martedì 3 aprile 2018

LA VOLONTA' GENERALE NEL SISTEMA ROUSSEAU



Carlo Biancheri

Siamo nell’era delle conseguenze o meglio del non senso a causa di decenni vissuti in ‘allegria’.
Se apriamo la televisione  vediamo ad ogni ora dei conduttori, non pochi semi-ebeti, che con fare sereno ci informano delle ultime sciocchezze del Di Maio o del Salvini, nonché dei gloriosi destini dell’ istituendo governo le cui trattative sono complesse ma, essendo la ‘dialettica’ la chiave della realtà (per loro si intende…), i conduttori sono beatamente certi che approderanno a qualcosa e quel qualcosa è il nuovo, positivo per forza, perché è la Storia la maieutica del reale, è il suo ‘farsi’…
Sempre sui media, sentiamo i seguaci del comico pregiudicato, quello che bestemmia e poi si scusa, ripetere come delle macchinette: «noi siamo il partito più votato dai cittadini e sarebbe un tradimento del voto popolare se non venisse affidato l’incarico di governo al nostro candidato…» Anni fa, molti anni fa, esistevano dei pupazzetti caricati a molla nella schiena che ripetevano sempre gli stessi gesti e questi giovani dell’era digitale li ricordano da vicino: anche loro sono eterodiretti.
Nell’interpretazione dei commentatori la politica si esaurisce in tattica; il Pd ripete inutilmente che vuol parlare di contenuti: fin de non recevoir si dice in francese e che si potrebbe tradurre con ‘non recepito’. Il Pd lascia fare un governo al Di Maio  e a quel Salvini? Non sia mai, dicono molti pseudoSoloni, deve partecipare, fare cioè il donatore di sangue di professione. E per quali contenuti? E vediamoli questi contenuti.
Il reddito di cittadinanza, anzi non più il reddito di cittadinanza, ma un ‘sussidio temporaneo in attesa di trovare un lavoro’, sic l’intellettuale Salvini, ma il lavoro produttivo  non c’è in quelle parti del territorio nazionale dove lo Stato comanda di meno delle cosche e dove la legge prima è quella delle relazioni… Si lavora in perdita?
Gli economisti seri - e non quelli che provengono da posti esotici (…)- si affannano a ripetere che con le cifre non ci siamo, in particolare con l’abolizione /ora … trasformazione  della legge Fornero, se non imponendo  un bagno di sangue ed abolendo tutte le agevolazioni fiscali in essere (quelle relative all’edilizia, al risparmio energetico, all’acquisto di mobili, i famosi 80 Euro… ecc.,ecc.), specie se combinata con la flat tax, cioè una o più aliquote uguali per tutti. Un vento di  giustizialismo simbolico –in quanto residuale negli effetti economici ma devastante nei principi- si abbatte nelle dichiarazioni degli interpreti della volontà generale. Il neopresidente della Camera ha annunciato una sorta di programma di governo mediante il quale  intende favorire il percorso delle leggi di iniziativa popolare, abolire i privilegi, ecc., ignorando che il suo ruolo consiste invece nell’assicurare il funzionamento ed il corretto dibattito del ramo del Parlamento da lui presieduto e non altro. Abolire i privilegi significa sopprimere i vitalizi dei parlamentari  adottando il sistema contributivo - salario in base ai contributi versati- ma… qui casca l’asino, giacché il sistema contributivo è stato adottato nel ’94, che fare del periodo precedente? Come computarlo? Lo stesso criterio dovrebbe valere per le pensioni?
La retroattività dei giustizieri corrisponde a quei periodi della Storia che nella rivoluzione francese chiamiamo ‘il Terrore’ o nella rivoluzione bolscevica  l’impronta leninista; la Corte Costituzionale si è già espressa sul punto riconoscendo che i diritti acquisiti corrispondono ad aspettative della persona e che non possono esser cancellati con un tratto di penna sull’altare della volontà generale; diverso è legiferare per il futuro.
Già la volontà generale. Chi l’ha inventata? Lo svizzero Rousseau, morto evitato da tutti (o quasi) e riportato in auge da Robespierre, naturalmente…; già calvinista poi cattolico, poi di nuovo calvinista e poi deista, era affetto, come Kant del resto, da paranoia sembra in ragione della porfiria o di una malattia venerea; Voltaire scrive di lui che era diventato pazzo. Avrebbe avuto cinque figli dalla lavandaia Thérèse Levasseur,  tutti affidati ad orfanotrofi… Era profondamente convinto che l’uomo nascesse buono e che la società fosse la fonte della corruzione, della prepotenza, dell’apparenza a scapito della realtà e che la proprietà fosse un arbitrio, un sopruso. Il popolo è sovrano e può esser soggetto solo a sé stesso, non a magistrati e tanto meno al diritto divino. La volontà popolare che assicura che ad ogni individuo venga attribuito quel che gli spetta ed il soddisfacimento dei bisogni non può essere delegata alla rappresentanza… Suona familiare tutto ciò? Ricordate i partiti moribondi e l’espressione della volontà popolare tramite un click magari di mille persone? Casaleggio docet…
Chi interpreta la volontà popolare? Il guru/garante (di che?)? Chi decide che vada introdotto in Costituzione il vincolo di mandato?
Mentre noi ci  concentriamo in queste… gravi questioni, a fine giugno  a Bruxelles ci sarà un Consiglio europeo in cui si discuterà dell’avvenire dell’Euro e delle sue regole, del Ministro dell’Economia europeo, dei confini esterni alla UE e di una sorta di Fondo monetario internazionale europeo… scusate se è poco! Ne risulterà la traccia di un avvenire per la futura generazione nel quadro internazionale dove la Cina, gli USA, l’India, la Russia (politicamente) sono i nuovi protagonisti.
Manderemo Salvini o Di Maio a discutere? Successivamente faremo una missione a Tirana per allearci con l’Albania se ci vuole…