lunedì 26 novembre 2018

UN GOVERNO CHE ODIA IL PAESE


Carlo Biancheri

A poco a poco la nebbia si sta diradando e dal biancore indistinto si cominciano a vedere le intenzioni, le politiche di un governo di incapaci che ha già danneggiato seriamente il paese.
Per incominciare la narrazione, le  dichiarazioni dilettantesche, ma anche volute, sono riuscite a creare la sfiducia verso l’Italia da parte di un attore importantissimo per la nostra soppravvivenza: il mercato finanziario che non è, propriamente, quel che pensano le ragazzette ‘imparate’, come si dice a Roma, o i giovanotti aspiranti al ‘Nobel’ dell’Economia, divulgatori di nuove teorie economiche con pochi seguaci, e cioè una stretta cerchia di gnomi che decidono tra loro, tramite accordi, quali debbano essere i corsi dei titoli offerti sul mercato, che si tratti di Bund o Btp o Bonos  o Treasury bonds. I gestori di patrimoni collettivi o individuali decidono in base alla convenienza ed al rischio che un investimento comporta. Certo, se possono manipolano, sperando di non esser scoperti, perché questo dà loro il destro di far guadagnare il veicolo  che gestiscono, ma  non è poi così facile farlo, quando i volumi sono colossali, come nel caso del debito sovrano di un paese come l’Italia: bisognerebbe aprire una posizione investendo una quantità enorme di denaro per un’operazione molto rischiosa su un mercato secondario che opera come mercato all’ingrosso, in via telematica, più facilmente controllabile rispetto ad un mercato cosiddetto over the counter,in pratica off-market (fuori mercato). Che cosa allora determina i corsi? I fattori sono diversi a cominciare dalla liquidità e l’asta di una nuova emissione di titoli pubblici italiani, andata quasi deserta per un piccolo importo, pari a cinque miliardi di Euro, è molto preoccupante perché può facilmente ripercuotersi sulla liquidità del mercato secondario, in quanto indice del fatto che gli investitori dubitano della solidità dell’emittente dei titoli in questione. È la dura legge della domanda e dell’offerta che stanno sfidando gli scriteriati governanti italiani che proclamano che l’Italia e i sessanta milioni di abitanti debbono essere trattati con rispetto: da chi, di grazia? Non c’è fiducia perché il programma di   questa gente è da clinica psichiatrica ed è stato sostenuto a lungo da giornalisti, anch’essi bisognosi di cure od opportunisti, e da imprenditori agnostici che si accorgono, adesso che l’economia rallenta, in quale pasticcio ci siamo cacciati.
Se la prendono con il fatto che il paese versa al bilancio europeo più di quanto riceve. Si dà il caso che noi siamo ormai uno dei tre grandi paesi dell’Unione, dopo la Brexit, e che l’Europa si regge sul principio, di matrice evangelica peraltro…, che chi ha di più è solidale con chi è piccolo e ha necessità di sostegno; perciò i contributi sono calcolati in base alla dimensione del paese, al PIL, ecc.
Il Salvini pensa e vuole far da solo, abituato com’è a confrontarsi con amici colti come quelli del famoso bar di cui abbiamo scritto più volte. Si dà il caso, come ha ricordato Prodi, che da soli contiamo come il Ghana, dinanzi a Cina e Stati Uniti e conteremo sempre di meno se seguiremo le teorie demenziali del ragazzetto che  proclama onestà e, nel contempo, fà il condono tombale ad Ischia, o di quelli che vogliono bloccare ogni forma di sviluppo per starcene tra noi a discutere sui cambiamenti che sta mettendo in opera un programma di governo che rivoluziona il paese: sic il Vis-Conte dimezzato alias  Cavaliere inesistente di san Giovanni Rotondo.
Questa rivoluzione non l’abbiamo ancora vista ma la trasformazione della RAI, che dobbiamo pagare noi, in EIAR fascista la constatiamo ogni giorno. Abbiamo anche assistito alla lottizzazione selvaggia dei posti importanti nelle società pubbliche ed abbiamo subito la narrazione martellante sulle difficoltà che impediscono ai comuni, da loro amministrati, di decollare: per colpa altrui, si intende! A dire il vero in molti di questi comuni, a cominciare da Roma, si sta molto peggio di prima.
I primi atti di governo, che si tratti del decreto chiamato ‘dignità’ o di quello del ponte Morandi con condono e sversamento di fanghi tossici annessi, sono stati disastrosi perché dannosi, pasticciati o controproducenti. Non parliamo poi dello spazzacorrotti in discussione al Parlamento o del decreto che di sicurezza ha solo il nome con conseguenze deleterie sulla vita quotidiana di tutti o della ri-nazionalizzazione, di fatto, di Alitalia.
Il paese regredisce, lo spread sui titoli pubblici è più che raddoppiato in pochi mesi, manca una direzione politica chiara, c’è solo pubblicità. In politica internazionale si fà un convegno sulla Libia? Un flop totale perché chi conta arriva all’ultimo minuto e non partecipa alle riunioni oppure altri se ne vanno prima del temine, in polemica…, nulla di serio come la manovra economica che la Commissione europea ha bocciato perché gli scenari sono sbagliati e le cifre sono prese dal libro dei sogni: da ultimo le privatizzazioni per diciotto miliardi!
Siamo completamente isolati in Europa e questo aumenta la sfiducia. Il tizio del bar Sport pensa che gli giovi in vista delle elezioni europee nell’assunto che dopo troverà tanti amici: per quanto sia furbo e giochi sul fatto che troppi elettori sono afflitti da analfabetismo di ritorno e si atteggi a novello Mussolini, con continue citazioni, non avrà quel che spera, anche perché a livello europeo il nucleo duro resiste.
L’ incapacità di formulare  una proposta di governo in grado di favorire lo sviluppo e di rispondere ai problemi del paese deriva da crassa ignoranza ed immaturità e porta all’improvvisazione.
È triste che un paese con una grande tradizione culturale ed economica, con tante persone di qualità, peggiori perché il potere è occupato da gente plebiscitata dalla rabbia e dal risentimento.
Non abbiamo bisogno di uno Stato etico che ci rieduchi, specie se gli educatori sono ‘maestri’ terrificanti che insegnano quello che non vivono.
Contiamo sui nostri venticinque elettori che, come noi, amano il Manzoni, per una inversione di tendenza…