domenica 11 febbraio 2018

LE ELEZIONI: l'inverno del nostro scontento


Carlo Biancheri


Temiamo che nessun sole  sorga a York dopo il 4 marzo di quest’anno, mentre, come nel romanzo di Steinbeck che ne porta il titolo, il protagonista è sull’orlo del suicidio…
C’è scontento in quest’inverno anomalo in molta gente e le cause non sono riconducibili solo alla crisi economica e alla mancanza di lavoro, all’abbandono sociale, alla corruzione diffusa, alla persistenza della malavita, al timore dell’immigrazione che non si è in grado di integrare e, perciò, si percepisce come minaccia e non sempre a torto. Si direbbe che si tratta di un male di vivere diffuso anche perché non si crede in nulla di stabile. Aristotele diceva che le cose più antiche sono le più vere… ma, adesso, nel tempo della leggerezza dell’essere, tutto è soddisfazione personale –ci metto la faccia…- tutto è storicizzabile, perché gli sciocchi credono ancora alla baggianata di Hegel che vi sia un progresso nella Storia: si vede bene dal dibattito politico su temi rozzi, dalla violenza e dall’ignoranza diffuse che progresso ci sia… Non si costruisce nulla perché non si è in grado di trascendersi e cioè di dimenticarsi di sé. Tipico esempio sono quelli della setta 5S, nonostante che il faziosissimo Travaglio si affanni a sostenere sul suo ‘fatterello’ che sono sempre i migliori di tutti perché gli altri… Mal de todos, remedio de tontos, Travaglio…
Nei prossimi mesi ci saranno cambiamenti in Europa.
Bisognerà risolvere il problema della Brexit che è ad un punto di stallo anche perché gli inglesi hanno capito di aver compiuto un’idiozia ma non possono tornare indietro ,per ora, perché diffidenti degli altri e con notevole autostima. L’accoppiata franco-tedesca dovrebbe tentare un rilancio dell’Europa, ma non sarà facile per un paese, disorganizzato ed individualista come il nostro, tenere il passo e non subire scelte altrui che non saranno necessariamente benevole nei nostri confronti. Il federalismo europeo non è dietro l’angolo ed occorrerà farsi valere in modi diversi dall’improduttivo ‘sbattere i pugni sul tavolo’: ci si fà male alle mani... Si lavora, infatti, al completamento dell’unione bancaria che significa mutualizzazione della copertura di certi rischi tra le banche degli Stati membri della zona Euro e all’emissione di Eurobond. L’insidia per noi consiste nella richiesta di ponderare il rischio dei titoli di Stato detenuti dalle banche -è noto che quelle italiane ne hanno moltissimi in portafoglio- ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali, mentre sui prodotti derivati di banche tedeschi e francesi si lascia correre –sono investimenti…-. Se ciò avvenisse  si arriverebbe ad una sorta di ristrutturazione del debito italiano, come avvenuto in Grecia, con la conseguenza che il paese non ha più effettuato emissioni di titoli pubblici per anni… Non si fidano fuori d’Italia di moltissimi nostri uomini politici: pour cause dicono i francesi.
Del resto a chi pensiamo di affidare  il nostro futuro?  Ad un giovanottello che non sa niente, come Di Maio, senza studi e competenze, che dichiara che dovremo restare in Europa – nell’Euro non si sa…- ma non a queste condizioni? Quali altre… non è dato saperlo…  È in grado il giovanotto di raccogliere una maggioranza qualificata per cambiare i Trattati europei? Chi sono i suoi alleati? Farage, quello della Brexit con cui hanno costituito un gruppo in Parlamento europeo? E gli altri, per avere la maggioranza dei voti? Come vedete, l’improvvisazione, la chiacchiera ed il velleitarismo la fanno da padrone, e così tutti i loro candidati, gente comune che sarebbero il megafono di tutti, molti dei quali predicano bene ma razzolano male… Belle idee le loro, come quelle della Lombardi, candidata alla Regione Lazio, che non vuole stare vicina alla senatrice del suo gruppo che crede all’efficacia dei vaccini! La chiamano ‘faraona’ per via dei faraoni  o dei gallinacei? Non abbiamo capito…
Oppure il Cavaliere/Tutankamòn  che promette condoni per necessità  –l’avevamo già sentita…- flat tax incostituzionale, pensione  per tutti quanto prima e magari la colomba pasquale. Niente di serio.
Salvini si caratterizza da un linguaggio protervo e non di rado arrogante che ci fanno comprendere quanto si trovino a loro agio con lui gente come lo stragista  non pentito Traini. Programmi di respiro politico ed economico pari a zero, anzi la soppressione della legge Fornero non consentirebbe l’equilibrio dei conti Inps e quindi il pagamento delle pensioni. Il loro buongoverno dichiarato in certe regioni del Nord è di facciata, perché costi fissi come giustizia, difesa, sicurezza e strade sono a carico di tutta l’Italia, anche certi investimenti tra cui le famose autostrade deserte, volute da loro. Si vede bene come sono ascoltati fuori dal paesello quando protestano per l’assegnazione dell’EMA! Ci penserà il giudice olandese  a decidere… Salvini è cattolico, sostiene lui…, infatti vuole chiudere le moschee per difendere la religione, si intende... 
E qui emerge la crisi della Chiesa universale a gestione sudamericana e di quella italiana con troppi vescovi che sembrano gestori di Ong. Il Vangelo sine glossa si predica di rado e l’altra vita men che meno. In questo contesto non esaltante è chiaro che la frequenza domenicale si sia ridotta notevolmente(le statistiche, non si sa quanto attendibili, danno il 10% di italiani praticanti).
La Chiesa in passato, in un paese giovane e con popoli con storie diverse, aveva svolto, tra gli altri, un compito di cerniera, di formazione culturale, di coesione, ma adesso… sembra aver dimenticato la dottrina sociale nello smarrimento generale ed i cristiani non sanno più cosa siano persona e bene comune, perché si ispirano alla filosofia dell’esistenza o allo storicismo, quindi al nulla.
Noi gridiamo sui tetti che  attualmente con i  media non si trasmette alcun messaggio serio; per proporre e  per costruire ci vuole fatica, conoscenza e serietà, oltreché moralità. Non troviamo molti compagni di viaggio nell’offerta politica attuale, ma crediamo fermamente che, senza stabilità, il conto da pagare sarà molto più amaro di quel che pensano i begli spiriti, i furbi e gli incoscienti.
Nel frattempo, pensiamo al festival di Sanremo e alle sue orribili canzonette!