sabato 27 luglio 2019

ELOGIO DELLA PRUDENZA


Rosa Elisa Giangoia

 La prudenza non è solo una delle quattro virtù cardinali della fede cattolica, ma è una sorta di “saggezza pratica”, individuata e teorizzata dalla filosofia della Grecia classica (Platone e Aristotele), che indica il saper agire rettamente, un’attitudine che valuta ciò che è bene per l’uomo. Dato che etimologicamente deriva da *pro-videre con il significato di comprendere quello che può accadere con anticipazione temporale, è senz’altro l’atteggiamento che più dovrebbe caratterizzare gli uomini politici, soprattutto quanti hanno responsabilità di governo, come già consigliava saggiamente Cicerone. Di tutto questo non hanno dato prova i nostri uomini politici che di fronte all’efferato omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega si sono subito gettati in manifestazioni di cordoglio con finalità di propaganda politica, senza avere la prudenza di accertare i fatti e i loro attori prima di rincorrersi nella mischia delle posizioni ideologiche precostituite.
Il peggio, naturalmente, è venuto da Matteo Salvini, che, appena appresa la notizia dell’uccisione del povero carabiniere, si è lanciato in twitter ed esternazioni davvero al di fuori del suo ruolo di Ministro della Repubblica, di cui evidentemente non è consapevole. Tono triviale, soliti vocaboli gergali (“bastardo”, “questi infami”, "stronzi") da discussioni al bar, non certo il linguaggio che si addice ad un vice-presidente del Consiglio dei Ministri e ministro, ma soprattutto affermazioni al di fuori delle sue competenze e della legislazione italiana: “lavori forzati in carcere finché campa”, “fargliela pagare cara”. Non spetta al Ministro degli Interni comminare pene senza processo e i “lavori forzati”, non sono una pena prevista dall’ordinamento della Repubblica Italiana, nel quale la pena deve avere funzione di recupero, non essere una vendetta.  
Ma cosa vuol dire tutto questo, aprioristicamente diretto contro un ipotetico “negro” assassino, nella precostituita certezza che tale fosse il colpevole?
Da un lato che Salvini si lancia imprudentemente in esternazioni estemporanee, senza sicure informazioni, il che per un Ministro degli Interni è davvero grave… Ma soprattutto indica che ha aspirazioni dittatoriali in cui lui, qualunque carica ricopra, può arrogarsi competenze e poteri a suo piacere, scavalcando anche la tripartizione tra potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario, cardine di tutte le moderne democrazie, dopo la teorizzazione di Montesquieu nello Spirito delle leggi (1748). Salvini dimentica che come Ministro della Repubblica Italiana ho solo il potere esecutivo nell’ambito del suo Ministero, cioè quello di rendere operative le decisioni del parlamento, in cui come componente può solo fare proposte che devono essere approvate. Ma chiaramente l’intento di Salvini nel fare queste esternazioni è ben altro: è quello della strumentalizzazione politica al fine di fomentare gli animi, soprattutto di configurare una categoria di persone, nel caso specifico gli immigrati di colore, come i nemici contro cui ci si deve coalizzare per combatterli. Atteggiamenti molto pericolosi, come ci insegna la Storia, in quanto in passato hanno portato solo a guerre, persecuzioni, stragi e genocidi. È l’atteggiamento di una mente squilibrata (di cui abbiamo esempi recenti nella storia europea) o chiaramente programmato per far leva sulla componente irrazionale delle persone al fine di compattarle contro un nemico comune, fomentando le divisioni nel tessuto sociale, invece di finalizzare la propria azione politica a quella tranquillitas ordinis, caratteristica di ogni buon governo. Questo comportamento, conflittuale e divisivo, è tipico dell’agire irrazionale degli animali che realizzano la coesione del branco per la contrapposizione contro gli avversari.
Tutte queste esternazioni sono poi risultate un'inutile fatica di Salvini, nel momento in cui si è appurato che gli aggressori del carabiniere erano cittadini americani, ricchi e drogati...
Al comportamento di Salvini si aggiunge, come aggravante, l’utilizzo da parte sua di simbolici cattolici, in quanto ostenta, oltre alle sue donne seminude, Bibbie e rosari e richiede l’intervento della Madonna per i suoi fini… Molto di più della religione come instrumentum regni, teorizzata dal Machiavelli con quell’acutezza e astuzia intellettuale che a Salvini manca. La sua è una vera e propria appropriazione indebita dei simboli del cattolicesimo, soprattutto di quelli più legati ad una devozione popolare, mentre si contrappone a papa Francesco, vero interprete del precetto evangelico “ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25, 35), scagliandosi contro i migranti. Con questo suo agire lancia un messaggio di regressione e di odio e corrompe il tessuto umano: di conseguenza dà scandalo e crea una divisione pericolosa anche all’interno della Chiesa. Gli pseudocattolici che lo votano e che si fanno sostenitori e diffusori delle sue posizioni sono dei falsi fratelli nei confronti dei quali solo l'ignavia e la pavidità della gerarchia impediscono di parlar chiaro ed esercitare il ruolo che dovrebbe esser il loro.
   

