mercoledì 30 ottobre 2024

PAESE SICURO: UNA MANICA DI INCOMPETENTI CHE FA DISPERARE SULLE SORTI DEL NOSTRO PAESE


Carlo Biancheri

A seguito della decisione del Tribunale di Roma che, in modo oscuro, ha disapplicato un provvedimento amministrativo, nell’assunto che gli emigranti inviati in Albania non potessero esser rimpatriati nel paese di origine in quanto i rispettivi paesi non sarebbero sicuri in tutte le loro parti, ai sensi della sentenza della Corte di Giustizia n. C406/22, emanata in risposta ad una questione pregiudiziale, sottoposta alla Corte dal Tribunale di Brno nella Repubblica Ceca e riguardante la richiesta d’asilo di un cittadino moldavo, avuto riguardo a quella parte della Moldavia, c.d, Repubblica di Transnistria, riconosciuta soltanto dalla Russia di Putin in ambito internazionale, in quanto occupata da truppe russe, dopo lo sfaldamento dell’Unione sovietica, ci siamo presi la briga di vedere la sentenza in questione.
Si tratta di argomento di urgente attualità in quando adesso il Tribunale di Bologna ha contestato dinanzi alla Corte di giustizia il decreto legge del governo sui paesi sicuri con dei quesiti che forse uno studente di legge che affronti il diritto comunitario al primo anno di giurisprudenza sarebbe reticente a formulare.
Preliminarmente avvertiamo che la sentenza in questione è disponibile soltanto in lingua ceca e in francese: non esiste la versione inglese.
Siamo certi che al Tribunale di Roma conoscano perfettamente la lingua ceca giuridica ed il diritto comunitario … per essersi formati un’opinione.
Conoscendo la piazza dubitiamo fortemente, peraltro, che capiscano il jargon del francese comunitario, oltre a non essere avvezzi a trattare di direttive e di regolamenti abrogati in parte o tuttora vigenti: né ci sono a Roma interpreti che in così breve tempo dalla pubblicazione siano in grado di tradurre correttamente in italiano giuridico una sentenza redatta in francese, peraltro complessa. Dagli anni ’70 in poi in Italia pochissimi conoscono il francese decentemente…
La prima conseguenza è: fischi per fiaschi.
In Egitto e Bangladesh quali sono le parti di territorio cui non si applichi la legislazione di tutela che vige nelle altre parti del Paese, giacché di questo si tratta? Che elementi hanno i giudici per avventurarsi in simili considerazioni? Qualche turista italiano in vacanza li ha informati?
A Bologna invece hanno scoperto l’acqua calda.
I giudici si chiedono: prevale il diritto comunitario o quello nazionale? È inquietante la domanda in quanto formulata da giudici che dovrebbero ben conoscere queste cose perché obbligati ad applicarle. Non staremo a citare tutte le sentenze della Corte di giustizia che affermano che i giudici nazionali debbono disapplicare le norme dello Stato membro quando siano contrastanti esplicitamente con la normativa comunitaria. Inoltre, i Regolamenti comunitari sono direttamente applicabili anche senza necessità di norma di recepimento interno, quando precisi e quando non necessitino di chiarimenti, mentre le direttive, anche se non recepite allorché dispongono obblighi specifici, possono essere direttamente applicate dal giudice, disattendendo le norme nazionali. Altro che emendamento della Lega per sancire la superiorità del diritto interno su quello comunitario; ciò comporterebbe l’uscita dai Trattati europei e in questo contesto internazionale solo degli amici di Putin possono proporre una simile sciocchezza.
Non solo, a Bologna chiedono anche di conoscere quali siano gli Stati sicuri per i richiedenti asilo. Evidentemente anche nella dotta Bologna non si parla ceco ma neppure il francese perché è tutto ben indicato nella sentenza succitata.
La sentenza fa tutta la storia dell’acquis comunitario al riguardo.
Si parte dalla direttiva del 2005/85/CE (poi abrogata dalla direttiva 2013/22) che al paragrafo 1 dà facoltà agli Stati membri di designare i paesi sicuri (…). Ma i giudici di Bologna cosa chiedono?
Si mettano l’animo in pace: vale il principio di sussidiarietà.
Esistono tuttavia dei criteri che sono gli art.29 e 30:
il richiedente asilo deve esser originario del paese in questione, oppure apolide ma con residenza in quel paese e non deve aver fatto valere ragioni personali specifiche che portino a non considerare quel paese come sicuro.
Le condizioni minime per pretendere lo statuto di rifugiati sono contenute in un’altra direttiva 2004/85/CE.
Con direttiva 2011/95/UE vengono indicai gli atti persecutori all’art.9 dove compaiono anche vessazioni a carattere psicologico e sessuale e quindi il quesito sui gay del tribunale di Bologna appare del tutto ultroneo.
C’è di più.
La direttiva 2013/32 all’art.37, scrive la Corte di giustizia, al par.1 indica:
un paese di origine è considerato sicuro allorché sulla base dell’applicazione della legge e del diritto nel quadro di un regime democratico e delle circostanze politiche generali, come definita dall’art.9 della direttiva 2011/95, si può dimostrare che in modo generale ed uniforme non si è mai fatto ricorso alla persecuzione, né alla tortura né a pene e trattamenti inumani e degradanti e che non sussistono minacce a motivo di una violenza cieca, determinata da situazioni di conflitto armato internazionale o interno. Inoltre, nella valutazione del paese si fa rinvio alle decisioni e alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura per il rispetto delle libertà fondamentali e se sussistano nel paese in questione sanzioni efficaci per punire eventuali violazioni.
Nel 2024 è stato, peraltro, approvato un Regolamento (2024/1348) che abroga la direttiva 2013/32 che consente agli Stati membri di considerare uno Stato sicuro anche se una delle sue parti non lo sia: quindi un allentamento della norma…
Detto Regolamento tuttavia entrerà in vigore il 12 giugno 2026,ne consegue che attualmente la normativa applicabile è ancora quella precedente.

