lunedì 27 agosto 2018

LA PROSSIMA ALLEANZA CON LA TRANSNISTRIA?



Carlo Biancheri


Il Vice- Presidente del Consiglio pro-tempore, nonché Ministro dell’Interno, ha consentito, bontà sua, a far sbarcare dopo dieci giorni il resto di quei disgraziati che già erano in territorio italiano, la nave militare, non senza aver fatto loro visitare  il Mediterraneo e il molo di Catania dove sono rimasti prigionieri a bordo, con restrizione alla libertà di movimento senza la convalida da parte del magistrato. È indagato, il poveretto…, per reati gravi, ma interpreta, a suo dire, la volontà degli italiani –non la nostra, si vede che ci ha tolto la nazionalità…- che debbono tutti aver ripudiato la Costituzione se consentono alla violazione di leggi, come reputa il Pm di Agrigento.
Siccome l’UE non ha tempo da perdere con uno che vuole favorire  l’autocrate Putin a livello internazionale e che vuol portare l’Italia sulle posizioni di alcuni paesi dell’Est Europa, già comunista, non ha accolto l’ultimatum della ripartizione dei profughi, nell’assunto che gli arrivi in Italia sono diminuiti dell’80% rispetto allo scorso anno e che dei settecentomila arrivati una cospicua parte se ne è già andata dal paese: qui non ci vogliono stare. Per inciso, sia la Convenzione di Dublino sia la missione Sofìa sono testi approvati rispettivamente dal Frattini e da Maroni, come Ministro dell’Interno… non dall’opposizione a questo cosiddetto Governo.
Con blandizie e minacce, il Ministro che brandisce rosari e Vangeli come corpi contundenti, è riuscito a trovare nientemeno che… l’appoggio dell’Albania che ne ha accolti venti, mentre l’Irlanda, il cui Governo sarà stato sollecitato  dalla Chiesa, in occasione del viaggio del papa, ne ha preso alcuni. Gli altri sono a carico della Conferenza Episcopale Italiana, quindi, ’senza costi per lo Stato…’, ha tuonato l’esperto di quiz televisivi, come se si trattasse di moltitudini.
Questo modo di agire, irrispettoso delle leggi, da parte di un Ministro che sfida continuamente il mondo intero, comincia ad essere un caso psicologico. Non paghiamo i contributi previsti dai Trattati? La Corte  di Giustizia ci condannerà e con gli interessi. Non paghiamo nuovamente? Allora usciamo dalla UE e da tutti i benefici del mercato interno e dall’ Euro. Niente paura, avremo per un po’ – non per sempre (!)- il sostegno dell’Albania, cui si aggiungeranno, forse…, la Transnistria, il Montenegro con cui potremo stabilire proficui rapporti commerciali in materia di vendita di armamenti, di ricotte e di malavita organizzata.
‘La situazione è grave ma non è seria’ diceva Flaiano, ma qui diventa serissima anche perché non Draghi, come dicono i cerebrolesi, ma la BCE, cioè il Board (sapete cos’è?), hanno deciso di chiudere col programma c.d. ‘quantitative easing’ e l’Italia con la fuga di investitori esteri, come il fondo pensione dei minatori del Canada e molti altri, dai nostri titoli pubblici come farà a coprire le scadenze che attengono ad un terzo del debito pubblico? La decrescita non sarà felice...
L’altro dioscuro ragazzetto, Vice-Presidente del Consiglio pro-tempore, ci ha informato che nel parere dell’Avvocatura dello Stato sul caso ILVA  emergono profili di criticità sulla gara che configurano eccesso di potere e che, quindi, fanno sì che l’aggiudicazione sia sostanzialmente illegittima e ciò a motivo del male operare dei delinquenti (?) del Governo che ha preceduto quello del cambiamento (in pejus). Però, la gara non si può annullare per l’astuzia diabolica dei predecessori, occorre anche l’interesse generale per farlo o che si presenti un concorrente danneggiato: delitto perfetto. Il parere in questione verrà reso noto solo il 6 di settembre p.v., perché non è adatto a noi poveretti: è a luci rosse! Non sia mai che risulti dalla lettura che lui non lo ha capito, deve servirgli per la sua particina quotidiana che consiste: come sono cattivi gli altri ma noi stiamo lavorando per rimediare…
Ha frequentato due anni di giurisprudenza e non può aver dato l’esame di Diritto Amministrativo, almeno secondo l’antico ordinamento degli studi giuridici…, ma anche a gente poco esperta come noi risulta che un atto amministrativo in essere, se viziato, o è nullo o è annullabile, a meno che il vizio non sia di scarso rilievo. Se ricorrono i presupposti, incluso l’interesse generale, il Ministro lo deve annullare, altrimenti si configurerebbe una omissione di atti di ufficio sanzionabile ecc…, ecc… No, non lo annulla, anzi… poi ci ripensa e dichiara che la questione è aperta…: ’stiamo approfondendo’… Dopo novanta giorni di riflessioni tramite la lettura di migliaia e migliaia di pagine…, il giovinotto vorrebbe che le castagne dal fuoco gliele tirassero fuori i sindacati e l’aggiudicatario della gara, trovando un accordo ‘ tra loro’ sugli esuberi (ma se l’aggiudicatario non è nemmeno certo di esserlo?), di talché  il Ministro potrebbe  dire: ecco si è trovato l’accordo, è una schifezza ma non si può fare diversamente. In altre parole, essendo ormai acclarata la sua incapacità a decidere, il nostro non fà che fuggire ed inventarsene una ogni giorno, ma… il diavolo fà le pentole ma non i coperchi e  sembra che stiamo arrivando al capolinea. Uno vale uno, divulgato dall’ex comico, pregiudicato, quello della favoletta sulla caduta del ponte a Genova…, o la cuoca che può dirigere un Soviet, secondo Lenin, non sembrano trovare riscontro nella realtà.
La perfezione del delitto consiste, ad avviso di chi scrive, nell’aver consegnato il paese a gente che sta facendo un danno grosso alla collettività , isolando il Paese e facendo dell’incompetenza un valore:  come dire? Affidiamoci agli asini…