mercoledì 24 luglio 2019

UN GOVERNO DI BUGIARDI E DI CIALTRONI


Carlo Biancheri

Il voto folle ed autolesionista degli elettori che si sono recati alle urne -un poco più della maggioranza degli aventi diritto...-, lo scorso anno, ci ha messo nelle mani di gente al governo come non era mai avvenuto prima: la cuoca di Lenin, per intenderci.
Usciamo per un momento dalla narrativa dei ministri piazzisti di scope, aspirapolveri e migranti o degli azzeccagarbugli di manzoniana memoria che si spacciano per giuristi: si tratta di un racconto che non ha nulla a che vedere con la realtà e che è sostenuto da giornalisti servi o prezzolati, molti dei quali pagati dal contribuente.
L'Italia dopo oltre un anno di un governo di 'pellegrini' è a crescita zero, mentre tutti gli altri in Europa crescono, nonostante i problemi.
Il funzionario di Monti Moavero Milanesi, ora ministro degli Affari Esteri, dà del tu a tutti in Europa ma conta il due di picche perché conosce solo le procedure e non ha una strategia o è bloccato dall' amico dei russi, formatosi al bar Sport di Milano Rogoredo. La impostazione massonica ben presente in ambito internazionale e nell'amministrazione, in Italia, prende a modello la struttura militare per cui ciò che conta è eseguire gli ordini, rispettare le procedure, avere l'appoggio di chi comanda, mentre il merito è deciso altrove: «Vuolsi così colà dove si puote...». Ciò significa che il governo italiano non ha quasi mai una posizione propria, distinguibile, per lo più si barcamena e si adegua agli altri in un pragmatismo esasperato e questo sarebbe l'interesse nazionale che ascoltiamo declamato in televisione. Il governo, in Consiglio, e la setta, in Parlamento, hanno preferito la tedesca segaligna al pacioccone olandese Timmermans, ma non avremo ugualmente alcun ruolo di rilievo nella Commissione e men che meno lo avremmo avuto se avessimo seguito la lucida follia del sovranista putiniano, semi-fascista per propositi ed amicizie, totalmente isolato in Europa.
La TAV si farà ovviamente -lo capiva anche un cretino...- ma la Appendino non se ne va perché deve portare a termine qualche altro danno di modo che Torino non sia più distinguibile da Alessandria o da Vercelli: e brava la nostra signora Felicita che l'aveva votata sostenendo che le ricordava tanto la sua figliola ...
Il caso Russia è un fatto grave, altro che pettegolezzi giornalistici come con tempismo ed opportunismo perfetti si era espressa la Casellati -sotto gli orecchini nulla...- presidente del Senato. Il Salvini incontra a Mosca ministri che non possono mettere piede nella UE perché oggetto di sanzioni (!) a che scopo? A parlare di donne? Si fa assistere da gente di bassa caratura e di nessuna competenza specifica, che sostiene poi di non conoscere, alcuni dei quali figurano nel brindisi di Putin, in ricevimenti ufficiali, con l'Avvocato del popolo di San Giovanni Rotondo. Poi viene avviata una trattativa con l'assistenza di una banca d'affari sospetta: vedremo se la magistratura troverà le prove, ma quanto accaduto fino ad ora è sufficiente a porre in dubbio la politica estera del paese, mai discussa in Parlamento giacché quella del ministro degli esteri non è  quella vera.
Il Salvini scappa dal processo, si rifiuta, in spregio alla Costituzione, di riferire in Parlamento-Mussolini docet...?- perché non ha tempo da perdere, è sostenuto dal popolo, deve lavorare, cioè insultare sui social e far comizi approfittando delle inaugurazioni di Commissariati di polizia..., ovviamente usando l'aereo di Stato per gli spostamenti. Siccome i risultati di questo governo consistono nel blocco di tutto, in provvedimenti incostituzionali, nello scippo con destrezza ai pensionati, nel mettere periodicamente a rischio  i conti pubblici, nel favorire il rialzo dello spread a causa di dichiarazioni imbecilli, nel far fuggire gli investitori, nel non riuscire a risolvere, anzi nel peggiorare le crisi aziendali, nel fare annunci a cui non seguono i fatti, nel propalare forme di autonomia senza solidarietà  e che risultano essere una specie di secessione, nel pretendere di combattere le disuguaglianze con l'assistenzialismo... si cambia discorso e si afferma che i problemi non sono stati risolti da trent'anni...
Intanto Conte in Senato parlava a banchi vuoti del suo partito, i 5S, verosimilmente per una vendetta per l'assenso alla TAV...

