E così Danièle Nouy, che non ha mai
messo un piede in una vera banca in vita sua, ma che le conosce per lunga
esperienza di ‘controllore’, cioè di uno che per necessità di cose studia
un ‘modello’, ma non sa minimamente come si faccia un fatturato e quali
rischi debba veramente fronteggiare chi concede un credito, l’ha fatta bella.
M.me Nouy, per chi non lo sapesse,
come capo della vigilanza (Supervisory Council) alla BCE, è responsabile di aver
provocato la perdita in un giorno del 21% del valore delle azioni di Mps e poco
di meno per la Banca Carige.
La decisa Sig.ra Nouy, della stessa
statura di Napoleone, poco incline all’ascolto, ma dedita invece ad
attaccare con sufficienza chi non si unisca alle sue valutazioni, assai
spesso bislacche, come emergeva nei lunghi anni delle sue frequentazioni del
Comitato di Basilea dove sono stati disegnati i principi bancari
internazionali, sotto pressione degli americani, principi che poi, a casa loro,
gli americani stessi non applicavano… ha sottoposto agli stress tests le banche europee di rilievo internazionale.
Lo scenario disegnato dalla Nouy,
insieme agli scienziati dell’EBA, l’Autorità europea di vigilanza bancaria, presieduta
da un italiano… che di guasti all’Italia ne ha provocati abbastanza (vi
ricordate della rischiosità dei titoli di Stato italiani, comparati a quelli di
altri Stati membri, detenuti in portafoglio dalle banche italiane in
piena crisi…?) prevede, come ha spiegato molto bene il professor Quadrio
Curzio, uno scenario fasullo e che cioè il Pil italiano da qui alla fine
dell’anno si contragga ancora e che l’anno prossimo perda 1,6% il che, essendo
l’Italia, in percentuale, il 17% del Pil della zona Euro, significherebbe una
catastrofe monetaria. Ma la Sig.ra Nouy ama il noir, le catastrofi, ma solo per
alcuni Stati membri non per altri...
Sia chiaro, i nostri venticinque
lettori sanno benissimo che non facciamo che denunciare la pessima condizione
in cui si trova il nostro Paese, aggredito dalla malavita organizzata e dai
populisti da osteria e governato, generalmente, da incompetenti, nella migliore
delle ipotesi... per tacere dei senesi che per decenni hanno considerato
la banca una mucca da mungere ogni giorno, con progetti ambiziosissimi come il
loro Duomo rimasto incompiuto…o dei genovesi che hanno consegnato la Cassa di Risparmio,
con la benedizione del vescovo ad un personaggio (amico dei massoni?)
arrestato… Tuttavia, non sopportiamo la prepotenza come quella di aver
trascurato che ci sono fior di banche, al di là delle Alpi, piene di crediti
incagliati o inesigibili o di derivati OTC, tailored made, cioè su misura… su cui, M.me la
Commissaire, sarebbe il caso di fare qualche riflessione… giacché la crisi è
stata provocata proprio dalla mancanza di regole come volevano i Bolkenstein, i
McCreevy e persino la Bonino, come Commissario e come Ministro per le politiche
comunitarie… (self-regulation a gogo, vero? Cioè il controllo lo
dovevano fare gli stessi membri della cricca… e si sono visti i risultati col
fallimento dell’intero sistema bancario inglese, irlandese e di grossissime
banche statunitensi…) su strumenti finanziari, carta straccia, che
finivano nei portafogli dei piccoli risparmiatori per il tramite delle gestioni
individuali o collettive, nell’ignavia dei ‘vigilantes’. Approfittando
dell’analisi tardiva delle cause della crisi si disegnano ora per verificare la
‘resilience’ delle banche scenari apocalittici – perché non prevedere
come ‘stress test’ lo scoppio di una guerra mondiale o il lancio di
bombe atomiche… - che guarda un po’… «fanno cadere i colpi all’ingiù», come
diceva l’amato Manzoni. È vero che se fallisce una banca dei Laender tedeschi
non succede una catastrofe, ma se falliscono tante, tutte insieme? Non sono la
cinghia di trasmissione del potere locale dei partiti? Non finanziano
soggetti che non rimborseranno mai il credito? Chi siede nei Consigli di
sorveglianza di queste Sparkassen? Uhm…M.me Nouy, lei ci ricorda le
terribili emicranie di M.me Verdurin ne La Recherche…
Peraltro, la Sig.ra è sostenuta da
quinte colonne e cioè da quegli italiani, da tempo all’estero, che
sembrano aver rinunciato ad identificarsi , vergognandosene, con i
problemi del Paese di appartenenza: loro sono ormai europei e quindi parlano
con distacco di noi, infischiandosi delle conseguenze di certe ipotesi da
fumetto del tipo Archimede pitagorico. Anzi, sembra che questi scenari siano
applicati dalla Fed e dalla Banca Nazionale del Canada. Ma negli USA la
vigilanza bancaria quotidiana non la fa soprattutto il Comptroller of the
Currency? La Fed non si occupa principalmente di politica monetaria o di
scenari macroeconomici?
E ancora, a che cosa serve a
proteggere dai rischi d’insolvenza un 8% di tier 1 se in un giorno una
banca perde il 20% del valore delle proprie azioni? Cultura della ‘stabilità’
come la pensava Paperon de’ Paperoni quando si tuffava nella piscina di monete
d’oro: ricordate? E’ il vizio di mentalità dei banchieri centrali: più capitale
che si beve in un giorno di mercato aperto…
Demagogia ed obbedienza ad
appartenenze, a parole d’ordine diffuse in confraternite demenziali che
continuano a far danni, elaborando teorie e regolamentazioni insensate ed
inefficaci, attente solo a non calpestare gli interessi del più forte… Che
bella solidarietà europea!
Allora hanno ragione gli anti-euro o
certe giovani signore della nostra politica che attaccano da ‘impunite ‘come si
dice a Roma?
Ma niente affatto: invece di
scegliere la ‘via stretta’ che consiste nel combattere in Europa con tecnici
capaci e in grado di difendere, come fanno gli altri del resto, l’interesse
nazionale, si fa il pianterello lamentando che all’estero non ci stimano
.Di chi è la colpa, dopo venti anni di cene eleganti, di economisti di bassa
statura accademica, come diceva un ex Presidente del Consiglio? E’ una corsa in
salita, ma non c’è alternativa, anche per svelare che il ‘re è nudo’ : non è il
caso di applicarlo a M.me Nouy…sia chiaro!