Ora nel "bar sport" c'è entrato anche il papa Francesco che ha messo in piazza tutti i gossip del Vaticano con le manovre contro di lui. Ma si è mai sentito un papa che voli così basso? Abbiamo capito: il Vaticano è in predaa una lotta tra bande!
Eugenio Belmonte
Forse c'è da ampliare la visione e cercare di verificare in che cosa crede la Chiesa oggi.
C'è fede nella Chiesa o prevale l'istituzione fine a sé stessa e lo stuolo di funzionari chierici in carriera? Questo papa sembra un tipico prodotto gesuitico: vuole conquistare il mondo con i mezzi del mondo, cioè piacere al mondo. Basta leggere le Lettres provinciales di Pascal, quello che Scalfari, amico di Bergoglio, vuole santificare (!), per accorgersi che aveva capito molto bene la logica pastorale: i gesuiti vengono descritti come relativisti o quasi pelagiani cioè, col loro volontarismo e con l'ansia del risultato da ottenere a qualsiasi costo, appaiono credere che l'uomo di salvi senza l'aiuto della Grazia...: in pratica, un approccio immanentista. E lo aveva capito benissimo anche Dostoevskij nella Leggenda del Grande Inquisitore ne I Karamazov, proprio quella che, curiosamente, il papa ha citato di recente come esempio da seguire, omettendo di dire che il cardinale che rinfaccia a Cristo di essere tornato nel mondo è un gesuita! Manca l'umiltà -non basta l'obbedienza- e infatti san Filippo Neri, amico di Ignazio, gesuita non lo divenne mai e raccomandava ai suoi: 'guardatevi dalle omelie parisine', cioè con mille citazioni universitarie... quelle, appunto, dei gesuiti del tempo.
Pascal nelle Lettres succitate scriveva che i gesuiti consideravano la gente così corrotta da dover proporre una etica minima, relativa (il bene possibile? v. Amoris Laetitia...) e per questo quel che è proibito 'al di qua di un fiume, è consentito dall'altra parte' (il papa più volte ha auspicato che le Conferenze episcopali decidano in autonomia anche su questioni che hanno una portata generale...).
La cultura proveniente dalla 'fine del mondo' di cui è tributario l'attuale papa, su certi temi è pasticciata: così cita nelle sue encicliche Teilhard, un evoluzionista, già condannato dalla Chiesa e seguace di una teoria ottocentesca considerata dogma ed insegnata come plausibile nelle scuole: discendiamo dalla scimmia, manca un anello... ma non importa..., e, soprattutto, il pensiero teilhardiano confonde i piani: progresso umano e salvezza cristiana.
Il papa ha dichiarato che in teologia san Tommaso va bene ma non comprende che il tomismo è come un grande dormitorio pubblico dove la gente entra ed esce ad ogni ora: ti addormenti vicino a san Tommaso e ti svegli la mattina con Hegel accanto. Bontadini alla Cattolica docet...
Nella Chiesa di oggi si pensa che il progresso storico sia, comunque, positivo ma anche i nazisti la pensavano così, come la Chiesa nazionale tedesca, quella protestante (di Bonhoeffer ce n'era uno...), che vedeva nel nazismo la religiosità moderna...
San Carlo Borromeo fu l'ideatore dei seminari poi istituiti dal Concilio di Trento perché i preti della sua diocesi li trovava nelle bettole, la sera... e non c'era formazione né selezione: si diventava preti dopo un paio d'anni..., tuttavia l'insegnamento dei seminari attuali è pessimo, salvo eccezioni. Non che tutti i preti debbano essere degli intellettuali ma per capire problemi complessi occorre che la teologia si fondi su una filosofia corretta, come insegna Maritain, altrimenti sbanda e la fede si riduce ad affettività, ad esperienza, a psicologismo, diffusissimo oggi.
E allora la seconda venuta di Cristo in che consiste? Si recita nel Credo ma chi lo aspetta ed agisce di conseguenza nella Chiesa?
Responsabile quindi non è solo il papa ma soprattutto tutti coloro che lo hanno eletto e chi pedissequamente segue la linea in modo burocratico: si pensi alle banali preghiere cosiddette dei fedeli nella liturgia domenicale, preparate non si sa da chi e che propugnano giustizia sociale, assistenza ai governanti, tutela del creato... insomma un servilismo che non ha nulla a che fare con la preghiera.
Altro che chi vuol essere primo sia l'ultimo!
Comunque, come insegna san Giacomo, la cartina di tornasole della fede sono le opere..., con buona pace di Lutero.
Carlo Biancheri