Siamo all'asilo e la casa brucia ma nessuno interviene: questa è la morale.

domenica 14 luglio 2019

LEGA DI CHI...?


Carlo Biancheri

È successo che è scoppiata una mina sul cammino del giovanotto da bar Sport che parla con un linguaggio scomposto, quasi fosse sottoposto a sostanze psicotrope. Nega tutto sui fatti di Mosca: non gli piacciono i processi, come abbiamo visto in precedenza, quando era stato rinviato a giudizio e i sodali della setta 5S lo hanno graziato. Certo la trappola nella quale è incorsa la Lega fà subito pensare ad interventi della CIA et similia, perché a Washington DC non basta dire che sei amico del bancarottiere Trump, c’è il ‘deep State’, come lo chiama l’attuale presidente americano, che non si fida del baldanzoso difensore dei confini (colabrodo) del paese e il Salvini non ha ancora capito che il mondo non è come l’Italia dove riesce a fare incetta di sciocchi o di vittime che gli credono. Non ci si avventura nella geopolitica quando si è alla guida di un paese di media grandezza con un governo di avventizi che hanno vinto al totocalcio per essere lì. Né si passa tranquillamente, credendo di farla franca…, da un sistema di democrazia classica e da alleanze consolidate a legami stretti con uno che si atteggia a Ivan il Terribile più che a Pietro il Grande e che considera che il futuro del mondo sarà della Demokratura, cioè la democrazia ‘guidata’, come fà lui in Russia o come fà Erdogan in Turchia, per intenderci.
L’attitudine pro-Russia della Lega non è una novità: fin dal tempo del Bossi che, da fine gentiluomo, ebbe a dichiarare, quando scoppiò la guerra dei Balcani - e Pannella prese subito una posizione contro Milosevic -, che ‘tra Milosevic e Culosevic preferiva il primo’… È stato scritto molto su questo partito e  i suoi sostenitori; quel che è certo è che l’astuzia del Bossi ha fatto sì che  radunasse i padroncini, gli artigiani poco inclini a pagare le tasse, la piccola borghesia impiegatizia, innanzi tutto; nessuna cultura, nonostante Miglio che, a nostro avviso, sosteneva teorie squilibrate, molta aggressività e parlantina  o, se vogliamo, cultura alla Borghezio, alla Calderoli… e tanto basti. Sono stati precursori della setta 5S, perché a Montecitorio, quando si riunivano tra loro, si sedevano per terra con un fiasco di vino, come nella stalla.
I diamanti, i lavori nella casa del Bossi, le università in Albania per i figli, pagate con i soldi pubblici, sono poca cosa rispetto alle negoziazioni avviate di cui abbiamo notizia oggi. L’estensione della Lega a partito nazionale fà emergere i rapporti del capo con personaggi pregiudicati, organizzatori della tifoseria della curva Sud, faccendieri da tre soldi, avvocati massoni (…) procacciatori di affari, soggetti attigui alla mafia, divenuti esponenti politici e membri leghisti del governo, condannati penalmente o indagati. Nel reclutamento, specie al Sud, non si è guardato molto per il sottile… e qualcuno dovrà pur esserne responsabile.
Ricorderete le rodomontate del capo leghista sul cambiamento dell’Europa con i suoi amici fascisti, ma le cose non sono andate come auspicava. Loro in Europa non contano nulla e purtroppo anche l’Italia, salvo che, come abbiamo scritto in tempi non sospetti, il loro ruolo sia quello dello sfascista… per conto terzi. Prima gli italiani, certo!
La novità è la difesa della tradizione e della famiglia, ma sempre in modo sgangherato. La Ministra della famiglia che ha sostituito il Fontana che dovrebbe stare a Bruxelles 24 ore su 24… (!) - non si capisce bene a fare che cosa, giacché il suo ministero, a meno che non gli vengano attribuite deleghe sul mercato interno, si occupa principalmente di recepimenti e di infrazioni alla normativa comunitaria… -condivide le idee del convegno di Verona sulla famiglia e, quindi, capiamo noi, dovrebbe essere molto tradizionale se non tradizionalista… Tuttavia, al giuramento al Quirinale, ha sfoggiato un bel tatuaggio sul braccio che ha un significato di disordine, quantomeno per l’ambiente a cui lei si richiama, quasi da figlia dei fiori, cioè Woodstock, per intenderci. Si spiega così che la cattolicissima neo-Ministra da assessore a Como multasse i senzatetto che chiedevano l’elemosina: oggi si legge la parabola del buon Samaritano e la sintesi catto-cattivista della giovine che si tatua ci sembra un gran pasticcio.
Ma il governo va avanti, tranquilli, perché chi se ne frega del paese immobile, con  poche leggi demagogiche approvate che hanno cercato solo di far volare gli stracci, o  quelle da approvare di rilevanza costituzionale che squilibreranno il sistema  rappresentativo, unitamente a  condoni edilizi e fiscali, all’assunzione dei duecentomila bidelli, ai provvedimenti finanziati a debito, alle crisi industriali gestite in modo dilettantesco e, come si fà in tutte le dittature, con le tv e le radio di regime che decantano le meraviglie compiute da questo governo. Se lasciano, non tornano e cercano, restando, di ricavarne il più possibile.
Il rifiuto di rispondere da parte del Salvini a fatti rilevanti di un personaggio, più personaggi, molti personaggi, sempre presenti con lui da anni in eventi di rilievo istituzionale è grave e pone il quesito da chi sia composta la Lega: Lega di chi…?


