domenica 27 dicembre 2020

IL GOVERNO DEL CONTE E' COMPOSTO DA UNA MANICA DI INCAPACI E NON C'E' ALTERNATIVA

Carlo Biancheri


Siamo a Natale, tempo di riflessione, per scelta o obbligati, e di speranza per i cristiani.

La dappocaggine dei nostri politici si staglia in un frangente drammatico del nostro tempo caratterizzandoli come personaggi che assomigliano a dei fantasmi, quelli che nel film di Visconti, Il Gattopardo, appaiono essere il principe e la principessa di Salina all’entrata in chiesa per il Te Deum a Donnafugata, dopo il viaggio in carrozza nel calore estivo della Sicilia ‘pire qu’en Afrique,’ secondo M.lle Dombreuil, in mezzo alla polvere, da Palermo.

Personaggi polverosi ed inconsistenti i nostri politici, prodighi di parole come il Conte che non manca a tutte le ore di farci sapere quanto ami l’Italia, o il Ministro Provenzano che ha finalmente raggiunto il suo sogno di avere un posto al sole o il Boccia, economista degagé, già comparso in foto in costumi adamitici, che naturalmente (…) con le Regioni vuol stabilire un ‘ottimo rapporto’ a fronte di un’anarchia che svela l’inconsistenza dello Stato; si crede pure spiritoso quando propone di ‘far nascere Gesù Cristo due ore prima’ a causa del Lock down, mostrando così tutta la sua crassa ignoranza in quanto la festa di Natale fu scelta dalla Chiesa, nella notte dei tempi, in coincidenza col solstizio d’inverno, cioè il nuovo sole... e non è  il giorno della nascita di Gesù. Non parliamo dell’inconcludenza e dei pasticci di chi guida i trasporti o del professore di Storia che siede sulla  scrivania che fu di Quintino Sella e saltiamo a piè pari i ministri della setta in quanto emergono solo macerie: che si parli di giustizia (si fà per dire…) o di politica estera col giovinetto facente funzione di Ministro degli Esteri, umiliato in Libia, e che  riesce a rimpatriare i pescatori di Mazara del Vallo dopo centootto giorni di prigionia (o peggio…) nelle galere del cosiddetto generale Haftar, pare grazie all’aiuto di Putin -  nel Mediterraneo quello che i Romani chiamavano Mare nostrum contiamo ormai quanto  Malta o Cipro… -o del Lavoro, presieduto dalla famosa cuoca di Lenin che avrebbe potuto guidare i Soviet, macchine perfette… e così via.

La disgrazia consiste principalmente nell’influenza del D’Alema su almeno cinque ministri del governo e su non pochi esponenti del Pd e di Leu. Quel che conta sembra essere la gestione del potere, come aveva teorizzato Lenin col tram che si ferma ad ogni fermata e con gli ultimi a scendere... Leggiamo che anche il telepredicatore Arcuri sia della partita, ma soprattutto D’Alema pare il suggeritore del Vis-Conte. Ripercorrendo la politica dell’uomo, rileviamo, infatti, un’analogia con il governo attuale nella totale assenza di strategia, mascherata dall’astuzia delle chiacchiere perpetue: l’utilizzo dei 200 miliardi e passa della UE verrà definito in un piccolo ‘Club’ e comunicato (…) al Parlamento.

E poi, come al tempo di D’Alema, l’enfasi sui servizi segreti…, quasi fossimo in un governo Andreotti che aveva tutti i ‘file’ dei politici per ricattarli.

Non va sottaciuto che l’alleanza organica con i grillini, voluta dal Pd, corrisponde alla dialettica di classe, teorizzata da Marx in base alla quale il proletariato svolge nella Storia una funzione messianica, liberatoria. Ora siccome i grillini raccolgono voti di protesta, provenienti da classi sociali svantaggiate, si prescinde dalle tesi politiche della formazione pentastellata e ci si allea nella convinzione, erronea, che le tesi del Pd prevarranno.

Invece di opporsi alla decadenza dell’Italia si gestisce l’esistente, si tirano fuori dai cassetti dei Ministeri i progetti approvati e non finanziati per dare un segno di vita e si risponde con contributi a pioggia – del tutto insufficienti a proteggere le aziende – alla epocale crisi economica.

Così può rinascere il paese?

No di certo.

Per rinascere occorre contrastare ideologie errate otto-novecentesche che hanno generato mostri e così pure quelle da New Age, stile Scientology, che hanno nutrito la setta che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno e che ora è abbarbicata alle poltrone.

Con i pizzaioli, gli impiegati di concetto, i venditori di bibite, i professori di liceo, i laureati in sociologia, i giovani avvocati di provincia o gli odontotecnici e i funzionari di partito non si può guidare un paese di sessanta milioni di abitanti senza farlo regredire, sarebbe come sostituire un chirurgo con un infermiere.

I problemi dell’Italia sono arcinoti e vanno dalla scarsa produttività, dalla penuria di investimenti produttivi, ricerca inclusa, scoraggiati da una giustizia fino ad oggi irriformabile, da un’amministrazione pubblica bloccata anche grazie a leggi stupide e demagogiche di quelli che hanno gridato per anni che uno vale uno, da un livello culturale basso e decrescente della popolazione che invecchia rapidamente, dall’incapacità di eliminare dal bilancio dello Stato gli sprechi, dall’inerzia nella riforma fiscale e nella lotta all’evasione, dall’assenza di voci forti, eticamente capaci di proporre sacrifici per una società migliore, in grado di contrastare la malavita organizzata. Il regionalismo eccessivo è anche una delle cause del disordine per la duplicazione con i poteri dello Stato e la creazione di tante piccole repubbliche che agiscono in competizione col centro.

Il settore privato va all’estero da solo e fatica; nel suo insieme il paese resta provinciale e lo svelano gli atteggiamenti lesivi dell’interesse nazionale come dimostrato, da ultimo, nello scarso sostegno al candidato italiano, il più votato, alla presidenza dell’organo europeo che raccoglie le Consob (ESMA) a vantaggio di una donna inglese, con passaporto tedesco: dopo la Brexit! Un capolavoro politico…

Il dramma è che l’alternativa è peggiore del male. E non ci riferiamo agli scandali comparsi sui giornali che riguardano la Lega o altri, ma alla totale mancanza di proposte economiche serie, all’astio nei confronti dell’Europa che ci ha salvati in questo frangente di grave difficoltà, all’ignoranza sul funzionamento e gli obiettivi degli organismi europei, alle alleanze con i fascisti o con la Russia del KGB.

Continuiamo a vivere di rendita su un passato che non c’è più.

Forse occorre una rinascita morale per voltar pagina e sacrificarsi per preparare il domani ma, come nella famosa pièce di Pirandello, siamo alla ricerca dell’autore che non c’è.

 

 

 



giovedì 24 dicembre 2020

AUGURI di BUON NATALE e BUON ANNO

 



Facciamoci forza tutti insieme e cerchiamo di trascorrere il Santo Natale in serenità e speranza.

Renato Delpino

 

Auguro anche a voi un Buon Natale, nonostante tutto.

Enzo Perugi

 

Buon Natale, con fiducia e coraggio.

Mario Sensini

 

Un augurio di bene in questo Natale molto particolare.

Fabio Mazzei

 

Anche se il Natale ci viene negato, cerchiamo di riuscire a vivero santamente nei nostri cuori.

Federica Ricci

 

Che la speranza possa vincere sulla tristezza, che l'amore possa alleviare ogni dolore! 

Pietro Antonelli 

Tanti cari auguri di Buon Natale! 

Pasquale Salvi 


Che questo Natale sia per tutti un inizio di pace, serenità e speranza. 
Roberto Bisi 

Buon Natale anche a voi. 

Fulvio Nicastro 


Auguri di un 2021 sereno e felice.
Alessandro Mussi


BUON ANNO NUOVO!
Antonio Picchi


Con gli auguri più sinceri di un felice 2021.
Marco Pedemonte


Tanti auguri di ogni bene per il Nuovo Anno.
Giuseppe Bergamaschi


Vi auguro un 2021 di felicità.
Fabio Mazzei

 


venerdì 27 novembre 2020

LA SALUTE FA PARTE DELLA VITA E NON VICEVERSA

 Carlo Biancheri

La classe politica italiana è espressione della società che l’ha votata e cioè quella di un paese composto a maggioranza da individualisti.

Il rancore diffuso è giustificato per chi vive in condizioni molto disagiate, come in certe periferie urbane o centri storici degradati, oppure è escluso dalla società in quanto privo di un qualsivoglia sbocco lavorativo; ciò si traduce in protesta che non riesce a farsi proposta e diventa, invece, mera rivendicazione.