lunedì 20 agosto 2018

MANIPOLARE LA FOLLA



 Rosa Elisa Giangoia

Dai comportamenti tenuti in questi giorni dagli uomini di governo di fronte agli eventi conseguenti al crollo del ponte Morandi a Genova appare chiaro che di  fronte ad una tragedia e ad un enorme problema che può avere un impatto economico e sociale molto negativo su una città di oltre 500.000 abitanti, primo porto italiano con un peso rilevantissimo per movimentazione passeggeri e merci, con ricadute e conseguenze che riguardano non solo l’intero paese ma anche il centro Europa, i ragazzi che hanno vinto all’Enalotto e che governano pro-tempore non perdono occasione per  esibire un atteggiamento ludico pronunciando con grande enfasi frasi prive di un ubi consistam nella realtà: «toglieremo la concessione autostradale ad Atlantia», proclama ad effetto, ma pronunciato senza valutare chi sarà in grado di sostituire questo gestore (pensano forse all’Anas?) e quali potranno essere i costi del ritiro della concessione; a questo si aggiunge « facciano pure ricorso», leit motiv frequente, come dire “campa cavallo che l’erba cresce!”,  oppure proclamano «non vogliamo elemosine», senza valutare che la cifra offerta di 500.000 milioni di Euro è una somma cospicua per uno Stato disastrato come il nostro, e poi «consegnare le case subito agli sfrattati», avendo a disposizione per ora 11 appartamenti  a fronte di oltre 600 persone da sistemare. Infine la solenne proclamazione: «i colpevoli saranno puniti!» che suona tanto come le parole del Ferrer ne I promessi sposi, durante i tumulti di Milano: «Giustizia per i colpevoli, sì, sì pane per tutti a buon mercato».
Chiaramente tutto questo è la messa in atto di un copione fàtico, cioè fatto di sole parole, da usare nei confronti delle folle, ben stigmatizzato da Le Bon nel suo famoso La psycologie des foules (1895), manuale comportamentale di Mussolini e Hitler.
Poiché le folle pensano poco, esse sono facilmente influenzate da frasi semplici, ma di grande effetto, da slogan, da idee-immagini che suscitano forti sentimenti, coinvolgono emotivamente e nello stesso tempo interpretano ed esprimono l’ovvio a cui tutti istintivamente aderiscono. È quindi necessario che colui che vuole conquistare e trascinare la folla (le meneur) utilizzi un linguaggio semplice e colorito per far comprendere facilmente il suo messaggio ed ottenere consenso.
Queste dinamiche sono messe in scena con grande efficacia rappresentativa dal Manzoni che aveva orrore per le reazioni della folla. L’«ammazza, ammazza» del vecchio  malvissuto che agitava un cappio per impiccare e le cui parole nel romanzo non danno seguito ad un’azione concreta sono l’esempio della condanna dell’autore nei confronti della violenza che sovente nella storia ha fatto seguito ai moti della folla. Gli esempi sono innumerevoli, da quanto avvenuto a piazzale Loreto o attorno alla ghigliottina durante la Rivoluzione Francese, alle foibe ecc., e non fanno che confermare che in gruppo si sviluppano le reazioni semplici, animalesche, i giudizi sommari, l’identificazione col  padre punitivo, la soluzione finale, manichea: o di qua o di là, ma anche la reazione della folla di fronte ad un problema come quello della carestia: la carestia non c’è; la colpa è dei fornai che per guadagnare fanno incetta di grano, quindi… la soluzione è assaltare i forni dove è nascosta la farina. E ancora: la peste è colpa degli untori che vanno ad ungere i portali delle case e fanno morire la gente… Se si mettono in giro delle idee semplici, facilmente accettabili, con un fondo di ovvietà, quelle si diffondono e lievitano… Così già succedeva in antico, quando non c’era altro che il flatus vocis ad alimentare la Fama mirabilmente tratteggiata da Virgilio.
Oggi i mezzi a disposizione per dar corso al flatus vocis sono enormi e tutti vengono abilmente sfruttati in un gioco di sopraffazione reciproca, senza esclusione di colpi.
Anche i funerali di Stato, imposti  ai parenti delle vittime (ma solo una minoranza ha accettato!) sono stati una manifestazione tristissima perché i poveri parenti erano circondati da gente che non c’entrava nulla, come quella che va a piangere sulla bara di un uomo famoso per poter dire c’ero anch’io, anzi sono stati un’occasione per un evento politico di esaltazione per  Di Maio e Salvini!
E poi molti avranno dovuto accettare (o subire?) il sostegno psicologico: qual è la tecnica della consolazione in simili casi? Non riusciamo ad immaginarla…
La fiera della banalità sono state le interviste della RAI/EIAR nuovo corso  del tipo «cosa ha provato?» con risposta più che scontata!  Ma vanno anche a chiedere al capo di un sedicente Comitato sfollati cosa pensasse della gronda: «ero contrario e lo sono ancora per impedire che altri vivano in una situazione di inquinamento, rumori ecc., simile a quella che abbiamo vissuto noi», impressioni soggettive, prospettiva personale, mancanza di visione globale delle questioni  e delle possibili soluzioni: non ci si pone minimamente il problema che in una città moderna da qualche parte le macchine debbono pur passare… Tutto all’insegna della superficialità e dell’improvvisazione fino al culmine della giornalista che chiede a un signore «Ma lei è di Genova?», senza riconoscere che è il sindaco Bucci!
La crisi economica che, in un paese disordinato come il nostro dove lo Stato esiste solo nominalmente ed è forte con i deboli e debole con i forti, dove il formalismo ed il burocratismo la fanno da padrone, dove lo Stato di polizia del Bodin che corrisponde all’organizzazione di uno Stato  borbonico – il cittadino per lo Stato (sei tu che devi dimostrare che sei in regola, non hai violato le leggi e non viceversa) e non lo Stato per il cittadino- detta ancor oggi il comportamento della Pubblica Amministrazione, delle forze dell’ordine e della Magistratura, ha messo in ginocchio gran parte della media e piccola borghesia a fronte di cambiamenti epocali dei sistemi di lavoro dovuti allo sviluppo tecnologico, tutto ciò si è tradotto in rabbia, in voglia di una soluzione foss’anco sognata, ipotetica, ma che esca da una realtà reputata troppo dura. Anzi più la gente è incolta, più aumenta il lasciarsi trascinare dai miraggi…, ma anche  l’aggressività.
Questo il quadro. Le risposte bisogna trovarle. Possono essere due:  o si strumentalizza la situazione come fanno i gaglioffi, soffiando sul fuoco (come la scala del Manzoni, nei tumulti di Milano, che correva sulle teste per avvicinarsi o allontanarsi dal palazzo del Vicario di Provvisione nell’intento di arrivare alla finestra al primo piano, entrare ed impiccarlo) o ci si prende veramente a cuore il bene collettivo e si cercano delle soluzioni da adulti… risolutive.  Questo dev’esser chiaro a chi sta al governo: il consenso che oggi riscuotono non è per quello che finora hanno fatto (praticamente nulla), ma per quello che la folla spera, presume e si augura che facciano sull’onda emotiva delle tante promesse.  I castelli di carta (e quelli di parole) cadono facilmente…