Come appare a nostro debol parere, la quasi totalità dei quesiti dei giudici è contenuta nella famosa sentenza in questione che dubitiamo sia stata letta e compresa.

Ma questo è gravissimo per il Paese.

 

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domenica 1 settembre 2024

IL MINISTRO DEGLI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE NOVELLO CHAMBERLAIN

Carlo Biancheri


Nell’ultima riunione del Consiglio degli Affari Esteri Informale della UE il ben noto Vice Presidente del Consiglio italiano, nonché Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On.le Tajani, si è opposto, a nome nostro, alla proposta di togliere restrizioni all’uso di armi, consegnate all’Ucraina per difendersi dall’invasione russa, nel territorio del paese invasore.
Noi difendiamo l’Ucraina, non siamo in guerra con la Russia ha dichiarato in modo solenne, forse per passare alla Storia come voleva fare il governatore dello Stato di Milano ne I promessi sposi dell’amato Manzoni: ci passò alla Storia ma non per aver preso Casale dopo l’assedio, come sperava, anzi la sua carrozza fu presa a sassate dai ragazzi quando se n’andò da Milano.
Il giorno dopo la sua roboante dichiarazione il catalano Borrell, Alto rappresentante UE per gli Affari Internazionali, ha sommessamente rilevato che si trattava di affermazione ridicola, peraltro in linea con quella della quinta colonna della UE, l’ungherese Orbàn, che fa di tutto per aiutare l’amico Putin ed ostacolare gli aiuti al paese aggredito.
Si suppone che un Ministro degli Esteri conosca il diritto internazionale (…) anche se la sua formazione è quella di giornalista della cronaca di Roma del giornale Il Tempo, cioè omicidi, incendi et similia. Proprio questo diritto consente che lo Stato oggetto di aggressione risponda in modo proporzionato colpendo gli obiettivi militari nel territorio dell’aggressore. Una dichiarazione siffatta che ha poco fondamento con la realtà, in quanto l’On.le Ministro dovrebbe mandare i carabinieri italiani al confine russo-ucraino per verificare se le nostre bombe hanno passato il confine dell’Ucraina, denota quell’ambiguità tutta italiana di cercare sempre di tenere il piede in due scarpe, come si suol dire, per non scegliere mai: non si tratta di cinismo machiavellico ma piuttosto dell’arte di Michelaccio: altro che popolo di ‘eroi, santi, navigatori’ ecc…
Ricorderemo al Signor Ministro che non disdegna, da romano qual è, di richiamare la tradizione cattolica, per quanto sia stato famigliare per lustri del Berlusconi, massone piduista e quindi incompatibile per prassi di vita e credenze con il cattolicesimo, anche se ci ricordava di avere la zia suora (…), che sant’Agostino, Dottore della Chiesa – per non citare Tommaso d’Aquino…- nel De Civitate (Lb IV,4) scrive: Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati? È pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale, e il bottino si divide secondo la legge della convenzione. Se la banda malvagia aumenta…possiede territori, occupa città, sottomette popoli, assume più apertamente il nome di Stato…’. Se ne deduce che non c’è nessuna pace vera senza giustizia e che un nuovo Consiglio di Vienna non sarebbe affatto la garanzia di una pace giusta dove l’aggressore ritiri le sue truppe e ripaghi, per quanto possibile, i danni inferti all’aggredito. La giustizia non è quella del sofista nella Repubblica di Platone, che definisce giusto il volere del più forte, ma suppone piuttosto concetti come quello di giustizia commutativa – a tutti lo stesso- e distributiva -ad ognuno ciò che gli spetta- come scrive bene Aristotele: in una parola è il rispetto della persona.
Per far la pace occorre essere in due e non sembra proprio che Putin intenda o possa fermarsi senza aver ottenuto quel che vuole: prima la Georgia, poi la Crimea, ora l’Ucraina e …poi?
Per la Corte penale internazionale Putin è ricercato come criminale di guerra, dopo le stragi compiute in Ucraina, e non è forse puro irenismo prefigurare accordi di pace con un soggetto che non sembra diverso da Hitler o Stalin – che, per inciso, ammira tanto…-?
Non è forse la logica condannata dalla prima lettera di san Giacomo a proposito della fede senza le opere: Se un fratello o una sorella sono nudi e hanno bisogno del pane quotidiano e uno di voi dice loro:’ Andate in pace, riscaldatevi nutritevi’, senza aver dato loro il necessario per il corpo, a che giova? (1,14-17). Lo stesso vale per gli aggrediti che non hanno bisogno di parole di incoraggiamento ma di aiuto per difendersi.
Chamberlain credeva di poter trattare con Hitler incominciando a lasciar correre sull’occupazione dei Sudeti e poi si è visto come andata.
Come scriveva don Milani, a proposito della Resistenza, la legittima difesa esiste e va applicata anche all’Ucraina senza ipocrisie o convenienze di coalizione, avendo in barca personaggi come Salvini.





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domenica 25 agosto 2024

IL GOVERNO AMATORIALE IN UN TEMPO DI CRISI

 Carlo Biancheri

Il livello della nostra classe politica corrisponde generalmente a quello di una società che non spera più in un futuro migliore ma bada soltanto ad eternizzare l’istante e a parare i colpi che derivano dal contingente.

Sembra che dopo la sbandierata e ricorrente morte di Dio  – anche al tempo dei presocratici si annunciava che le selve erano vuote e che il gran dio Pan era morto – adesso l’uomo non se la passi bene.