Lo Stato funziona sempre peggio; lo dimostra ampiamente la gestione della pandemia che ha messo a dura prova tutti i paesi ma che da noi è stata caratterizzata da improvvisazione, sovrapposizioni, incompetenza, chiacchiere a non finire, senza mai arrivare al risultato richiesto, mentre il fattore tempo sembra essere ritenuto una variabile indipendente: si farà quando si potrà, incuranti delle conseguenze.

Per realizzare qualcosa, come la ricostruzione del ponte autostradale a Genova, è stato necessario operare in deroga a tutte le leggi e ciò dimostra che esse sono per la gran parte inutili, anzi di ostacolo per ogni iniziativa.

Del resto sono state proposte e votate da gente che si esprime in un italiano zoppicante, ha normalmente un basso livello di competenza sull’argomento trattato, gente spesso priva di qualifiche professionali, per non parlare di coloro che della politica hanno fatto una professione e non dispongono di esperienze lavorative significative.

La scuola è stata massacrata ed il livello culturale degli italiani in un paio di lustri si è abbassato considerevolmente. Non è questione di conoscere greco o latino, lingue che facilitano, peraltro, il ragionamento: semplicemente molti dei nostri giovani al termine della scuola superiore non comprendono un testo complesso.

Come si colloca il governo del Conte bis in questo quadro?

Bisogna ricordare che l’alternativa all’attuale governo era quella di consegnare il paese ad uno che in mutande sulla spiaggia dell’Adriatico rivendicava i pieni poteri. Il comunista padano grande amico ed alleato di fascisti nazionali ed esteri, sostenitore di Trump e con legami consolidati che ancor oggi attendiamo di conoscere con la Russia – Savoini chi? –, paese governato da una ‘banda di criminali’, come li ha definiti il dissidente Navalny, avvelenato in Siberia e trasferito in Germania per sopravvivere. Uno che, insieme alla ‘moderata’ di Predappio… Meloni, proponeva l’uscita dall’Euro, dall’Europa, quella della Troika (…), senza la quale oggi saremmo nella condizione dell’Argentina. Pensavano di salvare l’Italia col ricorso ai diritti speciali di prelievo del Fondo Monetario Internazionale, in mancanza di aiuti dalla BCE: economisti di vaglia, no?

Così Renzi fece da levatrice al Governo, mettendo tra parentesi la circostanza che l’alleanza fosse formata con gli adepti di Scientology, a giudicare dal fondatore… autore di scritti sul pianeta Gaia.

Un anno e mezzo di governo ha mostrato la completa mancanza di capacità di realizzare qualcosa che non fosse limitato alla gestione dell’ordinario: immobilismo puro, anzi un governo che produce slogans: Salva Italia, Cura Italia ecc., ecc.

Il partito dell’odontotecnico temporeggiatore Zingaretti, consigliato dal guru formatosi nel PC della scuola delle Frattocchie e quindi a suo tempo stalinista, ha ceduto ai ricatti della setta pentastellata anche a scapito del bene del paese: la seconda fase dell’epidemia non sarebbe stata meglio gestita se avessimo speso subito per la Sanità un certo numero di miliardi che ci sarebbero stati messi a disposizione dai fondi del MES? Non si è fatto perché i 5S non vogliono

Si è abolita la prescrizione perché contestualmente doveva farsi la riforma del processo penale, che è successo? Ma… nulla.

Si sono diminuiti i parlamentari a scapito di una rappresentanza adeguata di partiti minori e di un rapporto corretto con gli elettori che ora avranno parlamentari radicati in più regioni e cioè in nessuna; si era detto che era necessaria la riforma del sistema elettorale. Cosa è stato fatto? Ma…nulla.

E potremmo continuare con la riforma del Trattato di Dublino, del MES in sede europea dove il partito democratico vota in contrasto con l’alleato 5S.

Il partito democratico che ha prodotto un’autonomia regionale disordinata, come svelato dalla crisi provocata dalla pandemia, sembra incapace di avere un disegno per lo sviluppo del paese,per la crescita della produttività e di porre limiti invalicabili agli alleati di governo: si potrebbe sempre tornare al voto

Va detto che viviamo un tempo di crisi culturale nel quale chi svolgeva compiti di supplenza, come la Chiesa, non è alieno da derive populiste, da proposte amatoriali per economie alternative, mentre mancano prese di posizione su ciò che sia giusto od ingiusto, hic et nunc, alla luce del Vangelo.

Il governo del Conte ha così buon gioco, con la sua conventicola di scienziati, telepredicatori, a chiudere in casa una regione o l’altra, a non pubblicare i dati completi della pandemia in modo trasparente per non suscitare dibattiti, a centrare tutto sulla tutela della salute fisica,anche a scapito di disumanità quando si impedisce il contatto delle persone care con i moribondi.

Nei tempi storici ci sono state ben altre pandemie. La peste di Atene, al tempo di Pericle decimò la città e lui stesso morì di peste perché si gettò sul cadavere del figlio e nessuno lo trattenne.

Una delle pagine più toccanti de I promessi sposi è quella della madre di Cecilia che mette la bambina senza vita, vestita elegantemente, sul carro dei monatti a Milano e dalla finestra con la piccolina malata in braccio dice al monatto, improvvisamente divenuto rispettoso, “e voi più tardi verrete a prendere anche noi…”: il cuore.

Il governo e l’informazione corrente hanno ridotto la vita a salutismo, per il quale vanno sospese tutte le libertà individuali, anzi il governo in solitudine, o meglio il presidente Conte e i suoi  fidi (…) stanno predisponendo piani di utilizzo di ben duecento miliardi di Euro di fonte europea senza peritarsi di informarne il Parlamento: tanto a questo governo non c’è alternativa…

Noi crediamo, invece, che, come avveniva sotto i bombardamenti in guerra, la vita continua, anche in periodi di ‘peste’: la salute è un bene da tutelare insieme ad altri, come la sopravvivenza psicologica, quella economica.  È proprio per questo che non si possono sacrificare tutti i giovani adolescenti costringendoli a casa davanti ad un computer, per chi ce l’ha (!), quando si sa che a scuola il numero dei contagi è esiguo e che il problema consiste nel trasporto pubblico.

Se il governo non sa metter mano a tutto ciò, significa che ha fallito, perché non è in grado di assicurare un approccio umano, equilibrato nell’affrontare la pandemia.

 


martedì 27 ottobre 2020

L’ULTIMA MISTIFICAZIONE: LA DAD

 Rosa Elisa Giangoia

 