giovedì 16 agosto 2018

Il Vis-Conte dimezzato e suoi dioscuri e l'art. 187 ter del TUF (manipolazione del mercato)

Carlo Biancheri



Le dichiarazioni dell’Avvocato del popolo a Genova  e del giovinetto Di Maio, vice Presidente del Consiglio pro-tempore, spalleggiato dal corpulento Salvini, legato a Putin, alla Le Pen et similia, in merito al ritiro della concessione autostradale ad Atlantia, a seguito del crollo del viadotto  a Genova, hanno provocato una caduta in borsa della società quotata molto consistente con danno per tutti gli investitori/risparmiatori, inclusi i piccoli azionisti, e hanno bruciato in un sol giorno circa quattro miliardi di capitalizzazione della società stessa, estendendo la perdita ad altre società del comparto che con il crollo del ponte non c’entrano affatto. Gli investitori stanno, infatti, valutando l’impatto del rischio c.d. regolamentare sulla società in questione per verificare se esista ancora il  going concern  e cioè la capacità di continuare ad operare, a fronte delle minacce governative in merito al ritiro della concessione.
Come rilevato da parecchi commentatori, i ragazzi ed il Vis-Conte dimezzato sono stati un po’ precipitosi perché il ritiro della  concessione da parte dello Stato è una procedura complessa che comporta, tra l’altro, la verifica dei presupposti per il ritiro ed il pagamento di penali – il Vis-Conte più prudentemente ha parlato di ‘avvio’ della procedura…- e l’annuncio è stato dato prima ancora che siano stati accertati i fatti e cioè la causa del crollo, nell’assunto che la procedura penale sia troppo lenta e che loro non possono aspettare, come dire: intanto giustiziamo, poi vedremo chi ha ragione, come insegna Robespierre che introdusse il terrore nella Rivoluzione Francese.
Ora l’Avvocato del popolo, non foss’altro che per la sua frequentazione col prof. Guido Alpa, suo mentore, che conosce la materia borsistica, dovrebbe sapere che esiste un articolo,  il 187/ter del TUF, Testo Unico della Finanza, il quale prevede, tra l’altro, che chiunque  diffonde informazioni… (omissis) fuorvianti che forniscano o siano suscettibili di fornire indicazioni… (omissis) fuorvianti in merito agli strumenti finanziari (leggi: le azioni quotate di Atlantia ) sia punito ecc., ecc. Il Vis-Conte ha parlato d’«avvio della procedura …» ma il giovinetto di Pomigliano d’Arco, Vice-Presidente del Consiglio, ha invece detto che «verrà ritirata» la concessione ad Atlantia non senza aver chiesto le dimissioni dei membri del Consiglio di Amministrazione, cosa che può avvenire, trattandosi di un soggetto privato, solo nella Repubblica Popolare Cinese o a Cuba.
A giudizio di chi scrive, l’informazione è fuorviante, in quanto è stata recepita come una certezza da parte del mercato che ha, infatti, venduto in modo massiccio i titoli della società in questione e quelli del comparto autostradale. Premesso che i politici che dovrebbero occuparsi del bene comune ignorano il mercato finanziario, che pure è uno dei motori dell’economia, e che questi annunci si fanno a mercati borsistici chiusi, nella smania di raggiungere l’effetto-annuncio ci si è ben guardati dal precisare che il ritiro avverrà alle condizioni previste dalla Convenzione stessa e a condizione che l’onere a carico dello Stato sia compatibile con l’interesse generale, cosa che avrebbe reso l’informazione meno generica e fuorviante. Infatti, in serata è stato corretto il tiro, e l’ottimo Toninelli, di professione Saint-Just, si è accorto che esiste anche la Magistratura che dovrà accertare i fatti e che, ove ricorrano i presupposti, la concessione verrà ritirata!
Il Presidente della Consob, minacciato di incompatibilità nella carica, per conflitti di interesse, dal Vis-Conte dimezzato, probabilmente sarà «in altre faccende affaccendato», ma gli uffici non dovrebbero porsi il quesito se dette informazioni siano corrette oppure fuorvianti ai sensi dell’articolo succitato?
Intanto il guaio è stato fatto, come con lo spread che continua a salire…, e questi dilettanti, oltre a non imbroccarne una, non fanno quel che servirebbe veramente al paese: porre in opera strategie di sviluppo invece di propalare sciocchezze e favorire l’odio sociale.





