Carlo Biancheri
Il pool di esperti di
mercati mobiliari, cioè di borsa, di Lega e 5S ha consigliato Arlecchino e
Pulcinella a fare un’affermazione sull’andamento dello spread sui titoli
di Stato italiani cui solo degli imbecilli possono prestar fede.
I due fanno finta di credere che
con il governo del cambiamento lo spread sarebbe sceso, perché i mercati
si sarebbero arciconvinti che con un programma, pardon contratto, di
governo il cui costo si aggira sui 120 miliardi di Euro, per un paese che ha un
debito pubblico in essere pari al 130% del PIL, il futuro italiano sarebbe stato
radioso; ricordate l’albero di Pinocchio e le monete d’oro? Se le avesse
sotterrate sotto il tronco, l’albero avrebbe prodotto monete d’oro, dicevano il
gatto e la volpe…
Purtroppo occorre insegnare ai due
che vorrebbero governare – «tu non puoi governare perché non hai l’anima» ammonisce Aristotele nella Grande Etica…- che i
mercati non hanno fiducia, come ha spiegato bene il giornalista Longo, perché
sospettano che il governo sciagurato (per tutti…) dei pifferai del popolo
potrebbe portare il paese all’uscita dall’Euro.
La pletora di giornalisti
incompetenti o schierati col nuovo padrone ci segnala oggi che il comico in
disarmo, condannato penalmente in via definitiva, che abita nel villone con
vista mozzafiato sulle alture di Genova, si è espresso in modo moderato,
ammonendo i ragazzi a non cadere nella sindrome adolescenziale di voler a tutti
costi farsi dar ragione da papà. Siamo stati fermati dall’establishment,
sostiene, dimostrando tutta la scarsa conoscenza del diritto pubblico,
continuiamo la lotta… Bisogna chiedere agli italiani: volete esser governati
dalla finanza?
Certo lui, anche se propone il
ritorno all’economia del baratto o la decrescita felice, non ha problemi,
perché, in quanto a ville ed investimenti immobiliari in area caraibica, se ben
ricordiamo, avrà, comunque, una vita tranquilla, ma i comuni cittadini, quelli
veri, non quelli teorizzati dal matto Rousseau, fanno i conti con la realtà e
la finanza non è né buona né cattiva…, non è la mamma che ci accudisce, è,
piuttosto, la realtà della vita, visto che i sistemi che hanno abolito i mercati
hanno provocato macerie umane ed economiche, e chi scrive sa quel che
dice.
Il rifiuto manicheo delle leggi di
mercato, della finanza, quasi fosse il male assoluto – negativi sono gli
eccessi, la speculazione senza regole che non accetti limiti: Keynes scriveva,
infatti, che un mercato senza regole è la giungla- fà il paio con quel che dice
il Salvini che anche lui, esperto com’è…, vuole trarre argomenti dall’andamento
dello spread, facendo finta di non capire che lo spread si alza a
causa sua e del ragazzo di Pomigliano d’Arco e delle loro teorie, perché con il
governo Gentiloni era a 120 non a 320 punti! Dice il Salvini in tono minaccioso
ad una platea che non si ribella – che siano autistici?- che se, per ridurre le
tasse, dare un lavoro agli italiani, difendere i confini, bisogna ridiscutere le
regole europee, «chi si allea con me (auguri!) deve sottoscrivere di esser
disposto a farlo» (capito Berlusconi?). Si dà il caso che il giovine
politico sottace che per discutere qualcosa bisogna almeno essere in due a
volerlo fare… e che ne sa il tizio della reazione dell’interlocutore, nella
fattispecie degli interlocutori? La probabilità di cambiare le regole, nel senso
di spesa a go-go per un paese come il nostro, è pari alla luce che aveva Diogene
nella caverna, sempreché sappia di che si tratti…- ne dubitiamo-.
Emerge con tutta chiarezza che
questi vogliono andare alla guerra con Bruxelles ma, ispirandosi ai fascisti di
cui sono sodali, rischiano di fare come fece Mussolini che mandò i soldati
italiani in Russia a combattere con gli scarponi di cartone… Inutile fare i
rodomonti in casa e poi presentarsi col cappello in mano, perché neppure ti
ascoltano, dove conti il due di picche, specie se sei arrogante: il mondo non
finisce a Tradate e, infatti, quando il Salvini è andato all’estero, ha
scambiato la Corea del Nord per la Svizzera.