E così siamo arrivati all’ultima mistificazione, quella di imporre la Didattica a Distanza (DAD) con un’astuta e pretestuosa motivazione. Si sa che uno dei principali luoghi di contagio sono i mezzi di trasporto urbano ed extraurbano, non la scuola, o almeno non dovrebbe esserlo dopo i tanti sagaci e dispendiosi accorgimenti che il governo, e in particolare la ministra Azzolina, dicono di aver messo in atto, impegnandosi in calcoli ingegneristici sulla disposizione dei banchi e nell’invenzione di ridicole espressioni, come “il metro di distanza «dalle rime buccali»”. Ma cosa ce ne facciamo di persone che perdono tempo in certe cose? Intanto dobbiamo constatare che alle parole non corrispondono i fatti, dato che in molte scuole i banchi monoposto non sono ancora arrivati, tanto meno quelli a rotelle (per fortuna!), e mancano molti insegnanti…Cercando di arginare i contagi, determinati, oltre che dall’affollamento dei mezzi di trasporto, dall’incapacità di attuare i tracciamenti, il governo ritorna ad imporre la Didattica a Distanza, un surrogato di scuola, che, ripetendosi ormai per un secondo anno, priva i ragazzi e gli adolescenti della possibilità di avere una proficua formazione umana, culturale e professionale.
Che ci sia la chiara consapevolezza, da parte del governo, che i luoghi di contagio siano i mezzi pubblici e non le aule scolastiche, lo dimostra il fatto che la didattica a distanza sia stata imposta solo per gli studenti delle superiori che molto spesso frequentano istituti lontani dalla loro abitazione e quindi devono spostarsi con metropolitane, autobus, tram e treni, mentre quelli delle elementari e medie hanno quasi sempre la scuola raggiungibile a piedi. Se ci fosse la consapevolezza che le aule sono i più pericolosi luoghi di contagio, avrebbero chiuso tutte le scuole… e poi i bambini e i ragazzini vanno custoditi per cui lasciarli a casa avrebbe creato problemi ai genitori che devono andare a lavorare, ci sarebbe stato malcontento e sarebbero nate proteste…
Ma il governo e gli enti locali non ci dovevano pensare nei mesi scorsi a risolvere il problema dei trasporti? Non potrebbero ancora sopperire noleggiando mezzi privati, al momento per di più impossibilitati a svolgere altri servizi?
Si ha l’impressione che il Governo abbia tacitamente voluto bloccare la circolazione sul territorio in modo indiscriminato. Decisioni di questo tipo vanno prese sulla base di dati certi, non avventatamente. Per chiudere 'di fatto' la scuola bisognerebbe prima capire se sia la scuola, che dovrebbe esser l'ultima realtà da chiudere, una fonte importante di contagio. Atteso che temiamo (nonostante le promesse di vaccino!) di dover convivere per molti mesi con la pandemia, occorre salvare il salvabile e la scuola è una priorità, perché in essa è in gioco il futuro del paese. 
Un discorso serio va fatto per la valutazione della Didattica a Distanza, metodo che può facilmente far entrare in crisi la crescita culturale, intellettuale e professionale di un’intera generazione, per molti motivi. Innanzitutto gli insegnanti, anche se in molti casi attuano questa nuova forma d’insegnamento con una dedizione che va al di là dei dispositivi contrattuali, sono completamente sprovvisti di preparazione e di competenze specifiche, per cui improvvisano e procedono ciascuno su una propria linea, con scarsi supporti reciproci e sommarie linee guida, in percorsi individuali e solitari.
Solitaria anche la vita e l’esperienza dei ragazzi. Chiusi in casa per molto tempo, costretti a vivere un’innaturale condizione di isolamento e di immobilità, devono fare i conti con una malattia che può colpire loro, la loro famiglia, i loro parenti, i loro amici, vittime di una paura che può diventare angoscia, che impone domande sul senso della vita, sul futuro, su se stessi... Ciascuno deve poi affrontare la difficoltà di organizzare la sua giornata, non più scandita da luoghi, né soprattutto da incontri, in cui è difficile separare studio, lavoro e tempo libero, vita virtuale e vita reale. Tutto questo può facilmente creare demotivazioni allo studio, ma anche all’impegno in generale, talvolta persino nei confronti della vita. Si è data troppa importanza alla tecnologia, non certo capace di garantire interattività, tendente a privilegiare il momento frontale, la videoconferenza, con scarsa possibilità di scambi, di confronti, di dialogo, senza coinvolgimento attivo, personale e autonomo, senza protagonismo dei ragazzi…
Particolarmente penalizzati sono i ragazzi con problematiche di apprendimenti, ma molto, per tutti, viene lasciato ai genitori e alla famiglia in generale, con necessità di ricorrere a fratelli più grandi, a nonni, a zii…, sempre che abbiano competenze e disponibilità. Bisogna poi tenere conto di chi vive in zone dove la connessione è difficile o di chi si trova in condizioni economiche disagiate di fronte alla necessità di avere un computer, un tablet o uno smartphone, di chi vive in appartamenti piccoli, affollati, rumorosi, dove magari ci sono più ragazzi che devono seguire le lezioni con lo stesso strumento…
Molti sono poi i problemi legati a didattiche particolari di discipline specifiche, cioè di tutte quelle che richiedono laboratori (Fisica, di Chimica, di Biologia, di Informatica, ecc.), aule speciali (Lingue, Disegno, Cucina, ecc.), palestre per l’Educazione Fisica. A tutto questo si aggiunge l’impossibilità di fruire di visite guidate a luoghi di interesse artistico, culturale e professionale. E poi l’alternanza scuola-lavoro, tanto raccomandata negli anni precedenti, non serve più? Forse si è capito che non serviva affatto e che la scusa è buona per poterla accantonare!
Bastano queste poche considerazioni per capire che stiamo privando una generazione di ragazzi della formazione a cui avrebbero diritto e che lo Stato si è impegnato a garantire loro. Gli unici che si atteggiano a fingere di non capirlo sono i politici. A loro sostegno intervengono i Gesuiti con esaltazione della DAD come occasione di rinnovamento e miglioramento della scuola, capace di potenziare la crescita personale dei ragazzi, con un articolo sul n. 4086 della “Civiltà Cattolica” di Vitangelo Carlo Maria Denora S.I. (La didattica a distanza e il futuro della scuola, p. 458). Ci auguriamo che sia così almeno nelle loro scuole e ci dispiace per la loro incapacità di vedere la realtà!

martedì 20 ottobre 2020

LA RISIBILE ESIBIZIONE DEL VIS-CONTE E CONSIGLIERI SUL MES

Carlo Biancheri


 Lo tsunami della pandemia, con i morti, l’impatto gravissimo sull’economia, l’incertezza diffusa,  lentamente  fa prendere coscienza alle persone che le chiacchiere, le esibizioni televisive cominciano finalmente a perdere peso a vantaggio di una presa di coscienza della realtà.

Ora l’ex avvocato del popolo, Vis-Conte dimezzato, si è esibito in una valutazione sulla convenienza di far ricorso al fondo salvaStati europeo, MES, formulando considerazioni da esperto di mercati finanziari. L’argomento addotto dal neofita di emissioni e di mercato secondario di titoli pubblici consiste nel fatto che l’utilizzo del MES sarebbe uno stigma per l’Italia sui mercati e quindi svantaggioso per il paese. Inoltre, costituirebbe un aumento del debito pubblico e, infine,  il tasso d’interesse dei titoli di Stato è sceso, insieme alla caduta dello spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi :ne deriverebbe, secondo il neo-esperto, che non è più conveniente ricorrere al MES.

La tesi sembra condivisa dal Ministro dell’Economia, laureato in Lettere, nominato in quanto presiedeva il Comitato Econ in Parlamento europeo che si occupa di mercati finanziari. Chi scrive è stato audito dall’Econ, sotto la Presidenza della socialista francese Pervenche Bérès, e sa benissimo che presiedere burocraticamente un Comitato non significa affatto capire quello che gli esperti espongono, ma tant’è in Italia il provincialismo e la disinformazione - o meglio l’informazione approssimativa - la fanno da padrone e il Gualtieri, tributario del personaggio da scuola delle Frattocchie del Pc, Bettini, fa il Ministro dell’Economia. Né lo soccorre il Direttore Generale del Tesoro che di emissioni sui mercati finanziari non è esperto.

Ora lo stigma è un’invenzione, perché gli analisti sanno benissimo qual è la situazione debitoria del paese Italia ed il ricorso ad una fonte pubblica europea giova e non danneggia il paese. Gli altri Stati non attivano il MES semplicemente perché godono di condizioni di mercato migliori di quelle assicurate all’Italia (Spagna, Portogallo), essendo il loro debito pubblico (debt outstanding) ben inferiore al nostro. Per inciso va aggiunto che la caduta dello spread dipende dall’acquisto massiccio di titoli di Stato da parte della Banca Centrale Europea che acquista massicciamente titoli del mercato obbligazionario italiano ma… l’albero della cuccagna non è perenne, è a termine.

Le risorse che sono indispensabili alla sanità pubblica, come stiamo vedendo in questi giorni, secondo il Vis-Conte da dove dovrebbero venire? Con una patrimoniale per dare una mazzata definitiva all’economia? Aumentando le tasse che sono già molto elevate? Evidentemente col ricorso al mercato e cioè con nuovo indebitamento pubblico, lo stesso che il Conte paventava col ricorso al MES. Ora si dà il caso che se Il Tesoro raccoglie denaro fresco, come in questo caso, che si aggiunge a quello che dipende dalle scadenze delle vecchie emissioni che vanno rinnovate perché lo Stato non riesce a diminuire il debito, specie in una situazione di emergenza come questa, i prestatori ne tengono conto e, in prospettiva, il costo dell’indebitamento facilmente aumenterà. A questo si aggiunga che, in caso malaugurato di difficoltà dei pagamenti da parte dello Stato, una cosa è trattare con un’entità pubblica come il MES, un’altra, con operatori di mercato che mirano solo a massimizzare i profitti e rientrare dei capitali concessi in prestito, in altri termini le condizioni sarebbero molto più dure.

La verità è che la ragione della sparata, rimbeccata dal Pd per mere ragioni di bandiera, si giustifica nel fatto che si vuole compiacere il movimento 5S, responsabile del caos che stiamo vivendo in questo paese da oltre due anni, autore di provvedimenti demagogici e sbagliati che hanno danneggiato economia, giustizia, scuola, trasporti, industria.

Il Pd  sta tornando sotto la guida dei superstiti e dei neofiti del  Pc mediante i richiami al Gramsci di cent’anni fa e  alla sua tesi della crisi organica – il vecchio tarda a morire e il nuovo non è ancor nato – che si fonda su un’illusione hegeliana della dialettica storica a cui quasi nessuno ormai crede più, mentre i cattolici  che sopravvivono in quel partito sembrano essere tali perché da bambini facevano i chierichetti…

Sembra che l’assioma che spinge per l’alleanza organica tra Pd e 5S consista nel fatto di una ricomposizione di classe sociale,senza aver compreso che chi vive nel degrado delle periferie abbandonate da decenni  in molte grandi città vota a destra.

