Risposta di Carlo Biancheri a Michele Angelini
Egregio
Signore,
lei vola basso. Noi non siamo gli agit
prop dei Monsignori ma sosteniamo una visione del mondo, una fede.
Degli imbrogli dei vescovi infedeli o
simoniaci poco ci cale… «Verrà un giorno…» scriveva l’amato Manzoni… e quello
attendiamo.
Ciò premesso lei m’invita a reagire sulle
banche popolari oggetto di salvataggio.
La questione è complessa e, a sentire
il profluvio di sciocchezze propalate dai politici demagoghi ed incolti e anche
dall’attor giovine, nonché dai giornalisti che conoscono le cose per sentito
dire e che vivono, nel migliore dei casi…, sulla leggerezza dell’Essere…, c’è
da disperare sulle sorti di questo paese perché non si riesce o non si vuole
approfondire l’argomento: si fà solo polemica strumentale.
Innanzitutto queste Banche popolari hanno
abbandonato da molti anni la loro funzione originaria e cioè quella di
raccogliere il risparmio localmente per sovvenire ai bisogni dei piccoli
imprenditori della zona o delle famiglie o, in generale, per finalità sociali. Erano
banche della finanza bianca che si opponeva allo strapotere di quella massonica
che governava le grandi banche, come, ad esempio, il Credito italiano, nato
da capitali dei massoni tedeschi, o la Banca Commerciale Italiana di chiara
fede laicista, diciamo così…
Si cercava di incentivare l’azionariato col
voto capitario che invogliava alla partecipazione ed al controllo di gestione
dal basso… ma la società cambiava e questi istituti divennero presto preda dei
cacciatori di deleghe, dei dipendenti, dei sindacati e di avventurieri
come si vide all’epoca della caduta del Governatore Fazio, poi assolto.
In Veneto hanno fatto da sostegno alla
politica locale e ci appaiono risibili le dichiarazioni dello Zaia sul tessuto
sano del sistema in regione. Uno Zonin chi lo conosceva? Le stesse mammolette
che oggi chiedono la testa della improvvida Boschi per via del padre (il
salvataggio, cari adepti del pianeta Gaia, non c’entra un fico secco. Preferivate
il fallimento? Fateci capire o meglio cercate di capire voi…)?
Banche affidate ad avventurieri, loro sì in
conflitto d’interesse, e diremmo anche distrattori degli assets della banca.
Il comportamento di questi soggetti e di
molti loro clienti ricorda molto quello dei magliari. Ci sono vittime innocenti,
certo, che hanno comprato prodotti ad alto rischio, in deroga al profilo di
rischio previsto dalla normativa Mifid. Ma… quando uno si compra una macchina
raccoglie centomila informazioni e ci pensa e ripensa prima di scegliere, mentre
qui molti sono andati dall’oste a chiedere: scusi il suo vino è buono? Non si
sono minimamente preoccupati perché l’investimento rendesse almeno
quattro punti in più dei BOT… Ci sarà un rischio o no? E i prospetti della
Consob non avevano un caveat bello chiaro che diceva (in neretto?): chi
compra questi prodotti può perdere il capitale?
Ah…., ma le Autorità di vigilanza dovevano
proteggerci… È solo nei paesi socialisti che il buon esito dell’investimento è garantito
dalle Autorità pubbliche. In Bulgaria, in passato (!), le Autorità di vigilanza
approvavano le transazioni delle società quotate una per una… A quel
punto chi si prendeva il rischio dell’investimento? lo Stato? Cosa vuol dire
economia di mercato?
Certo La Banca d’Italia e la Consob potevano
fare di più (magari con presidenti diversi da un ex sottosegretario
all’Economia con Tremonti, quello dello scandaletto…, esperto di contabilità
pubblica… che con la borsa ha poco a che vedere) ma è risibile che l’inglese,
Commissario UE, Jonathan Hill, dia una lezioni all’Italia sulla
protezione degli investitori , dicendo che quei prodotti non dovevano esser
venduti; al tempo, signorotto.
Per millenni gli inglesi hanno proclamato
che la regolamentazione doveva esser by principles e non con norme
uguali per tutti: disturbava la City…, il più grande mercato off-shore del mondo, e che bisognava
proteggere la libertà di mercato, vedi l’industria finanziaria. La crisi
finanziaria è stata generata soprattutto da loro e dai loro prodotti, con le
banche americane (le filiali) che facevano a Londra tutto quello che era
vietato loro in patria, grazie a quel che restava della separazione del Glass
Steagall Act: nessuno le controllava perché gli americani, a patto che
non operassero con americani (…) non residenti, si fidavano delle autorità
inglesi che al massimo le invitavano per un lunch a Canary Wharf, per
conoscere i loro problemi…. Con questi bei metodi, sbandierati a Bruxelles dove
l’Italia si indeboliva col famoso governo del cavaliere…, nel picco della crisi
tutto il sistema bancario inglese è stato nazionalizzato e poi riprivatizzato e
nessuno ha fiatato!
In forza dei principi del Trattato e della
liberalizzazione a go-go sostenuta dai nord-europei, non si possono vietare tout-court prodotti
venduti in tutto il mondo: sarebbe una discriminazione. Al massimo si
potrebbero vietare ai clienti cd retail ma non facilmente…
La Banca d’Italia in passato autorizzava le
emissioni e dinanzi a flussi così cospicui di obbligazioni subordinate…, qualche
pensierino avrebbe dovuto farselo. Ha fatto ispezioni? E in che tempi? Con
quali esiti?
E la Consob aspettava i reclami per avviare
accertamenti preventivi sulle violazioni della normativa Mifid? Uhm… Certo la
Banca d’Italia si adombra se la Consob manda i suoi ispettori nelle banche
(specie di certe regioni…) ma, se manca il coraggio, forse è meglio fare
un altro mestiere…
Non si può, in ragione della stabilità
finanziaria, che è bene essenziale in una società di mercato, chiudere tutti
gli occhi perché la verità dei comportamenti fraudolenti prima o poi emerge.
È un boomerang, come è avvenuto.
Che strano
che lei, Biancheri, taccia su questa questione delle banche, dato che è un
argomento che sembrava che le interessasse molto e su cui avesse anche delle
competenze. Non sarà che non vuol mettere in cattiva luce la Chiesa, dato che
si legge sui giornali che Mario La Via, ora indagato, ha dato ha enti cattolici
oltre 300 mila euro, un po’ alla diocesi di Civitavecchia, un po’ a quella di
Tarquinia, un po’ ad un arcivescovo ucraino dal nome difficile, e poi ai
focolarini e al collegio Madre del Divino Pastore, tanto per non fare torti...
Naturalmente tutti per opere di bene e finiti, di sicuro, in beneficenza! Non
ne dubitano i poveri risparmiatori truffati e derubati.
Michele
Angelini