Le Chiese che dovevano fornire un ‘supplemento d’anima’, in ambito cristiano, quelle ortodosse autoctone sono guidate da membri del servizio segreto locale, come ai tempi dell’URSS, del resto: i patriarchi di Bulgaria e Romania lo erano e Ceaucescu  perseguitò ed uccise tutti i vescovi cattolici, perché si rifiutarono di fondersi con la Chiesa ortodossa, prona al potere, in linea con la tradizione cesaropapista di quelle Chiese. Il patriarca di Mosca, altrimenti definito ‘chierichetto di Putin’, non fa eccezione, anzi ne è la conferma, e usa nella sua Chiesa gli stessi metodi dell’amico, criminale di guerra, Putin: il paradosso del Vangelo d’amore che proclamano porta la guerra e la morte ad altri esseri umani.

La Chiesa cattolica, sotto la gestione gesuitica, è ridotta ad attivismo politico inconcludente e per lo più errato.

La predicazione è principalmente orizzontale col risultato che la Trascendenza e l’altra Vita si confondono, per lo più, col progresso umano.

Del resto il papa cita nelle sue Encicliche Teilhard de Chardin, gesuita antropologo arrogante, come spesso sono i membri della piccola nobiltà francese, quale egli era. Ora Teilhard con la sua teoria di Alfa ed Omega sembra far coincidere l’evoluzione con la terra nuova e i cieli nuovi del Vangelo. Cita anche il gesuita Rahner, il papa, che si affanna a descrivere la Trinità, il più alto mistero cristiano, nella relazionalità delle persone, ad extra, cioè la manifestazione storica del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, senza parlare della Trinità ab intra, cioè della vita di Dio, in altre parole della Trascendenza. Bisogna proprio esser dei seguaci di Prometeo o come Pelagio, fregarsene della grazia divina, per pensare di cambiare il mondo con la semplice volontà umana. I martiri del nostro tempo, per lo più dei Paesi emergenti, sono coloro che non esitano a dare la propria vita, perché credono sinceramente alla presenza di Dio e del Cristo, non gli attivisti che per sentirsi buoni (e ammirati come i farisei?) operano con la logica di donna Prassede de I Promessi sposi: ‘il bene si sa, bisogna farlo per forza…’

Nel mondo intellettuale il grigiore è plumbeo: romanzetti, filosofi definiti tali nei talk show, prodighi di castronerie, soprattutto quel che impera è l’affermare, mai il dimostrare la propria affermazione, come se il sentire individuale fosse di per sé sufficiente: il regno della doxa, dell’opinione. L’eternizzazione dell’istante provoca l’assenza d’aria perché non c’è il futuro, la speranza.

Nessuno lo dice ma l’idolatria dell’io di Ottocento e Novecento  e la riduzione dell’essere all’esistente ci ha portato a questo.

In questo ambito noi siamo affidati a dei reggitori che sembrano gli attori di una compagnia da avanspettacolo o teatro di provincia. Non ci avventureremo ad affermare che Arianna abbia avuto un peso nelle nomine alle Ferrovie, né se il cognato di Giorgia detto ‘Lollo’, che cambia i dirigenti del suo ministero con la velocità della trottola, sia un valente ministro dell’Agricoltura e quant’altro. Non ci interessa che si siano lasciati con Arianna: fatti loro.

Sulle nomine che conosciamo possiamo tranquillamente dire che i Commissari alla Consob, la Commissione che controlla le società che fanno ricorso al pubblico risparmio e la borsa, da loro nominati non sono adeguati: una è la sorella del ben noto Alemanno la cui professionalità era legata alle tasse, avendo lavorato all’Agenzia delle Entrate – come dire i cavoli a merenda con il mercato di borsa – l’altro non sembra  che abbia lo standing, e cioè quella esperienza professionale dei mercati mobiliari che vanno dal diritto societario, incluse le OPA, e la corporate governance, alla trasparenza informativa, agli abusi di mercato, alla negoziazione di borsa, al clearing e al settlement delle transazioni, ai principi contabili sottostanti ai bilanci, al lavoro dei revisori contabili ed ai loro principi di revisione e che un Commissario deve avere alla Consob: aver lavorato nell’istituzione stessa non è garanzia sufficiente. Sembra anche che il giornalista Ministro Sangiuliano, devoto di Croce -noi siamo felicissimi che sia finita la iattura della dittatura crociana – e solerte negli svarioni, allorché confonde un secolo con l’altro, faccia delle nomine curiose in ambito culturale, attribuendo responsabilità a  gestori di servizi di autonoleggio... Lo spoil system amatoriale dei neogovernanti ha conseguenze negative sull’interesse generale.

Il Ministro dell’Economia è evasivo, cerca di scaricare la responsabilità sugli altri a fronte di una finanziaria dove mancano i soldi: un consiglio, li prenda di nuovo dal bancomat di quei ricconi dei pensionati: sono deboli! Le tasse non si riescono a far pagare e lo sbandierato aumento delle entrate è dovuto ad altri fattori, diversi da quello che consiste nello scovare gli evasori. Si lamenta anche del PNRR perché per lui è un Gosplan dell’era sovietica… L’Europa ci dà anche soldi a fondo perduto per fare cose necessarie a civilizzare un paese anarchico, incapace di fare opere che languono da decenni e i nostri eroi rispondono col tratto che li contraddistingue.

Si dà naturalmente la colpa, se le cose non vanno bene e se cresciamo troppo poco, alla Commissione Europea – brava Giorgia che ci ha isolati di nuovo!- e alle regole comunitarie, approvate peraltro dal Ministro di Cazzago (dov’era?). Avevamo capito che crescevamo più degli altri ma sembra che tra i G7 adesso, nel trimestre, siamo penultimi.