La dialettica delle classi sociali di matrice marxiana non  sembra un buon viatico per orientare una linea politica che va giudicata sui programmi e sulle verifiche della loro attuazione.

 

 

 

venerdì 18 settembre 2020

CHI SI E' ASTENUTO O HA VOTATO CONTRO ALLE SANZIONI AI DITTATORI RUSSI E BIELORUSSI?

 Carlo Biancheri

La grande impostura e la manipolazione di un servizio televisivo pubblico, che siamo obbligati a pagare grazie alle anime belle che teorizzano che il servizio pubblico è per definizione imparziale (!), ci propina ogni giorno le magnifiche sorti di un governo di incapaci che sbanda sotto la guida di un presidente  del Consiglio tanto ciarliero quanto inconcludente. Ha l’appoggio del Presidente della Repubblica che non brilla proprio per coraggio e continua con una gestione notarile e burocratica in un ruolo che richiederebbe ben altro peso: si è opposto solo una volta alla nomina di un ministro dell’Economia con teorie demenziali sulla moneta unica e l’Europa, ma non ha fiatato nel nominare ministro degli Esteri un giovinetto digiuno di ogni sapere e con una tracotanza incredibile e con lui una pletora di ministre di bassissimo profilo a cominciare da quella del lavoro per passare al Ministero dei trasporti e per non parlare di chi dirige il Ministero dello sviluppo economico o la scuola, affidata all’Azzolina, e la giustizia a Bonafede! Un disastro.Un’allegra brigata di incompetenti che con i progetti del Recovery Plan ha cominciato a far tirare fuori dai cassetti dei Ministeri proposte che lì giacevano da anni e molte delle quali nulla hanno a che fare con una visione organica di ripartenza del paese. Cadrà tutto quello che non entra nelle linee guida indicate dall’Europa, ma mancherà il disegno organico di una politica che sia  capace di affrontare i mali del paese o almeno iniziare a farlo, senza continuare con le misure emergenziali.Ma se pensate che allora sia meglio rivolgersi all’opposizione sappiate che la famosa Lega di cui leggiamo quotidianamente sui giornali di commercialisti che operano strettamente con loro, arrestati e che muovono denaro in  Paesi che sono  nella Black list dell’antiriclaggio internazionale, in quanto non cooperativi, dei paradisi fiscali, cioè senza controlli; vi sono incorporati decine di migliaia di Trust  che impediscono di identificare, data la struttura societaria, i beneficiari dei fondi e alcuni partiti politici italiani li utilizzano? Soldi della Lega spariti secondo il capo, formatosi al bar Sport di Milano Rogoredo, quello che bacia i rosari come i corni del malocchio in pubblico e che si definisce ‘peccatore’ però (…) in grado di stabilire cosa debbano fare i cattolici che lo votano ‘perché amico di tanti preti e cardinali…’ e cioè sbattere fuori i migranti ecc. Ebbene questo tale, di cui ricordiamo i viaggetti in Russia, forse per esser  stato un ‘comunista padano’, dove si discuteva col Savoini -Savoini chi?!- di finanziamenti tramite Gazprom (...), ha deciso che la Lega votasse contro in Parlamento europeo alle sanzioni a Putin, l’avvelenatore, per il caso Navalny, e insieme a loro anche le mammolette di Fratelli d’Italia, dove la Meloni,  amica di casa Pound…, e che ora in veste buonista si esprime come la signora Cecioni, immortalata da Franca Valeri, evidentemente ritiene che il povero Putin sia estraneo alla vicenda. Ma ci sono anche gli ineffabili della setta 5S, che si ispira ai metodi di Scientology, che hanno fatto lo stesso: in chiaro, Putin, secondo loro, è un galantuomo e va difeso e non minaccia la libertà (…) della Russia, né interferisce nella vita politica con finanziamenti ed altri mezzi nei paesi europei o negli Stati Uniti. Sempre in Parlamento europeo sulla  mozione che sanzionava la Bielorussia dopo le migliaia di arresti, le elezioni truccate, la fuga degli oppositori e le manifestazioni che coraggiosamente continuano, la Lega si è astenuta… E non mi venite a dire che in quel partito ci sono i Giorgetti che, secondo i giornali, sarebbe amico di Draghi (…) o l’azzimato Zaia, espressione dell’ambiguità e della decadenza del Veneto - in quella regione c’è anche Calderoli, vice-Presidente del Senato, quello sconsiderato che, nel periodo di attentati terroristici, indossava magliette che irridevano Maometto mettendo a rischio la sicurezza nazionale -. Non occorrono altre prove: la Lega prende ordini da Putin e non vuole dispiacergli e il Salvini è stato definito in Parlamento europeo come la marionetta di Putin e noi concordiamo. Chi voterà il 20 settembre si ricordi di tutto ciò e rifletta su ciò che è il male minore perché è molto difficile dire dove stia il bene in quel che propone la politica odierna.Si sappia però che  domina una grande impostura come si evince dai fatti concludenti sopraesposti.

 

lunedì 31 agosto 2020

ANCORA SUL REFERENDUM


Pubblichiamo queste riflessioni del prof.  Nunziante Mastrolia che ci sono pervenute tramite STRONCATURE (stroncature@substack.com), in quanto le condividiamo e ci pare interessante farle conoscere ai nostri lettori

L'ANTIPARLAMENTARISMO E IL REFERENDUM COSTITUZIONALE

 di Nunziante Mastrolia

La vera ragione per la quale il Movimento Cinque Stelle vuole ridurre il numero dei parlamentari è che loro sono contro il Parlamento e quindi anti democratici.

È una questione legata alla riduzione dei costi della politica, dite? Questa argomentazione è un grimaldello, un Parlamento con meno parlamentari costa meno, ma un Parlamento senza nessun parlamentare costa ancora meno. Quindi se è una questione di costi, meglio chiuderlo (ragiono per assurdo, sia chiaro). Non è una questione di costi, è una questione di democrazia.

Dunque, i Cinque Stelle sono anti-parlamentari e quindi anti-democratici. Una forza politica liberticida e illiberale. Esagero? Vediamo.

Allora, chi è il loro nume tutelare? Ce l’hanno tatuato addosso ed è Rousseau. E che dice Rousseau? Dice che a governare deve essere la volontà popolare (lui parla, furbescamente, di volontà generale, così il concetto lo puoi manipolare come meglio ti piace). Solo che la volontà generale, che tutto può (anche decidere di mettere a morte le minoranze) non può essere delegata nè frazionata. È tutto il popolo insieme che deve governare. Bella cosa, vero?

Se non fosse che è materialmente impossibile, tanto che nemmeno nella sua Ginevra sono mai stati a sentirlo. Allora che si fa?

Tutti coloro che hanno rifiutato il regime parlamentare, e sono tanti (anti parlamentari erano Lenin, Hitler e Mussolini), visto che non posso far governare tutto il popolo, nè possono imporre apertamente un governo smaccatamente anti democratico, son dovuti ricorrere a un trucchetto. Devono dire che qualcuno è più popolo di un altro e che per questo solo quel qualcuno può rappresentare a pieno gli interessi di tutto il popolo.

Per i nazisti erano gli ariani o il Volk millenario, per i comunisti il proletariato (guarda caso definito anche la “classe generale”, in quanto , scrive Massimo L. Salvadori “ha il compito di cambiare dalle fondamenta e irreversibilmente l'intera organizzazione dei rapporti tra gli individui e le classi sociali”); per i fascisti, gli iscritti al partito. E per i grillini? Semplice, chi li vota.

Gli altri per definizione sono corrotti e collusi con chi ha governato il paese sinora, e pertanto sono infetti. Del resto che volevano dire quando dichiaravano di voler aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno? Che in quell’emiciclo si nascondeva tutto il marcio del paese e solo con il loro ingresso si sarebbe purificato.

Pertanto, solo loro, in quanto incorrotti e incorruttibili, possono rappresentare a pieno gli interessi del popolo. Non servono dunque le istituzioni repubblicane, nè lo stato di diritto che limitano il potere di chi governa, nè serve la democrazia liberale che tutela anche le minoranze.

Che senso ha dare voce alle minoranze se sono corrotte? E che senso ha imbrigliare il potere di chi per definizione può fare solo il bene? Meglio, per il bene di tutti, dargli il potere assoluto e silenziare tutti gli altri.

Dunque, i grillini sono anti-democratici e illiberali e il migliore scenario possibile sarebbe per loro quello in cui hanno tutto il potere. Del resto lo hanno detto in più di una occasione.

Qui si innesta un fatto particolare. Zingaretti e Bersani vanno sostenendo che la sinistra ha sempre voluto la riduzione del numero dei parlamentari. Precisiamo. Quale sinistra? Quella comunista, a quanto mi risulta.

