venerdì 6 luglio 2018

GLI ALLOCCHI

Rosa Elisa Giangoia

La tattica più semplice in politica è quella di fare delle promesse, promettere molto, ovviamente senza alcuna preoccupazione di mantenere poi quanto millantato...
Naturalmente questa tattica fa presa sugli allocchi, quelli che restano abbagliati da tutto ciò che luccica e sospendono ogni valutazione critica, come gli omonimi uccelli che, abbagliati dalla luce del sole, si confondono e non capiscono più nulla. E' il caso di Calandrino, mirabilmente tratteggiato dal Boccaccio, esponente della categoria di quanti credono a tutto quello che gli altri vogliono far loro credere per propria convenienza.
E così il povero Calandrino, caduto nella trama tesagli da Maso del Saggio con la complicità dei suoi compari Bruno e Buffalmacco, crede che le pietre "virtuose" si trovino in una contrada dei baschi "che si chiama Bengodi nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta", nonché altre vantaggiose straordinarie meraviglie, come "una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni e ravaiuoli e cuocergli in brodo di capponi" o "un fiumicel di vernaccia, della miglior che mai si bevve".
Nell'affamata società medievale si fa presa, innanzitutto, sul desiderio di cibo, di fronte alla cui eccezionale abbondanza Calandrino, privo totalmente di senso critico e di capacità di esame della realtà, si perde a chiedere "che si fa de' capponi che cuocion coloro?". Poi dal cibo si passa facilmente alla possibilità di acquisire grandi ricchezze, grazie alle straordinarie virtù della pietra elitropia nella cui ricerca si consuma la beffa totale nei confronti di Calandrino, fino a farlo assurgere a prototipo universale degli allocchi.
Naturalmente la prassi di illudere gli allocchi, che continuano sempre ad esistere, si perpetua nel tempo e sta avendo proprio ora in Italia un revival inaspettato su larga scala in politica. A dimostrarlo è la facilità, del tutto priva di analisi critica e di confronto con la realtà, con cui tanti, troppi italiani, hanno prestato fede, dando il loro voto, alle millantate promesse del M5S e degli altri che hanno fatto luccicare risolutive soluzioni ai problemi del nostro paese in una prospettiva di confusa faciloneria in cui coesistono destra e sinistra, ci si atteggia a novelli Robin Hood, facendo credere che si metteranno le mani nelle tasche di alcuni ricchi per beneficiare i poveri, mentre figure rivoluzionarie, come Che Guevara, vengono rivisitate in salsa all'amatriciana dall'abile regia della Casaleggio & Associati, sotto la supervisione del comico in disarmo (nonché
pregiudicato) che vuole far cambiare (ovvero abbassare) a qualcuno lo stile di vita, mentre lui rimane arroccato nel suo villone a godersi tutti i confort e la spettacolare vista del mare. In più, per salvare le apparenze, c'è un Presidente del Consiglio, "Cavaliere Inesistente", ben presidiato da due controllori, uno dei quali, più attivo e muscolare, ora grida al complotto, volendo far credere che lui (poverino!) non c'entra nulla con la Lega (quella del Carroccio), relegata in Padania! Lui ora è un leader nazionale e internazionale...
Ma non sa che esiste continuità nella personalità giuridica del partito in cui è subentrato?
Ma lui questo lo ignora, o piuttosto finge, tanto lo ignora la maggior parte degli allocchi suoi sostenitori. Però, però, ci sono i 49 milioni, mica bruscolini,  di finanziamenti elettorali dati al partito: spariti!  E' lui che, come richiesto dal parlamento che ne pretende la restituzione dovrebbe dar conto, dettagliato e preciso, invece di assumere il tono supponente del tipo de minimis non curet praetor. E così tira fuori il volersi appellare al Capo dello Stato: forse suppone che costituisca un quarto grado di giudizio o non conosce Montesquieu e la separazione dei poteri, perché al bar Sport la verità non è una parte della  vita civile!
Tutto questo, grazie agli allocchi...