venerdì 22 febbraio 2013

LETTERA

C'e' un aspetto che non è stato molto approfondito nella candidatura di Antonio Ingroia alla guida di Rivoluzione Civile.
Sta nella sua partecipazione al pool di magistrati che ha indagato sulla trattativa stato - mafia.
Molti a sinistra, nella convinzione che il capitalismo sia tutto marcio allo stesso modo, non sono stati in grado di comprendere il salto di qualità che c'è stato nel nostro paese con l'avvento della seconda repubblica.  Essa nasce attorno al 1994 con la definizione dei nuovi rapporti tra la criminalità organizzata - gruppi imprenditoriali e settori emergenti della politica.
Consiglio di leggere il libro 1994 del giornalista di "Famiglia Cristiana" Luciano Scalettari.
Descrive 6 anni, dal 1988 al 1994. Quattro storie. Quattro misteri tra la Prima e la Seconda repubblica. Il delitto Rostagno (1988), la tragedia del traghetto Moby Prince (1991), gli omicidi dell’ufficiale del Sismi Vincenzo Li Causi (1993) e dei reporter Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (1994). E nello stesso tempo la nascita di una importante forza politica.
Stesso tritolo, stessi detonatori, stessi faccendieri, stessi traffici di armi.
E, nello stesso tempo, il via libera alle Grandi Opere (che non si fanno, ma che distribuiscono tangenti), attacco alla democrazia nel paese e nei luoghi di lavoro. Attacco ai diritti, precarieta', meno tasse per i ricchi e più per i poveri, smantellamento del welfare.
Tutte cose intimamente connesse, aggrovigliate in un filo: si tira uno ma il gomitolo si incasina sempre piu' (solo tirando tutti i fili insieme si riesce a dipanarlo).
Pur con tutti i limiti del caso, Rivoluzione Civile candidando Ingroia affronta (purtroppo non di petto) questi nodi.
Se fallirà non sara' solo la sinistra a sparire dal paese definitivamente (scomponendosi in rivoli insignificanti e rancorosi), ma anche la possibilità di un'alternativa al liberismo e alla ferocia del capitale.

Antonio Bruno

RISPOSTA

Tutto vero, ma non penserà che Ingroia abbia una proposta complessiva di governo di un'economia complessa aperta al mondo internazionale! C'è nella sinistra una storica, una totale mancanza di consapevolezza che lo Stato non è buono in sé e che invece può trasformarsi in un terribile centro di potere burocratico che non risponde ad alcuno.Non è un gran progresso se il capitale passa dalle mani di pochi privati a quelle di pochi di pochi politici... Basta girare per i Paesi dell'Est in Europa per capire questo. D'altra parte molti italiani non vogliono accettare la realtà, ma continuare a sognare che sia con l'imbonitore che promette le solite balle dopo averci portati a questo punto o col Grillo che non ha soluzione di continuità tra il sogno e il reale (il governo della gente comune, le banche cattive, i politici corrotti: :roba da eterni adolescenti, Dario Fo docet...). Eppure tutti dietro alle soluzioni facili... Ah serva Italia... (...delle sue pulsioni e mistificazioni...).
Carlo Biancheri