martedì 29 maggio 2018

VEDETE, LO SPREAD SI ALZA E NON PER COLPA NOSTRA...

Carlo Biancheri

Il pool di esperti di mercati mobiliari, cioè di borsa, di Lega e 5S ha consigliato Arlecchino e Pulcinella a fare un’affermazione  sull’andamento dello spread sui titoli di Stato italiani cui solo degli imbecilli possono prestar fede.
I due fanno finta di  credere che con il governo  del cambiamento lo spread sarebbe sceso, perché i mercati si sarebbero arciconvinti che con un programma, pardon contratto, di governo il cui costo si aggira sui 120 miliardi di Euro,  per un paese che ha un debito pubblico in essere pari al 130% del PIL, il futuro italiano sarebbe stato radioso; ricordate l’albero di Pinocchio e le monete d’oro? Se le avesse sotterrate  sotto il tronco, l’albero avrebbe prodotto monete d’oro, dicevano il gatto e la volpe…
Purtroppo occorre insegnare ai due che vorrebbero governare – «tu non puoi governare perché non hai l’anima» ammonisce Aristotele nella Grande Etica…- che i mercati non hanno fiducia, come ha spiegato bene il giornalista Longo, perché sospettano che il governo sciagurato (per tutti…) dei pifferai del popolo potrebbe portare il paese all’uscita dall’Euro.
La pletora di giornalisti incompetenti o schierati col nuovo padrone ci segnala oggi che il comico in disarmo, condannato penalmente in via definitiva, che abita nel villone con vista mozzafiato sulle alture di Genova, si è espresso in modo moderato, ammonendo i ragazzi a non cadere nella sindrome adolescenziale di voler a tutti costi farsi dar ragione da papà. Siamo stati fermati dall’establishment, sostiene, dimostrando tutta la scarsa conoscenza del diritto pubblico, continuiamo la lotta… Bisogna chiedere agli italiani: volete esser governati dalla finanza?
Certo lui, anche se propone il ritorno all’economia del baratto o la decrescita felice, non ha problemi, perché, in quanto a ville ed investimenti immobiliari in area caraibica, se ben ricordiamo, avrà, comunque, una vita tranquilla, ma i comuni cittadini, quelli veri, non quelli teorizzati  dal matto Rousseau, fanno i conti con la realtà e la finanza non è né buona né cattiva…, non è la mamma che ci accudisce, è, piuttosto, la realtà della vita, visto che i sistemi che hanno abolito i mercati hanno provocato macerie umane ed economiche, e chi scrive sa quel che dice.
Il rifiuto manicheo delle leggi di mercato, della finanza, quasi fosse il male assoluto – negativi sono gli eccessi, la speculazione senza regole che non accetti limiti: Keynes scriveva, infatti, che un mercato senza regole è la giungla- fà il paio con quel che dice il Salvini che anche lui, esperto com’è…, vuole trarre argomenti dall’andamento dello spread, facendo finta di non capire che lo spread si alza a causa sua e del ragazzo di Pomigliano d’Arco e delle loro teorie, perché con il governo Gentiloni era a 120 non a 320 punti! Dice il Salvini in tono minaccioso ad una platea che non si ribella – che siano autistici?- che se, per ridurre le tasse, dare un lavoro agli italiani, difendere i confini, bisogna ridiscutere le regole europee, «chi si allea con me (auguri!) deve sottoscrivere di esser disposto a farlo» (capito Berlusconi?). Si dà il caso che il giovine politico sottace che per discutere qualcosa bisogna almeno essere in due a volerlo fare… e che ne sa il tizio della reazione dell’interlocutore, nella fattispecie degli interlocutori? La probabilità di cambiare le regole, nel senso di spesa a go-go per un paese come il nostro, è pari alla luce che aveva Diogene nella caverna, sempreché  sappia di che si tratti…- ne dubitiamo-.
Emerge con tutta chiarezza che  questi vogliono andare alla guerra con Bruxelles ma, ispirandosi ai fascisti di cui sono sodali, rischiano di fare come fece Mussolini che mandò i soldati italiani in Russia a combattere con gli scarponi di cartone… Inutile fare i rodomonti in casa e poi presentarsi col cappello in mano, perché neppure ti ascoltano, dove conti il due di picche, specie se sei arrogante: il mondo non finisce a Tradate e, infatti, quando il Salvini è andato all’estero, ha scambiato la Corea del Nord per la Svizzera.