Carlo Biancheri
Siamo
nell’era delle conseguenze o meglio del non senso a causa di decenni vissuti in
‘allegria’.
Se apriamo
la televisione vediamo ad ogni ora dei conduttori, non pochi semi-ebeti,
che con fare sereno ci informano delle ultime sciocchezze del Di Maio o del
Salvini, nonché dei gloriosi destini dell’ istituendo governo le cui trattative
sono complesse ma, essendo la ‘dialettica’ la chiave della realtà (per loro si
intende…), i conduttori sono beatamente certi che approderanno a qualcosa e
quel qualcosa è il nuovo, positivo per forza, perché è la Storia la maieutica
del reale, è il suo ‘farsi’…
Sempre sui media,
sentiamo i seguaci del comico pregiudicato, quello che bestemmia e poi si
scusa, ripetere come delle macchinette: «noi siamo il partito più votato dai
cittadini e sarebbe un tradimento del voto popolare se non venisse affidato
l’incarico di governo al nostro candidato…» Anni fa, molti anni fa, esistevano
dei pupazzetti caricati a molla nella schiena che ripetevano sempre gli stessi
gesti e questi giovani dell’era digitale li ricordano da vicino: anche loro
sono eterodiretti.
Nell’interpretazione
dei commentatori la politica si esaurisce in tattica; il Pd ripete inutilmente
che vuol parlare di contenuti: fin de non recevoir si dice in francese e
che si potrebbe tradurre con ‘non recepito’. Il Pd lascia fare un governo al Di
Maio e a quel Salvini? Non sia mai, dicono molti pseudoSoloni, deve
partecipare, fare cioè il donatore di sangue di professione. E per quali
contenuti? E vediamoli questi contenuti.
Il reddito
di cittadinanza, anzi non più il reddito di cittadinanza, ma un ‘sussidio
temporaneo in attesa di trovare un lavoro’, sic l’intellettuale Salvini, ma il
lavoro produttivo non c’è in quelle parti del territorio nazionale dove
lo Stato comanda di meno delle cosche e dove la legge prima è quella delle
relazioni… Si lavora in perdita?
Gli
economisti seri - e non quelli che provengono da posti esotici (…)- si
affannano a ripetere che con le cifre non ci siamo, in particolare con
l’abolizione /ora … trasformazione della legge Fornero, se non
imponendo un bagno di sangue ed abolendo tutte le agevolazioni fiscali in
essere (quelle relative all’edilizia, al risparmio energetico, all’acquisto di
mobili, i famosi 80 Euro… ecc.,ecc.), specie se combinata con la flat tax,
cioè una o più aliquote uguali per tutti. Un vento di
giustizialismo simbolico –in quanto residuale negli effetti economici ma
devastante nei principi- si abbatte nelle dichiarazioni degli interpreti della
volontà generale. Il neopresidente della Camera ha annunciato una sorta di
programma di governo mediante il quale intende favorire il percorso delle
leggi di iniziativa popolare, abolire i privilegi, ecc., ignorando che il suo
ruolo consiste invece nell’assicurare il funzionamento ed il corretto dibattito
del ramo del Parlamento da lui presieduto e non altro. Abolire i privilegi
significa sopprimere i vitalizi dei parlamentari adottando il sistema
contributivo - salario in base ai contributi versati- ma… qui casca l’asino,
giacché il sistema contributivo è stato adottato nel ’94, che fare del periodo
precedente? Come computarlo? Lo stesso criterio dovrebbe valere per le
pensioni?
La
retroattività dei giustizieri corrisponde a quei periodi della Storia che nella
rivoluzione francese chiamiamo ‘il Terrore’ o nella rivoluzione
bolscevica l’impronta leninista; la Corte Costituzionale si è già
espressa sul punto riconoscendo che i diritti acquisiti corrispondono ad aspettative
della persona e che non possono esser cancellati con un tratto di penna
sull’altare della volontà generale; diverso è legiferare per il futuro.
Già la
volontà generale. Chi l’ha inventata? Lo svizzero Rousseau, morto evitato da
tutti (o quasi) e riportato in auge da Robespierre, naturalmente…; già
calvinista poi cattolico, poi di nuovo calvinista e poi deista, era affetto,
come Kant del resto, da paranoia sembra in ragione della porfiria o di una
malattia venerea; Voltaire scrive di lui che era diventato pazzo. Avrebbe avuto
cinque figli dalla lavandaia Thérèse Levasseur, tutti affidati ad
orfanotrofi… Era profondamente convinto che l’uomo nascesse buono e che la
società fosse la fonte della corruzione, della prepotenza, dell’apparenza a
scapito della realtà e che la proprietà fosse un arbitrio, un sopruso. Il
popolo è sovrano e può esser soggetto solo a sé stesso, non a magistrati e
tanto meno al diritto divino. La volontà popolare che assicura che ad ogni
individuo venga attribuito quel che gli spetta ed il soddisfacimento dei
bisogni non può essere delegata alla rappresentanza… Suona familiare tutto ciò?
Ricordate i partiti moribondi e l’espressione della volontà popolare tramite un
click magari di mille persone? Casaleggio docet…
Chi
interpreta la volontà popolare? Il guru/garante (di che?)? Chi decide che vada
introdotto in Costituzione il vincolo di mandato?
Mentre noi
ci concentriamo in queste… gravi questioni, a fine giugno a
Bruxelles ci sarà un Consiglio europeo in cui si discuterà dell’avvenire
dell’Euro e delle sue regole, del Ministro dell’Economia europeo, dei confini
esterni alla UE e di una sorta di Fondo monetario internazionale europeo…
scusate se è poco! Ne risulterà la traccia di un avvenire per la futura
generazione nel quadro internazionale dove la Cina, gli USA, l’India, la Russia
(politicamente) sono i nuovi protagonisti.
Manderemo
Salvini o Di Maio a discutere? Successivamente faremo una missione a Tirana per
allearci con l’Albania se ci vuole…