domenica 27 dicembre 2020

IL GOVERNO DEL CONTE E' COMPOSTO DA UNA MANICA DI INCAPACI E NON C'E' ALTERNATIVA

Carlo Biancheri


Siamo a Natale, tempo di riflessione, per scelta o obbligati, e di speranza per i cristiani.

La dappocaggine dei nostri politici si staglia in un frangente drammatico del nostro tempo caratterizzandoli come personaggi che assomigliano a dei fantasmi, quelli che nel film di Visconti, Il Gattopardo, appaiono essere il principe e la principessa di Salina all’entrata in chiesa per il Te Deum a Donnafugata, dopo il viaggio in carrozza nel calore estivo della Sicilia ‘pire qu’en Afrique,’ secondo M.lle Dombreuil, in mezzo alla polvere, da Palermo.

Personaggi polverosi ed inconsistenti i nostri politici, prodighi di parole come il Conte che non manca a tutte le ore di farci sapere quanto ami l’Italia, o il Ministro Provenzano che ha finalmente raggiunto il suo sogno di avere un posto al sole o il Boccia, economista degagé, già comparso in foto in costumi adamitici, che naturalmente (…) con le Regioni vuol stabilire un ‘ottimo rapporto’ a fronte di un’anarchia che svela l’inconsistenza dello Stato; si crede pure spiritoso quando propone di ‘far nascere Gesù Cristo due ore prima’ a causa del Lock down, mostrando così tutta la sua crassa ignoranza in quanto la festa di Natale fu scelta dalla Chiesa, nella notte dei tempi, in coincidenza col solstizio d’inverno, cioè il nuovo sole... e non è  il giorno della nascita di Gesù. Non parliamo dell’inconcludenza e dei pasticci di chi guida i trasporti o del professore di Storia che siede sulla  scrivania che fu di Quintino Sella e saltiamo a piè pari i ministri della setta in quanto emergono solo macerie: che si parli di giustizia (si fà per dire…) o di politica estera col giovinetto facente funzione di Ministro degli Esteri, umiliato in Libia, e che  riesce a rimpatriare i pescatori di Mazara del Vallo dopo centootto giorni di prigionia (o peggio…) nelle galere del cosiddetto generale Haftar, pare grazie all’aiuto di Putin -  nel Mediterraneo quello che i Romani chiamavano Mare nostrum contiamo ormai quanto  Malta o Cipro… -o del Lavoro, presieduto dalla famosa cuoca di Lenin che avrebbe potuto guidare i Soviet, macchine perfette… e così via.

La disgrazia consiste principalmente nell’influenza del D’Alema su almeno cinque ministri del governo e su non pochi esponenti del Pd e di Leu. Quel che conta sembra essere la gestione del potere, come aveva teorizzato Lenin col tram che si ferma ad ogni fermata e con gli ultimi a scendere... Leggiamo che anche il telepredicatore Arcuri sia della partita, ma soprattutto D’Alema pare il suggeritore del Vis-Conte. Ripercorrendo la politica dell’uomo, rileviamo, infatti, un’analogia con il governo attuale nella totale assenza di strategia, mascherata dall’astuzia delle chiacchiere perpetue: l’utilizzo dei 200 miliardi e passa della UE verrà definito in un piccolo ‘Club’ e comunicato (…) al Parlamento.

E poi, come al tempo di D’Alema, l’enfasi sui servizi segreti…, quasi fossimo in un governo Andreotti che aveva tutti i ‘file’ dei politici per ricattarli.

Non va sottaciuto che l’alleanza organica con i grillini, voluta dal Pd, corrisponde alla dialettica di classe, teorizzata da Marx in base alla quale il proletariato svolge nella Storia una funzione messianica, liberatoria. Ora siccome i grillini raccolgono voti di protesta, provenienti da classi sociali svantaggiate, si prescinde dalle tesi politiche della formazione pentastellata e ci si allea nella convinzione, erronea, che le tesi del Pd prevarranno.

Invece di opporsi alla decadenza dell’Italia si gestisce l’esistente, si tirano fuori dai cassetti dei Ministeri i progetti approvati e non finanziati per dare un segno di vita e si risponde con contributi a pioggia – del tutto insufficienti a proteggere le aziende – alla epocale crisi economica.

Così può rinascere il paese?

No di certo.

Per rinascere occorre contrastare ideologie errate otto-novecentesche che hanno generato mostri e così pure quelle da New Age, stile Scientology, che hanno nutrito la setta che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno e che ora è abbarbicata alle poltrone.

Con i pizzaioli, gli impiegati di concetto, i venditori di bibite, i professori di liceo, i laureati in sociologia, i giovani avvocati di provincia o gli odontotecnici e i funzionari di partito non si può guidare un paese di sessanta milioni di abitanti senza farlo regredire, sarebbe come sostituire un chirurgo con un infermiere.

I problemi dell’Italia sono arcinoti e vanno dalla scarsa produttività, dalla penuria di investimenti produttivi, ricerca inclusa, scoraggiati da una giustizia fino ad oggi irriformabile, da un’amministrazione pubblica bloccata anche grazie a leggi stupide e demagogiche di quelli che hanno gridato per anni che uno vale uno, da un livello culturale basso e decrescente della popolazione che invecchia rapidamente, dall’incapacità di eliminare dal bilancio dello Stato gli sprechi, dall’inerzia nella riforma fiscale e nella lotta all’evasione, dall’assenza di voci forti, eticamente capaci di proporre sacrifici per una società migliore, in grado di contrastare la malavita organizzata. Il regionalismo eccessivo è anche una delle cause del disordine per la duplicazione con i poteri dello Stato e la creazione di tante piccole repubbliche che agiscono in competizione col centro.

Il settore privato va all’estero da solo e fatica; nel suo insieme il paese resta provinciale e lo svelano gli atteggiamenti lesivi dell’interesse nazionale come dimostrato, da ultimo, nello scarso sostegno al candidato italiano, il più votato, alla presidenza dell’organo europeo che raccoglie le Consob (ESMA) a vantaggio di una donna inglese, con passaporto tedesco: dopo la Brexit! Un capolavoro politico…

Il dramma è che l’alternativa è peggiore del male. E non ci riferiamo agli scandali comparsi sui giornali che riguardano la Lega o altri, ma alla totale mancanza di proposte economiche serie, all’astio nei confronti dell’Europa che ci ha salvati in questo frangente di grave difficoltà, all’ignoranza sul funzionamento e gli obiettivi degli organismi europei, alle alleanze con i fascisti o con la Russia del KGB.

Continuiamo a vivere di rendita su un passato che non c’è più.

Forse occorre una rinascita morale per voltar pagina e sacrificarsi per preparare il domani ma, come nella famosa pièce di Pirandello, siamo alla ricerca dell’autore che non c’è.