sabato 6 luglio 2019

LA SEMANTICA SOVRANISTA


Rosa Elisa Giangoia

   Per imporre la loro linea politica sovranista Matteo Salvini e i suoi seguaci stanno progressivamente effettuando una serie di viraggi semantici nel tentativo di alonare vocaboli di consolidato significato con sensi diversi finalizzati ad orientare l’opinione pubblica in una direzione loro favorevole: un sottile, ma vero e proprio, lavaggio del cervello!
Prendiamo l’aggettivo “ricco”, o meglio “ricca”, in quanto lanciato in faccia, come dispregiativo, quasi un insulto, a Carola Rackete, caricandolo implicitamente delle idee di privilegiata, viziata, di quella che si toglie gli sfizi di fare tutto quello che vuole…, anche “divertirsi” a salvare i migranti in mezzo al mare e portarli dove le pare e piace… In realtà storicamente l’aggettivo “ricco” è stato collegato ad idee ben diverse: la mentalità cattolica, più aderente al versetto evangelico «è più facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli» ha visto le ricchezze come un pericolo e un ostacolo per raggiungere la santità, con l’esempio di san Francesco d’Assisi e di altri che si sono spogliati delle loro ricchezze, ma ci sono anche numerosi esempi di santi che hanno usato le loro ricchezze a beneficio di chi avesse bisogno di aiuto (Santa Elisabetta d’Ungheria, san Casimiro, Giulia Colbert di Barolo e tanti altri).
Nella mentalità calvinista, invece, la ricchezza è un dono di Dio, una grazia, quasi una ricompensa per la buona fede e il buon comportamento cristiano.
   Non so se Carola possa essere cattolica o protestante, mi pare che non si sia detto nulla in proposito, mentre le è stato gettato addosso, sempre a fine di dispregio l’aggettivo “comunista”. Non so se lo sia, ma certo il suo comportamento non è direttamente conseguente all’ideologia marxista che ha come punto centrale la lotta di classe e non l’aiuto a chi si trova in difficoltà o in pericolo, azione ascrivibile, se non ad un’etica di aiuto cristiano (ricordiamo le famose “opere di misericordia corporale” del catechismo?), ad una concezione filantropica di matrice laica. Per inciso, il Salvini povero non è, avendo guadagnato con la politica non pochi quattrini – non ci riferiamo ai 49 milioni svaniti…-, non foss’altro in ragione del suo seggio al Parlamento europeo dove brillava per assenteismo e poi nel Parlamento italiano: come si dice? Il bue che dà del cornuto all’asino?
   Del tutto ad uso personale (o meglio politico) è il discorso che Salvini (e con lui i pappagalli seguaci, ben ammaestrati!) fa di quanto si riferisce alla religione cattolica. Prima di tutto va evidenziato l’uso strumentale di oggetti carichi di significato religioso, come il rosario, esibito e sventolato inopportunamente, sovente insieme alla Bibbia. Col rosario indubbiamente Salvini crede (spera o presume?) di rientrare in una tradizione di devozione popolare e quindi di essere accettato e sostenuto da un elettorato intellettualmente semplice e acritico che si affida alle immagini come metro di valutazione. Con la