La cosa non deve stupire, perché anche la matrice culturale del PCI affonda le sue radici in Rousseau, anche loro erano (e, come pare, continuano ad essere) anti parlamentari. È il partito, avanguardia del proletariato, vale a dire il benefattore dell’intera umanità che conta, non il Parlamento. Conta la politica, dunque, non le istituzioni.

“Ma come?”, dirà qualcuno, “Il PCI di Togliatti ha difeso strenuamente il Parlamento”. Certo, ma era puro tatticismo, visto che quella era la trincea più avanzata nella quale potevano arrivare in una liberal-democrazia occidentale era meglio difenderla quella trincea e temporeggiare (democrazia progressiva). Prima o poi la vecchia talpa sarebbe riemersa dopo aver a lungo scavato e tutto sarebbe cambiato. Certo poi Berlinguer tira fuori la questione morale (tutti corrotti, tranne il PCI) e il vecchio anti parlamentarismo, o grillismo ante litteram, viene fuori. Gli scappa.

Dunque, Zingaretti e Bersani sostengono il taglio dei parlamentari perché vengono dalla stessa tradizione politica dei grillini e come il cane di Pavlov hanno un riflesso condizionato (è l’imprinting che li ha fregati): appena sentono che possono indebolire il Parlamento gli viene l’acquolina in bocca.

E qui c’è un aspetto che è la prova (l’ennesima) della sconcertante miopia politica della sinistra.

Zingaretti e Bersani per sostenere il taglio dei parlamentari voluto dai grillini dicono che quella è una riforma che i loro partiti perseguono da quarant’anni e cercano così di intestarsela.

Solo che non si rendono conto del disastro che fanno. In un sol colpo ammettono che per quarant’anni non sono stati in grado di fare quella riforma che il M5S ha fatto nel giro in un paio di anni (perché in quanto forza anti parlamentare, quello è il loro core business). Così facendo si pongono da soli in una posizione ancillare rispetto al M5S, si auto nominano cavalier serventi. Volevano fare gli ufficiali della truppa grillina, e si ritrovano giustamente degradati a soldati semplici e di corvè a tempo pieno.


sabato 29 agosto 2020

AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI VOTIAMO NO!

 

Carlo Biancheri

Votiamo NO perché:

 non è serio proporre una riforma costituzionale senza aver prima profondamente modificato il quadro  normativo e regolamentare del Parlamento che altrimenti non sarebbe in grado di funzionare;

 non è serio giustificare il taglio con un risparmio economico risibile quando in realtà si  propala la visione manichea  che la  politica e i suoi rappresentanti  siano un ‘male in sé’;

 non è serio  trascurare il fatto che vi saranno vasti settori del paese che non avranno un proprio rappresentante in Senato  mentre la rappresentanza sarà assicurata da due o tre forze maggiori tagliando fuori le altre;

 non è serio passare all’ultimo posto in Europa per numero di rappresentanti, calcolato sulla base dei votanti, con ciò rendendo sempre più distanti gli eletti dai cittadini;

 non è serio sostenere che il Parlamento sarà più efficiente quando le Commissioni parlamentari si ridurranno e  dovranno far fronte a competenze vastissime, né saranno in grado di controllare il Governo divenuto il solo organo legislativo,a scapito del Parlamento;

 non è serio trascurare il fatto che il Presidente della Repubblica verrà eletto con un numero spropositato di rappresentanti regionali –magari Consiglieri come ‘il trota’ (Bossi) o la Minetti, parte attiva delle ‘cene eleganti’- rispetto ai membri del Parlamento;

 non è serio annunciare che le riforme elettorali, regolamentari, ecc. avverranno in seguito: conosciamo la setta e abbiamo visto quel che è successo con la soppressione della prescrizione che doveva accompagnarsi ad una riforma sostanziale del processo penale e cioè nulla;

 non è serio sostenere che si renderà più efficiente il sistema quando gli elettori non potranno scegliere i candidati che saranno dei nominati di partiti e diverranno fedeli esecutori degli ordini ricevuti.

 L’obiettivo è quello di dare un colpo populista ulteriore alla democrazia rappresentativa da un’accozzaglia che raccoglie la setta 5S, la Lega con filo diretto con l’avvelenatore Putin, gli amici di Casa  Pound che vogliono il blocco navale - per affondare i canotti?- ecc.

 La strategia sottesa a tutto ciò è quella di  far prevalere la ‘volontà generale’ teorizzata da Rousseau e ripresa da Robespierre e Lenin in opposizione alla democrazia rappresentativa. Atteso che occorre interpretare quel che vuole il ‘popolo’ saranno pochi eletti come gli aderenti al sistema Rousseau o qualche guru, che si tratti del comico pregiudicato o dell’autore di libri sulle tematiche di Scientology, a farci sapere quale sia  questa ‘volontà generale’, trasformando i cittadini in sudditi cui viene ‘concesso’ questo o quello.

Sembra che la maggioranza degli elettori ignari di tutto voteranno a favore del taglio. Non sanno nulla, sono  vittime designate anche a causa dell’emittente televisivo pubblico che siamo obbligati a finanziare e che non propone dibattiti, la RAI che chiameremo EIAR, come ai tempi del ventennio, in quanto propagandista per il governo di turno.

 La debolezza della politica sta qui, nel tergiversare  o nell’assumere un atteggiamento cerchiobottista come fa il Pd.

 Noi invece continueremo a denunciare l’impostura.

 

martedì 18 agosto 2020

I SALVAGENTI DI SALVINI

Rosa Elisa Giangoia

      Ormai è chiaro, Salvini è in difficoltà e sta affannosamente cercando dei salvagenti, non quelli reali, come gli immigrati naufraghi a cui da sempre si contrappone, ma quelli propagandistici, fatti di parole, capaci anche di far apparire vero quello che non è, importante ciò che non conta nulla...                                 È in difficoltà perché i sondaggi lo danno in forte perdita di consensi, a tutto vantaggio (purtroppo!) di Giorgia Meloni che (poveri noi!) avanza verso una possibile leadeship del centro-destra.                             La situazione di Salvini è apparsa molto chiara durante l'intervista a La7 del 17 agosto scorso. Incalzato dalle domande di Parenzo e Telese, appariva evidentemente a corto di argomenti. Ormai ha capito che la tematica degli immigrati si è esaurita, non fa più presa sul pubblico e nemmeno il suo rinvio a giudizio, nonostante continui a ripetere che rischia 15 anni di galera per aver difeso i confini, ecc. ecc., non commuove, nessuno si è mosso in suo favore, nessuno è sceso in piazza con gli striscioni a sostenerlo...  Ma dato che la sua indole profonda è quella del piazzista, di chi mira ad apparire, non a essere, come d'altronde la maggioranza dei nostri politici, lui e Renzi, partecipanti a quiz televisivi, altri, venditori di bibite allo stadio, come Di Maio, pr in discoteca, come Zaia, non più ormai uomini di studio e di prestigio intellettuale. Anche Salvini ha pensato bene di comportarsi da pr di se stesso e del suo partito e cerca di inventarsi una nuova immagine. Ha tentato di accamparsi come negazionista del Covid19, sulla linea dei peggiori politici del nord e del sud America, da Trump a Bolsonaro, ha provato a farsi paladino dei gestori di discoteche, ma soprattutto si è proposto quale difensore e propagandista del localismo turistico-tradizionale. Infatti nell'intervista ha detto chiaramente che il suo partito si impegnerà per difendere "l'Italia dei profumi e delle cucine locali", quelle identità che fanno la differenza del nostro paese dagli altri, nella pluralità di risorse che fanno sì che il nostro paese sia uno da Bolzano a Lampedusa. E così ecco qua un nuovo Salvini, "poeta dei campanili", che lancia questo nuovo messaggio, questa nuova linea politica dalla Toscana, forse la regione d'Italia in cui, tra il serio e il faceto, le contrapposizioni localistiche sono ancora molto vive (non a caso qui si pubblica "Il vernacoliere"). Lui, con il cannocchiale puntato dalla super-elegante Forte dei Marmi, ha poi cercato di cogliere gli elementi deboli della regione: le linee ferroviarie a scartamento ridotto, le lunghe attese nella sanità, ecc., illudendosi di recuperare un taglio politico al suo dire. In realtà quello che è emerso è un Salvini che riesuma, magari inconsapevolmente, quella linea di Strapaese, fiancheggiatrice del fascismo populista, tradizionalista e antieuropeo, sostenitore del folclore e delle tradizioni locali. Uno, neppure capace di riciclarsi in innovazione e novità, come può capire e risolvere i problemi del nostro paese?


venerdì 14 agosto 2020

L'ITALIA POTRA' TRASFORMARSI CON QUESTA CLASSE POLITICA?

