Carlo Biancheri
Domanda:… ’il male è un processo di psicologia umana o proviene
da un’entità superiore’?
Risposta: ‘Abbiamo creato figure simboliche, come il diavolo,
per esprimere il male. Anche i condizionamenti sociali rappresentano questa
figura, dal momento che ci sono persone che agiscono come fanno perché si
trovano in un contesto in cui è molto difficile fare altrimenti’ (Intervista
concessa a El Mundo pubblicata il 31/5/2017).
‘Io credo che il diavolo non esista e, quindi, se è stato l’uomo
ad inventarlo, questi lo ha creato a sua immagine e somiglianza’… E’ sempre il
generale dei gesuiti p. Sosa Abascal che parla? Corrisponde a quanto ha appena
detto sopra…, invece, è Ivan Karamazov, quello dei tre fratelli che ha come
assoluto, prima di Nietzsche, il proprio ‘io’ e come corollario ‘tutto è
permesso’… e che non teme il confronto col diavolo stesso che gli
compare.
Già, ma il primo è un prete, e non da poco, che reputa che abbiamo
creato una figura simbolica… Tra l’altro, Satana è un angelo, secondo la dottrina
della Chiesa, ne consegue che anche gli angeli sono creature simboliche… Perciò
l’Annunciazione – spiace per quella meraviglia dipinta dal Beato Angelico e per
Della Robbia sul tema- va soppressa: l'ha semplicemente pensata Maria… Gli
angeli del sepolcro vuoto, anche quelli sono allucinazioni… E quelli dopo
l’Ascensione che mandano gli Apostoli nella Galilea delle genti? Beh… fà parte
del folclore, altrimenti Raffaello come faceva a dipingere un quadro così bello?
Tocca ripensare tutto? Scusate, ma al tempo di Gesù non c’era mica il
registratore!
Chi è questo personaggio incolto, teologicamente parlando, che
sembra ignorare che le fonti, dopo tutto, siano due: la Scrittura e la
Tradizione (…)?
E’ figlio di un banchiere, ex-ministro del Venezuela. In Sud
America con quel censo ti chiamano Senor fin dalla prima infanzia e poi
ti si rivolgono con Usted che sarebbe per noi ‘Vossignoria’… Usted,
Senor General, no nos entiende… si canta nella canzone degli Intillimani e
sono i contadini a farlo… C’è una distanza stellare tra questi discendenti di
Hidalgos e la gente, specie se india, che li vede come Santiago a cavallo
che li scaccia con la spada: il Santiago Matamoros della Spagna diventa
nelle Chiese coloniali dell’America latina Santiago Mataindios… Porta i
baffi: a chi deve piacere? E quando parla lo fà con distacco, come quando dice
che la sociologia è ormai una scienza da cent’anni e quindi può sostituire, nell'elaborare la teologia, il
ruolo sin qui svolto dalla filosofia che ha come fondamento la ricerca del ‘che
cos’è delle cose’, le cause… Credevamo che la sociologia fosse, come
l’antropologia, una scienza descrittiva che non si ponesse proprio il problema della ricerca delle cause, arrestandosi al livello
comportamentale: nelle isole Fiji vige la poliandria, il sistema funziona e
quindi va benissimo così. In altri paesi vige la poligamia: nessuno si lamenta?
E va bene. Veramente Maometto qualche problema nell’autorizzare la poligamia se
lo poneva (…), perché nel sostenere che un uomo può avere fino a cinque mogli,
aggiunge subito dopo ’a condizione che sia giusto con ciascuna di esse’… e poi
‘ma nessun uomo è giusto’…
Dove ha studiato costui? Forse a Macondo o in un clima analogo?
Il problema della ‘qualità’, della scelta al
di là di ciò che è descrittivo se lo è mai
posto? Avrà anche studiato alla Gregoriana dove ormai si insegnano
Heidegger e Lévinas per diventar preti e cioè che l’Essere è indefinibile e
tutto è affettivo. Ma non si va dritti al fideismo per questa via? E come
faccio a dire che Dio è buono se non posso definire cosa sia buono e, come
direbbe perfino Dostoevskji, io stesso non ho esperienza di ciò che è
buono?
O forse, come sostenevano i modernisti, è la Storia,
hegelianamente intesa, il criterio di tutto per cui la liberazione degli
oppressi coincide con l’evangelizzazione?
San Filippo Neri nell’organizzare il metodo dell’Oratorio grande
con i due sermoni si raccomandava che non venisse usato il ‘modo parisino’ o
‘sorbonista’ – S. Ignazio voleva che le scuole della Compagnia si stabilissero
nel ‘modo parisiense’ quanto agli ordinamenti ed alla didattica – ‘senza che ci
si mettesse profundo et meditato diuturno studio et risolutione di libri et di
diversi authori et scholastici…’ a favore della semplicità e dell’autenticità.
Sebbene il Cistellini (San Filippo Neri, L’oratorio e la congregazione
oratoriana, vol.I, pag. 88) si affretti a precisare che ciò non deve esser
inteso come polemica verso i gesuiti, che venivano appunto detti 'maestri
parisini’, menziona solo il p. Lainez come esempio di spiritualità che
contraddice l’approccio ‘parisino’. Si tratta infatti, con questo metodo, di
trasformare il ‘sistema’ in logica dove la volontà/volontarismo, ma anche la
preoccupazione del risultato, non hanno un ruolo minore e se ci si preoccupa del
risultato si diventa necessariamente dei propagandisti, degli apologeti perché c’è un conflitto di interessi e non si prende sul serio l’umano: la
filosofia, scrive Aristotele, inizia con lo stupore delle cose… Preferiamo una descrizione del comportamento umano come
fattualità?
Il papa a Fatima, nel riconoscere i propri peccati, ha
menzionato quello di non sapersi scegliere i collaboratori… Veda un po’ se in
questo caso… e non dimentichi che, al tempo dei bombardamenti americani in Vietnam,
in Europa, si gridava nelle manifestazioni: chi tace
acconsente.