Bibbia, fondamento del giuramento, fino a quando, in epoca moderna, è stata sostituita dalle Costituzioni nazionali, pensa di dare al suo parlare una solennità ufficiale, un marchio di verità e affidabilità. Sono usi impropri di elementi sacri, privati del loro valore e del loro fine, con un’appropriazione indebita che rasenta il sacrilegio, soprattutto per il fatto che alla loro ostentazione non corrisponde nessun atto o comportamento da parte del Salvini che dimostri una sua fede cattolica reale. Infatti non risulta che metta mai piede in chiesa, nonostante gli incoraggiamenti di preti e prelati di vario livello… La sua contrapposizione al Vaticano e la sua critica a papa Francesco sono ben note, palesi ed evidenti, come il suo considerare il Vaticano un corpo estraneo, tanto che, quando deve giustificare l’accoglienza di pur piccoli gruppi di migranti, si premura di precisare che ciò avviene «a spese del Vaticano». Resta poi tutto il discorso sulla morale personale, estranea persino all’antico consiglio della Chiesa, si non caste caute, per l’esibizione di immagini con donne in pose sexi o in abitini succinti sui social, troppo spesso cambiate, oltre ai figli avuti da donne diverse…
   C’è inoltre quella che potremmo chiamare una sua scelta di cristianesimo internazionale, in alleanza con gli ortodossi, in particolare la Russia di Putin, spesso contigua alla mafia, dove si trovano nei covi scoperti dalle forze dell’ordine icone, bibbie ecc…, finalizzata a costruire muri, da parte nostra con la Slovenia, per impedire l’invasione dei migranti da est… Così Salvini si appropria (in modo del tutto personale) del sintagma “radici cristiane dell’Europa”, lo stravolge nella sua realtà storica, lo utilizza in modo improprio, a fini di chiusura e di contrapposizione e non di accoglienza, fratellanza e aiuto. Ma anche questo, è chiaro, serve per la sua propaganda ideologica…, opposta al messaggio che intende ‘spacciare’.
   Si capisce che per lui l’importante è apparire, in modo da catturare l’attenzione del pubblico su determinati elementi isolati, per distrarre dai problemi veri, anche a costo di mentire… a chi in particolare? Ai “ragazzi” (così si esprime, come si fa al bar Sport che evidentemente ha frequentato a lungo negli anni di formazione). Del resto con i ceffi della curva Sud ci si trova benissimo: si esprimono nello stesso modo.
   Viene messo in campo il vocabolo “patriottismo”, altra parola a cui si rinnova il significato, non più amore per la patria da difendere fino alla morte, secondo la mentalità risorgimentale ottocentesca che ha inventato il vocabolo, ma preoccuparsi per quelli che secondo Salvini sono i 60 milioni di italiani (anche se in realtà sono solo 55) e lavorare (ma cosa vuol dire per lui “lavorare”?: andare in giro a far comizi?) perché si è da loro pagati per questo. A noi questo suo “lavorare patriottico” non interessa… Ne facciamo molto volentieri a meno di sentire continuamente le sue violente sparate che non hanno alcun rapporto con la realtà, senza scomodare la Verità!