Carlo Biancheri


Alla vigilia di un Ferragosto inquieto tra la pandemia che riprende e l’assenza di una linea chiara nella politica del paese, tema che ci riguarda tutti, proviamo a formulare qualche riflessione.
L’Europa è intervenuta e ha posto in campo risorse rilevantissime, accettando un debito comune. L’avvocato del popolo, il cui eloquio ci ricorda quello descritto dall’amato Manzoni a proposito del dottor Azzeccagarbugli, ha tenuto la posizione ma non è stato la causa della svolta dovuta, invece, a Francia e Germania e resa possibile dalla felice ‘dipartita’ del Regno Unito: si è tornati alla solidarietà europea in un momento di grave difficoltà per tutti e da soli non ce l’avremmo fatta.
Le tesi dei mentecatti, sovranisti de’ noantri, sono state battute su tutto il fronte: non è vero che quel che ci dà l’Europa lo paghiamo con i nostri soldi in quanto eravamo – e non siamo più…- contributori netti dell’Unione perché ci sono miliardi di Euro concessi a fondo perduto e l’Italia ne è la maggiore beneficiaria.
Non è neppure vero che avremmo potuto reperire gli stessi soldi sul mercato finanziario in quanto i prestiti saranno concessi a scadenze lunghissime (trent’anni almeno) e a costi irrisori rispetto alle condizioni di mercato, mercato che non fà beneficenza, cambia repentinamente a seconda del rating degli analisti finanziari e del comportamento dei governi.
Non è vero che avremmo potuto usare i diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale che sono riservati agli Stati in condizione di possibile default e, inoltre, il Fondo pone condizioni rigorosissime per concedere finanziamenti.
Non è vero che possiamo fare a meno degli investimenti esteri tenuto conto dei soldi degli italiani che sono nei conti correnti delle banche e, in generale, del risparmio nazionale: solo un improvvisato comunista  padano o uno della setta pentastellata o un vetero marxista otto-novecentesco può pensare qualcosa del genere che significa mettere in comune tutte le risorse quelle pubbliche e private, affidando il  tutto alle decisioni di uno Stato semifallito che si vuole etico cioè custode della morale: aboliamo il privilegio, a morte i ‘furbetti’, condanniamo gli inquisiti prima che siano giudicati, un po’ come si faceva nel West americano quando arrivava lo sceriffo e si preparava nel frattempo la forca  con cui impiccare lì per lì  i malcapitati.
Le risorse europee servono per investimenti, per riforme strutturali e non per la spesa corrente dello Stato. Alcuni ‘cantori’ nostrani, a cominciare dalla sciagurata setta pentastellata, vorrebbero approfittarne per diminuire le tasse, dimostrando ancora una volta l’impreparazione, l’inconsistenza politica: se usi misure una tantum per abbassare le tasse, che è misura strutturale, lo farai per un solo anno perché con quali coperture potrai farlo l’anno successivo?
Sappiamo benissimo cosa debba essere fatto - dare liquidità nella crisi era necessario ma lo si poteva fare molto meglio, senza i disastri dell’INPS e di un presidente politico e ciarliero, segnatamente ci riferiamo alla liquidazione della cassa integrazione… o all’attacco degli hackers al sito dell’Istituto… – e cioè bisogna fare investimenti per creare posti di lavoro, rendere efficiente la scuola, la sanità, la giustizia. La burocrazia ha le sue gravi responsabilità ma le leggi fatte con i piedi sono approvate dai politici ed i burocrati le applicano.
Si sente ripetere da questo o quell’esponente di partito: la Banca centrale europea deve intervenire…E perché mai? Dove sta scritto che la BCE debba fare quel che noi esigiamo essendo guidata da un Board dove siedono i governatori delle Banche centrali dell’area Euro? Reclamare il diritto ad essere aiutati dagli altri (…) non è forse una malattia infantile, come direbbe Marx in altro contesto?
Nel governo, oltre alla volontà del Capo del gruppo di operare senza controlli per via amministrativa, cioè con DPCM, di controllare i servizi segreti (…), di non essere per nulla trasparente, come emerso con la pubblicazione dei verbali del Comitato tecnico scientifico, redatti nella fase acuta della pandemia, emerge una totale mancanza di  strategia coerente per far fronte alla crisi prevista in autunno. Per il momento abbiamo vissuto la fase dei sussidi, del blocco dei licenziamenti, dell’indebitamento senza remore ma adesso bisogna sapere cosa fare e non crediamo affatto che l’Avvocato del popolo, che si perde in mille particolari, lo sappia.
Il partito democratico appare unito dal rifiuto delle elezioni per il timore di perderle ma non emerge una politica. Si oscilla tra gli eredi di una tradizione togliattiana cioè stalinista all’italiana che privilegia gli schieramenti sulle proposte e, quindi, i 5S sono, tutto sommato, ‘compagni che sbagliano’ non  avversari e quelli di una sinistra già democristiana che ha perso l’anima: non basta esser stati seguaci di un Zaccagnini per definire una politica; se si proclamano certi valori bisognerebbe cominciare a viverli, come fecero, del resto, Dossetti e La Pira  per svilupparli ulteriormente. Nella cultura politica di questa componente il mercato non è soppresso, è corretto, controllato perché non c’è nessun progresso se il potere economico passa dalle mani di pochi privati a quelle di pochi politici come avvenuto nei paesi del comunismo reale. Il ritorno allo Stato padrone non assicura affatto l’efficienza. La Cdp ha appena comprato i gelati Sammontana (!), come faceva l’IRI con Motta e Alemagna, produttori di panettoni, con i risultati che conosciamo: una perdita annuale, sanata con le risorse fiscali… Forse l’IRI sapeva gestire le imprese? E la Cdp sa scegliere i managers giusti per fare i gelati? Inoltre, la Cassa depositi e prestiti amministra il risparmio postale e se investe in capitale di rischio come rimborsa i clienti delle Poste, in caso di perdite? Occorre un supplemento di riflessione e non pensare alla Cdp come un bancomat, buono per ogni circostanza…
La crisi attuale parte da lontano e ci si accorge di ciò dal linguaggio dei politici che prescinde dai contenuti ed è tutto formale:
-          bisogna prendersi le proprie responsabilità;
-          sono determinato;
-          ci metto la faccia;
-          stiamo facendo un percorso (senza meta? Il cammino è la meta?)
-          stiamo lavorando.
Forse Hitler, Mussolini, Franco, Stalin, Mao, Pol Pot o Castro non potevano dire lo stesso?
Non si vive di sussidi o di provvedimenti tampone, specie quando non si sa che pesci prendere (…) e qui arriviamo al cuore del problema. Già Platone si era accorto che sulla cosa pubblica tutti vogliono mettere becco mentre se si fà una guerra si cerca uno stratega e, del resto anche noi se dobbiamo subire un’operazione importante cerchiamo un bravo chirurgo non il macellaio all’angolo della strada (…). Ma l’attuale situazione politica è piena di dilettanti, di apprendisti, di ministri velleitari che combinano un pasticcio in fila all’altro a cominciare dalle relazioni internazionali dove,anche grazie allo scienziato giovinetto, ci siamo fatti cacciare dalla Libia, il cortile di casa, a vantaggio dei turchi. Certe cose si pagano e la gente italica ha molte responsabilità a non aver votato in modo ragionevole: queste sono le conseguenze.