mercoledì 15 agosto 2018

IL PONTE CROLLATO E LA GRONDA

Rosa Elisa Giangoia

La responsabilità per il crollo del ponte Morandi a Genova è indubbiamente della politica, di tutti quelli che sono stati al governo negli ultimi 30 anni. Così almeno si evince dalle relazioni tecniche che hanno fatto sì che già vent’anni dopo l’inaugurazione del ponte si evidenziassero i suoi difetti strutturali e si cercasse di sopperire con continui monitoraggi e lavori di manutenzione, con costi enormi, che non sono serviti ad evitare l’odierna tragedia. La vera responsabilità è stata quella di non aver avuto il coraggio, per non creare disagi e svantaggi ai troppi utenti, di chiudere quel ponte e provvedere altrimenti allo scorrimento del traffico. Nel 2009 si sosteneva che il ponte Morandi dovesse essere abbattuto e si dovesse trovare una soluzione alternativa per la viabilità del Ponente genovese e l’architetto Calatrava già nel 2006 si era candidato per disegnare e realizzare un nuovo ponte in acciaio. Si calcolava che la demolizione avrebbe richiesto dagli 8 ai 12 mesi con evacuazione temporanea di alcuni palazzi. La soluzione doveva essere radicale e poi  era stata individuata nella famosa gronda di Ponente di cui a Genova si parla da 10 anni e che mai è stata attuata. A questo punto le cose si fanno più chiare. Perché il progetto della gronda è sempre rimasto in sospeso? Perché c’era chi lo contrastava con movimenti di tipo populistico delle cui voci e istanze si è appropriato il M5S a chiari fini elettorali e anche per scarsa competenza sull’aspetto tecnico della  questione.
La Gronda avrebbe rappresentato un’alternativa, almeno temporanea, per tutti i veicoli e una via di transito costante per alleggerire il passaggio dei veicoli su ponte Morandi, aumentati nei decenni in modo esponenziale. Ma la Gronda non si è fatta per non scontentare quei movimenti di opposizione, sempre più cavalcati dai 5stelle, fin da quando Grillo riteneva tale opera un inutile spreco di denaro e incitava a gran voce con il suo fare da istrione il pubblico, gridando “Dobbiamo fermarli con l’esercito!”.
Con i governi Renzi e Gentiloni sembrava che il progetto Gronda potesse andare in porto, tanto che i lavori pareva dovessero partire entro la fine di quest'anno, ma pochi giorni fa il ministro delle Infrastrutture, il grillino Danilo Toninelli, aveva inserito la Gronda tra le opere che sarebbero state sottoposte a «una revisione complessiva, che contempli anche l'abbandono del progetto». Sulla stessa identica linea anche il vicepremier Luigi Di Maio, che a un'autostrada proponeva l'alternativa di mezzi più ecologici, come i reciproci passaggi in auto: «Bisogna soprattutto investire sulla mobilità sostenibile, utilizzando i soldi della Gronda per potenziare il trasporto pubblico, per potenziare la mobilità condivisa, soprattutto quella elettrica, per permettere il trasporto dei passeggeri su ferro».
Prontamente ieri Toninelli ha smentito se stesso e ha cambiato posizione, dicendo a chi lo intervistava: «Chi pensa che il M5S sia contro le grandi opere si sbaglia di grosso, noi siamo contro quelle che sono una mangiatoia di soldi pubblici. Bisogna fare quelle utili, vogliamo impiegare le risorse prima di tutto per la manutenzione. Faremo nuove opere che siano alternative a quelle presenti che sono troppo vecchie». Il ministro delle Infrastrutture ha poi ribadito che la priorità del governo sarà quella della «manutenzione e messa in sicurezza di ponti e viadotti che sono stati costruiti negli anni 60».  Lui pensa che noi non ricordiamo…, ma ricordiamo anche altro. Ricordiamo che nel 2013 sul blog del Movimento comparivano le tesi di chi liquidava come pretestuose le segnalazioni sui problemi di stabilità del ponte Morandi: era un comunicato del comitato “No Gronda” leggibile fino a ieri pomeriggio, quando improvvisamente è stato rimosso dal blog. Ad osteggiare la gronda erano gli illustri esponenti del grillismo ligure, capeggiati da Alice Salvatore, che dall’alto della loro incompetenza tecnica bollavano come insostenibili le tesi di chi metteva in guardia sullo stato di pericolo del viadotto sul Polcevera. Ad essere presi di mira erano gli allarmi di chi, come l’allora Presidente di centro-sinistra della Provincia, Alessandro Repetto, sulla base di precise relazioni tecniche, denunciava l’instabilità del ponte, cosa che veniva indicata dagli avver
sari come un semplice pretesto per ribadire la necessità della gronda. Sulla questione il dibattito negli anni scorsi è stato serrato. Basta ricordare lo scontro tra Paolo Putti del M5S e l’allora presidente della Confindustria che nel 2012 disse: «Quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà, e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto no». A dire un imperioso no alla gronda era stato appunto Putti che aveva anche affermato che il modo di pensare degli avversari fosse «connaturato alle democrazie immature dove la prevalenza dei diritti forti di pochi, rispetto agli interessi collettivi, prevale agli interessi collettivi di molti». Purtroppo non si trattava di far prevalere gli interessi di pochi…, ma di salvare la vita di molti.
Purtroppo solo all’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, non risulta «che il ponte fosse pericoloso e che andasse chiuso», come ha affermato ieri in un’intervista. Questa dichiarazione può essere facilmente smentita dalle foto che circolano in rete dello stato del ponte una settimana fa che mostrano sfilacciamenti e danni all’infrastruttura. Ma già nel 2016 l’allora senatore di Scelta Civica Maurizio Rossi denunciava la pericolosità del ponte per cui si rendevano necessari interventi di manutenzione straordinaria. Ora pare chiaro che lavori di manutenzione non fossero sufficienti, in quanto il problema era strutturale e andava affrontato in modo radicale.
La vicenda di Genova, chiaramente una “tragedia annunciata”, diventa esemplare della negatività di quei “comitati del NO” che hanno prosperato in questi ultimi anni in Italia e hanno fatto da piedestallo elettorale al M5S, composti da malati di protagonismo che non capiscono che le priorità di un gruppo di persone non possono essere quelle di tutto il paese e soprattutto fanno prevalere le loro chimere sulla solidità tecnica e scientifica. È la linea pericolosa dell’incompetenza al potere che il M5S sta portando avanti, miseramente crollata di fronte a questa «immane tragedia» che dovrebbe almeno rappresentare un monito ed aprire gli occhi riguardo ad altre questioni, in primis quella dei vaccini.
Per questo Genova oggi non ha bisogno dell’invasione dei ministri, capeggiati dal presidente del consiglio Conte in tenuta da soccorritore, oggi Genova non deve diventare il palcoscenico di una campagna elettorale e nemmeno il luogo di additamento di colpevoli tanto per dare qualcuno in pasto all’opinione pubblica, come urla Salvini nella sua smania di protagonismo, ma piuttosto il luogo di riflessione sull’assunzione di responsabilità di chi si impegna in politica e sul giusto peso da dare alle acquisizioni della scienza e della tecnica da parte di tutti, dei politici, ma anche dei cittadini che non devono improvvisarsi tuttologi di fronte alla complessità del sapere attuale.

