mercoledì 11 luglio 2018

PER CHI LAVORA QUESTO GOVERNO? PER IL RE DI P(RUSSIA)?


Carlo Biancheri


Da quaranta giorni  è in carica il governo dell’Avvocato del popolo, alias Cavaliere inesistente.  All’inizio abbiamo pensato che si trattasse di un bel gruppetto di velleitari senza alcuna idea di come si governi o si amministri: continue dichiarazioni contraddittorie tra ministri, veti in ambito UE che  hanno provocato risultati boomerang per il paese, annunci sopra le righe con proposte fuori dal quadro giuridico  costituzionale, richiesta di tempo per decidere questioni improrogabili( per leggere le ventitremila pagine sull’ILVA : se una persona può leggere cento pagine al giorno, capendole più o meno, quanti mesi ci vogliono per leggerne ventitremila? Eppure il ragazzo di Pomigliano d’Arco sembra esserci riuscito in dieci giorni. Tuttavia sempre sull’ILVA tuonava in Parlamento quando era all’opposizione ma…, evidentemente, a vanvera…), abbigliamento spesso volgare dei governanti che vuol essere ‘popolare’ – volgare e popolare non si equivalgono: pensiamo a Renzo o a Lucia e ad Agnese, alla famiglia del sarto de I Promessi sposi e, francamente, in questi personaggi di estrazione popolare non c’è proprio nulla di volgare-, mani in tasca, pugni chiusi come a Cuba o in Nicaragua, linguaggio di alcuni ministri da fiera paesana anche quando gli interlocutori sono i rappresentanti di altri governi.
E, tuttavia, a ben riflettere, non sembra si tratti solo di imperizia o delle difficoltà di coabitazione tra partiti la cui omogeneità è come quella tra il diavolo e l’acqua santa, cui dovrebbe supplire una pattuglia di tecnici che, privi di voti, non hanno certo un gran  peso in capitolo.
La pervicacia del Salvini nel mettere in rotta di collisione il paese con tutti gli accordi internazionali, liberamente sottoscritti dall’Italia, la sfida continua dei due compari alle regole di bilancio della UE, la pretesa di cambiar verso ad accordi  assunti  in sede europea, dove è sufficiente che un solo Stato membro si opponga e non  se ne fà nulla; sovente è richiesta l’unanimità dei votanti   e anche quando   si vota a maggioranza ponderata, in Consiglio europeo, non è un gioco da ragazzi poterla raggiungere, la demagogia sui migranti già bloccati da Minniti, la minaccia di  Savona, che partecipa anche al gruppo di Bildenberg…, del cigno nero che potrebbe comportare l’uscita dall’Euro  dell’Italia ‘per volontà altrui’ (… e il Governo che fà per evitarlo?), il progressivo isolamento del paese in Europa ad opera del capitano padano, in attesa di solidi(!) rapporti con Trump e Putin (…). Infine, la consonanza con i sovranisti che concludono piuttosto accordi tra di loro per obbligarci ad un ruolo servente: riprenderci i migranti arrivati dal mare. I primi provvedimenti del governo del cambiamento hanno riguardato i ciclisti che consegnano le pizze a casa: forza lavoro non equivalente ai lavoratori edili..., mentre il decreto ‘Dignità’ si è arenato da qualche parte - Di Maio non credeva che la burocrazia…, le bollinature… pensava che bastasse spingere un bottone e ciò dimostra che, di certo, non ha letto Lavorare stanca.
Sorge il dubbio che questo scompiglio che ci è già costato alcuni miliardi di Euro, per via dello spread sui titoli di Stato, senza muoverci, risponda ad un altro disegno: indebolire l’Unione europea con un paese grande che diventa per un certo tempo fuori controllo. La vecchia DC (ma poi anche Craxi…), contenitore di volponi, soleva valutare le scelte politiche ponendo questa domanda: cui prodest? A chi giova?
L’attuale confusione italica giova sicuramente a Trump che vuole smontare  tutti gli accordi multilaterali che hanno ridotto il peso degli USA nel mondo per trasformare  l’esistente in accordi bilaterali e ciò consentirebbe di stabilire gli stessi rapporti di forza che intercorrono tra il lupo e l’agnello. Non a caso ha invitato l’Avvocato del popolo, fine politico, a Washington a fine luglio… Ma c’è anche lo zar del KGB che ha tutto l’interesse, giacché l’economia va maluccio fuori dalle grandi città russe, a far sì che l’Europa non continui a costituire una fortezza. Essendo il suo il paese più esteso al mondo,non è forse meglio trattare ad uno ad uno con gli Europei?
E chi può essergli di maggior giovamento se non il capitano di Pontida che ‘tutto il mondo ci invidia’? O la setta che si ispira a Scientology che, invece di governare, preferisce declamare una realtà virtuale? Ah no, sembra che ci sia un feeling con la Cgil che di politica economica se ne intende, specie quando bisogna chiudere le aziende.
Una cosa è certa: per il momento questi governanti non fanno il bene del Paese; anzi, a sentire le dichiarazioni del Presidente della Banca d’Italia e del Presidente dell’ABI, l’Italia, se non cambia, rischia di trovarsi nella situazione dell’Argentina. Altro che gli italiani prima di tutto....