Non basta dire: gli italiani ci hanno votato e noi realizziamo il programma (pessimo). La percentuale degli italiani che vi hanno votato, visto il tasso di astensione, è bassa e la vostra performance al Governo è negativa.

Apprendiamo, altresì, che il candidato Commissario europeo Fitto sta approfondendo l’inglese tecnico. Confessiamo di non capirlo bene neppure quando parla in italiano, quindi temiamo che l’apprendistato cui si è sottoposto produrrà i suoi frutti fra qualche anno e non ora che sarebbe necessario.

Per noi poverini la politica è quella del quadro del buon governo a Siena e non l’apparenza e la declamazione e, pertanto, cerchiamo chi dica il vero e sia competente: vaste programme avrebbe detto il generale De Gaulle!

venerdì 19 luglio 2024

UN GOVERNO INETTO HA MESSO L' ITALIA ALL' ANGOLO IN EUROPA

Carlo Biancheri

Lo avevamo scritto: non si passa impunemente dalla Garbatella, quartiere di Roma, allo scenario internazionale prima di conoscerlo veramente. Il governo è riuscito ad isolare l'Italia in Europa presumendo di sé e continuando con la cantilena che la Von der Leyen non ha colto il presunto messaggio che sarebbe venuto dalle elezioni europee anche se i numeri non lo confermano. Così la donzelletta ha votato contro la candidata del partito popolare europeo che è uscita lo stesso e bene, senza i fratelli della c.d. Italia con l'ottimo risultato che bisognerà vedere cosa ci avrà guadagnato il paese in Europa per questa bella sceneggiata da 'impuniti' si direbbe a Roma, sfacciati si dice al Nord.
Noi siamo forti perché il governo è stabile? Davvero? Votando in modo diverso su temi tanto importanti con componenti che stanno col lupo invece che con l'agnello, cioè con l'aggressore e contro l'aggredito cui si chiede di difendersi con una mano legata dietro alla schiena: armi sì ma possibilmente da usarsi solo nei poligoni di tiro non contro chi spara missili supersonici su ospedali pediatrici o compie crimini di guerra.
Vedremo quale posto di prestigio avremo in Commissione e quali grandiosi rapporti con la Commissione intratterrà il governo. Certo a Bruxelles il messaggio del tipo: “mò te faccio vedere io...” risulta non pervenuto.
E, mentre il quadro internazionale si degrada, ci vorrebbe gente capace a rappresentarci e invece ritornano i soliti scandali endemici in un paese dove i colpi cascano sempre all'ingiù -scriveva l'amato Manzoni- e i controlli colpiscono soprattutto i rubagalline o quelli che ben sanno quanto i controlli latitino ma esagerano nel fare i loro affari: Genova e Venezia saranno solo gli epigoni, temiamo.
Difficile far tornare gli elettori al voto quando anche nell'opposizione il PD in buona parte, gli adepti della setta e i c.d. verdi e sinistri vogliono la resa di un paese aggredito come se l'aggressore si fermasse lì: forse nei loro sogni o nel paese delle meraviglie di Alice...
Il paese non è fatto di santi e di navigatori (...) ma non merita questo.

 

 

 

 


lunedì 8 luglio 2024

IL MINISTRO DI FORMAZIONE BAR SPORT HA PERSO UNA BUONA OCCASIONE PER TACERE

 Carlo Biancheri



Abbiamo ascoltato con raccapriccio quanto il Salvini ha obiettato alle considerazioni assennate del Capo dello Stato in occasione della settimana sociale dei cattolici a Trieste.
Il Presidente Mattarella aveva rilevato quel che i cattolici di formazione – di altri tempi…- sanno benissimo e cioè che la volontà della maggioranza incontra dei limiti precisi e che tutto va sussunto nell’ambito del bene comune.
Il Ministro, scuola bar Sport Milano Rogoredo, si è affrettato a dichiarare che ci mancherebbe altro che la minoranza divenisse dittatura della maggioranza. Parole al vento…
L’ignaro non sa, ma glielo spieghiamo noi, che innanzitutto la sua maggioranza non è proprio rappresentativa atteso che un votante su due non si reca al voto… e quindi sarebbe bene finirla con la retorica degli italiani hanno votato ergo facciamo quello che ci pare ma se anche lo fosse, la maggioranza opera nel quadro della Costituzione dove ci sono dei principi fondamentali inviolabili a cominciare dalla dignità della persona umana. Si aggiunga che l’Italia, sempre in base alla Costituzione, aderisce alle Organizzazioni internazionali e si conforma al diritto internazionale generalmente riconosciuto (art.10 Cost.) e noi abbiamo sottoscritto la Dichiarazione Universale sui Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, redatta in gran parte da Jacques Maritain, che certamente al bar Sport sarà stata oggetto di dibattito giacché sancisce, tra l’altro l’uguaglianza di ogni uomo, le libertà fondamentali, la non discriminazione ecc. ecc.
Supponiamo che la maggioranza decida che i bambini di religione ebraica o musulmana non possono frequentare la scuola: è legittimo?
Oppure che i bambini di colore nero debbano giocare in campi separati da quelli di colore bianco: si può fare?
Oppure che non si debbano più soccorrere gli emigranti in difficoltà in mare: nessuna obiezione?
Ancora, se si decidesse che è vietato, come in Cina (ma anche in Russia e il Salvini lo sa bene dati i suoi contatti), insegnare nelle scuole la religione cattolica: tutto a posto?
È proprio anche sulla base della volontà della maggioranza che personaggi come Hitler, Stalin e il nostro squallido Mussolini hanno giustificato l’eliminazione/morte di milioni di ebrei, Rom, disabili ed omosessuali oppure la soppressione dei contadini ucraini (coincidenza…) oppure delitti politici (Matteotti) o gli inviati al confino per idee politiche ed altro, senza omettere le stragi nelle colonie.
Segnaliamo infine che sul punto esistono intere biblioteche di giuristi e filosofi del diritto: non si sa mai che tra una partita e l’altra al bar Sport si riesca a dare un’occhiata e se ne parli.