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Ciao professoressa, ho letto con interesse quello che hai scritto sul blog "Amicus Plato...".  In queste ore di tragedia ed ancor più leggendo il tuo  articolo, ho fatto molte riflessioni in qualità di cittadino ma anche di addetto ai lavori; le scrivo solo a te perché ho visto che in queste ore ogni parola suscita polemiche:
  1. Questo ponte è lo specchio di un paese decrepito, che non ha la forza la voglia e le risorse culturali per risollevarsi
  2. In molti hanno cavalcato il ronzino dell’ambientalismo, che tanto ha rovinato e rovina il paese. Questo è stato possibile grazie alla storica refrattarietà e diffidenza degli italiani verso il sapere scientifico e tecnologico. Certo oggi il M5S, capendo bene che siamo nell’era della rabbia e della paura, ha proficuamente cavalcato questo ronzino usando la voce virulenta, ma in passato altri schieramenti più “democratici” e “colloquiali” lo avevano fatto. A tal proposito ricordo che quando ero ragazzino si approfittò del disastro di Chernobyl per istituire un referendum contro l’energia nucleare, nella quale l’Italia era in posizione di avanguardia almeno in Europa: le sette sorelle se ne giovano tutt’ora.
  3. Questo ronzino è stato cavalcato anche nei confronti della cosiddetta “Gronda”, con l’istituzione ad esempio di un dibattito pubblico. Io mi domando: siamo sicuri che i dibattiti pubblici ed i comitati di quartiere siano luoghi di democrazia? Secondo me no, per il semplice fatto che non rappresentano la popolazione e nemmeno una sua media statistica: sono formati prevalentemente da pensionati passatisti ed egoisti che credono di avere più esperienza ed intelligenza degli altri, e che ovviamente non guardano verso il futuro e verso il nuovo.
  4. Si può sempre dire che la realizzazione della “Gronda” non avrebbe impedito il crollo di questi giorni. Io non so se è così (giova ricordare che un primo progetto già finanziato venne accantonato parecchi anni fa), ma di sicuro le stesse persone che negano l’indispensabilità della “Gronda” sono anche quelle che consideravano il ponte Morandi sicuro e sufficiente per lo smaltimento del traffico. Le grandi opere sono e saranno sempre inutili agli occhi di chi non le vuole fare o di chi non le capisce.
  5. Trovo che la diffidenza verso il costruire, verso la tecnologia, verso la scienza, sia un vero e proprio tabù culturale.
  6. Nel mio lavoro vivo spesso situazioni che mi fanno capire come il sapere tecnologico sia disprezzato: troppe volte ho sentito frasi del tipo “io non ho competenze, io la teoria non la conosco, però mi sembra che…”. Solitamente a questa frase fa seguito un’affermazione tecnicamente sbagliata. Questo accade perché usare il buon senso senza il supporto di una conoscenza specifica porta a cantonate incredibili. E’ ovvio che questi comportamenti accadono perché chi li mette in atto non percepisce la presenza o l’importanza di una conoscenza specifica da avere e da coltivare con anni di studi, professione ed aggiornamento.
  7. E’ paradossale vedere quante persone si cruccino per il fatto che i nostri giovani laureati siano costretti ad espatriare ed al tempo stesso vedere in quanti disprezzino o disconoscano il valore della conoscenza.
  8. Ho visto molta emotività, molto offerte di solidarietà, persone disposte a donare il sangue, anche se l’emergenza sanitaria è minoritaria rispetto a quella civile, trasportistica ed economica. Chiedendomi il perché di questa stranezza mi do una possibile risposta inquietante: in questo paese siamo capacissimi ad offrire carità ma non siamo capaci di rimboccarci le maniche e fare con ostinazione e coerenza le cose utili. Ed allora io temo che accada ciò che è accaduto per i più recenti terremoti: spenti i riflettori sono rimaste le macerie. Forse non andrà così, forse ora correrà ai ripari, così come si è corso ai ripari tardivamente per la sistemazione del torrente Bisagno.
Grazie per la pazienza
Enrico
 


