giovedì 2 maggio 2019

DOMANDA E RISPOSTA


Papa Benedetto si sveglia ora o è la pedina di qualcuno contro papa Francesco? 
Umberto Bevilacqua 


Non credo che papa Benedetto si presti ad essere la pedina di qualcuno, anche perché lo stile suo e della Chiesa è molto diverso da quello da partita di calcetto che caratterizza il degrado della politica nazionale dominato dalla bassa cultura (per non dire crassa ignoranza!) e dalle sciocchezze nefaste dei ragazzotti e signorine della Lega e dei 5S.
Quel che il papa emerito, come lo chiamano i giornalisti, dice è profondamente vero, ma non si capisce perché non si sia espresso prima.
Del resto anche lui insegnava a Tubinga, dove c’era l’allegra brigata di teologi che hanno sostituito Hegel a san Tommaso, con quella prevaricante determinazione che contraddistingue i Teutoni. Bisogna mettere in chiaro che l’uso di categorie filosofiche diverse non è neutrale in teologia, come dice con efficace esempio Maritain: la filosofia è come il razzo che lancia in orbita la capsula, la teologia, ma se il razzo non è buono la capsula non raggiunge l’orbita... Se si è idealisti, cioè si crede che il valore della realtà risieda nel soggetto, nel pensiero, facilmente si finisce per eliminare la Trascendenza che diventa una superfetazione nel mare del pensiero stesso e del suo farsi, cioè nella Storia. Certo che l’uomo si smarrisce… perché diventa Dio lui stesso, ma troppi nella Chiesa di oggi non se ne preoccupano, attratti dal mondo, come purtroppo è già capitato in tanti momenti bui nella Chiesa. Poi ci sono i silenzi e le reticenze, come nel recente Sinodo sulla pedofilia, che non ha voluto trattare il tema dell’omosessualità diffusa nel clero, problema gravissimo, perché contraddice quel che si legge nelle Scritture e in una tradizione fondante, tracciata da santi del calibro di san Benedetto, quel tale che, per testimonianza di san Gregorio Magno, non predicò diversamente da come visse…  o di san Francesco che diceva ai suoi che volevano vivere il Vangelo alla lettera ma senza rispettare la castità: “lasciate subito il saio, tornate nel mondo” (Fonti francescane).
Se non c’è Trascendenza torniamo alla Gnosi, agli Stoici, ad un Montaigne qualsiasi (…), a posizioni di persone che non sanno dove andare, mentre gli apostoli rispondono al Cristo che chiede se vogliono andarsene anche loro: “solo Tu hai parole di vita eterna”…
Il libro Febe di Rosa Elisa Giangoia, di cui faremo in maggio una presentazione a Genova, descrive bene la novità scandalosa del messaggio cristiano nel mondo ebraico, greco-romano, situazione che si ripropone nel mondo attuale, post-cristiano, che non si convertirà col situazionismo e l’attivismo.

Carlo Biancheri