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lunedì 1 luglio 2024

NON BASTA DIRE: SIAMO UNO DEI PAESI FONDATORI DELL' EUROPA PER GUADAGNAR RISPETTO

Carlo Biancheri


   Qualche riflessione da condividere con i nostri venticinque lettori come li presumeva l’amato Manzoni per "I Promessi Sposi"...

Non si passa facilmente dalla Garbatella, quartiere di Roma, città di emigrati da ogni dove, priva di identità, in quanto i Romani, di origine contadina negli ultimi secoli ( indicative sono le belle stampe di Pinelli o gli acquarelli del grand tour), sono ormai marginale minoranza, allo scenario del mondo.
Primo requisito: la comprensione dell’universo simbolico altrui e dei loro ‘desiderata’ da sussumere sotto una dimensione universale per trovare convergenze, in altre parole sprovincializzarsi. E’ escluso, pertanto, partire in guerra come Guerin meschino, sostenuti magari dall’armata Brancaleone, composta da ministri formatisi al bar Sport o da giornalisti di quotidiani locali, prodighi di salamelecchi (salam alekum) al ‘caro estinto’ o da ministri di famiglia.
E già perché le posizioni si guadagnano sul campo. facendo dei ragionamenti sensati in cui anche altri possano riconoscersi e non conta se siamo discendenti di Michelangelo, di Leonardo e di quant’altri: i quattro quarti di nobiltà non esistono neppure più tra i sopravvissuti dell’Ordine di Malta e non vengono nemmeno riconosciuti legalmente: pesiamo, come paese (e non Nazione che è una sciocchezza per l’Italia) per quanto valiamo e per quel che sappiamo proporre. E il contenuto è pessimo.
Secondo requisito: inutile confondere la propria posizione di governo che rappresenta l’Italia intera con la propria fazione politica. Hanno fatto le nomine al ‘caminetto’ ma non hanno riconosciuto l’esito elettorale? E perché, di grazia? La maggioranza Ursula deve chinarsi alla Le Pen finanziata da Putin? O fare la riverenza a Giorgia? Non è forse stato deciso tutto in conformità ai Trattati UE? All’apparenza i numeri ci sono per la decisione del Consiglio e vedremo in Parlamento, a voto segreto. In Consiglio le querimonie portano all’isolamento.
Certo l’opposizione rappresentata da giganti alla Schlein che propala le ultime sciocchezze di successo o ‘quel che resta del giorno’ del ‘fu’ movimento di adepti di Scientology – abbiamo capito che l’avvocato del popolo si vanta di aver portato tanti miliardi (di debiti) al paese dall’UE ma ha anche scassato i conti pubblici per anni a venire - non sono di grande aiuto a sostenere la posizione di un paese in affanno.
Terzo requisito: c’è qualcuno che sia interessato a fare proposte serie al paese o in ambito internazionale invece di una sciocca propaganda? In Italia ci viene detto che nulla si può fare a Bruxelles senza la Giorgia altrimenti… son botte. E questo insieme a quotidiane lodi dell’ottimo operato del governo: chi si loda si imbroda, a casa mia…
Per esempio, c’è chi ripete in televisione come un ebete che il governo ha successo e lo prova la crescita della borsa: per fortuna che questa idiozia si dice in televisione e non a piazza Affari, in Borsa, perché susciterebbe l’ilarità degli addetti ai lavori. Tutti gli esperti sanno benissimo che la crescita corrisponde al trend europeo, all’andamento dell’inflazione, ai tassi d’interesse delle Banche centrali, ai prezzi delle materie prime, ai mercati internazionali e che la nostra ‘borsetta’, comparata per capitalizzazione a quella tedesca, francese o inglese, è cresciuta (con molta volatilità e…per ora…) per ben altri motivi che per l’autonomia differenziata o il premierato o per l’immobilità del ministro di Cazzago. Ma, come scrive Pascal ne Les lettres provinciales, pur essendo un mendacio, pochi verificano.
Quarto requisito: bisogna avere una strategia che è cosa diversa da una tattica da modesto cabotaggio. Non voto Ursula perché aspetto le elezioni francesi e così frego Macron e gli scippo la vice-Presidenza della Commissione con deleghe esecutive… Uhm… ma se la nera Le Pen non becca la maggioranza assoluta, come appare, che fare? L’intreccio si infittisce per chi è a corto di visioni, eccezion fatta per un programma in campagna elettorale demenziale che proponeva tagli di tasse, il blocco degli sbarchi, il paese del bengodi e compagnia cantante…
La strategia non c’è, al contrario si tratta di un approccio situazionista: un po’ di qua, un po’ di là… che nei paesi a Nord delle Alpi è considerato ciarlataneria o, se preferite: pizza e mandolino, come dicono.
Vediamo il prosieguo.


lunedì 3 giugno 2024

NON VOTARE GLI AMICI DICHIARATI O NASCOSTI DI PUTIN ALLE EUROPEE

 Carlo Biancheri

Si tratta di elezioni europee?

Cosa c’entrano con l’Europa la sanità pubblica, il salario minimo, i salari bassi? Oppure il superbonus che sì, era giusto farlo per ‘Giusepi’ ma è stato gestito male dai soliti gnomi burocrati che lavorano per il re di Prussia…?

