martedì 15 maggio 2018

STIAMO SCRIVENDO LA STORIA...

Carlo Biancheri


Così il giovane steward al San Paolo, che non ha passato molto tempo sulle ‘sudate carte’,  per dirla con il Leopardi, si è espresso su queste cosiddette trattative per formare il nuovo governo che sembrano gestite dal cappellaio matto di Alice del paese delle meraviglie. Sul passare alla storia l’amato Manzoni si esprime così a proposito del governatore di Milano, don Gonzalo Fernandez de Cordoba: «Da tutti i portamenti di don Gonzalo, pare che avesse una gran smania d’acquistarsi un posto nella storia, la quale infatti  non poté non occuparsi di lui; ma (come spesso le accade)non conobbe, o non si curò di registrare l’atto di lui più degno di memoria, la risposta  che diede al Tadino [conservatore della Sanità che rappresentava il pericolo enorme che per Milano sarebbe stato l’assedio di Mantova per via della peste, portata dall’esercito che veniva dai Grigioni e dalla Valtellina] in quella circostanza. Rispose che non sapeva cosa farci; che i motivi d’interesse e di riputazione, per i quali s’era mosso quell’esercito pesavano più che il pericolo rappresentato; che  con tutto ciò si cercasse di riparare alla meglio, e si sperasse nella Provvidenza» e aggiunge poi… «In quanto a don Gonzalo, poco dopo quella risposta, se ne andò da Milano; e la partenza fu trista per lui, come lo era la cagione. Veniva rimosso per i cattivi successi della guerra, della quale era stato il promotore e il capitano; e il popolo lo incolpava  della fame sofferta sotto il suo governo… » (I promessi sposi, cap. XXVIII). Verrebbe da dire: messaggio ai naviganti… Per la prima volta discutiamo di temi… affermano lui e l’altro, il Salvini  con quelli del suo gruppo o ghenga, a giudicare dal modo di esprimersi, sempre senza cravatta, e che a Milano  verrebbero definiti in fretta ‘bamba’ per la sfilza di sciocchezze  e  per la  semplicioneria con la quale trattano temi complessi. Ma non importa, ci provano per fare un favore, peraltro non richiesto, agli italiani: sarò sincero, dice il Salvini e questo per lui giustifica tutto anche se il paese non è rappresentato in sede internazionale, in quanto guidato da un governo che fà solo l’ordinaria amministrazione ed il ritardo comporta la perdita di occasioni utili alla collettività per ogni giorno trascorso (e ormai  sono  settanta). Discutiamo sui temi: una novità per i ragazzi che ignorano la storia politica del Paese dove nella cosiddetta prima Repubblica il presidente del Consiglio incaricato a formare il nuovo governo passava molto tempo a discutere i dettagli del programma con le forze politiche con le quali prevedeva di formare la maggioranza, come vuole la Costituzione. Non si capisce di che novità si tratti se non del tentativo di limitare i poteri del Presidente della Repubblica per confinarlo al ruolo di notaio, trascurando interamente nel merito il quadro internazionale in cui opera il Paese, nell’ambito cioè dell’Unione europea e degli accordi internazionali sottoscritti dal Paese stesso, specie in materia di difesa: dilettanti allo sbaraglio perché ritengono che l’Italia consenta loro di fare l’apprendistato per poi guidarla. Peraltro, questo ha espresso il voto degli hooligans e degli hobbit e richiede una riflessione. La demagogia fa sì che i cittadini vengano ingannati chiamandoli ad esprimersi su questioni che non sono in grado di valutare. Quanti sono quelli che possano stabilire se sia meglio restare nell’area Euro o uscirne? Chi è capace di fare una valutazione seria, tenendo conto delle conseguenze? È un inganno formulare una domanda del genere, sarebbe come chiedere alla casalinga se sia opportuno accettare la fisica quantistica… ne consegue che chi lancia queste proposte, come quelle di un governo che promette tutto a tutti, è un irresponsabile e fà il male del Paese.Ritorniamo a quello che abbiamo scritto più volte in questo blog. Viviamo in un tempo di apparenza, di equilibrio all’esterno della persona – direbbe Fromm- del fare  cose, del godere dei beni, dell’affermare  diritti, senza mai chiedersi alcunché sul significato del nostro agire, sulle conseguenze dell’operare sulle persone. Sin qui si è fatto troppo poco e si sono abbandonate intere collettività, si è trascurato l’inefficienza dello Stato,che in molti casi appare un mero flatus vocis, ponendo mano a riforme troppo timide, si sono fatte leggi inattuabili, mancano i controlli efficienti, si è ceduto troppo alle corporazioni, nelle emergenze, per quanto in situazioni difficili, non si sono trovate soluzioni per mettere insieme i particolarismi con l’interesse della gente di avere un aiuto subito. Lo Stato è fatto di troppe repubbliche indipendenti che si combattono tra loro e manca la sintesi. In una parola non si è  avuta fiducia nella gente, pensando, come il Guicciardini, che tanto tutti si occupano del loro ’particulare’.Finalmente ci si comincia ad accorgere del peso di media ignoranti e faziosi in tutto questo quadro – da ultimo Mieli e il Foglio- che fanno propaganda ed inseguono le ultime novità di successo: non faremo i nomi questa volta, ma sono arcinoti.Cerchiamo  un po’ di resipiscenza per opporci al dilagare dell’ immaturità, se non è troppo tardi…