martedì 14 luglio 2020

CI VORREBBE UN SUPPLEMENTO D'ANIMA


Carlo Biancheri

La gente è cambiata e non bisogna ritenere che sia troppo diversa dai politici che esprime. È stato scritto con molta lucidità che dopo il crollo del muro di Berlino e del sogno in Europa del sorgere del “Sol dell’Avvenire”, per chi se ne ricorda…, è rimasto un rifiuto della realtà, una pervicace convinzione di avere un diritto a realizzare se stessi, i propri desideri quale che sia la propria condizione oggettiva. Del resto le premesse di questo atteggiamento fondano le loro radici filosofiche a cominciare dal problema del ponte di Cartesio, quello tra l’io e la realtà esterna – io sono certa di esistere perché penso… sostiene una professoressa del Laterano che dovrebbe essere filosofa- e prima ancora in Lutero, il padre del soggettivismo, che aveva deciso che la Bibbia ognuno dovesse interpretarsela, sopprimendo in un sol colpo una delle fonti della Rivelazione, la Tradizione, cioè la testimonianza e la credenza di chi ha visto, di un popolo di credenti… e poi  Kant, il massone, e il suo reale/noumeno che è inconoscibile: percepiamo solo i fenomeni e la coscienza morale dentro di noi con i suoi imperativi vuoti, proprio perché formali, cioè privi di contenuto. E ancora Hegel, massone pure lui, che ci comunica che la realtà è storica e che la Storia ha un progresso dialettico eppur lineare – e come no? Lo vediamo attualmente… e lo abbiamo visto con Hitler, Mussolini, Stalin; in che è consistito il ‘superamento’, la ‘sintesi’ dopo l’affermazione e la negazione da lui teorizzate?-.E poi Marx che sosteneva che i filosofi fino al suo tempo hanno interpretato il mondo ‘ma adesso bisogna trasformarlo’…, cioè la primazia della prassi che ‘invera’ e le ‘contraddizioni’ di cui sentiamo parlare in continuazione, a sproposito. Viene dopo Kant che si era premurato di informarci che la natura non esiste perché è un dato culturale…: la teoria del gender attuale non si fonda proprio su questo? Del resto ci ha pensato Heidegger a far coincidere la nostra esistenza con l’essenza umana ciò che fa sì che un uomo non sia un albero; l’uomo è il pastore dell’Essere…, lo ha smarrito e lo ritrova nel suo esistere che però è ‘tempo’ e quindi viviamo ‘per la morte’ (…). Infine Nietzsche ha sostenuto che la Verità è interpretazione: nessun criterio oggettivo, sia ben chiaro, puro vitalismo.
Questo è il quadro e in questo delirio e smarrimento culturale reputate che il Vis-Conte già dimezzato e ora promosso a Segretario fiorentino sappia cosa sia il bene comune di cui si riempie la bocca? Caro Vis-Conte, senza la metafisica di Aristotele la giustizia non si può definire, tranne che come un regolamento di confini della violenza… e lo Stato che diventa criterio di morale  è quello del fascismo o dei regimi comunisti che vogliono trasformare l’uomo senza alcun rispetto per la persona che è inviolabile.
L’agire politico del governo si sta dimostrando di giorno in giorno sempre più infantile, dilettantistico, incapace di valutare le conseguenze delle scelte, quando sono effettivamente assunte e, nel contempo, astute, manipolatorie dell’opinione pubblica in una progressiva dilatazione del potere (v. l’estensione dello stato di emergenza senza emergenza), quasi che gli interlocutori siano solo due: il governo ed il popolo che non si sa bene cosa sia. La rappresentanza, come voleva Rousseau, viene meno.
Il governo è nato grazie ad una trovata brillante di Renzi, nell’imminenza di una possibile vittoria del padano comunista e sovranista, più che altro bullo del bar Sport di Milano Rogoredo e, come spesso avviene, il prosieguo sta generando guasti anche grazie alla dappocaggine del Pd.
Nel partito democratico, ma anche oltre (…) ci sono ancora i teorici dell’unità di classe per cui se una parte dei voti, raccolti dalla setta che si ispirava a Scientology, sono popolari, allora costituiscono l’alleato naturale della sinistra. Sor Capanna segretario pro-tempore del Pd, di formazione odontotecnica, è abbagliato dalle citazioni gramsciane del tipo ‘crisi organica’ (il vecchio è in crisi ed il nuovo, leggi il progresso…, stenta ad affermarsi, sic Orlando, vice-segretario) prive di alcun senso nel contesto attuale o dai soldatini di D’Alema o dai  ‘consiliori’ alla Bettini che non capiscono affatto che il problema del paese non è gestire l’esistente ma  farlo ripartire  con investimenti e produttività: ciò suppone qualificazione, studio, trasformazione dell’apparato pubblico, bloccato  dalle centomila leggi improvvide, approvate per demagogia dal Parlamento. Le cose non funzionano non perché la burocrazia è cattiva o nullafacente –anche per questo- bensì perché la folle produzione normativa ha creato un quadro che forse richiede un novello Giustiniano: i Testi Unici non bastano affatto.
E bisognerebbe incominciare a rispettare i principi costituzionali che pochissimi politici attuali conoscono o capiscono. Per esempio, l’applicazione di norme retroattive, come faceva Robespierre che aveva distrutto tutte le leggi del tempo, sostituendole con i codici di loggia, in violazione del principio che pacta sunt servanda; ne va della certezza del diritto e del rispetto della validità di qualsiasi contratto o accordo. E invece si grida ad ammazzare i privilegiati, a ‘punire’ prima che siano giudicati i capitalisti alla Benetton  - che hanno gestito certo molto male un bene pubblico ed hanno approfittato di consorterie politiche per ottenere una concessione troppo favorevole e sulla quale i famosi ispettori ministeriali non hanno controllato un bel niente- senza capire che un politico dovrebbe porsi questo problema: se faccio questa scelta quali sono le conseguenze? Se la concessione autostradale ad Aspi decade, le autostrade chi le gestirebbe? L’ANAS che lascia cadere i ponti delle strade provinciali e che non ha la struttura né la capacità per farlo? E i settemila dipendenti ed il contenzioso che ne deriverebbe? Un ragazzotto della setta ha dichiarato che ‘per legge (!) abbiamo ridotto l’eventuale indennizzo’…, come se la ‘sua’ legge valesse qualcosa dinanzi alla Corte costituzionale... Atlantia, controllante di Aspi, è una società quotata che ha il capitale diffuso e il Vis-Conte ha idea delle perdite che ha generato ai piccoli azionisti con le sue dichiarazioni da strapaese? E gli investitori esteri che certezze hanno ad investire in un paese inaffidabile dove il presidente del Consiglio si esprime come si fà in piazza a san Giovanni Rotondo? Questo lo direbbe una persona normale ma noi abbiamo a che fare con un Ministro degli Esteri, già venditore di bibite, quello del condono tombale degli amici di Ischia, che incontra Draghi di soppiatto e ci dichiara che gli ha fatto una buona impressione! Un po’ come quella giovinetta pentastellata, nominata da barbari sottosegretaria al MEF che, parlando in televisione col prof. Padoan, già Ministro dell’Economia e delle Finanze e molto altro, gli si rivolge dicendogli: questo lo dice lei! O come il Boccia, ministro e marito della danzatrice e parlamentare di destra, già fotografato in abiti succinti o in costume adamitico che sia, il quale dichiara stentoreamente che l’estensione dello stato di emergenza non inficia le libertà… o che, per dispetto, annuncia che l’alleanza con la setta grillina durerà per sempre: siamo all’avanspettacolo. Abbiamo affidato la politica, cioè il destino di tutti, a gente da avanspettacolo senza alcuna competenza e il Pd è bloccato e senza coraggio con i compagni di viaggio.
Non può essere questo governo a gestire il paese in un contesto internazionale difficilissimo in cui il Presidente del Consiglio va in bocca all’arrogante calvinista olandese e, malgrado la sua pignoleria sulle carte, non ha capito che il vero imbroglio di Olanda o Austria, Irlanda et similia non sta tanto nella legislazione in materia fiscale  perché su questo, ad esempio, i contadini olandesi, come li chiamano i fiamminghi, sono sufficientemente astuti- hanno però il trust strumento societario impenetrabile, nonostante le dichiarazioni degli anglosassoni…- ma sui controlli che non vengono effettuati e che vanificano le leggi! In Olanda, in Austria e in Irlanda non si controlla nulla sui mercati finanziari,parte rilevante del PIL; basta verificare il numero dei dipendenti degli organi di vigilanza per capire come vanno le cose, senza calcolare, poi, che molti membri dello staff sono neolaureati e privi di esperienza. Al riguardo, giova ricordare che tutto il sistema bancario irlandese fallì nella crisi del 2008 e gli scandali in Olanda ed Austria nel settore bancario non sono stati eventi minori. Il fatto è che i nostri politici, invece di mirare al risultato per il paese, lavorano per sé stessi e quindi il tutto si riduce ad una sceneggiata di cattivo gusto.
Adesso si predica il ritorno allo Stato senza sapere cosa fossero IRI, EFIM, le BIN e le perdite dello Stato “pasticciere” (anche i panettoni Motta erano statali), coperte dalla fiscalità generale. L’intervento dello Stato significa in Italia dare in gestione a consorterie, chiamiamole così…,  determinate attività. Si creano inevitabilmente gruppi chiusi, autoreferenziali che acquistano potere per il solo fatto di avere la capacità di gestire.
Lo Stato invece dovrebbe stabilire le regole del gioco e farle rispettare. In qualsiasi circostanza, adesso, si chiede l’intervento della Cassa Depositi e Prestiti,una sorta di tappabuchi, la quale gestisce il risparmio postale, quello dei pensionati e non solo, per intenderci…, risparmio che è ancora cospicuo e che può essere ritirato a vista…Ma se la CdP investe in capitale di rischio, che succede? Sarà in grado di far fronte ai propri obblighi?
Queste piccole considerazioni costituiscono, a nostro debol parere, la politica, quella vera e non quella che  disegna scenari sulle mirabili sorti progressive di un paese che decresce, non fà figli, va avanti con sussidi finanziati a debito,a carico delle future generazioni, e non con inventiva ed attività economica sana, senza clientele.
Ci vorrebbe un supplemento d’anima per cambiare tutto ciò…

domenica 28 giugno 2020

CHI REMA CONTRO?