Armi all’Ucraina? Ma non scherziamo: abbiamo già dato abbastanza carri armati della seconda guerra mondiale, armi difettose, pasti caldi e ospitalità a go-go. L’Ucraina va aiutata perché è stata aggredita ma neanche una pallottola deve fare ingresso nel territorio dell’aggressore; Kharkiv deve rimanere il poligono di tiro o, se preferite, il tiro al piccione, animalisti permettendo, per addestrare le truppe non propriamente russe ma delle repubbliche periferiche dell’ex Unione Sovietica in modo da consentire loro di sfondare il fronte; in altri termini l’Ucraina deve combattere con un braccio legato dietro la schiena per arrivare prima alla resa e quindi alla trattativa. Naturalmente l’Italia non può far diverso, come emerso nell’approfondito dibattito tenutosi al bar Sport di Milano Rogoredo tra costituzionalisti di vaglia, in quanto la Repubblica ripudia la guerra come strumento di offesa (ma non parlavamo di legittima difesa dell’aggredito?) alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art.11 Cost). Peccato che l’Italia aderisca alle Nazioni Unite che prevedono in caso di aggressione armata una risposta proporzionata all’offesa nel territorio dell’aggressore… E noi abbiamo aderito: siamo proprio degli sventati! Uhm… l’intreccio si infittisce e le considerazioni del berlusconiano Tajani, già cronista de Il Tempo nella cronaca di Roma, non ci sembrano persuasive… in punto di diritto, né politicamente parlando. Il suo collega di governo di Milano ecc.. va oltre perché dà del guerrafondaio a Macron e a tutta questa Europa che ha scarrocciato dalla linea che doveva tenere: altro che cessione della sovranità! L'Europa deve essere un gruppo di Stati sovrani che in materie limitate devono mettersi d’accordo. E Buon Corpus Domini! L’incauto, non avendo alcuna dimestichezza con i credenti, ignora che non è uso augurarsi Buon Corpus Domini come ha fatto lui su Rai3 inopinatamente, forse come captatio benevolentiae per i votanti cattolici che l’hanno presa piuttosto come un’irrisione.

In generale, emerge un atteggiamento verso l’Europa di chi sia in credito e che sia stufo, come lo era la Thatcher, di fare il donatore di sangue. Si è ben visto come è andata con la Brexit… non proprio da brindare.

La storia d’Italia, ahimè, non è costellata di molti politici di vaglia e non c’è uno che si chieda dove andremo a finire nell’attuale contesto internazionale se l’Europa non si unisce ulteriormente in un contesto che ricorda a noi, ma non agli sbarbatelli, quello della guerra fredda e poi Cina e India con potere crescente. Inoltre, dopo il PNRR ci vuole anche molta ingratitudine, considerato l’ammontare del dono pagato da tutti gli altri, a criticare l’Europa.

Cosa deve essere questa Europa? Un Bancomat per noi che non siamo in grado di fare una struttura in tempi ragionevoli, se non in deroga a tutte le leggi, come nel caso del ponte di Genova?

Ai nostri venticinque lettori raccomandiamo di non votare il partito del Conte che ha sinistrato i conti del Paese e sostiene di fatto Putin, né quello della svelta Schlein/Ocasio Cortez che arruola badesse ed irenisti che propongono trattative come Chamberlain con Hitler – attenti ai nuovi farisei per usare un’espressione dantesca-indipendenti si… ma allora chi sono gli astri del partito candidati? Il sindaco di Pesaro? Notiamo, per inciso, che la Schlein non fa che citare le cose da fare ma dimenticando di chiarire come si finanziano.

Né abbiamo alcuna stima per quel che resta di Berlusconi la cui partecipazione al partito popolare europeo ci pare scandalosa dopo tutti i disastri che l’uomo ha generato nel Paese e per un’ideologia non conforme a quella dei popolari.

Non penserete che ci convinca Giorgia! La donzelletta ripete che l’Europa deve: ma cosa deve? Ci sono ben 26 altri Stati membri oltre a noi che non sono mica i nostri camerieri… Delirio di onnipotenza? Affabulazione? Fate voi. Resta il fatto che l’approccio post-gollista dell’Europa delle nazioni è assolutamente astorica e inconcludente dinanzi a problemi come l’approvvigionamento energetico ,la transizione verde, la difesa comune, la competizione tecnologica ecc.

Resta poco ma è un segnale di protesta di una politica di professionisti che sembrano attori amatoriali poco interessati al bene comune.

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lunedì 27 maggio 2024

LUPO E AGNELLO PARI SONO?