martedì 14 agosto 2018

NON SIAMO RICATTABILI


Carlo Biancheri

Se voi suonerete le vostre trombe, 
noi suoneremo le nostre campane! 

Il vicepresidente del Consiglio, giovinetto di Pomigliano d’Arco, pluridecorato come Ministro, non teme i mercati finanziari che hanno già fatto sì che i titoli di Stato a dieci anni paghino un tasso d’interesse di oltre il 3 % con una differenza di circa 280 punti base rispetto al rendimento di analoghi titoli tedeschi e poco di meno in confronto a quelli francesi. Gli ignoranti – absit iniuria verbis- che non capiscono queste questioni, pur arrogandosi il diritto di sputare sentenze, non comprendono che la situazione è comparabile ad una corsa dove uno dei concorrenti, cioè noi, corra con una gamba ingessata in quanto con il debito pubblico che ha deve pagare un tasso d’interesse del 3% per rimanere in gara, mentre gli altri saltellano, pronti a scattare perché pagano zero o quasi.Questo è il primo regalo degli allocchi perché con il governo Gentiloni i punti erano poco superiori a 100.Il ragazzo crede che i mercati finanziari siano come il gioco delle tre carte e, secondo gli insegnamenti della setta, immagina, evidentemente, che ci sia sempre qualcosa sotto ogni attacco speculativo. Nel caso di Berlusconi le dimissioni  del governo, a suo avviso, furono dovute per salvare le aziende ma lui no, non ha aziende da salvare e quindi... hic manebimus optime. Si dà il caso che i flussi cioè i volumi siano da capogiro sul mercato all’ingrosso dei titoli di Stato e quindi non c’è il solito Soros che solingo, fosse anche con Goldman Sachs, possa spostare i  valori e il rendimento dei titoli; è il sentiment, cioè la fiducia del mercato che orienta gli investitori che stanno molto a sentire le agenzie di rating. Dispiace dirlo ma questo governo non piace: o presepe nun me piace, recitava il grande Eduardo. Il governo è confuso, contraddittorio, vuol fare qualcosa che stime prudenti valutano il costo a cento miliardi di Euro complessivi, anche se ripartiti in più anni e i soldi non ci sono e non soccorrono le missioni di Savona a Francoforte a spiegare la teoria che, tenuto conto degli attivi in essere delle famiglie italiane, possiamo andare in deficit perché una cosa è il debito pubblico, un’altra sono gli assets dei privati giacché non siamo ancora un regime socialista o fascio-socialista come quello di Salò. E perché mai gli investitori si dovrebbero fidare di questa gente che sta gestendo dossiers come la TAV, la Tap, l’ILVA, l'Alitalia come se si giocasse a tre sette? Forse il medico ha prescritto agli investitori internazionali di continuare a comprare i titoli italiani? Ma se sono gli italiani residenti a non credere a questo governo considerati i rilevanti flussi di capitali che hanno lasciato l’Italia da quando il cambiamento (in pejus) si è insediato! Se il ragazzo, invece dei due anni di frequenza della facoltà di ingegneria e i due di legge, si fosse dedicato un po’ all’economia forse capirebbe queste cose. Il sorrisetto costante risulta patologico e cominciano ad accorgersene i lavoratori coinvolti nei vari tavoli di crisi che sollecitano l’urgenza dell’operare: il manovratore della cosa pubblica (e non parliamo del Vis-conte dimezzato) sembra essere il cappellaio matto di Alice. Marguerite Yourcenar, nell’introduzione alle Memorie di Adriano, dice che non si sarebbe interessata così a questo imperatore se questi non si fosse tanto occupato di economia  che è la vita quotidiana della gente… Noi affidiamo la nostra vita quotidiana a chi sconsiglia i vaccini per i bambini in età scolare anzi inventa l’obbligo flessibile, a chi sostiene che la scienza debba stare sotto la politica… e via discorrendo…