venerdì 5 luglio 2019

IL CAPITAN FRACASSA E IL VIS-CONTE NOVELLO VISCONTI VENOSTA IN EUROPA

Carlo Biancheri

Il Capitan Fracassa che bolla e sbolla senza mai portare argomenti seri, forte di un pubblico plaudente di beoti, come li chiamavano i Greci, è riuscito col suo segretario Vis-Conte dimezzato, alias Visconti Venosta, ad uscire dalla trattiva europea con le ossa rotte.
Non è contento il capitano perché in Europa era stata annunciata una rivoluzione come quella italiana che avrebbe cambiato tutto: in effetti il cambiamento c’è stato, ma in peggio rispetto ai suoi desiderata. Invece dell’ubriacone, come lo definisce lui, del Granducato da operetta da cinquecentomila abitanti,  il Lussemburgo, avremo una donna segaligna tedesca di una nobiltà minore, ma con piena coscienza della sua infallibilità. Nominata al vertice della Commissione grazie ad un’altra donna e questa volta dell’Est europeo, la Merkel, particolare trascurato dai media, tranne qualche eccezione, ma di fondamentale importanza non tanto per la sua appartenenza alla Stasi in gioventù  - alla Nomenklatura di certo, perché non vincevano sotto Honecker il primo premio di lingua russa quelli che non erano in qualche modo inseriti nel regime… - ma per la durezza umana, l’atteggiamento cinico che trova riscontro solo in uno come Putin; Mutte la chiamavano in Germania, ma di ‘madre punitiva’ si trattava… Ursula non capirà neppure le sbruffonate del bar Sport di Milano Rogoredo, né quelle dei fuoriusciti dalla val Brembana o dal Varesotto: le chiacchiere con lei stanno a zero, mentre le cifre contano. Il Capitano ha messo il veto all’olandese Timmermans, un buontempone che parla italiano, perché socialdemocratico così come – ricordate: gli italiani prima di tutto!- ha votato contro David Sassoli al Parlamento europeo –continuerà a sostenere di parlare a nome di sessanta milioni di italiani?- e così lo stivale è rimasto all’asciutto, se non fosse stato per Sassoli, da lui avversato.
Il fine diplomatico, dal canto suo, Vis-Conte dimezzato, novello Visconti Venosta, non ha ancora capito che all’estero non ci si tocca come si fa a san Giovanni Rotondo quando si va al bar a prendere un caffè, assicura che non è andata  così e che l’Italia avrà un posto nel Board della BCE e qui … casca l’asino, fragorosamente. Dovete sapere che alla creazione della Banca Centrale Europea ci fu un accordo in  base al quale i tre grandi paesi: Germania, Francia e Italia avrebbero avuto sempre un rappresentante nel Board, quindi il Vis-Conte sappia che il posto non lo ha guadagnato lui, ma ci spetta di diritto. Quanto poi alla Vice-Presidenza della Commissione –  vice-presidente era anche la Mogherini, una un’idiozia di Renzi aver brigato per quel posto, forse suggerito da Veltroni…- ce ne sono tante e non significano quasi nulla e vedremo se il Giorgetti di Cazzago, che non si comprende quando parla in italiano (figurarsi in inglese), sarà accettato come Commissario alla concorrenza: crediamo di no.
In mancanza di argomenti, mentre nel paese non si muove foglia, anzi aumentano le crisi industriali e la stagnazione perdura, ora c’è l’accusa alla barca a vela di pirateria, con cinquanta migranti a bordo. Non pretendiamo che il Capitano conosca Montesquieu (per lui sarà come Riciliù, come  chiamavano Richelieu,  in altri tempi, in certe terre lombarde…) e la separazione dei poteri, ma le sentenze della magistratura in attesa della sua Demokratura le deve rispettare e, per giunta, fanno giurisprudenza, per cui né la Libia né la Tunisia sono porti sicuri: ops… l’intreccio si infittisce… Meno male che soccorre Malta, svillaneggiata fino a ieri…
Un caso psicologico, secondo noi, con dei sostenitori sulla sua lunghezza d’onda.



martedì 2 luglio 2019

LO SAPEVATE CHE LA LEGA SI PREOCCUPA DELLE IMPRESE E DEGLI INVESTIMENTI PRODUTTIVI?