Carlo Biancheri


Il contesto internazionale è degradato ma pochi dicono che il degrado è connesso a decenni di una cultura del soggettivismo, del narcisismo, della performance individuale e di una visione del mondo onirica ed immanente, la secolarizzazione definitiva: è tutto qui, prendete il piacere che potete, come dicevano gli Epicurei ma anche gli Stoici, senza danneggiare gli altri (neminem ledere). In sostanza, fate i fatti vostri…, anche trasgredendo, come insegna Nietzsche in Al di là del bene e del male.
Certo, prima c’erano le utopie cioè l’Eden, il paradiso terrestre, quando il lupo e l’agnello si abbracceranno, pace e giustizia regneranno ecc. e tra queste un’importanza maggiore ebbe quella marxista, di cui non mancano tutt’oggi gli affabulatori, nonostante gli esiti non proprio esaltanti, per chi non sia paranoico, dei sistemi socialisti storici. Il problema è strutturale, sosteneva Marx, soprattutto ne Il capitale – testo difficilissimo e letto interamente in Italia da un massimo di cinque persone…- per cui se si cambia la struttura, leggi il sistema di produzione socializzandone i mezzi, si risolverà il problema.
Naturalmente per li rami questa tesi si è divulgata tra la plebe culturale, stile teologia della liberazione, per cui la guerra è il frutto della produzione di armi: se si producono le armi per il fine ultimo di ricavarne un profitto, poi si useranno… Si tratta di una teoria rispettabile ma teoria resta e con scarse verifiche, perché finché il lupo è deciso a mangiare l’agnello, sarà difficile che quest’ultimo convinca a mettere fiori nei cannoni…
Tutto ciò che è reale è razionale (o razionalizzabile), insegnava il massone Hegel, ma questa razionalità come il progresso della Storia sembrano l’araba fenice, a giudicare dai fatti che si sono susseguiti, giacché non si rinviene questa presunta razionalità e neppure ci sono adepti pronti a divulgarla: noi non pretendiamo di scoprire il fil rouge della Storia ma modestamente, come Tacito, ci accontentiamo di analizzare le res gestae, gli eventi.
I ripetuti appelli alla pace per l’aggredito suonano beffardi ed ingiusti, a meno che non si reputi contro Socrate quel che sosteneva Trasimaco, ne La Repubblica di Platone, e cioè che ‘il giusto si identifica ovunque col potere del più forte’ e ancora ‘la giustizia e il giusto sono un bene altrui cioè l’interesse di chi è più forte e comanda e un male per chi obbedisce e serve’.
Noi per la verità crediamo invece con Socrate che ciò che rileva è il contenuto della giustizia presupposto della pace e Agostino non scrive che ‘se non è rispettata la giustizia non sono forse gli Stati se non delle grandi bande di ladri’ (De civ. Dei, lb IV)? Appunto bande di ladri, perché se l’aggredito non si difende perisce come un agnello sacrificale. E questo è giusto?
Subentra allora la legittima difesa, sostenuta per moltissimi secoli dai cristiani e l’uso controllato della violenza in risposta ad una violenza ingiusta subita. Anche Tommaso d’Aquino, Doctor comunis, nel De regimine principum sostiene che il brigante che si aggira con lo spadone nel villaggio va ucciso per il bene comune. Don Milani non scriveva a sua volta che la violenza va usata, nel caso della Resistenza, per la difesa della propria casa e della famiglia?
È vero che non c’è più guerra giusta quando si usino mezzi come le armi nucleari perché la distruzione è tale che non c’è più rapporto tra mezzi e fini ma il principio della legittima difesa non viene mai meno di fronte ad un male ingiusto. Questa è la retta ragione, il resto sono tutti sofismi di propagandisti di basso conio che ci vengono imbanditi dalle televisioni giornalmente.
Così il ministro, già comunista padano, di formazione bar Sport Milano Rogoredo, ci informa che è demenziale mandare armi offensive all’Ucraina, oppure il Conte artefice dei conti sinistrati del Paese - per chissà quanto tempo - a causa della ‘casa gratis’, pagata, grazie a lui, da noi tutti ai benestanti, è fiducioso nelle trattative diplomatiche, come la segretaria Pd, prodiga di parole ma con contenuto lontano dalla realtà: per una negoziazione entrambe le parti, debbono esser disposte a farla ed attualmente l’aggressore, il lupo, l’agnello se lo vuole mangiare e basta, altroché trattare.
Sostenere tesi diverse vuol dire stare con il lupo come fa Orban, a viso aperto non con sofismi involuti.

Ma noi  stiamo con l’agnello e come Davide confidiamo di affrontare Golia.

 

 

 

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lunedì 11 marzo 2024

LO STILE GESUITICO FA' BENE ALLA CHIESA?

