Carlo Biancheri
Il livello della nostra classe politica corrisponde generalmente a quello di una società che non spera più in un futuro migliore ma bada soltanto ad eternizzare l’istante e a parare i colpi che derivano dal contingente.
Sembra che dopo la sbandierata e ricorrente morte di Dio – anche al tempo dei presocratici si annunciava che le selve erano vuote e che il gran dio Pan era morto – adesso l’uomo non se la passi bene.
Le Chiese che dovevano fornire un ‘supplemento d’anima’, in ambito cristiano, quelle ortodosse autoctone sono guidate da membri del servizio segreto locale, come ai tempi dell’URSS, del resto: i patriarchi di Bulgaria e Romania lo erano e Ceaucescu perseguitò ed uccise tutti i vescovi cattolici, perché si rifiutarono di fondersi con la Chiesa ortodossa, prona al potere, in linea con la tradizione cesaropapista di quelle Chiese. Il patriarca di Mosca, altrimenti definito ‘chierichetto di Putin’, non fa eccezione, anzi ne è la conferma, e usa nella sua Chiesa gli stessi metodi dell’amico, criminale di guerra, Putin: il paradosso del Vangelo d’amore che proclamano porta la guerra e la morte ad altri esseri umani.
La Chiesa cattolica, sotto la gestione gesuitica, è ridotta ad attivismo politico inconcludente e per lo più errato.
La predicazione è principalmente orizzontale col risultato che la Trascendenza e l’altra Vita si confondono, per lo più, col progresso umano.
Del resto il papa cita nelle sue Encicliche Teilhard de Chardin, gesuita antropologo arrogante, come spesso sono i membri della piccola nobiltà francese, quale egli era. Ora Teilhard con la sua teoria di Alfa ed Omega sembra far coincidere l’evoluzione con la terra nuova e i cieli nuovi del Vangelo. Cita anche il gesuita Rahner, il papa, che si affanna a descrivere la Trinità, il più alto mistero cristiano, nella relazionalità delle persone, ad extra, cioè la manifestazione storica del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, senza parlare della Trinità ab intra, cioè della vita di Dio, in altre parole della Trascendenza. Bisogna proprio esser dei seguaci di Prometeo o come Pelagio, fregarsene della grazia divina, per pensare di cambiare il mondo con la semplice volontà umana. I martiri del nostro tempo, per lo più dei Paesi emergenti, sono coloro che non esitano a dare la propria vita, perché credono sinceramente alla presenza di Dio e del Cristo, non gli attivisti che per sentirsi buoni (e ammirati come i farisei?) operano con la logica di donna Prassede de I Promessi sposi: ‘il bene si sa, bisogna farlo per forza…’
Nel mondo intellettuale il grigiore è plumbeo: romanzetti, filosofi definiti tali nei talk show, prodighi di castronerie, soprattutto quel che impera è l’affermare, mai il dimostrare la propria affermazione, come se il sentire individuale fosse di per sé sufficiente: il regno della doxa, dell’opinione. L’eternizzazione dell’istante provoca l’assenza d’aria perché non c’è il futuro, la speranza.
Nessuno lo dice ma l’idolatria dell’io di Ottocento e Novecento e la riduzione dell’essere all’esistente ci ha portato a questo.
In questo ambito noi siamo affidati a dei reggitori che sembrano gli attori di una compagnia da avanspettacolo o teatro di provincia. Non ci avventureremo ad affermare che Arianna abbia avuto un peso nelle nomine alle Ferrovie, né se il cognato di Giorgia detto ‘Lollo’, che cambia i dirigenti del suo ministero con la velocità della trottola, sia un valente ministro dell’Agricoltura e quant’altro. Non ci interessa che si siano lasciati con Arianna: fatti loro.
Sulle nomine che conosciamo possiamo tranquillamente dire che i Commissari alla Consob, la Commissione che controlla le società che fanno ricorso al pubblico risparmio e la borsa, da loro nominati non sono adeguati: una è la sorella del ben noto Alemanno la cui professionalità era legata alle tasse, avendo lavorato all’Agenzia delle Entrate – come dire i cavoli a merenda con il mercato di borsa – l’altro non sembra che abbia lo standing, e cioè quella esperienza professionale dei mercati mobiliari che vanno dal diritto societario, incluse le OPA, e la corporate governance, alla trasparenza informativa, agli abusi di mercato, alla negoziazione di borsa, al clearing e al settlement delle transazioni, ai principi contabili sottostanti ai bilanci, al lavoro dei revisori contabili ed ai loro principi di revisione e che un Commissario deve avere alla Consob: aver lavorato nell’istituzione stessa non è garanzia sufficiente. Sembra anche che il giornalista Ministro Sangiuliano, devoto di Croce -noi siamo felicissimi che sia finita la iattura della dittatura crociana – e solerte negli svarioni, allorché confonde un secolo con l’altro, faccia delle nomine curiose in ambito culturale, attribuendo responsabilità a gestori di servizi di autonoleggio... Lo spoil system amatoriale dei neogovernanti ha conseguenze negative sull’interesse generale.
Il Ministro dell’Economia è evasivo, cerca di scaricare la responsabilità sugli altri a fronte di una finanziaria dove mancano i soldi: un consiglio, li prenda di nuovo dal bancomat di quei ricconi dei pensionati: sono deboli! Le tasse non si riescono a far pagare e lo sbandierato aumento delle entrate è dovuto ad altri fattori, diversi da quello che consiste nello scovare gli evasori. Si lamenta anche del PNRR perché per lui è un Gosplan dell’era sovietica… L’Europa ci dà anche soldi a fondo perduto per fare cose necessarie a civilizzare un paese anarchico, incapace di fare opere che languono da decenni e i nostri eroi rispondono col tratto che li contraddistingue.
Si dà naturalmente la colpa, se le cose non vanno bene e se cresciamo troppo poco, alla Commissione Europea – brava Giorgia che ci ha isolati di nuovo!- e alle regole comunitarie, approvate peraltro dal Ministro di Cazzago (dov’era?). Avevamo capito che crescevamo più degli altri ma sembra che tra i G7 adesso, nel trimestre, siamo penultimi.
Non basta dire: gli italiani ci hanno votato e noi realizziamo il programma (pessimo). La percentuale degli italiani che vi hanno votato, visto il tasso di astensione, è bassa e la vostra performance al Governo è negativa.
Apprendiamo, altresì, che il candidato Commissario europeo Fitto sta approfondendo l’inglese tecnico. Confessiamo di non capirlo bene neppure quando parla in italiano, quindi temiamo che l’apprendistato cui si è sottoposto produrrà i suoi frutti fra qualche anno e non ora che sarebbe necessario.
Per noi poverini la politica è quella del quadro del buon governo a Siena e non l’apparenza e la declamazione e, pertanto, cerchiamo chi dica il vero e sia competente: vaste programme avrebbe detto il generale De Gaulle!