Carlo Biancheri
Siamo nati qui, ci ricordiamo delle generazioni che ci hanno
preceduti, ci interessiamo alla Storia del Paese, molto spesso non gloriosa, per
comprendere le ragioni che ci hanno condotti in questo frangente e, tuttavia,
non riusciamo a rassegnarci ad una decadenza che si manifesta sul piano
culturale, religioso, economico e politico: in una parola umano. Non bastano più
i grandi che sono vissuti otto o cinque secoli fa a renderci orgogliosi di
questo paese se tra noi e loro non esiste alcuna soluzione di continuità, alcun
aggancio. Sembra che la gente, oggi, si preoccupi solo della pastasciutta, del
corpo, delle vacanze, dell’apparenza, del godimento, di trovare un capro
espiatorio per l’aggressività quando le cose
vanno male; si parla tanto, senza mai saper veramente ascoltare: vince la
semplice affermazione senza la dimostrazione di quel che si dice.
Siamo alla vigilia di un voto importante in Emilia Romagna ed
anche in Calabria per le conseguenze che può avere sull’Italia. Il governo è fragilissimo, influenzato
dalla zavorra dalla setta in disgregazione che non rinuncia ‘a quel che resta
del giorno’… alla sua identità, costruita su sciocchezze colossali: l’approccio
da giustizia sommaria, come l’idea che chi sta in carcere sia sempre colpevole;
la sentenza di condanna prima ancora che si celebri il processo oppure ‘dagli
all’untore’, come scriveva l’amato Manzoni ne I promessi sposi, e gli
untori di oggi sarebbero i ‘privilegiati’ da sopprimere, se possibile,
la decrescita felice, i vaccini dannosi, gli investimenti da bloccare perché
fonte di ruberie e via discorrendo. Il paese è sempre più irrilevante sul piano
internazionale mentre in passato ha giocato un ruolo di rilievo, ponendosi come
mediatore tra le istanze del Nord Europa e quelle del Sud ed i paesi terzi
all’Unione. Il Partito Democratico, ‘personaggio in cerca d’autore’…, si
comporta come il Conte zio nel dialogo con il padre provinciale dei Cappuccini e
cioè: «sopire e troncare e… troncare e sopire» in assenza
di una visione chiara, non semplicemente
rivolta alle categorie del passato, capace di affrontare il tema
centrale degli investimenti e della trasformazione del lavoro connessa alle nuove tecnologie e, quindi,fornendo la formazione necessaria, la
produttività nelle imprese, il disegno di
uno Stato regolatore e non fabbricante di panettoni o d’acciaio o
contenitore di società decotte, una visione volta a rendere la burocrazia
cosciente della propria funzione di servizio alla collettività e non trincerata
sul rispetto delle procedure, senza
comprendere il merito dei problemi, e poi
facilitare una giustizia che non sia denegata perché prodotta in tempi biblici;
in pratica, una politica non preoccupata di rincorrere gli umori degli elettori
ma sufficientemente forte per affrontare i problemi di tutti come si deve fare
dinanzi ad una ‘cosa’ comune, anche a rischio di perdere le
elezioni.