 Carlo Biancheri


In occasione del quarto centenario della nascita di Pascal, l’attuale pontefice ha scritto una lettera intitolata Sublimitas et miseria hominis, in data 19 giugno 2023.
È noto ai cultori l’avversione di Pascal nei confronti dei Padri gesuiti, espressa nelle Lettres provinciales nella controversia, non minore, tra i gesuiti da una parte e i giansenisti, di ispirazione calvinista, e i domenicani dall’altra in materia di grazia sufficiente e di grazia efficace. In pratica si tratta di determinare se l’uomo possa salvarsi con le sole forze della grazia di Dio c.d. sufficiente, ricevuta alla nascita, come sostenuto dal p. Molina e dal molinismo, oppure se abbia bisogno della grazia efficace per operare il bene.
Nella lettera succitata il pontefice regnante ritiene che non sia certo il luogo per riaprire la questione e che il ‘giovane’ Pascal voleva combattere il semipelagianesimo dei gesuiti molinisti. ’Facciamogli credito sulla franchezza e la sincerità delle intenzioni’, si legge, e ciò fa pensare che Pascal, se non era un poveretto, di certo si sbagliava di grosso.
Il nostro debil parere, per riprendere le parole di fra’ Cristoforo dell’amato Manzoni, è invece quello che la questione sia di maggior importanza perché sottende una visione teologica dell’uomo che può orientarlo verso un approccio che mira all’attivismo del fare, con uno sforzo volontaristico/prometeico, invece di un atteggiamento che i giansenisti di Port Royal volevano spirituale, rivolto al mistero della grazia, senza l’angoscia della predestinazione degli eletti, teorizzata dai calvinisti.
Anche Dostoevskij ne I fratelli Karamazov, allorché Ivan racconta ad Aljosa la leggenda de Il Grande Inquisitore col ritorno temporaneo di Gesù sulla terra, ritiene che i gesuiti siano soprattutto interessati a guidare l’umanità: ’Sono semplicemente l’armata romana per il futuro regno universale terreno, con l’imperatore, il pontefice romano alla testa… ecco il loro ideale, ma senza nessun mistero e nessuna sublime tristezza… La più semplice brama di potere, di sordidi beni terreni, di asservimento… una specie di futura servitù della gleba, nella quale essi sarebbero i proprietari fondiari’.
Del resto, nel XVI secolo, san Carlo Borromeo a Milano, alla guida della più grande diocesi del mondo dell’epoca che arrivava fin quasi a Ginevra, voleva abolirli da subito ‘perché pretendono di dar consigli ai principi’, in chiaro: fanno politica.
E vediamo cosa rimprovera il ‘giovane‘ Pascal ai gesuiti.
Nella seconda delle 
Lettere provinciali si legge che la Società di Gesù è troppo politica per comportarsi diversamente. Si contentano di aver vinto su quelli che ammettono la grazia sufficiente, anche se la intendono in modi diversi, e ciò consentirà loro di ritenere che la grazia efficace non è più necessaria. La Società è ben soddisfatta dell’accettazione da parte dei domenicani della grazia sufficiente. Non esige che essi neghino la necessità della grazia efficace… Non bisogna tiranneggiare gli amici… I gesuiti hanno guadagnato abbastanza perché il mondo si sazia di parole: pochi approfondiscono le cose…
Nella terza lettera Pascal scrive che quello che è eretico nei semi-pelagiani – da notare che Pelagio riteneva che ci si salva con le sole forze umane – diviene ortodosso negli scritti dei gesuiti: l’antica dottrina di sant’Agostino sarebbe una novità insopportabile, mentre le invenzioni nuove che si fabbricano tutti i giorni vengono fatte passare per la fede antica della Chiesa.
Nella quinta lettera si legge che il corpo dei gesuiti non ha nulla di definito, ciascuno ha la libertà di dire ciò che pensa.
Il loro scopo non è quello di corrompere i costumi ma neppure quello di riformarli: sarebbe una cattiva politica.
Hanno una buona opinione di loro stessi e vogliono che la loro fama sia diffusa per governare tutte le coscienze. E poiché le massime evangeliche servono per governare alcuni tipi di persone se ne servono nelle occasioni che sono loro favorevoli ma, siccome queste massime non vanno bene alla maggior parte delle persone, le lasciano da parte per quel tipo di persone in modo da soddisfare tutti. Avendo a che fare con persone di tutte le condizioni e nazioni così differenti è necessario disporre di casuisti per rispondere a tutte queste diversità. Se non avessero che dei casuisti permissivi distruggerebbero il loro principale disegno, quello di abbracciare tutto il mondo, perché i pii cercherebbero una condotta più sicura. Ma sono pochi…
Conservano tutti i loro amici e si difendono dai nemici: se accusati di rilassatezza, mostrano i loro direttori spirituali austeri e qualche libro sul rigore della legge cristiana e i semplici si contentano di queste prove. Così in paesi dove la croce è uno scandalo non ne parlano e predicano solo Gesù Cristo glorioso (v. India, Cina). Consentono l’idolatria pur di portare sotto il vestito un’immagine di Gesù e di pensare a lui quando fanno adorazioni pubbliche al Chacimchoan e a Keum-Fucum tanto che si dovette emanare un decreto della Congregazione nel luglio del 1646 (card. Capponi) per obbligare ad esibire il crocifisso in tutte le Chiese. Giustificano la loro prudenza umana e politica col pretesto della prudenza divina e cristiana, come se la fede e la Tradizione che la mantiene non fosse sempre una ed invariabile in tutti i tempi e in tutti i luoghi. La norma deve inchinarsi per convenire al soggetto che gli deve essere conforme. Tutti gli uomini hanno grazia sufficiente per vivere nella pietà nel modo che la intendono (Per associazione di idee viene alla mente la Dichiarazione di Dubai sulle religioni ‘benedette da Dio’). Essendo la loro morale pagana, la natura basta per osservarla. E qui Pascal aggiunge un’osservazione sulla grazia efficace che non serve a rispettare i doveri esteriori della religione ma ad ottenere una virtù migliore di quella farisaica o più saggia del paganesimo…
I Padri della Chiesa contrastano con i teologi moderni? I Padri andavano bene per la morale del loro tempo ma sono troppo lontani dal nostro… (non è dissimile da quel che sosterranno i modernisti secondo i quali i dogmi riflettono la religiosità del tempo).
Nella sesta lettera apprendiamo che l’obiettivo capitale della Società di Gesù per il bene della religione è quello di non respingere nessuno per non far disperare il mondo (Tutti dentro…). Per questo, considerati i vizi a cui si è più soggetti, in tutte le condizioni sono state stabilite dai casuisti delle norme così blande, senza ferire la Verità (…), che sarebbe difficile non esserne contenti (v. il bene possibile anche nei casi di intrinsice malum). Ciò che conta è l’intenzione soggettiva: così i servi che portano messaggi disonesti non sono responsabili se la loro intenzione è semplicemente quella di mantenere il guadagno.
Si arriva addirittura, nella settima lettera, a permettere ad un religioso di uccidere se l’azione è messa in opera per prevenire la maldicenza, altrimenti non contenibile: ciò che conta è l’intenzione.
Si potrebbe continuare con l’elenco e citare il famoso esempio di relativismo: ciò che non è consentito al di là del fiume, è permesso al di qua.
Quel che interessa rilevare, come allora, è che un credente sincero non cerca risultati umani perché non confonde il proprio desiderio con la volontà di Dio. Si legge a La Verna la frase di Francesco piccolino: la vostra pace sia nella Sua voluntade. Ormai tutti vanno rilevando che occorre un supplemento d’anima, si diceva un tempo nel secolo scorso, o di spiritualità per affrontare con la virtù della prudenza – la scelta adeguata dei mezzi per raggiungere il fine- le tragedie della vita del nostro tempo. Non si tratta di correr dietro alle ultime novità di successo, che col tempo si rivelano transeunti, né di credere che la Storia abbia una razionalità e un progresso lineare.
Nella spiritualità dei gesuiti c’è l’ubbidienza ma manca l’umiltà/povertà: l’opposto di Francesco piccolino e Pippo bono (san Filippo Neri). Di questo la Chiesa ha bisogno oggi, non di organizzazione, perché non è un’azienda.