Rosa Elisa Giangoia

Il Ministero dell’Istruzione è in mano all’incompetenza e alla casualità ormai da troppo tempo. Si sono succeduti ministri di alto profilo accademico (Profumo, Carrozza, Giannini) e ministri di assoluta impreparazione e incompetenza (Gelmini, Fedeli, ecc.), elevati a quel rango non si sa per quali meriti politici o di altro tipo, sia dall’uno che dall’altro schieramento parlamentare, tutti molto deludenti, se non totalmente negativi, i primi per scarso impegno, i secondi per incapacità. Ora siamo capitati in mano a questa Lucia Azzolina, giovane inesperta, alla quale sono state sottratte le competenze sull’Università per darle in mano ad un tale di cui non si sa nulla, che pare non faccia nulla, che mai compare sul palcoscenico del teatrino della politica, benché l’Università avrebbe molto bisogno di interventi…
Forse si pensava che mettere l’Azzolina a capo di quel Ministero fosse assegnarle una sine cura, darle un posto di prestigio (chissà come meritato?) in cui potesse far vetrina, come per lo più le Ministre prima di lei. Purtroppo la sorte e il caso hanno deciso diversamente: la pandemia ha imposto decisioni importanti al Ministero dell’Istruzione e lei se l’è cavata con la chiusura delle scuole da marzo fino alla fine dell’anno scolastico, con la didattica on line (su cui abbiamo già espresso tutte le nostre riserve) e su esami di terza media e di maturità pro forma, tali appunto solo formalmente, svuotati di ogni reale possibilità di una seria verifica e valutazione delle competenze, conoscenze e capacità dei ragazzi.
Ad un certo punto inevitabilmente, persistendo il contagio da COVID 19, si è aperta la questione di organizzare il prossimo anno scolastico e, a questo punto, la Ministra ha dovuto “esprimersi”, “tirar fuori qualcosa”, avvalendosi di esperti, generosamente remunerati con denaro pubblico. E così sono comparse le Linee Guida, una cosa semplice, leggera, dove l’autorità ministeriale non si impegna più di tanto, ma … delega, demanda… Infatti, in nome dell’autonomia, tanto per non assumersi troppe responsabilità, viene delegato alle singole scuole come “garantire il ritorno alla didattica in presenza”, destreggiandosi tra  turni, divisione delle classi in più gruppi, riaggregazione di gruppi di alunni di classi diverse e anche di anni diversi, didattica mista, un po’ in presenza e un po’ a distanza, aggregazione di diverse discipline in ambiti più ampi, possibilità di usare anche i sabati per favorire i turni.
Così si creeranno diversità e diseguaglianze in base alle possibilità e alle capacità inventive delle singole scuole. Ognuno farà da sé e per sé quello che vuole, o meglio che sa e che può fare.
Ci sono scuole con molti spazi, all’interno e all’esterno, e scuole in edifici angusti.
Tutto, però, rimane com’è, in quanto non si parla di risorse aggiuntive, e ciascuno insegnerà quello che vorrà e potrà, in quanto non si fa neppure cenno a condizioni minime. Tanto meno le famiglie potranno sapere con un certo anticipo come sarà organizzata la vita scolastica dei loro figli nelle settimane e nei giorni. Andranno tutti a scuola di sabato, anche quelli che fanno sport agonistico? Anche gli ebrei?
Ma la cosa più grave che emerge da queste “linee guida” è che la Ministra sembra non rendersi conto (o non volersi rendere conto?) che sia i turni, sia la didattica mista richiedono di aumentare l’impegno orario dei docenti o il loro numero, in quanto sarà necessario fare a un gruppo la didattica in presenza e all’altro quella a distanza, o il turno mattutino e poi quello pomeridiano.
Ma, e questo è davvero grave, sembra che la didattica sia del tutto estranea agli interessi (e direi persino al pensiero) della Ministra, la quale pare aver di mira solo la sorveglianza e l’assistenza dei bambini e dei ragazzi durante la permanenza a scuola, in quanto, sempre in queste “linee guida”, è scritto chiaramente che il miliardo a disposizione per il personale dovrà essere dedicato preferibilmente all’assunzione di bidelli e assistenti. Che per la Ministra il problema della scuola in relazione al Covid 19 sia una questione quasi esclusivamente di spazi e di sorveglianza si capisce anche dalle sue proposte di acquisire risorse educative dalle comunità locali, basandosi anche sull’associazionismo civile e servendosi di spazi messi a disposizione da Enti locali e altre realtà. Tutto questo comporta un lavoro di progettualità e di accordi intenso e pesante, gettato addosso alle singole scuole, gratis et amore dei? Chi passerà l’estate a individuare le possibilità offerte dal territorio e a stabilire le convenzioni, magari con uffici pubblici che lavorano in remoto? E a chi toccherà sanificare questi locali esterni, ma usati come scuola: a chi ne è proprietario o alla scuola che se ne serve? Chi dovrà accompagnare i bambini e i ragazzi minorenni in questi spostamenti? Si creano problemi a grappolo…
Ma in queste “linee guida”, foriere non di soluzioni, ma di problemi a catena, ciò che manca totalmente è l’idea di una organizzazione globale della didattica che si apra alla comunità locale, che si avvalga di competenze e attività esterne, che vanno organizzate in modo non estemporaneo, per essere veramente fruttuose. E chi farà tutto questo, sempre gratis et amore dei? E chi verificherà che tutto sia ben fatto, didatticamente costruttivo, culturalmente valido? Non si sa… Tutto è lasciato in mano all’improvvisazione, al “fai da te”. Ogni scuola è sola, si deve arrangiare come meglio può, per cui i dislivelli, le diseguaglianze educative, le opportunità formative saranno quanto mai differenziate, all’insegna della casualità, del “si fa quel che si può”.
Il quadro che emerge è desolante: una Ministra allo sbaraglio, nonostante la pletora di consulenti… Ma il Consiglio dei Ministri non è un organo collegiale? La Azzolina ha mano libera? Non penso proprio sia così! Tutti sono d’accordo che la scuola continui ad essere solo e sempre terreno dove risparmiare, tanto che di tutti quei soldi che ci darà l’Europa (se ce li darà) alla scuola non toccherà nulla. A lei viene lasciato il ruolo folkloristico di catturare l’emotività, dicendo che gli studenti le stanno a cuore e che per loro si prospettano scuole colorate, sale di musei, sale cinematografiche e tante altre… inutili cose!
La questione è molto seria: questa mala gestione della scuola ricadrà pesantemente sul futuro del nostro paese, in quanto si creeranno generazioni future di livello formativo più basso rispetto a quelle degli altri Stati, con cui non potranno competere. Tutto questo per responsabilità di uno Stato che si è assunto l’onere dell’istruzione di tutta la popolazione, almeno fino a 16 anni, ma non trova la determinazione per dare piena attuazione a questo obiettivo che ha fatto passare l’istruzione dei giovani da questione privata, di competenza e onere delle famiglie, a compito dello Stato che, essendoselo assunto, deve adempierlo in modo sostanziale, non solo formale, con tutti gli oneri che comporta, anche in tempi problematici, come gli attuali. Invece… siamo alle nozze coni fichi secchi!
Ma allora la colpa non è della Azzolina, ma di tutto il Governo che rema contro la scuola?
La risposta è semplice. Se pensiamo che l’Italia è l’unico grande Paese europeo che non solo ha chiuso l’anno scolastico senza riaprire le scuole, ma che al momento non è neppure in gradi di dare prospettive chiare e sicure sulle riaperture a settembre, si capisce che è un Paese che ha un Governo che non dà alla scuola l’importanza che deve avere, come è risultato evidentedal caos in cui è precipitata la scuola durante l’epidemia, emblema perfetto dell’incapacità di questo Governo a trazione grillina, che indubbiamente non sta facendo meglio negli altri settori.
Ma limitiamoci ad una più circoscritta considerazione sul rapporto tra le linee di questo movimento e la scuola. Il M5S disprezza il sapere, come dimostra l’affidare posti di responsabilità e prestigio a suoi esponenti incompetenti (in primis Di Maio), ma soprattutto è un movimento che ripudia la razionalità logica e mette in dubbio la conoscenza scientifica, privilegiando fantomatici complottismi e pensieri magici di ogni tipo. A loro che formazione interessa dare ai giovani? Inoltre in questa sistematica (e temo anche programmatica) distruzione della scuola all’incompetenza si somma la protervia e la pretesa di scaricare su altri le conseguenze di questo fallimento.
Se la scuola statale italiana sopravviverà, sarà ancora una volta per la dedizione e l’impegno individuale dei singoli presidi, docenti, amministrativi e personale non docente: come sempre.