Carlo Biancheri

Il ministro dell'istruzione, professore di ginnastica, in quota setta 5S, Bussetti, ha approvato un decreto nel giugno scorso con cui si prevede nel triennio l'ssunzione di 203.434 bidelli.
Certamente questo consentirà di accrescere sensibilmente il livello culturale degli studenti ma, nel contempo, ci ricorda moltissimo i provvedimenti della Democrazia Cristiana che faceva questo tipo di assunzioni a pioggia , aumentando il debito pubblico, con provvedimenti improduttivi e clientelari. La Lega si vanta di comprendere le esigenze delle imprese ma evidentemente si è distratta quando colui che siede alla scrivania che fu di De Sanctis, Gentile e Croce ha adottato il decreto in questione di cui porta la responsabilità, in qiuanto fà parte dello stesso governo.
Condividiamo interamente quanto scritto dal professor Giuseppe Di Gaspare, ordinario alla Luiss ed autorità in materia di Diritto dell'Economia e di Diritto Amministrativo, ben oltre i confini nazionali.
Riportiamo il suo contributo con gratitudine e come oggetto di riflessione per comprendere quel che veramente fà questo governo, al di là degli annunci.


Degno di segnalazione il concorso per "11.655 bidelli in tutto il Lazio anno scolastico 2019.2020" (Roma Lavoro n302 del 20 giugno scorso). Il concorso per il momento solo annunciato oltre il Lazio riguarda a regime un organico di 203.434 personale amministrativo ATA per il triennio 2019 -2022 per tutto il territorio nazionale (decreto del MIUR del 3 giugno 2019. La maggior parte assegnati al profilo collaboratori scolastici ("i famosi bidelli" spiega l'annuncio).
Fatti due conti, supponendo un costo per addetto medio annuo di euro 20.000, moltiplicato per 200.000 unità, si arriva alla cifra di 4mld di euro. L'importo più o meno della manovra finanziaria di adeguamento del bilancio attualmente in discussione. Non si tratta però in questo caso di una misura una tantum. La spesa, espletati i concorsi, dopo il 2022 graverà stabilmente sul bilancio del MIUR per circa 4mld per tutta la durata lavorativa dei neoassunti, saturando il bilancio della pubblica istruzione almeno per il decennio successivo.
Data la situazione della finanza pubblica l'aggravio strutturale di bilancio sarebbe la pietra tombale per la ricerca universitaria (i cui fondi sono già mediamente 1/3 degli altri paesi europei. Se pensiamo che il costo di un ricercatore universitario è di circa 25.000 euro annui, non molto superiore al costo di un neo bidello, la scelta ministeriale lascia di stucco.
Ovviamente non solo ricercatori, ma anche borse di studio per "capaci e meritevoli", per i nostri asfittici dottorati, per i progetti di ricerca nei settori strategici in cui competere per l'innovazione ed il lavoro futuro. Meno "cervelli in fuga", più risorse per investimenti e quindi maggiori opportunità di arrestare il declino del paese. Il lavoro del prossimo ventennio deve essere inventato al 40% ed il luogo per farlo sembra essere - a giudizio unanime in tutto il mondo - il terreno della ricerca scientifica e della innovazione tecnologica. Dobbiamo esserci.
Anche per l'istruzione superiore e la scuola dell'obbligo le priorità sono altre e note da tempo: competenze per insegnare "inglese ed informatica", il sostegno alle scuole in zone disagiate per contrastare l'abbandono scolastico, l'assistenza a studenti con disabilità, la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica.
Tutto verrebbe da dire, senza polemica, fuorché i "collaboratori scolastici".
Figura scomparsa o in via di sparizione nei paesi più progrediti i cui compiti (Svezia e Giappone) sono svolti da pensionati attivi e pronti a dare una mano alla collettività di appartenenza in cui vivono figli e nipoti. Anche da noi sarebbe possibile fare affidamento su queste risorse spontanee della società civile con il collaudato metodo della cittadinanza attiva su base volontaria con la presenza anche delle famiglie.
Penso che dovremmo però darci da fare per chiedere un cambiamento di rotta. Innanzi tutto al ministro della pubblica istruzione e al presidente del Consiglio il prof. Conte - che probabilmente ignora il decreto ministeriale. Anche la conferenza dei rettori potrebbe dire qualcosa. Tutta la comunità scientifica avrebbe il diritto, forse anche il dovere, di dire qualcosa al riguardo. Vanno sollecitate prese di posizioni nell'università e nella politica e nei media per mettere tutti davanti alle proprie responsabilità.
Ne va del futuro del paese.
Diamoci da fare per quello che possiamo.

