Rosa Elisa Giangoia
La
prudenza non è solo una delle quattro virtù cardinali della
fede cattolica, ma
è una sorta di “saggezza pratica”, individuata e teorizzata
dalla filosofia
della Grecia classica (Platone e Aristotele), che indica il
saper agire
rettamente, un’attitudine che valuta ciò che è bene per
l’uomo. Dato che
etimologicamente deriva da *pro-videre con il
significato di comprendere
quello che può accadere con anticipazione temporale, è
senz’altro
l’atteggiamento che più dovrebbe caratterizzare gli uomini
politici,
soprattutto quanti hanno responsabilità di governo, come già
consigliava
saggiamente Cicerone. Di tutto questo non hanno dato prova i
nostri uomini
politici che di fronte all’efferato omicidio del carabiniere
Mario Cerciello Rega
si sono subito gettati in manifestazioni di cordoglio con
finalità di
propaganda politica, senza avere la prudenza di accertare i
fatti e i loro
attori prima di rincorrersi nella mischia delle posizioni
ideologiche
precostituite.
Il
peggio, naturalmente, è venuto da Matteo Salvini, che, appena
appresa la
notizia dell’uccisione del povero carabiniere, si è lanciato
in twitter ed esternazioni davvero
al di fuori del suo ruolo di Ministro della Repubblica, di cui
evidentemente
non è consapevole. Tono triviale, soliti vocaboli gergali
(“bastardo”, “questi
infami”, "stronzi") da discussioni al bar, non certo il linguaggio che si
addice ad un
vice-presidente del Consiglio dei Ministri e ministro, ma soprattutto affermazioni al di fuori delle sue
competenze e della
legislazione italiana: “lavori forzati in carcere finché
campa”, “fargliela
pagare cara”. Non spetta al Ministro degli Interni comminare
pene senza
processo e i “lavori forzati”, non sono una pena prevista
dall’ordinamento
della Repubblica Italiana, nel quale la pena deve avere
funzione di recupero,
non essere una vendetta.
Ma cosa
vuol dire tutto questo, aprioristicamente diretto contro un
ipotetico “negro”
assassino, nella precostituita certezza che tale fosse il
colpevole?
Da
un lato che Salvini si lancia imprudentemente in esternazioni
estemporanee,
senza sicure informazioni, il che per un Ministro degli
Interni è davvero
grave… Ma soprattutto indica che ha aspirazioni dittatoriali
in cui lui,
qualunque carica ricopra, può arrogarsi competenze e poteri a
suo piacere,
scavalcando anche la tripartizione tra potere legislativo,
potere esecutivo e
potere giudiziario, cardine di tutte le moderne democrazie,
dopo la
teorizzazione di Montesquieu nello Spirito delle leggi
(1748). Salvini
dimentica che come Ministro della Repubblica Italiana ho solo
il potere
esecutivo nell’ambito del suo Ministero, cioè quello di
rendere operative le
decisioni del parlamento, in cui come componente può solo fare
proposte che
devono essere approvate. Ma chiaramente l’intento di Salvini
nel fare queste
esternazioni è ben altro: è quello della strumentalizzazione
politica al fine
di fomentare gli animi, soprattutto di configurare una
categoria di persone,
nel caso specifico gli immigrati di colore, come i nemici
contro cui ci si deve
coalizzare per combatterli. Atteggiamenti molto pericolosi,
come ci insegna la
Storia, in quanto in passato hanno portato solo a guerre,
persecuzioni, stragi
e genocidi. È l’atteggiamento di una mente squilibrata (di cui
abbiamo esempi
recenti nella storia europea) o chiaramente programmato per
far leva sulla
componente irrazionale delle persone al fine di compattarle
contro un nemico
comune, fomentando le divisioni nel tessuto sociale, invece di
finalizzare la
propria azione politica a quella tranquillitas ordinis,
caratteristica
di ogni buon governo. Questo comportamento, conflittuale e
divisivo, è tipico
dell’agire irrazionale degli animali che realizzano la
coesione del branco per
la contrapposizione contro gli avversari.
Tutte queste esternazioni sono poi risultate un'inutile fatica di Salvini, nel momento in cui si è appurato che gli aggressori del carabiniere erano cittadini americani, ricchi e drogati...
Tutte queste esternazioni sono poi risultate un'inutile fatica di Salvini, nel momento in cui si è appurato che gli aggressori del carabiniere erano cittadini americani, ricchi e drogati...
Al comportamento di Salvini si aggiunge, come aggravante, l’utilizzo da parte sua di simbolici cattolici, in quanto ostenta, oltre alle sue donne seminude, Bibbie
e rosari e
richiede l’intervento della Madonna per i suoi fini… Molto di
più della
religione come instrumentum regni, teorizzata dal
Machiavelli con
quell’acutezza e astuzia intellettuale che a Salvini manca. La
sua è una vera e
propria appropriazione indebita dei simboli del cattolicesimo,
soprattutto di
quelli più legati ad una devozione popolare, mentre si
contrappone a papa
Francesco, vero interprete del precetto evangelico “ero
straniero e mi avete
accolto” (Mt 25, 35), scagliandosi contro i migranti. Con
questo suo agire lancia un
messaggio di regressione e
di odio e corrompe il tessuto umano: di conseguenza dà
scandalo e crea una divisione
pericolosa anche all’interno della Chiesa. Gli pseudocattolici
che lo votano e
che si fanno sostenitori e diffusori delle sue posizioni sono
dei falsi
fratelli nei confronti dei quali solo l'ignavia e la
pavidità della
gerarchia impediscono di parlar chiaro ed esercitare il ruolo
che dovrebbe
esser il loro.