domenica 12 agosto 2018

UN GOVERNO DI ANNUNCI: UNA LEGA DI INCOMPETENTI


Carlo Biancheri

Il governo del cambiamento, malgrado le dichiarazioni del Vis-conte dimezzato (...), si sta rivelando un misto tra una 'cumparsata' napoletana, il teatro dei pupi siciliani dove si grida a più non posso e un pezzo di Brighella intristito, appesantito. In una parola, una masnada di teatranti che fanno finta di governare (o sgovernare).
Tralasciamo le minacce del ragazzetto di Pomigliano d'Arco ai privilegiati, ai corrotti, ai parassiti, ai funzionari che verranno rimossi se non si adegueranno al nuovo corso, o da parte dell'altro a petto nudo, in mutande da mare, ai Rom (ha difeso la gentile signora  che ha fatto un certo annuncio razzista a TreNord da educanda ('ci avete rotto'... cosa?)-  ai migranti che hanno vissuto da noi una vera pacchia, come dimostrato dai recenti eventi  dei raccoglitori di pomodori che muoiono stipati in furgoncini come animali, tanto da non comprendere perché vogliano andarsene dall'Italia e partire verso il Nord.
Da tutto ciò traspare non diremo l'incultura, che ormai è un vezzo - fino a quando occorre un esperto vero per risolvere un problema serio... - ma la tracotanza del potere affidato a questi per 'allegria'... dagli allocchi che li hanno votati.
I primi provvedimenti come il c.d. decreto Dignità con la reintroduzione delle causali nel rinnovo dei contratti a termine, in un frangente critico come l'attuale, farà diminuire anziché aumentare l'occupazione; la minaccia periodica di far pagare 'tutto', specie alle multinazionali, in caso di delocalizzazione -per inciso, già è previsto dalla normativa in vigore- non porterà altro effetto che scoraggiare nuovi investimenti in Italia; sui vaccini stiamo assistendo a cosa significhi affidarsi a persone prive di equilibrio che inventano l' 'obbligo flessibile' che suona un po’... come le 'convergenze parallele' di altri tempi...; sulla giustizia si rivedrà tutto e 'certezza della pena' vuol dire, ormai, carcere, con buona pace di Beccaria, nonno dell'amato Manzoni, possibilmente a pane ed  acqua; in economia ci si aspetta, secondo il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, un attacco sui mercati finanziari a fine agosto  prossimo venturo:non basta quanto ci è già costato questo governo con l'aumento costante, dalla sua formazione, dello spread con i titoli tedeschi (il che  significa che paghiamo tutti noi di più per vendere i titoli pubblici, perché gli investitori non credono al governo), non basta il deflusso di capitali nazionali verso l'estero nel timore delle scelte di questi incapaci -più soldi fuori, meno investimenti in Italia...- dobbiamo prepararci nel caso di declassamento del paese da parte delle famose Agenzie di rating a far sì che la BCE non sia più abilitata a comprare i nostri titoli di debito. E chi se li comprerà? Risponde il Giorgetti della famosa Lega: noi siamo un grande paese e faremo fronte. Ah sì? E come? Magari come Erdogan che dinanzi alla perdita subitanea di oltre 10% della Lira turca ha chiesto ai turchi di vendere il loro oro e la loro valuta estera per comprare la valuta nazionale? E ha aggiunto: gli americani hanno i loro dollari ma noi abbiamo la nostra gente e Allah. Seguiremo anche noi il cammino, magari minacciando l'uscita dalla NATO per allearci con Putin con cui Salvini si trova benone? Forse, anche per gratitudine, come sta emergendo dai documenti  statunitensi in materia di aiuti a  5S e a Lega durante e dopo le ultime elezioni sui social media...La Lega, del resto, da partito nazionale, si sta spostando su posizioni marxiste. Infatti, sulle pensioni concorda con la setta del pugno chiuso (v.Presidente della Camera) al ricalcolo delle pensioni elevate (sono elevate perché lo stipendio era elevato e corrispondeva a responsabilità non comparabili con quelle esecutive: si vuole forse un salario uguale per tutti indipendentemente dalle mansioni svolte?) in modo retroattivo. Se un intervento di solidarietà temporaneo appare giustificato, come ha sentenziato la Corte Costituzionale, il togliere a qualcuno in modo arbitrario, infischiandosene della fiscalità generale, è proprio dei regimi marxisti totalitari perché lede il principio di affidamento, distrutto il quale può, come nei periodi rivoluzionari, venir meno la certezza del diritto che  farà sì che anche un appalto potrebbe venir ridiscusso se non convienepiù: altro che risoluzione del contratto per eccessiva onerosità!
Atteso che si tratta di una sceneggiata, le parole hanno effetto per i gonzi..., vi ricordate i seicentomila emigranti economici che il Salvini aveva promesso di far partire entro due settimane? E il viaggio in Niger? E gli accordi con i paesi africani di transito?
E le grandi opere? Ci avete capito qualcosa? Il ragazzetto, spaventato per non saper a che santo votarsi per l'ILVA, se otterrà qualche quisquilia in più da Arcelor Mittal griderà al trionfo: jamme, jamme, jamme, jamme, jà! E l'Alitalia che deve rimanere un vettore nazionale e quindi ci vogliono capitani coraggiosi (ancora una volta?) o lo Stato...: d'accordo, ma se la compagnia perde ancora... che succede, chi paga? Pantalone? E così lo Stato tornerà a fare i panettoni come con la Motta?
Il dramma consiste in questo: quando la gente, dopo la sbornia, si sveglierà sarà probabilmente tardi.


venerdì 3 agosto 2018

UN GOVERNO FASCIO-COMUNISTA?

