Carlo Biancheri
Così
il giovane steward al San Paolo, che non ha passato molto tempo sulle ‘sudate
carte’, per dirla con il
Leopardi, si
è espresso su queste cosiddette trattative per formare il nuovo governo che
sembrano gestite dal cappellaio matto di Alice del paese delle meraviglie. Sul
passare alla storia l’amato Manzoni si esprime così a proposito del governatore
di Milano, don Gonzalo Fernandez de Cordoba: «Da tutti i portamenti di don
Gonzalo, pare che avesse una gran smania d’acquistarsi un posto nella storia, la
quale infatti non poté non occuparsi di lui; ma (come spesso le accade)non
conobbe, o non si curò di registrare l’atto di lui più degno di memoria, la
risposta che diede al Tadino [conservatore della Sanità che rappresentava
il pericolo enorme che
per
Milano sarebbe stato l’assedio di Mantova per via della peste,
portata dall’esercito che veniva dai Grigioni e dalla Valtellina] in quella
circostanza. Rispose che non sapeva cosa farci; che i motivi d’interesse e di
riputazione, per i quali s’era mosso quell’esercito pesavano più che il pericolo
rappresentato; che con tutto ciò si cercasse di riparare alla meglio, e si
sperasse nella Provvidenza» e aggiunge poi… «In quanto a don Gonzalo,
poco dopo quella risposta, se ne andò da Milano; e la partenza fu trista per
lui, come lo era la cagione. Veniva rimosso per i cattivi successi della guerra,
della quale era stato il promotore e il capitano; e il popolo lo incolpava
della fame sofferta sotto il suo governo… » (I promessi sposi,
cap.
XXVIII).
Verrebbe
da dire: messaggio ai naviganti… Per
la prima volta discutiamo di temi… affermano lui e l’altro, il Salvini con
quelli del suo gruppo o ghenga, a giudicare dal modo di esprimersi, sempre senza
cravatta, e che a Milano verrebbero definiti in fretta ‘bamba’ per la sfilza di
sciocchezze e per la semplicioneria con la quale trattano temi complessi. Ma
non importa, ci provano per fare un favore, peraltro non richiesto, agli
italiani: sarò sincero, dice il Salvini e questo per lui giustifica tutto anche
se il paese non è rappresentato in sede internazionale, in quanto guidato da un
governo che fà solo l’ordinaria amministrazione ed il ritardo comporta la
perdita di occasioni utili alla collettività per ogni giorno trascorso (e ormai
sono settanta). Discutiamo
sui temi: una novità per i ragazzi che ignorano la storia politica del Paese
dove nella cosiddetta prima Repubblica il presidente del Consiglio incaricato
a
formare il nuovo governo passava molto tempo a discutere i dettagli del
programma con le forze politiche con le quali prevedeva di formare la
maggioranza, come vuole la Costituzione. Non si capisce di che novità si tratti
se non del tentativo di limitare i poteri del Presidente della Repubblica per
confinarlo al ruolo di notaio, trascurando interamente
nel merito il
quadro internazionale in cui opera il Paese, nell’ambito cioè dell’Unione
europea e degli accordi internazionali sottoscritti dal Paese stesso, specie in
materia di difesa: dilettanti allo sbaraglio perché ritengono che l’Italia
consenta loro di fare l’apprendistato per poi guidarla. Peraltro,
questo ha espresso il voto degli hooligans e degli hobbit e
richiede una riflessione. La demagogia fa sì che i cittadini vengano ingannati
chiamandoli ad esprimersi su questioni che non sono in grado di valutare. Quanti
sono quelli che possano stabilire se sia meglio restare nell’area Euro o
uscirne? Chi è capace di fare una valutazione seria, tenendo conto delle
conseguenze? È un inganno formulare una domanda del genere, sarebbe come
chiedere alla casalinga se sia opportuno accettare la fisica quantistica… ne
consegue che chi lancia queste proposte, come quelle di un governo che promette
tutto a tutti, è un irresponsabile e fà il male del Paese.Ritorniamo
a quello che abbiamo scritto più volte in questo blog. Viviamo in un tempo di
apparenza, di equilibrio all’esterno della persona – direbbe Fromm- del fare
cose, del godere dei beni, dell’affermare diritti, senza mai chiedersi alcunché
sul significato del nostro agire, sulle conseguenze dell’operare sulle persone.
Sin qui si è fatto troppo poco e si sono abbandonate intere collettività, si è
trascurato l’inefficienza dello Stato,che
in molti casi appare un mero
flatus vocis, ponendo mano a riforme troppo timide, si sono fatte leggi
inattuabili, mancano i controlli efficienti, si è ceduto troppo alle
corporazioni, nelle emergenze, per quanto in situazioni difficili, non si sono
trovate soluzioni per mettere insieme i particolarismi con l’interesse della
gente di avere un aiuto subito. Lo Stato è fatto di troppe repubbliche
indipendenti
che si combattono tra loro e
manca la sintesi. In una parola non si è avuta
fiducia nella gente, pensando, come il Guicciardini, che tanto tutti si occupano
del loro ’particulare’.Finalmente
ci si comincia ad accorgere del peso di media ignoranti e faziosi in tutto
questo
quadro – da ultimo Mieli e il Foglio- che
fanno propaganda ed inseguono le ultime novità di successo: non faremo i nomi
questa volta, ma sono arcinoti.Cerchiamo
un po’ di resipiscenza per opporci al
dilagare dell’
immaturità,
se non è troppo tardi…