha generato ed amato ,…mi ha prodigato la sua esistenza ,e fin dalla mia infanzia si è afflitto per le mie malattie, ha sofferto tutta la vita per la mia felicità, e non è vissuto che delle mie gioie e delle mie fortune!” (Ibid. cap. XIII). E ancora aggiunge “chi ha procreato non è ancora  padre, padre è colui che ha procreato ed ha meritato il proprio nome” (Ibid.). Sacerdozio, episcopato e consacrazione femminile sono soggette alla stessa domanda dei figli che è il popolo di Dio: ”Dimmi babbo, perché devo amarti? Provami babbo che io devo amarti!”(Ibid.).
Non ci sono più anime ardenti che siano disposte a lasciare tutto per la “sequela”? Pazienza, riconosciamo che siamo piccolo gregge e non Chiesa trionfante, cercando di interpretare i segni dei tempi, senza soluzioni facili, quelle del tempo presente, se crediamo che la vita non finisca  qui. Siamo preoccupati del destino delle generazioni future, allo stesso modo, però, in cui lo siamo per il dolore senza apparente risposta… di quella presente. La Storia della Salvezza e la Storia umana  non coincidono: resta il mistero della Trascendenza.
Qualsiasi cosa si faccia per impedire il fenomeno della pedofilia e della doppia vita dei consacrati sarà poca cosa se la domanda non diviene più radicale: come riusciamo a vivere oggi il Vangelo senza ferire i piccoli, senza dare scandalo? La Chiesa è sì l’arca dei peccatori perdonati ma… pentiti.
La chiave non è una soluzione tecnica, è l’umiltà. San Filippo Neri insegna che non si va in Paradiso - scusate, ci crediamo ancora, perché non pensiamo che sia una glossa: Oggi sarai con me in Paradiso”…- senza umiltà e forse la Chiesa dovrebbe riflettere su questo e su quel che san Gregorio Magno scrive della vita  di san Benedetto: non predicò diversamente da come visse.

Carlo Biancheri