Carlo Biancheri

L'arroganza del Ministro dell'interno,vice-presidente del Consiglio di un governo accozzaglia che i votanti non avevano scelto perché  il centrodestra aveva un altro programma politico,tradito dal Salvini, indica che con questa maggioranza che ripete come un mantra  di essere espressione della volontà  popolare, trascurando, ovviamente, l'alta percentuale di non votanti, si vogliano scassare le istituzioni come fece il fascismo che all'inizio finse di rispettare il Parlamento per poi sopprimerlo. Il giovincello di Pomigliano d'Arco aveva minacciato di denunciare il Presidente della Repubblica per alto tradimento ed attentato alla Costituzione... in quanto non nominava un ministro a lui gradito ed i suoi compari giustizieri non perdono occasione per ribadire che i 'cittadini' vogliono questo o quello e cioè quel che dicono loro. La repubblica italiana, secondo la Costituzione, è fondata sul lavoro ma non è una repubblica socialista e quindi non abbiamo ben capito perché  la terza carica dello Stato abbia salutato i milita ri che sfilavano il 2 giugno col pugno chiuso, come se fossimo a Cuba,in Venezuela o in Bolivia. Sono simboli ma significativi di una violenza strisciante e di una prepotenza  che  si manifesta nei primissimi sciagurati provvedimenti di questo esecutivo che rischia di trascinare il paese in una situazione ben più grave dell'attuale. Lo dimostra, da ultimo, la vicenda della nomina di un putinista, anti-Euro a presidente Rai- servizio pubblico...- un tale che si esprime come un trozkista... del Canton Ticino...La bocciatura   della nomina in Commissione parlamentare vigilanza  non impedisce al Ministro di imporre -come Mussolini che cita volentieri - che il Foa rimanga in Rai e 'coordini'... il Consiglio come consigliere anziano,ruolo inesistente: questo è il rispetto delle regole nella forma e nella sostanza... Con la furbizia da avventore del bar Sport accusa Forza Italia di allearsi col Pd in quanto non vuole il 'nuovo', cioè la mancanza di regole e la  prevaricazione, e di opporsi al taglio dei vitalizi,quasi certamente incostituzionale ma popolare tra chi cova l'odio sociale. Continua una forsennata campagna elettorale, anche perché il governo di incapaci non ha alcuna idea sulla politica industriale affidata ad un ragazzetto che ha lavorato come steward e ha frequentato due anni di ingegneria e due di legge... Il paese va alla malora? Non importa loro hanno la missione di scardinare la UE, come vuole Putin, di superare la democrazia rappresentativa con la 'volontà popolare' teorizzata da Rousseau, finito pazzo. Lo spread cresce e non si può più dire che è  una manovra degli speculatori perché  gli investitori esteri che detengono il 30% del nostro enorme debito si stanno chiedendo che affidabilità abbia un paese che ridiscute in continuazione grandi opere già avviate senza motivi plausibili, tranne le castronerie del Toninelli che sbaglia i numeri. In Agosto, si vedrà se all'estero ricompreranno gli importi dei titoli pubblici che scadranno entro l'anno. Se non li ricomprassero, come hanno dimostrato  Alesina e Giavazzi,non resterebbe che espropriare gli italiani che hanno risparmi in titoli (esteri) e ciò comporterebbe anche l'uscita dal mercato unico europeo che si fonda sulla libertà  di movimento dei capitali, una delle libertà previste dai Trattati, e, probabilmente, dall'Euro, cioè esattamente  quel che  desidera Putin, della cui linea politica il Salvini è fedele esecutore,contro i nostri interessi nazionali. Il decreto privo di dignità  significherà  aumento dei disoccupati nella congiuntura economica che è in convalescenza (...) perché  le imprese, specie le piccole, non potranno sostenere un irrigidimento dei costi che comporti maggiori oneri; la contrazione del trend degli occupati a giugno, rilevata dall' ISTAT, è in parte dovuta alla sfiducia degli investitori nei confronti di un governo  che indica priorità di azione politica senza le risorse.
Comincia a delinearsi il metodo, per quanto disordinato e contraddittorio di questa gente: pretendono di rappresentare il popolo senza mediazioni, svuotando i corpi intermedi e pesi e contrappesi colpendo dove conviene tatticamente e simbolicamente.
Un governo di propaganda non tanto per quei giovani che appaiono dei cerebrolesi  in tv mentre recitano la poesia del governo migliore del mondo che farà  il bene dei cittadini contro i cattivi e i disonesti che hanno sin qui governato ma perché accusa alcune categorie  sociali di essere parassiti, privilegiati e corrotti, come si fà nei regimi dittatoriali che si basano sul manicheismo: tutto il bene da una parte e tutto il male dall'altra. Nel contempo,si colpiscono le istituzioni indipendenti che non sono cinghie di trasmissione del potere-ora la Consob, prima il Governatore/Presidente di Banca d'Italia-poi si minacciano di licenziamento i burocrati non allineati: i prodromi di un governo 'popolare',con venature razziste.
I veneti si lamentano per i provvedimenti che non li favoriscono? Si consiglia di pensare prima di votare per non fare la fine di Calandrino e cioè quella degli allocchi.