Prof. Avv. Giuseppe Di Gaspare
Ordinario di diritto dell'economia
Direttore del Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche "Vittorio Bachelet"
Un. Luiss Guido Carli
Viale Romania 32   00197 Roma

COMMENTI

Questa vostra critica alla decisione del Ministero mi fa venire in mente
la storiella dell'uomo che aveva un asino, un figlio piccolo e un padre
anziano...
Raffaele Gallo

E' vero che non tutto può essere approvato da tutti, ma ci sono valutazioni di buon senso e di opportunità generale che devono essere fatte proprie da chi ha la responsabilità di governo.
Cosa le sembra prioritario, bidelli o i ricercatori?
Rosa Elisa Giangoia
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Voi siete di quella gente che sa solo criticare e non sa fare proposte
costruttive e utili. Per una volta che il ministero dà dei posti di
lavoro a della gente voi criticate perché non li dà a quelli che
interessano a voi.
Francesco Landi

Ma, secondo lei, per il futuro del paese sono più necessari  i bidelli o i ricercatori che vanno all'estero in decine di migliaia all'anno? Le sembra sensato?
Carlo Biancheri
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Il Ministero dell'Istruzione dovrebbe tornare ad essere separato da  quello dell'Università e della Ricerca Scientifica, ognuno con un suo bilancio, perché questo discorso che i bidelli, che poi i collaboratori scolastici non sono solo bidelli, sono meno utili dei ricercatori  e dei dottorandi non sta in piedi.
Allora voi vi candidate per andare a fare le pulizie nelle scuole quando sarete in pensione?
Mario Trevigiani

Veramente ormai, quasi in dipendenza di tutte le Amministrazioni, le pulizie le fanno ditte specializzate.
Rosa Elisa Giangoia

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Il MIUR fa una stupidaggine dopo l'altra: bisognerebbe fare un'attenta
analisi del nuovo esame di stato con le buste a sorpresa, ora tira fuori
questa novità di gonfiare il numero dei collaboratori scolastici per
creare una base clientelare di consenso, mentre intanto il TAR del Lazio
annulla le prove già sostenute (scritti e orali, con notevoli spese...)
del concorso per dirigenti scolastici.
Luciano Garino

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Ma dove li trovano tutti 'sti soldi per  tutti 'sti bidelli? Pare che la legge di bilancio al vaglio della Camera per l'approvazione definitiva, per il triennio 2019-2021, preveda una riduzione delle  risorse per la scuola del 10%, pari a quasi 4 miliardi di euro. E allora?
Alessandro Fioravanti

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Non si può fare un discorso comparativo di spesa tra bidelli e ricercatori universitari, in quanto i primi sono retribuiti da fondi pubblici italiani, che possono essere dello Stato o degli enti locali
(Regioni, Province, Città Metropolitane) che molto probabilmente amplieranno le loro competenze se passerà la legge sulle autonomie sostenuta dalla Lega, mentre i ricercatori, nella  stragrande maggioranza, fruiscono di fondi europei sulla base di progetti di ricerca debitamente elaborati e presentati, o talvolta sono sostenuti da Fondazioni private. Il problema è la "pigrizia" del personale delle Università italiane, a differenza di quelle europee, a elaborare questi progetti, per cui l'Italia finisce di non godere di tutti i fondi di cui potrebbe usufruire. Questo dipende dal fatto che poche Università italiane sono ben attrezzate da un punto di vista burocratico per sostenere i giovani nell'elaborazione formale e normativa di questi progetti e nell'inerzia soprattutto dell'area di ricerca
storico-letteraria, piuttosto ripetitiva e asfittica.
Salvatore Russo

Lei vuol vendere la pelle dell'orso prima di averlo cacciato. Va bene che siamo in un regime dove i fascio-comunisti controllano l'informazione, equamente divisa tra gialli e verdi, e tuttavia l'autonomia regionale, voluta dalle tre regioni, sembra non essere ancora attuata... Ormai il Parlamento non conta più nulla e conterà sempre meno con il dimezzamento dei parlamentari, occorre però che la riforma sia approvata e, rebus sic stantibus, il suo discorso cade.


Sul fatto specifico dei finanziamenti ai ricercatori universitari, bisogna fare un esame attento della situazione, in quanto i contributi non provenienti dai fondi europei sono comunque rilevanti e la competitività a livello comunitario è molto alta.
Rosa Elisa Giangoia
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