Ma il pericolo è chiaramente quello di una destra che se ne
infischia del bene del paese e che pur di riacciuffare il potere inganna i
poveretti e la maggioranza priva di cultura. Fra un po’ si chiederà ad una
bravissima casalinga se sia meglio rimanere nell’Euro o uscirne..., un po’ come
porre a me un quesito di matematica superiore. Lo stesso metodo e lo stesso
inganno usato dal Mussolini con l’autarchia –oggi sentiamo: gli italiani prima
di tutto…- la difesa dei confini come se fossimo dinanzi ad un’invasione quando
gli sbarchi diminuiscono e non grazie ai porti chiusi del tizio del bar Sport di
Milano Rogoredo. Difende gli ebrei, il Salvini, perché si dice a favore dello
Stato di Israele e nel contempo si permette di suonare ai citofoni dei
magrebini, di chieder loro se sono spacciatori, del resto anche nel periodo
fascista agli oppositori si faceva bere l’olio di ricino e si bastonavano pure e
qualcuno moriva: ricordate don Minzoni? Chi lo conosce? Ormai la maggioranza è
composta da analfabeti di ritorno e per questo aggressivi. Tuttavia, questi
analfabeti è bene che sappiano che i loro soldi spariranno se il tizio del bar
Sport torna al governo, magari con la damigella che vuol fare il blocco navale
–sparando ai canotti? Ci spieghi…- e con il Cavaliere delle cene eleganti che
sta in piedi poco e male ma non perde occasione di parlare di ‘quella cosa’ che
una procace candidata non gli avrebbe mai dato -una
battuta divertente avrebbe commentato la sventurata…-! Se questo è un
uomo…
Stiano bene attenti i cantori dell’alternativa che assicurano
che nella Lega ci sono i competenti e moderati, come quello di Cazzago, il
Giorgetti che sorride spesso: risus abundat… Bene questo signore
‘moderato’ è così integerrimo che scagiona il soggetto del bar Sport per il
caso Diciotti, nave militare italiana, tenuta ferma in un porto per cinque
giorni senza poter sbarcare migranti ed equipaggio, perché ‘la politica estera
è fatta dal Ministro degli esteri’. Ma lui a palazzo Chigi cosa ha imparato? A
parte il fatto che lo sbarco in questione era prerogativa del Ministro
dell’Interno, dove stava l’avventore del Papeete (…), le questioni rilevanti di
politica internazionale non si trattano forse in Consiglio dei Ministri? E il
Presidente del Consiglio non ci mette bocca? Ma dove vive il Giorgetti? Meglio
stare a Cazzago dove è nato. Salvini ha le idee chiare, sostiene, e per questo
ha ottenuto risultati. Quali di grazia? Quando c’era lui lo spread era il
doppio dell’attuale… Con quota 100 ha prosciugato tutte le risorse ed ha
aumentato il debito pubblico italiano. La UE ha cambiato atteggiamento sui
migranti grazie a Salvini! Questa poi… Chieda un po’ al Ministro dell’Interno
del Lussemburgo che ha espresso l’opinione comune di tutti i paesi europei
tranne un paio. Lui era all’Università quando c’era Craxi – evidentemente non
capiva molto in quanto giovane- perché ha sostenuto che Craxi ha espresso la
modernità. Chi è più vecchio di lui si ricorda, invece, benissimo la
spregiudicatezza del personaggio che per far fuori la DC usava gli stessi
metodi, cioè le tangenti e nominava tutti i suoi ‘clienti’ nei posti di potere.
Non era il circo dei nani e delle ballerine ma qualcosa di comparabile al
governo di Crispi. Il partito socialista, che aveva al suo interno fior di
intellettuali del calibro di Lombardi, si trasformò sotto di lui in un sistema
attivistico dove comandava solo uno, con consiglieri oscuri o preti tardivi e
‘fantasmagorici’ come Baget Bozzo: il dibattito interno era morto. Sempre il
Giorgetti, grande economista…, ha sostenuto che alcune cose di Craxi erano
positive come la scala mobile, omettendo di menzionare che sotto Craxi il debito pubblico
passò dal 70 al 90% del PIL. Ma nel tempo in cui la gente non fa che dire:
ovviamente, sicuramente, assolutamente, sostanzialmente…, tradendo insicurezza,
queste affermazioni sono prese come arra per il futuro.
E già il futuro: noi siamo il futuro dice il Salvini, capo dei comunisti padani…, in
Emilia con la facente funzione di segretaria e, infatti, proponiamo cose
concrete, abbiamo un programma, questo: asili nido, punti nascita,
infrastutture, agricoltura - e i fiori alla nonna o alla madonnina che cita
sempre perché si sa che la sua fede è grande, dove
sono?-. E va bene fatemi il processo: non è che abbia rubato soldi…;
ah… la lingua batte dove il dente duole: i quarantanove milioni dove stanno? E
Savoini, chi lo conosce? E la Russia, certi affari? Qui gioca la vera politica
estera e la sua è stata quantomeno disastrosa.
Se vincerà il Salvini sarà peggio per noi, ma i mentecatti che
lo voteranno non lo sanno.
La damigella, sua comare, che non ha dimestichezza,
all’evidenza, con la religione non fà che dire: Dio, patria e famiglia. Ma tra i
suoi amici notiamo che di famiglie ne hanno più di una e che il dio di cui parla
sembra piuttosto il dio Baal, cioè sanguinario… quanto alla patria, beh…, su
questo ne parleremo un’altra volta.